Le emozioni dello spirito. Dalla filosofia classica tedesca al design americano

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Nell’idealismo tedesco i problemi dell’anima (Seele) sono diversi da quelli dello spirito (Geist), che oltre ad essere autocoscienza e spontaneità è, per quello che capisco, la parte comune della nostra umanità. Se l’anima è psicologia, lo spirito è immaginazione strutturale “processo sintetico e costruttivo, diretto a filtrare, elaborare e dar forma a un materiale d’esperienza” (Emilio Betti), che trova la sua origine in una “comunione d’intelligenza”.betti

Questo processo formativo è per Betti è un COSMO (vs Caos) in cui trovano il loro punto ideale di incontro ATTI DI PENSIERO, ATTI DI VALUTAZIONE E ATTI DI PRATICA.  La tripartizione delle attività dello spirito (ragion pura, giudizio e ragion pratica) evidentemente deriva da Kant ed è molto interessante: gli atti di pensiero derivano da un’energia sintetica, di carattere intellettuale, contemplativo e intransitivo, pure le azioni e l’attività pratica sono il risultato di una “volontà collegante” una situazione all’altra, di un processo di sintesi di carattere teleologico, volto a trasformare il reale secondo certi fini, quindi in questo caso una sintesi transitiva. Il punto però è che Kant aggiunge a queste due energie di sintesi (teorica e pratica) l’energia discretiva del giudizio. Aggiunge cioè all’ordine intellettuale della riflessione e dell’azione quello sentimentale del giudizio come “ordine del cuore” o “energia direttiva”: anche  recentemente Daniel Goleman in “Intelligenza emotiva”,   suggerisce che la capacità di prendere decisioni è altra cosa rispetto alla sfera cognitiva, ci sono prove che dimostrano che i sentimenti siano indispensabili nei processi decisori. Tra il mondo teorico delle rappresentazioni e quello pratico delle azioni, si inserisce il COSMO DEI VALORI, il mondo ordinato delle valutazioni e delle prese di posizione mediate dai valori: il giudizio è infatti una specie di tatto, gusto o intuito soggettivo di ciò che è valore: “intuito o gusto etico che si manifesta nell’atto di prendere posizione, approvando o riprovando una linea di condotta” (Emilio Betti,Teoria generale dell’interpretazione): “il sentimento è attività ed è prevalente sulla passività (percepire e contemplare”. Anche R. Plutchik riporta che le emozioni sono stati di attivazione del sistema nervoso autonomo, sono cioè INNERVAZIONI come le chiamavano S. Freud e W. Benjamin.

kantnormanpsicologia-e-biologia-delle-emozioniintelligenza-emotiva_43005E’ Donald Norman in “Emotional Design” che sostiene che “l’emozione fornisce i giudizi di valore [buono/cattivo, bello/brutto, attraente/respingente] per sopravvivere al meglio” e che l'”affezione (emozione) è il termine generale per il sistema del giudizio”. Il sistema delle emozioni per R. Plutchik è ordinato e circolare, riducibile a poche emozioni di base che poi si combinano in una molteplicità di sovrapposizioni e sfumature, anche secondo il seguente “cono” dei valori:

plutchik-cono-emotivo

GraficoEmozioni

Siamo molto vicini al “cosmo dei valori” di cui parla Emilio Betti. Per Betti sono “i valori che rendono la vita degna di essere vissuta” e Goleman ribadisce che “private del loro significato emozionale le interazioni umane perdono il loro interesse”. Il sistema delle emozioni sembra mediare la scelta degli obiettivi dell’azione in una direzione che non è né fondamentalista né relativista, ma “adattativa” (R. Plutchik), nel senso che la scelta per esempio tra “emancipazione delle donne” e “supremazia maritale” dipenderà dalla “affermazione degli esempi più convincenti, nei conflitti politici e nelle infinite battaglie che saranno necessarie” (G. Bosetti), vale a dire dalle prese di posizione più funzionali all’adattamento: le emozioni sono per R. Plutchik pattern adattativi che aumentano la probabilità di sopravvivenza dell’individuo e della specie”.

Per Goleman “le emozioni sono impulsi ad agire [inclinazioni all’atto], cioè piani d’azione per gestire le emergenze (…) La mente emozionale formula un giudizio sui dati della percezione prima della neocorteccia (…) L’amigdala [archivio di preferenze e avversioni] fornisce una risposta più veloce anche se meno precisa [agli stimoli rispetto alla neocorteccia]” e può condurre a veri e propri episodi di soffocamento della razionalità. Per questo con intelligenza emotiva Goleman intende l’insieme delle capacità che aiutano le persone a interagire armonicamente. vale a dire, con terminologia classica, il CARATTERE.  Per Goleman “la base del carattere è la disciplina, la vita virtuosa si basa sull’autocontrollo come i filosofi a partire da Aristotele hanno osservato(…) controllare e incanalare i propri impulsi è un’abilità emozionale fondamentale che in passato veniva chiamata VOLONTA’: mantenere l’emozione sotto il controllo della ragione richiede volontà”. Goleman sostiene che “il compito della psicoterapia (…) è quello di insegnare alla neocorteccia come inibire l’amigdala (…) l’inclinazione all’atto viene così soppressa, mentre l’emozione fondamentale rimane in forma attenuata”.

 

 

Un commento

  1. Ciao Roberto molto interessante il tuo scritto e con molti spunti da sviluppare in campo educativo e non solo .
    Dove si colloca l’agire educativo tra i tre piani dello spirito individuati: pensiero, azione e valori ?

    L’idea del “valore” con il suo correlato emozionale è un suggerimento fecondo di conseguenze anche sul piano educativo.

    Il concetto di intelligenza emotiva come armonizzazione di pensiero, azione e valore sintonizzato sull’altro e come capacità di interagire armonicamente con gli altri potrebbe essere un buon obiettivo della formazione , una competenza una soft skill da sviluppare negli studenti.

    Mi piace molto l’affermazione che la psicoterapia deve insegnare alla neocorteccia come inibire l’amigdala (…) l’inclinazione all’atto viene così soppressa, mentre l’emozione fondamentale rimane in forma attenuata”, un obiettivo da tener presente a anche a scuola !

    Ci rifletterò ancora suo tuo denso intervento! A presto!

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