La macchina della scienza come forza, moltiplicatore e potenza

 

questione delle macchine

94= La macchina come mezzo di produzione generato dalla scienza./ 95- Per demistificare la scienza (come potenza del capitale) e perché il lavoratore se ne riappropri, Marx considera che qualunque sia la sua forma merce nei rapporti di produzione capitalista, la scienza è innanzitutto la macchina del lavoratore, il suo mezzo di lavoro, e che la contraddizione è al tempo stesso ipocrita e pratica: si pretende il lavoratore libero, ma egli non è libero se non dissociato da un mezzo di lavoro che non ha tuttavia alcuna realtà, alcuna efficacia al di fuori di lui. Non sarebbe dunque libero se non riappropriandosi del suo mezzo di lavoro. (…)La scienza gioca dunque un ruolo fondamentale nella dialettica marxista.

14La scienza come forma della conoscenza

4- [Ci sono quattro tipi di conoscenza della scienza:

  1. il ‘come’ della scienza = conoscenza delle cause e del processo della scienza = 16 conoscenza della materia stessa, data nella relazione causale/ 19 Anche in quanto ‘come’ la conoscenza della scienza non è tanto quella di un dato – la materia causa della forza che se ne trae attraverso le sue combinazione (scienza preatomica) o attraverso la sua disintegrazione (scienza atomica)- quanto del possibile o d’un rifiuto di questo possibile. Non c’è mai ‘dato’ puro nella conoscenza della scienza; è sempre un dato conosciuto da un potere, e accettato o rifiutato non come dato (errore del positivismo) ma come possibile. E’ ciò che faceva dire all’irrazionalismo di Valery che la conoscenza della scienza era quella di un ‘impossibile’ nel senso che la relazione si era spezzata tra la conoscenza del dato (la materia) e l’evidenza del possibile. 20- La produzione scientifica, se è fondata sulla sola conoscenza del suo ‘come’va all’avventura verso il male o verso il bene, perché non racchiude nella sua definizione la sua ragion d’essere. Essa è vittima delle peggiori forme dell’oppressione e della distruzione; è per questo che nelle condizioni capitaliste della produzione, la guerra è in definitiva il principale senso della scienza. “La rozzezza e la genericità sta proprio nel fatto di porre in relazione fra loro, in modo accidentale, cose che sono connesse organicamente, di ridurre questa connessione ad una pura connessione della mente” (K. Marx – Introduzione a Per una critica dell’economia politica).
  2. il ‘da chi’ della scienza [=CHI FA SCIENZA? CHI METTE IN OPERA LA SCIENZA?] = sul legame tra individuo inventore e lavoro collettivo = conoscenza del lavoratore collettivo e dei rapporti politici tra gli uomini = 16 conoscenza dei poteri collettivi che la scienza determina] [71 – messa in opera della scienza per mezzo del lavoro] [75- Il ‘da chi’ non può avere senso positivo nella fabbrica capitalista, tuttavia Gramsci concepisce che, già nella fase capitalista, la coscienza di classe, che s’accompagna necessariamente alla solidarietà dei lavoratori nel loro lavoro produttivo: “ Il ‘lavoratore collettivo’si concepisce come tale non soltanto in ogni fabbrica particolare, ma in campi più vasti della divisione del lavoro nazionale e internazionale ed è una manifestazione esterna, politica di quella coscienza che egli ha acquisito precisamente negli organismi che rappresentano la fabbrica come produttrice di oggetti reali e non di profitti”
  3. gli ‘effetti’ della scienza [12 scienza-scoperta dello scienziato vs scienza effetti dell’industria] [4- l’effetto della scienza dovrebbe essere quello di diminuire il lavoro]
  4. il ‘perché’della scienza = rapporto della scienza con i bisogni individuali e con la vita = conoscenza di noi stessi [V- scienza per l’uomo vs uso capitalistico della scienza; la felicità come liberazione dal bisogno e dalla fatica e come maggiore padronanza di noi stessi vs infelicità] /28 – la scienza dovrebbe esistere solo per la società mentre esiste solo per il suo proprio progresso/30 –bisogno dei lavoratori di essere progressivamente liberati dal lavoro produttivo.

61– La definizione base della scienza in Marx è di origine hegeliana: scienza come mezzo (di lavoro). [66- per Hegel il mezzo è superiore agli scopi, il fine umano è esterno alla scienza: ma l’aratro è degno perché serve a fini che lo sono; se il cannone invece resta mentre gli uomini che esso uccide passano (per colpa sua; il mezzo per Hegel è eterno) esso non è altrettanto degno. Altrimenti si cade nella vuota astrazione-> lo strumento si conserva (Hegel)= la scoperta è eterna][71- In una società disordinata  (= che non riconosce fini naturali?) il mezzo viene messo a giocare un ruolo sempre più eminente e paradossale. (…) Hegel pone l’analisi della sciena nel capitolo della ‘Logica’ in cui tratta dell’oggettività. Oggettività non significa finalità; i mezzi hanno carattere d’oggetto.(…) Per il materialismo storico i fini dell’uomo – il soddisfacimento dei suoi bisogni naturali- sono così oggettivi quanto i suoi mezzi.]. [105- la scienza come mezzo e la scienza come effetto (la ferrovia come macchina per far chilometri e le difficoltà di Marx; sulle macchine pensanti ed elettroniche dove il lavoratore è ‘mezzo del mezzo’]

[Poi] Marx, nel corso dell’analisi critica della produzione del plusvalore relativo, sviluppa [questa definizione] in :

  1. scienza come forza [essenziale, come partecipante all’essenza dell’uomo](produttiva)[forza lavoro = capacità di lavoro Rosdolsky] [10 scienza come applicazione=messa in opera= tecnologia= 54- messa in opera delle invenzioni] [37- gli strumenti sono la forza produttiva del lavoro del produttore] [77- la scienza come forza essenziale dell’uomo 79- E’ per mezzo dell’industria che le forze della natura diventano forza dell’uomo, ‘forze essenziali’, cioè partecipanti all’’essenza dell’uomo’. Marx conserverà sempe quest’idea che il rapporto della scienza con l’uomo (come conoscenza di una cosa esterna: la natura) passa attraverso la mediazione dell’industria, che questa mediazione è necessaria perché solo così la scienza della natura cessa d’essere conoscenza astratta per diventare nostra ‘forza essenziale’]. 150 – Il lavoratore come mezzo del mezzo e appendice della macchina .(…) SOSTITUZIONE DELLA ROUTINE DERIVATA DALL’ESPERIENZA CON L’APPLICAZIONE CONSAPEVOLE DELLE SCIENZE NATURALI.

 

  1. scienza come potenza [come moltiplicatore ?]del lavoro [ o di lavoro] [=3 scienza come forza produttiva e non solo come messa in opera] [96- è la definizione della scienza che è propriamente marxista, del Marx a livello de ‘Il capitale’ ( e non più la scienza come mezzo di lavoro). (…) Fra il lavoratore che produce senza macchina (senza mezzo di lavoro), che lavora la terra con le sue mani ad esempio, poi con una zappa, poi con una macchina e finalmente che non è più di un sorvegliante o ingegnere della sua macchina , c’è il lavoratore con esponente uno, quello la cui potenza è moltiplicata per dieci, poi per cento e così via. Il termine ‘potenza del lavoro’ con cui Marx definise la scienza, deve dunque essere preso nella sua accezione matematica d’esponente e non in un senso filosofico o morale qualsiasi (=senso usuale e non specializzato, non matematico di potenza): il lavoratore dovrebbe essere potente per mezzo di questa potenza (questo esponente) che la scienza dà al suo lavoro]97-questa potenza del lavoro che è la scienza, non è potenza individuale ma collettiva. Essa è potere collettivo: “come la potenza collettiva del lavoro,sviluppata mediante la cooperazione si presenta quale forza produttiva del capitale”. 210 la cooperazione come nuova potenza.[111 – il lavoratore collettivo “mette a punto” la scienza, la integra nel processo di produzione –n.m. costituisce il finish della scienza] 150 [lavoro socializzato = lavoro in comune]
  2. scienza come potenza intellettuale della produzione [con l’idea che la scienza è essa stessa lavoro] [scienza come lavoro?] )[10 scienza come scoperta]46- SCIENZA COME WISSENKRAFT (=potenza intellettuale): ogni scienza sarebbe superflua se l’essenza delle cose e la loro forma fenomenica coincidessero: la scienza va al di là dell’apparenza) 12- scienza come scoperta dello scienziato vs scienza come effetto dell’industria). “La scissione tra le ‘potenze mentali’ del processo di produzione e il lavoro normale, la trasformazione di quelle in ‘poteri del capitale sul lavoro’ si compie (…) nella grande industria edificata sulla base delle macchine, L’abilità parziale dell’operaio meccanico individuale svuotato scompare come un infimo accessorio dinanzia alla scienza, alle immani forze naturalie al lavoro sociale di massa che sono incarnati nel sistema delle macchine e che con esse costituiscono il potere del ‘padrone’ (master). 30 In Per la critica dell’economia politica Marx chiamò gli strumenti “organi del cervello umano creati dalla mano umana”. [210 uomo come produttore di strumenti= uomo che accresce al massimo la produttività del lavoro->Marx vs definizioni dell’uomo naturale] [54 – scienza come produzione di oggetti e di effetti da parte dell’uomo]

111- [LAVORO UNIVERSALE: LAVORO COLLETTIVO = LAVORO INTELLETTUALE : LAVORO MANUALE -> LAVORO UNIVERSALE = ogni lavoro scientifico, ogni scoperta, ogni invenzione. Esso dipende in gran parte dalla collaborazione tra i vivi, in parte dall’utilizzazione del lavoro dei morti. Il lavoro collettivo presuppone la diretta cooperazione degli individui (Marx)] 115 Capire meglio e cambiare in meglio lo stato attuale  della scienza e della produzione

24- [scientifico in senso marxista=conforme all’analisi critica delle condizioni sociali di produzione]

33- Marx studia il capitale tecnico (la produzione) dal punto di vista del capitale giuridico –i rapporti sociali- e non il contrario, ed è questo fatto che distingue il materialismo dialettico da ogni altro pensiero materialistico a proposito dei rapporti sociali. MARX DUNQUE NON E’ UN PENSATORE DELLA TECNICA ; MA E’ SOPRATTUTTO IL PENSATORE DEL RAPPORTO SOCIALE DI PRODUZIONE. “DI PRODUZIONE” VALE A DIRE CHE OGNI CLASSE E’ DEFINITA A PARTIRE DALLA SITUAZIONE CHE OCCUPA IN RAPPORTO ALLE ALTRE CLASSI. [38 Tutta la dialettica storica di Marx, dal momento che si appoggia sulla storia dei rapporti sociali di produzione , dimostra questa tesi non tecnologica:  la trasformazione va dal rapporto sociale di produzione al mezzo tecnico e non viceversa. Si ricorre alla cooperazione quando lo sfruttamento disordinatamente frazionato non basta. “Una parte dei mezzi di lavoro acquista carattere sociale , prima che lo acquisti lo stesso processo lavorativo”. Ciò che Marx intende qui per sociale è l’idea del consumo in comune del capitale costante, d’un ‘elemento del capitale costante’, prima di tutto gli edifici.]

35- Non c’è nel marxismo un primato della produzione sulla distribuzione e sul consumo come si dice troppo spesso; ma piuttosto la produzione di cui si tratta è la produzione del capitale. (…) Se si parla di “primato della produzione” è per confusione con il primato del lavoro produttivo nei confronti della sua appropriazione capitalistica.

36- Una volta abolito il sistema capitalistico i bisogni sociali (il consumo dunque) non sarebbero più secondari nei confronti del lavoro. Al contrario, a quel punto , venendo meno la legge del valore (perché essa esprime l’esistenza del prodotto come merce e non nel suo uso sociale, e fonda la possibilità del plusvalore, cioè della produzione del capitale) l’utilità delle masse diventa lo scopo della produzione, o piuttosto ciò che la determina è il raffronto del bisogno dell’uomo come produttore (che tende all’alleggerimento del lavoro) con i suoi bisogni come consumatore.

37- Se c’è qualcosa che in qualche modo domina in maniera trascendente sia i rapporti di produzione, sia la produttività dovuta alla scienza, è l’uomo [n.m. “l’uomo in quanto uomo” come assioma, vale a dire come non macchina, non società Cfr Trilling su sincerità e autenticità]

La tecnologia di Marx non è che un momento della sua sociologia, per il fatto che la formazione di Marx è stata anzitutto quella di un giurista. [il diritto concepito come storia nel senso filosofico materialistico] (…) L’idea che ciò che conta nella produzione sono i rapporti sociali non poteva venire che a uno spirito abituato ai ragionamenti giuridici, ai modi di pensiero del diritto,in particolare del diritto romano. Perché i rapporti sociali formano l’oggetto del diritto. (…) Può sembrare che lo strumento abbia un’importanza determinante in Marx, poiché è nella misura in cui il produttore ne è separato  che egli è alienato, a causa dell’appropriazione del suo strumento e con esso della forza produttiva del suo lavoro. Ma la definizione dell’uomo come produttore di strumenti non è di Marx ma di B. Franklin.

38- Marx è un tecnologo nella misura in cui le condizioni storiche della società capitalistica trasformano la sociologia in una tecnologia.

39- conflitto tra le forme ‘tecnicamente’ sociali della produzione e le forme tecnicamente asociali della loro ragion d’essere storica

40- Nella misura in cui se ne appropria il capitale ha interesse a far apparire la tecnica come una forza autonoma e a rappresentare il movimento del capitale come ad essa sottomesso

IL MARXISMO NON E’ UNA METAFISICA, NE’ UNA FILOSOFIA , E DI CONSEGUENZA NE’ INFIRMA NE’ CONFERMA POSIZIONI RELIGIOSE O METAFISICHE COME TALI, E’ UN PENSIERO POLITICO, UNA FILOSOFIA DEL DIRITTO E UNA SCIENZA DEI RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE.

NON CI SONO RAPPORTI SOCIALI SENZA PRODUZIONE

40- Il marxismo come scienza del diritto –dei rapporti tra gli uomini- è dunque anche uno studio dell’economia che è studio della produzione.

44- L’alienazione è lo sfruttamento visto dal punto di vista dello sfruttato

42- Il capitalista yankee come produttore di strumenti.=L’ORIGINALITA’ DELLA FORMA CAPITALISTICA AMERICANA COME PRODUTTRICE DI STRUMENTI (B. FRANKLIN)

-[ 4 DEFINIZIONI ESSENZIALI DELL’UOMO (= dell’essenza umana): POLITICA (ARISTOTELE), ECONOMICA (= uomo votato al suo interesse SMITH?), TECNOLOGICA (FRANKLIN), FILOSOFICO-GIURIDICA (HEGEL)][uomo come animale scientifico= uomo come votato all’interesse economico= il suo essere si confonde col dominio della natura]

54- Se la produzione fa l’uomo , così come l’uomo è causa della produzione, ne risulta che, fino all’avvento del comunismo, l’uomo si faceva senza saperlo e senza volerlo. Produceva alla mercé dell’accidentalità delle invenzioni e della loro messa in opera, così anch’egli si trasformava accidentalmente. La trasformazione dell’essere sociale dell’uomo potrà avvenire umanamente solo quando egli dominerà la propria produzione invece d’esserne dominato./ Di conseguenza la formula “produrre per l’uomo” ha, per la scienza marxista, un senso più esteso di quello di produrre per i bisogni dell’uomo, qual è dato attualment; significa dirigere la produzione sulla base delle convenienze di cambiamento e di miglioramento delle nostre condizioni di vita e non farlo che nella misura in cui non solo questo è favorevole all’uomo presente, ma lo sarà anche per l’uomo futuro.

60- Il punto d’applicazione delle scienze sociali non è la potenza del lavoro produttore, ma la potenza di cambiare le condizione sociali del lavoro, di renderle umane.

73 esteriorizzazione = naturalizzazione delle condizioni sociali in rapporto agli uomini.

74- [IL LAVORATORE COLLETTIVO (VS LAVORATORE PARCELLARE ≠ LAVORATORE INDIVIDUALE) SEMBRA NASCERE DAL CAPITALE (MARX)]

82 – LA SCIENZA ALIENA L’UOMO->85 Ponendo lo strumento (il modo di produzione scientifico, le grandi fabbriche, le macchine, le stesse scoperte) di fronte al lavoratore come una forza che gli è ostile, il capitale aliena l’uomo dal suo mezzo di lavoro, vale a dire che il lavoro, che s’era diviso in forza lavoro e mezzo di lavoro per liberarsi e progredire, arriva sempre più a non comprendersi esso stesso.->TEORIA DELL’ALIENAZIONE = TEORIA DELLO SFRUTTAMENTO.

86 [Dalla scienza come mezzo di lavoro alla scienza come potenza del lavoro (Grundrisse)]

89– [dalla manifattura (= semplice riunione di lavoratori) alla fabbrica (dove l’efficacia del lavoro è fornita da un mezzo scientifico- =la macchina)] L’intrusione della scienza come potenza del lavoro non è dunque la conseguenza storica di un perfezionamento della macchina del lavoratore individuale ; essa passa attraverso LA FORMAZIONE DEL LAVORATORE COLLETTIVO e l’identificazione apparente (cioè giuridico-politica) di questo lavoratore collettivo col capitale]

93- utilizzazione della scienza contro la società nel suo insieme /opposizione tra lavoro intellettuale (= la scienza come potenza del capitale) e lavoro manuale (la scienza come potenza del lavoro)

99- L’OPERAIO COME UOMO NUOVO

103-La scissione della scienza nel capitalismo come scienza pura e tecnica

104 sul sindacalismo marxista come rapporto col nicht-Arbeit

127 –Le macchine perfezionate celano o incarnano lavoro anteriore (tempo di lavoro) che il nuovo lavoro rende attivo.

149- La macchina come forza produttiva della scienza. Il mezzo di lavoro è il punto di partenza della rivoluzione industriale come la forza-lavoro lo era stata della manifattura .

150 – Il lavoratore come mezzo del mezzo e appendice della macchina .(…) SOSTITUZIONE DELLA ROUTINE DERIVATA DALL’ESPERIENZA CON L’APPLICAZIONE CONSAPEVOLE DELLE SCIENZE NATURALI.

152 – prolungamento smisurato della giornata lavorativa prodotto dal macchinario e reazione della società minacciata nelle sue radici vitali.

154- ci vogliono tempo ed esperienza perché l’operaio impari a distinguere le macchine dal loro uso capitalistico.

164-Lo schiavo propriamente parlando non è alienato perché non subisce la separazione dal suo mezzo di lavoro [non è libero!]

 

172 LA SOCIETA’ CAPITALISTICA ABOLISCE IL DIRITTO = ABOLISCE IL LEGAME TRA LORO DEGLI UOMINI SECONDO CERTI RAPPORTI.

180 PER UN’ECONOMIA POLITICA DIFFERENTE DA QUELLA DEL CAPITALE

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