
Il Signore degli Anelli (1954-1955)
I
108 – ho anche sentito dire che gli Elfi fuggono verso ovest. Stanno percorrendo centinaia di miglia attraverso il mare (…) vanno a ovest e ci lasciano qui. (…) Comunque non vedo cosa possa importare a te o a me se quelli se ne vanno. (…) C’è qualcuno persino da queste parti che conosce i Luminosi e che riceve loro notizie.
132 -Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meriato la vita. Sei forse in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.
155- [Bilbo] Diceva spesso che la Via è unica ed è come un grande fiume: le sue sorgenti si trovano davanti a ogni soglia, e ogni sentiero ne è l’affluente. ‘È pericoloso e impegnativo uscire di casa, Frodo’ mi ripeteva sempre. ‘Cammini per la strada è, se non fai attenzione, chissà fin dove sei trascinato. Ti rendi conto che questo è il sentiero che attraversa il Bosco Atro e che, se non glielo impedisci, ti potrebbe portare fino alla Montagna Solitaria, o ancor più in là, in chissà quali posti terribili?’ Me lo diceva stando in piedi in mezzo al sentiero che parte da Casa Baggins specialmente al ritorno da qualche passeggiata”.
169- Ma la Contea non appartiene solo a voi. Altri l’hanno abitata prima degli Hobbit, e altri l’abiteranno quando non ci sarete più. Il mondo si estende tutto intorno a voi: potete rinchiudervi in un recinto, ma non potete impedire per sempre al mondo di penetrarvi.
170- Non t’impicciate degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili. Tocca a te scegliere se andare o aspettare.
È molto raro che gli Elfi esprimano il loro parere, poiché i consigli sono doni pericolosi, anche se scambiati fra saggi e tutte le strade possono finire in un precipizio.
198 [canzone dell’acqua calda]
205- [ canzone della partenza]
307 – da noi, nella Contea, si dice che bello è chi il bello fa, e immagino che ci rassomiglieremo tutti, dopo aver passato giorni e notti in mezzo a siepi e in fondo a fossi.
383-Gli Elfi potranno temere l’oscuro Signore, e fuggire dinanzi a lui, mai più però l’ascolteranno o gli ubbidiranno. E qui a Gran Burrone vivono ancora alcuni dei suoi più acerrimi nemici: gli Elfi Saggi, signori degli Elda al di là dei mari più lontani. Essi non temono gli Spettri dell’Anello perché coloro che sono vissuti nel Reame Beati esistono allo stesso tempo in ambedue i mondi, e il loro grande potere si esercita sia sui Visibili che sugli Invisibili.
437- E colui che rompe un oggetto per scoprire cos’è, ha abbandonato il sentiero della saggezza.
452- Che ne è dei Tre Anelli degli Elfi? (…) i I tre non sono inattivi. Essi non furono però fabbricati per servire come armi di guerra e di conquista: non è questo il loro potere. Coloro che li forgiarono non desideravano forza o dominazione, e non accumulava o tesori; cercavano di capire, fabbricare e curate, onde mantenere ogni cosa immacolata. Gli Elfi della Terra di Mezzo vi sono in qualche modo riusciti, ed è costato loro molta sofferenza. Ma tutto ciò che è stato compiuto da coloro che posseggono i Tre si volgerà contro di essi per distruggerli, e rivelerà a Sauron la loro mente e il loro cuore , qualora il Nemico conquistasse l’Unico. Allora sarebbe meglio che i Tre Anelli non fossero mai esistiti. “Cos’accadrebbe se l’Anello Dominante venisse annientato, come tu consigli?” “Non sappiamo nulla di sicuro” rispose Elrond. “Alcuni sperano che i Tre Anelli, che mai furono toccati da Sauron, siano infine liberati, permettendo così a chi li governa di risanare tutti i mali del mondo causati da lui. Ma può darsi che con la scomparsa dell’Unico i Tre perdano ogni potere e molte cose belle svaniscano cadano nell’oblio. Questo è ciò che io credo”.
453- “Disperazione o follia?” Disse Gandalf. “Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l’unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa ESSERE rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l’anello voglia distruggerli. Questa dev’essere dunque la nostra mira,se vogliamo confondere i suoi calcoli.
II
64- È difficile spazio esser certi di qualcosa fra tante meraviglie. È divenuto così strano il mondo! Elfi e Nani camminano insieme sulle nostre praterie, in pieno giorno. E c’è gente che parla con la Dama della Foresta e pur rimane in vita; (…) Come può un uomo in tempi come questi decidere quello che deve fare” “Come ha sempre fatto” disse Aragorn. “Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di noi discernerli, tanto nel bosco d’oro quanto nella propria dimora “.
109 – [Barbalbero] ” E di parti non so niente. Io vado per la mia strada; ma la vostra potrebbe fiancheggiare la mia per un certo tempo”
112- gli Ent assomigliano piuttosto agli elfi: meno interessati a loro stessi degli uomini, essi riescono molto meglio a mettersi nei panni degli altri esseri. Ma hanno molto degli uomini, essendo più mutevoli degli Elfi, più veloci nel cambiare aspetto esterno, direste voi e forse sono migliori sia degli uni che degli altri, poiché essi sono assai costanti nei loro pensieri e intenti.
120- [Barbalbero su Saruman] “credo di capire adesso cosa stia combinando. Sta progettando di diventare una Potenza. Ha un cervello fatto di metallo e di ingranaggi: Nulla gli importa di ciò che cresce, se non gli serve un’occasione immediata e ora vedo chiaramente che gli è un traditore nero. Complotta con gente immonda con gli orchi.
289- “I traditori sono sempre diffidenti” disse Gandalf con tono stanco.
374- [Sam] dopo tutto, sin dall’inizio non aveva mai nutrito una reale speranza nel buon esito della faccenda, ma poiché era uno Hobbit allegro, la speranza era una cosa superflua fin quando la disperazione poteva essere rimandata. Ora erano giunti all’amara conclusione.
40&- era per Sam la prima immagine di una battaglia di Uomini contro Uomini, e non gli piacque. Era contento di non poter vedere il viso del morto. Avrebbe voluto sapere da dove veniva e come si chiamava quell’uomo, se era davvero di animo malvagio, o se non erano state piuttosto menzogne e minacce a costringerlo a una lunga marcia lontano da casa. E, se non avrebbe invece preferito restarsene lì in pace…
425- la guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa., Ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente,, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli Uomini di Numenor e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza. Non desidero che desti altro timore che quello riverenziale degli uomini per la dignità di un anziano saggio.
488-[ Sam] “E noi non saremmo qui, se avessimo avuto le idee un po’ più chiare prima di partire. Ma suppongo che accada spesso. Penso agli atti coraggiosi delle antiche storie canzoni, signor Frodo, quelli che io chiamavo avventure. Credevo che meravigliosi protagonisti delle leggende desiderassero partire in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello come dite voi era il loro sentiero. Penso che anch’essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto non lo sapremo perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una fine felice, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una fine felice. Capite quello che intendo dire: tornare a casa e trovare tutto a posto, anche se un po’ cambiato…, Come il vecchio signor Bibo. Ma probabilmente non sono quelle le migliori storie da ascoltare, pur essendo le migliori da vivere! Chissà in quale tipo di vicenda siamo piombati!”
III
33- Messner Pipino non ho tempo ora per insegnarti la storia di Gondor; sarebbe stato meglio che ne aveste appreso qualcosa voi stessi, quando nella Contea andavate a caccia di nidi d’uccelli e marinavate la scuola per esplorare i boschi.
41- [Gandalf a Danethor, sovrintendente di Gondor] “Ma voglio che una cosa sia chiara: io non comando in nessun reame, né a Gondor, né in altri, grandi o piccoli che siano. Ma di tutte di valore che in un momento come questo si trovano in pericolo, io mi preoccupo. E per quanto mi riguarda non fallirò del tutto nel mio intento, dovesse anche perire Gondor, de questa notte apparirà qualcosa che possa ancora crescere in bellezza e portare frutti e fiori nei tempi a venire. Sono anch’io un sovrintendente. Non lo sapevi?
215/216- Noi Tuc e Brandibuck non c’è la facciamo a vivere a lumgo sulle alture (…) suppongo che sia meglio cominciare con l’amare ciò che si è fatti per amare: devi mettere le radici in qualche posto, e la terra della contea e profonda e abbondante. Eppure vi sono cose più profonde e più alte e senza di esse nessuno vecchio contadino potrebbe coltivare il suo giardino in quella che chiama pace, anche se ne ignora l’esistenza. Io sono contento di conoscerle almeno un poco”
220- [Gimli] “Ed è sempre così per tutte le cose che gli uomini incominciano: una gelata in primavera o la siccità in estate, ed essi non portano a compimento la loro promessa.” “Eppure è raro che i loro semi non germoglino” disse Legolas. “Anche in mezzo alla polvere o al marcio lì si vede improvvisamente spuntare nel luoghi più imprevisti. Le azioni degli uomini sopravviveranno alle nostre, Gimli” “riducendosi però dopotutto a potenzialità fallite, suppongo” disse il nano “a ciò gli Elfi non sanno rispondere”, disse Legolas.
377-Dal dubbio, dal buio, al sorgere del giorno
Galoppò al sole, spada sguainata
Speranza destò, in speranza parti;
oltre la morte la paura e il fato,
verso la pace, la speranza e la gloria.
383- [Barbalbero a Gandalf] Dovresti sapere che la cosa che odio di più è mettere in gabbia esseri viventi, e non desidero tenere in gabbia neppure esseri del genere [Saruman] più di quanto sia nescessario. Un serpente sdentato può strisciare dove vuole.
424 – Non serve “cercarsi un rifugio”. È proprio ciò che la gente ha fatto finora, ed è ciò che questi furfanti vogliono. Ci assalirebbero tutti insieme, ci metterebbero con le spalle al muro, e poi ci costringerebbero a uscire o ci brucerebbero vivi. No, dobbiamo immediatamente fare qualcosa. Fare che cosa – disse Pipìno. Sollevare la Contea, subito. Svegliare tutta la gente! Odiano questa situazione; è palese: la odiano tutti eccetti un paio di mascalzoni e di imbecilli che si vogliono dare importanza, ma non si rendono affatto conto di quel che sta effettivamente accadendo. La gente della Contea ha avuto la vita facile per tanto tempo che ora non sa che fare.
556 Questo è infatti l’anello di Fuoco e con esso potrai riscaldare i cuori in un mondo che diventa sempre più freddo.
632- I nani sono una razza a parte. Delle loro strane origini e del perché fossero al tempo stesso simile diversi dagli elfi e dagli uomini narra il Silmarillion, ma gli elfi della terra di mezzo non conoscevano questa loro storia mentre le vicende degli uomini erano confusi con i ricordi delle altre razze.
Sono una razza più robusta e resistente, segreta, laboriosa, fedele ricordi del male (e del bene) ricevuto, amante della roccia delle gemme, delle cose che prendono forma nelle mani degli artigiani più che di ciò che vive di una vita propria. Ma non sono di natura malvagia, e pochi di loro servirono spontaneamente il Nemico, nonostante ciò che raccontavano le storie degli uomini. Questi infatti invidiavano la loro ricchezza e L’ ‘arte delle loro mani, e frale due razze regnava l’ostilità.
Ma durante la terza era esistevano tuttavia nella terra di mezzo stretti legami fra gli uomini e i nani; il carattere particolare dei nani fece sì che viaggiando e commerciando per vari paesi, come fecero dopo la distruzione delle loro antiche dimore, cominciassero ad usare linguaggi degli uomini fra i quali vivevano.
640- Elfi è il termine adoperato per tradurre sia Quendi, “gli oratori”, nome dato dagli Alti Elfi All’intera schiatta, sia Eldar, nome delle tre stirpi che cercavano il Reame Immortale, e che vi giunsero al principio dei Giorni ( a eccezione dei soli Sindar). Questa antica parola era l’unica disponibile, è un tempo era ancora adatta a evocare i ricordi di questo popolo o a incutere negli uomini il desiderio di emularlo