La tazza della realtà e il suo manico

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Invece di orientare la ricerca sul potere nel senso dell’edificio giuridico della sovranità degli apparati di stato e delle ideologie che l’accompagnano, la si deve orientare verso la dominazione, gli operatori materiali, le forme di assoggettamento, le connessioni ed utilizzazioni dei sistemi locali di quest’assoggettamento, i dispositivi di strategie.             ( M. Focault)
Questi metodi. se portati alle estreme conseguenze, non esprimono tanto il desiderio di analizzare fenomeni che le teorie macrosociologiche non spiegano, quanto il dubbio che la determinazione del soggetto sociale possa avvenire attraverso le grandi categorie tradizionali. E allora buonanotte a Weber ma anche a Marx e allo stesso concetto di “classe”.                       (O. Calabrese)
Le teorie che hanno per oggetto la vita quotidiana delle società capitalistiche dimostrano il carattere alienato e alienante del processo sociale da cui essa scaturisce. (…) Ciò in quanto l’alienazione dell’individuo è carattere strutturale dell’interazione da cui scaturisce il processo sociale stesso. L’alienazione non sarebbe un prodotto storico ma un aspetto strutturale della società                                               (V. Cotesta su “Teorie della vita quotidiana” di R. Caccamo De Luca)

1-21- CAP. I-II INTRODUZIONE E CORNICI PRIMARIE

Il framing [=l’applicazione delle cornici] per Goffman riguarda la costruzione degli eventi dell’esperienza, essendo quest’ultima un’unità di ciò che la scena corrente porta all’individuo e di quello che egli porta ad essa, il framing è abilità di orientarsi nel mondo. [85 FRAME = modo di rappresentazione della realtà: per es.: anche “frame del fumetto”] I frame primari sono cornici naturali (per es.: previsioni del tempo, nel senso di occorrenze viste come non dirette, non animate, non guidate, “puramente fisiche”) e cornici sociali (come azioni guidate socialmente: per es.: combattere). Le cornici  sociali comportano due tipi di comprensione: da una parte manipolazioni del mondo fisico, manovra del veicolo e non del segno, per es.: SPOSTARE I PEZZI (atti strumentali); dall’altra la costruzione di mondi speciali in cui l’attore può venire coinvolto, per es.: FARE LE MOSSE. I framework primari sono SCHEMI DI INTERPRETAZIONE (prospettive), che hanno la funzione di volgere quello che sarebbe un aspetto senza senso di una scena in qualcosa che è pieno di senso.

La cornice delle cornici è data, è una COSMOLOGIA, vale a  dire il sistema delle credenze di un gruppo [Nozioni culturali = concetti di rilevanza cosmologica]. Gli interessi cosmologici vengono fuori in: 1. occorrenze stupefacenti (Ufo, mostri); 2. acrobazie (=straordinariamente complesso): 3. fallimenti (cfr. Laurel e Hardy); 4. coincidenze (catastrofi). Se tutte le occorrenze dell’esperienza sono eventi naturali o azioni guidate, queste nozioni ci permettono di non trovarci in imbarazzo col nostro sistema di analisi. Competenza interpretativa e limiti di applicazione dei frame (come competenza culturale degli interpreti):  il rapporto tra il medico e il corpo della donna.

232- [frame = contenitore]

345- Il frame organizza più che il significato, esso organizza anche il coinvolgimento nell’azione.

252- [frame= 1. meccanismo di messa a fuoco; 2. metodo di memoria (=story line? contenitore): 3. mezzo di controllo dell’esperienza]

495- Si sa che in ogni occasione, quando due o più persone sono nell’immediata presenza fisica l’uno dell’altro, un complesso apparato di norme [pertinenti all’organizzazione delle UNITA’ DI PARTECIPAZIONE] regolerà il loro mescolarsi insieme.

40- Cap. III-CHIAVI E MESSE IN CHIAVE.

156- [Si argomenterà] che una sequenza di attività organizzata da frame primari è soggetta a due tipi principali di trasformazione: “messe in chiave” e contraffazioni

La messa in chiave rappresenta il modo di base in cui l’attività è vulnerabile. Il gioco, la minaccia, l’inganno e la ritualizzazione del comportamento  (come pratiche di trascrizione dei frame?) sono chiavi animali di framing [=applicazione delle cornici o telai]: le chiavi specificamente umane abbondano nella nostra società:

  1. FINZIONI (giocosità, fantasia, scritture drammatiche: per esempio i mass-media come trascrizioni della vita quotidiana o la pornografia come trascrizione della vita sessuale)
  2. GARE (chiavi di combattimenti) [NB: giochi e gare sono “contenitori avvincenti]
  3. CERIMONIALI
  4. SIMULAZIONI TECNICHE: il far pratica, dimostrazioni, la chiave documentaria delle informazioni, psicoterapia di gruppo ed esperimenti psicologici (=scienza) (per es candid camera come esperimenti sull’ordine pubblico)
  5. RIFACIMENTI DELLO SFONDO (dialettica originale/copia)

83 CAP. IV – PIANI E CONTRAFFAZIONI. Ogni contraffazione implica sempre un farabutto e un babbeo./ Realtà = la comprensione che domina tutte le altre comprensioni. Classificazione delle contraffazioni:

  1. CONTRAFFAZIONI BENIGNE:
    • il raggiro giocoso ( beffe, prese in giro, scherzi pratici, scherzi pesanti e correttivi)
    • lo scherzo sperimentale (hoax)
    • scherzi per addestramento
    • test vitali
    • contraffazioni paterne
    • istruzioni sbagliate (finte, bluff, mosse ecc.)
  2. CONTRAFFAZIONI DI SFRUTTAMENTO:
    • camuffamenti, mimetismo, minacce: tutti espedienti che la natura stessa ha messo a disposizione degli organismi per protezione o attività di preda. IL RAGGIRO E LA TRUFFA E’ LA DURA FONTE DELLA VITA SOCIALE.
    • la falsità come stile di presentazione
    • contraffazioni indirette: allestimento di false evidenze, false confessioni, ricatti
  3. CONTRAFFAZIONI AUTOIMPOSTE:
    • il sogno come forma di auto-inganno
    • stati di dissociazione  (atti di sonnambulismo)
    • contraffazioni psicotiche
    • sintomi isterici
    • ipnotismo
  4. CONTRAFFAZIONI E STRUTTURA SOCIALE. Sospetto e dubbio come effetti del processo di framing

124-  CAP. V- IL FRAME TEATRALE Tutto il mondo è simile a un palcoscenico, noi costruiamo e decostruiamo le nostre ore su questo palcoscenico e cioè tutto il tempo che abbiamo. Ma che cos’è il teatrale e cosa sono quelle figure che lo popolano? [attore, personaggio e pubblico come componenti dell’immaginario teatrale]

127- Frame analysis vs interaction analysis. 124- def. performance = attributo di qualsiasi comportamento, se chi lo esegue accetta o è sottoposto alla responsabilità di essere valutato in relazione ad esso (Dell Hymes). 125- le performance possono essere distinte a seconda della loro purezza, cioè a seconda dell’esclusività delle pretese degli spettatori nei riguardi di ciò che guardano (No audience, no performance). 127 – Tra pubblico e performer c’è FRAME, non interazione [il pubblico infatti non risponde direttamente all’attore]

136-Noi volontariamente cerchiamo le circostanze in cui possiamo essere temporaneamente ingannati, o almeno lasciati all’oscuro, in breve possiamo essere trasformati in COLLABORATORI DELL’IRREALTA’, collaboriamo a sostenere questa giocosa ignoranza. Quelli che hanno già letto o visto una commedia portano questo atteggiamento cooperativo ancora un gradino più avanti, portano se stessi quanto più possibile indietro a uno stato di ignoranza, il TRIONFO FINALE DELLO SPETTATORE SUL FREQUENTATORE DI TEATRO.

183- Il framing teatrale dell’attività è una contraffazione giocosa e del tutto temporanea (una variante peggiorativa della messa in chiave, ma non una contraffazione in senso stretto (anche se l’informazione è distribuita diversamente tra attori e spettatori).

209- [RADIO-FRAME/ FRAME TEATRALE/ FRAME ROMANZESCO: per es.:] minore capacità di selezionare i suoni rispetto alle visioni [stage vs radio-dramma]

156 CAP. VI -PROBLEMI STRUTTURALI NELLE CONTRAFFAZIONI

157- [ATTO NON TRASFORMATO = ATTO STRUMENTALE, definito in un telaio naturale o sociale (frame primario): segare in due un tronco vs segare in due un assistente da parte di prestigiatore]

159- ciò che fa l’attività non trasformata vulnerabile alle trasformazioni, fa ancora di più le trasformazioni vulnerabili alle ritrasformazioni.

168 PRIVACY = assunto di base della vita sociale, violato da varie forme di monitoraggio (controllo segreto) per fornirsi di dati non censurati

185 [interazioni scritte vs interazioni reale: solo le prime sopportano la complessità di frame.

188- [attori normali vs attori trasformati (pazzi, ubriachi, ipnotizzati]

200- [Criterio per le credenze: se siano soggette o meno alla possibilità di discredito]

201- CAP. VII- ATTIVITA’ FUORI FRAME [al di là dei confini di evidenza: per es. la metacomunicazione come attività fuori frame vs ciò che si svolge su un palcoscenico come attività in frame]

[METAFORA:] ogni frame comporta vari canali o tracce di attività nella situazione stessa, altre linee di attività nello stesso luogo: per es. canale di attenzione vs canale di disattenzione (entrambi a fuoco). [line of activity = story line = main action vs attività fuori frame]

204- Gli individui come macchine umane e come creature (sbadigli/tosse, attività che permettono un sollievo naturale)

205 [giochi da tavolo, come teatro o parate, come macchine per generare coinvolgimento] 216- IL CORPO COME SCHERMO E COME SCUDO.

224 [ATTIVITA’ IN FRAME = attività attesa socialmente vs ATTIVITA’ FUORI FRAME = attività che può essere disattesa = attività a cui si può non essere presenti]

227- RIFLESSIVITA’ =  trattare come un oggetto ciò in cui si è immersi

229- Il problema è tenere separati i frame [vs INTRECCIO DI VOCI]

232-  [FRAME = CONTENITORE] un esempio di come variano le pratiche di framing è nel cambiamento del teatro medievale al frame moderno del teatro  occidentale nel sec. XVIII  [ILLUSIONE DRAMMATICA = AUTO-CONTAINED REALM]

237- DUE LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL FRAME TEATRALE: 1. PERFORMER (=attore che viene giudicato) vs. CHARACTER (=personaggio, livello di interazione teatrale) /239- [attore come macchina per esternare sentimenti/passioni, ciò ha a che fare con il canale dei nascondimenti]

238 [SULLA FLESSIBILITA’ DEL FRAMING] Il framing non introduce tanto restrizioni su ciò che può essere significativo quanto apre alla variabilità (= capacità di accettare cambiamenti nelle premesse organizzative senza disorganizzare la percezione e mantenendo il coinvolgimento nel filo della storia]

239- [PROSPETTIVA = noi la usiamo per tenere gli oggetti costanti in misure e forme senza riguardo alla distanza da noi o all’angolo di visione]

247 CAP. VIII- L’ANCORAGGIO [O LA FONDAZIONE] DELL’ATTIVITA] (= il rapporto tra PERSONA, INDIVIDUO, RUOLO, PERSONAGGIO: si considera qui l’impligliarsi reciproco dell’attività sceneggiata (framed) nel mondo quotidiano non messo in scena] [capitoli viii e ix = che cosa realmente succede nell’interazione ordinaria e che cos’è il working world di senso comune delle realtà pratiche] 219- Una tazza può essere riempita di qualsiasi reame, ma il manico appartiene sempre al reame che si qualifica come realtà]

[MWolf21- Riproducendo la “dualità costituzionale della natura umana” ( tra individualità e personalità sociale) di Durkheim, o, la dialettica meadiana tra “I” e “Me”, Goffman divide l’individuo in due parti, una, l’attore rappresenta il supporto materiale, fisico, biologico, cognitivo, dall’altra, il personaggio m che è costituito dall’immagine che un individuo dà di sé stesso (…) Per Goffman l’individuo – nella sua natura di essere interazionale- tende a concentrarsi tutto sul personaggio. Il self viene attribuito all’individuo sulla base dell’immagine sociale che il suo personaggio rappresenta.]

[MWolf58- La metafora teatrale viene talvolta interpretata in chiave moralistica  [IDEOLOGIA DELL’UOMO ONESTO contro cui Goffman prende posizione]  identificando l’esprimere una parte, il recitare un ruolo , il ritirarsi in un retroscena, come il muoversi tra un cumulo di finzioni, inganni, manipolazioni accuratamente preparate e tramate. Ci urta l’idea di interazioni (impossibili) tra soggetti totalmente inattendibili e indegni di fiducia ma questo ci vela l’analoga impossibilità di interagire tra soggetti che fossero invece totalmente, integralmente attendibili e in buona fede (“una rappresentazione onesta e seria, sincera, è meno strettamente connessa con il mondo della realtà di quanto non si potrebbe credere a prima vista. E questo sembra avvenire perché il comune rapporto sociale è di per sé organizzato come una scena con scambi di azione teatralmente gonfiate , contro azioni e battute finali”: RAPPRESENTAZIONI VERE = RAPPRESENTAZIONI ARTEFATTE) /59- E’ fuorviante una lettura di Goffman in termini di attori che (si) ingannano, che costruiscono finzioni che alterano la verità delle cose. Una interpretazione del genere è tutta interna all'”ideologia dell’uomo onesto”, a sua volta interna a un concetto pacificato, neutro e referenzialista del linguaggio. L’innocenza nel discorso di Goffman è squalificata non a favore della perfidia , ma perché costituisce una cattiva base per l’analisi dei comportaamenti sociali. Essa (innocenza?) è ammessa come “premessa operativa” delle interazioni, non come dato naturale dei soggetti. In linea di principio tra la rappresentazione ingannatrice di un truffatore e la “rappresentazione sincera” di un genitore che si mostra “irato” col figlio per educarne i comportamenti, NON ESISTE ALCUNA DIFFERENZA DAL PUNTO DI VISTA DELL’INTERAZIONE (entrambe cercano di sorreggere una certe definizione voluta della situazione): sicuramente esisteno molte differenze, riconducibili tuttavia a punti di vista diversi [contraffazione benigna vs contraffazione di sfruttamento].

219- Paradosso del margine del frame, perché come dice Bateson “un insieme non può essere elemento di se stesso”

251 Pratiche e convenzioni di episodizzazione [parentisi o punteggiatura vs strip o sequenza di attività]/259 – convenzioni di episodizzazione diverse tra culture diverse e nel tempo (per es segnali di inizio e di fine dell’azione nel frame teatrale)

261- Pike distingue tra GAME (=azioni interne, evento racchiuso) VS SPECTACLE (=avvenimento sociale, evento racchiudente)/269 le azioni ufficiali (GAME) devono essere racchiuse in un’occasione sociale di qualche tipo (SPECTACLE)

270- [RUOLO VS. PERSONA = più sociale, più reale, più psicologica, più profonda, più genuina?]/280- Qualsiasi sia la differenza della convenzione tra ruolo e personaggio [275 =messa in chiave o contraffazione dell’attività primaria ruolo/persona] l’intero apparato di espedienti allestisce un modello di non coincidenza tra il personaggio e chi gli dà corpo.

IL RUOLO APRE LA STRADA ALLA PERSONA

286 – PERSONAGGIO (= identità biografica personale) vs RUOLO (=unità di categorizzazione sociale, identità sociale)

299 -[CARATTERE RICORSIVO DEL FRAMING] 288- Noi viviamo in un mondo che assumiamo avere un permanente carattere residuo [risorsa della continuità = risorsa dell’autenticità].Il residuo stilistico dell’identità personale./ 300- credenze culturali sulla risorsa continuità e sulla nostra personalità (per es. uso quotidiano  e rituale delle bandiere)

291- I GIOCHI PRIVANO GLI INDIVIDUI DEL LORO BAGAGLIO SOCIALE, FORZANDOLI A UN MASSIMO DI COINVOLGIMENTO NEL QUI ED ORA.

292 [INDIVIDUI= I MATERIALI DELL’ATTIVITA’]

294 – ANCORA UNA VOLTA CI SI FA RICORDARE CHE IL SENSO DELL’UMANITA’ DELL’ESECUTORE E’ QUALCOSA GENERATO DALLA DISCREPANZA TRA RUOLO E PERSONAGGIO, LA QUALE DISCREPANZA STESSA PUO’ ESSERE COSTRUITA PER L’EFFETTO CHE PRODUCE.->296 AUTORE COME ARTEFATTO ELABORATO. Il lavoro di un editore è la definizione dell’autore-manichino del giornale o la pratica editoriale è decisione o predizione sul modo in cui i clienti immaginano se stessi.

299- QUALSIASI COSA UN PARTECIPANTE ALL’AZIONE “REALMENTE” E’ NON è IL PROBLEMA.

301- CAP. IX – PASTICCI ORDINARI [ambiguità/illusioni (=auto inganni) vs errori (=misframings= 308- errore generativo, produzione di comportamento erroneamente orientato) 309 – Esperire un oggetto significa confrontarsi con un certo ordine di esperienza (“capire una frase significa capire una lingua” Wittgenstein)/ INDESSICALITA’ O LACONICITA’ del discorso umano = garanzia di errori e ambiguità)

303- [Gli specialisti sono deputati al chiarimento dei frame/ 306- gli specialisti sono i custodi della nostra cosmologia, i guardiani del nostro ordine cognitivo/337 legge, scienza e arte come istituzione che non si occupano tanto del mantenimento degli standard quanto del mantenimento della chiarezza rispetto al frame] Due tipi di ambiguità: VAGHEZZA dei frame primari vs. INCERTEZZA relativa alla trasformazione dei frame primari: piani e contraffazioni.

304 – Ciò che è ambiguo è il significato di un evento: è in gioco quale quadro di comprensione ( frame) selezionare e applicare.

345 – CAP. X – ROMPERE UN FRAME [402 e il problema del discredito]

357- Quando un individuo scopre che ha inquadrato erroneamente gli eventi e che ha alloggiato in un sapere e in un agire basato su false assunzioni, egli deve uscir fuori , rompendo l’insopportabile cornice che sta sostenendo.

346- Due tipi di coinvolgimento: 1. ENGROSSMENT (“Ciò che avvince”) il cui modello sono i giochi di carte e da tavolo e 2. INVOLVMENT (=coinvolgimento appropriato e rispettoso, partecipazione semplice alla definizione di una scena)

375- Due modi di rompere il frame: 1. diventare interazionalmente disorganizzato (per es.: risata) e 2. scivolare in chiave (=limiti della capacità di una chiave di ordinare le credenze e i sentimenti di coloro che la usano: down-keying o letteralizzazione vs up-keying (per es.: Don Chisciotte= trattare qualcosa come più distante dalla realtà trasformata di quanto fosse inteso essere)

368- Un mondo possiede: propria realtà, propri eventi, propri ruoli, proprie identità

372- [obblighi del TATTO= conservare il frame]

379 CAP. XI – LA PRODUZIONE DELL’ESPERIENZA NEGATIVA (=perdere il comando sulla formulazione di risposte vitali.

395- Rottura riflessiva di frame=mescolamento dei livelli di esistenza=forzare il pubblico a bere il manico della tazza (389- Pirandello ha posto il modello di tanti contemporanei sfruttamenti di frame, insieme a Brecht, Apollinaire, surrealisti, dadaisti e Borges)

409- che cosa accade quando occorre uno spettacolo senza il suo gioco o un’occasione sociale senza la sua attività interna: interessi e pratiche didattiche per forzare a guardare le presupposizioni di un’attività.

417- L’arbitro negli sport reali occupa il canale direzionale, il suo compito essendo quello di portare il controllo editoriale, di punteggiare le azioni, ma essendo per altri versi invisibile.

420- Per quanto venerabile sia la tradizione di sfruttare la rottura dei frame, per l’intrattenimento o per l’istruzione, noi stiamo assistendo oggi a una speciale curvatura di questo proposito , una moda riflessa in un ampio raggio di pratiche.

421- [CONTRO L’IDEOLOGIA DELLA SPONTANEITA’ E DELL’INGENUITA’]

426- [Breton e il sabotaggio sociale come tentativo di creare esperienza negativa] 437 ATTACCO CONTEMPORANEO CONTRO I FRAME PUBBLICI.

439 CAP. XII – LA VULNERABILITA’ DELL’ESPERIENZA INCORNICIATA

440- Sulla nostra capacità di interpretare correttamente il mondo/441- Un contesto può essere definito come eventi disponibili immediatamente, che sono compatibili con una certa comprensione di frame e incompatibili con altre.

443- Se l’informazione è crescente la possibilità di grossolani errori interpretativi diminuisce vs 445- In teoria sarebbe possibile sbagliare l’incorniciamento di qualsiasi breve sequenza di attività.

444- Le commedie di Shakespeare forniscono l’evidenza della sobrietà del mondo e non della sua ubriachezza. /450- Il termine “evidenza” implica l’affidamento a qualcosa di meno dei fatti che sono disponibili per stabilire il carattere degli eventi correnti ordinari. [453- avere accesso a eventi che possono essere presentati come evidenze]

448- Data l’assunzione dell’interconnessione degli eventi letterali del mondo reale , segue che molto di quello che è precario intorno al framing deve basarsi su una limitazione di informazione riguardo a queste connessioni.

451- [sul NUOVO GIORNALISMO e la discutibilità del documentario in cui il lettore è lasciato senza mezzi visibili per determinare come incorniciare quello che vede: se è fatto, finzione o frode.

455- [REAME (REGNO) [DI SIGNIFICATO?] (= PIANO DI ESSERE (UN UNIVERSO ARTIFICIALE, NE’ DI FINZIONE, NE’ REALE) = UN COMPLETO HABITAT PSICOLOGICO che può essere generato quando un gruppo di individui gioca.

460- LA CASA COME SCENA DI CONTRAFFAZIONI-> punti deboli della vita sociale dove i partecipanti diventano più del solito vulnerabili a inganno e illusione [Cfr il film “Gaslight” dove l’apparenza diventa sostanza] /462- ciò che è reale, in ciascun caso, è solo un motivo, differentemente fondato, per mantenere una particolare apparenza/ 465 [problemi cosmologici di una “well framed society”]

466- Il tema della COSPIRAZIONE e la nostra acuta dipendenza da un mondo che non tollera estese e prolungate contraffazioni.

469- Sartre su avvocati, dottori e sacerdoti come “professionisti dell’uomo” e guardiani della società: sembrano simboleggiare il supporto della società all’equanimità e alla verità.

478- INQUINAMENTO INTERAZIONALE diffuso da pubblicità, giornalisti e più modestamente dai microsociologi [=costruire insieme la trappola e il coniglio destinato a finirci dentro]

480- la possibilità di una BALCANIZZAZIONE (=INGOVERNABILITA’?) DELLA VITA, per quanto estensivamente la nostra vita dipende dalla sicurezza non vigilata riguardo alle connessioni [che assicurano l’ancoraggio delle attività]

487- [essere naturale= comportarsi in modo da convincere gli altri che il frame apparente è quello reale]

488- Il sospetto sembrerebbe essere un’universale e basica possibilità strutturale della vita sociale e la sua analisi il modo migliore per cominciare a valutare il carattere incorniciato  dei nostri reami [di significato? di essere?], includendo le nostre realtà.

492- Il framing è in rapporto ai problemi psichiatrici della depressione [il depresso interpreta tutto negativamente] e della mania [l’ossessivo non domina tutti i canali del frame e si disperde nei dettagli]

496- CAP. XIII- LA FRAME ANALYSIS DEL PARLARE [O DEL DISCORSO]

496- [CASI RAPPRESENTATIVI, COMUNI, PURI, ECCEZIONALI, ESTREMI, LIMITE] /E’ vero che il contesto aiuta a escludere i significati non intesi, a sopprimere i fraintendimenti, ma gli immediati dintorni non potrebbero avere questo potere semza la sofisticatezza -LA COMPETENZA CULTURALE- degli interpreti. /vs. comprensione errata che porta ad atti fuorviati, insostenibili, discreditabili.

498- def. CONVERSAZIONE= tipo speciale e informale di parlare, chiacchiera o discorso, il tipo che assume uno scambio facile dei ruoli di parlante/ascoltatore e implica un piccolo numero di partecipanti impegnati in un momento completo di ozio piacevole, sia che questo sia lo scopo ufficiale dei partecipantio una diversione momentanea

499- Il discorso è un letamaio strutturale, un mucchio di rifiuti in cui si trovano pezzi e rimanenze di tutti i modi della framing activity della cultura.

504- Il carattere di ripetizione della maggior parte del discorso informale/ La suspence è per il pubblico delle ripetizioni  quello che è essere alloggiati fra svolgimenti imprevedibili per i partecipanti alla vita reale.

508- NOI SPENDIAMO LA MAGGIOR PARTE DEL NOSTRO TEMPO IMPEGNATI NON A DARE INFORMAZIONI, MA NEL DARE SPETTACOLI.

509- [Interazione quotidiana vs. interazione messa in scena (= pre-formata)]

511- Modello “scatola nera”dell’interattante vs. Modello dell’interattante come fonte [con due funzioni: 1. come PROTAGONISTA/AUTORE che ha la responsabilità dell’atto; 2. come ANIMATORE che manipola fisicamente il processo di trasmissione.

523- L’attore anima FIGURE (=entità di diverso reame di significato?) = termine che non implica nessuna inclinazione per la forma umana  (diverso da personaggio) : per esempio un personaggio storico, una divinità, uno zombie, un vampiro, una donna meccanica ecc./ UN INDIVIDUO IMPEGNATO NEL DISCORSO ORDINARIO PUO’ FUNZIONARE SIMULTANEAMENTE IN 4 CAPACITA’: 1. AUTORE (FONTE?), 2. STRATEGA; 3. ANIMATORE; 4. FIGURA.

527- Che cos’è la mente? una cosa progettata perché gli altri ci guardino dentro / una scatola di frasi

537 CONNESSIONI/CONNETTIVI = dispositivo che dice chi sta dicendo o facendo quello che si sta dicendo o facendo.

540- [SUL PUBBLICO] quello che è detto sul palcoscenico non è detto AL pubblico, ma PER il pubblico -> la valutazione e non l’azione è la particolare risposta del pubblico.

560- CAP XIV- CONCLUSIONI

-Noi spesso usiamo “reale” solo come termine di contrasto. Quando diciamo che qualcosa non è reale, la realtà che esso è non abbisogna essa stessa di essere veramente reale.

561- La realtà come qualcosa di non omogeneo, ma lanciato attraverso framing e reami

562 Le fonti di rappresentazione esemplari (come tradizioni morali della comunità)/ La vita può non essere un’imitazione dell’arte, ma la condotta ordinaria è un’imitazione delle convenienze , un gesto verso le forme esemplari/563- elementi di organizzazione nei reami non letterali [=fittizi] di essere.

573 SELF = non entità mezzo nascosta dietro gli eventi ma [575] un set di funzioni sovrapposte nel mondo di ogni giorno, ma separate negli altri reami di essere.

sociologie

13- Erwing Goffman o la squalifica dell’innocenza

22- L’unità di analisi che ricorre più frequente nei lavori di Goffman è di tipo interazionale, riguarda cioè gli incontri faccia a faccia tra un numero limitato di soggetti. Non si ha mai a che fare nei suoi lavori con raggruppamenti sociali estesi o entità di tipo socio-strutturale, relativea ceti, strati sociali o classi. Goffman assume come “unità fondamentale della vita pubblica” le aggregazioni casuali, spontanee, il mescolarsi insieme durante e a causa delle attività quotidiane(…) Si tratta, come dice, di una prospettiva situazionale capace di descrivere e analizzare la “storia naturale delle occasioni sociali” (…) Queste unità d’analisi sono facilmente e opportunamente delimitabili nelle situazioni della vita quotidiana: i margini di esse sono stabiliti dal formarsi e dal cessare della presenza reciprocamente immediata degli attori sociali. (…) Conversazioni casuali e informali, incontri ufficiali, cerimoniem l’occupare uno spazio limitato insieme a degli sconosciuti per un breve periodo, saluti tra conoscenti e moltissimi altri episodi quotidiani persi nella memoria collettiva , si svolgono dentro situazioni definite attraverso un complesso di mosse regolate. [def. situazione sociale, occasione sociale e incontro sociale].

25- L’analisi tradizionale del potere in termini di classe non compare nell’opera di Goffman perché il potere di cui lui si occupa e che analizza è un altro tipo di potere con modalità sue proprie di funzionamento.

26- Le regole che governano gli incontri faccia a faccia in una data comunità,stabiliscono le forme che tali incontri devono assumere e ne risulta una specie di “pace del re” che garantisce che i soggetti esprimano il reciproco rispetto mediante le appropriate espressioni , che essi mantengano il loro posto assegnato dalla società , nonché gli impegni presi nei confronti degli altri , che essi permettano e non sfruttino il libero fluire delle cose e delle persone, che essi dimostrino rispetto per l’occasione sociale. Le regole che governano il comportamento da tenersi in presenza di altri e per il fatto che altri sono presenti sono regole che rendono possibile un’ordinata comunicazione faccia a faccia di tipo linguistico; ma queste regole non sono di per sé da considerarsi comunicazioni; sono innanzitutto regole fondamentali di un tipo di organizzazione sociale , l’associazione organizzata di persone alla presenza le une delle altre.

27- Vita quotidiana [=insieme di situazioni sociali] e flusso continuo di definizione delle situazioni. [SITUAZIONE FACCIA A FACCIA= PROTOTIPO DELL’INTERAZIONE SOCIALE]

30- Il fatto che si tratti di finzioni operative e che il consenso sia solo una patina che non riveste una comunione più profonda tra gli individui può ingenerare l’immagine di un universo di finzioni, rappresentazioni, falsità, inganni di una terra incerta e stabile, regno di apparenze senza valori. Il mondo descritto da Goffman in effetti a volte provoca questa interpretazione, ma solo fino a un certo punto. E’ difficile pensare che il potere di vincolo di un accordo fondato sul come se, sia necessariamente inferiore al legame derivante dall’interiorizzazione di valori comuni ( cosa che notoriamente presenta qualche difficoltà).

31- Definire la situazione significa identifica cooperativamente quale struttura dare all’interazione [attori/ruoli/finalità/grado di coinvolgimento appropriato]: è molto importante chiarire che c’è contemporaneamente una trattativa e una lotta sulla definizione che si stabilisce. [32- LE DEFINIZIONI DELLE SITUAZIONI SONO ARMISTIZI, MA ARMISTIZI IMPOSTI]

34 L’applicazione delle “cornici” (il framing) costituisce i “mondi” comunemente alla portata dei membri di una cultura e realizzati di routine, mediante l’adesione alle loro convenzioni.

39- L’interrogativo principale non è sapere chi sono i partecipanti, ma qual è la situazione cioè il frame.

40- [LA NATURA DELL’INTERAZIONE] Dato che l’interazione sorge a partire da limiti e regole, cosa riguardano queste ultime? LE REGOLE FONDANO E REGOLANO “L’OBBLIGO A RENDERSI RECIPROCAMENTE ACCESSIBILI”. Ciò che distingue la pura e semplice compresenza fisica dall’interazione è il fatto che in quest’ultima viene stipulata la soglia minima di un nucleo sociale, la possibilità reciprocamente concessa e riconosciuta di dar vita a un incontro sociale. (…) Il limite in effetti coincide con lo stabilire il FRAME DELLA MUTUA ACCESSIBILITA’. L’interazione dunque si fonda sull’apertura dei soggetti alla comunicazione e all’accettazione delle sue regole. Il diverso tipo di comunicazione che vi si realizza distingue l’informazione non focalizzata da quella focalizzata: nella prima si ha a che fare con informazioni espresse (…) nella seconda con informazioni comunicate.

44- La struttura dell’interazione organizza dunque la comunicazione circa il comunicare (…). L’ordine strutturale dell’interazione è ciò che permette il realizzarsi degli scopi strumentali dell’agire: infatti è proprio attraverso l’accessibilità regolata ritualmente nell’interazione, che i soggetti significheranno l’un l’altro che essi non intendono sfruttare la possibilità di aggressione fornita dalla presenza fisica. [52- le regole funzionano dopo una non improbabile collisione]

52- [LA COMPONENTE STRATEGICA] Talvolta accade di trovarsi in un ingorgo stradale e di essere in rotta di collisione con un altro automobilista in uno spazio ristretto. Tipica situazione regolata e conflittuale : esistono norme precise (il codice stradale) che prevedono un certo ordine di precedenze , eppure esiste anche una specie di gara , di duello riguardo a chi può trarre vantaggio dalle circostanze pratiche ; situazione esemplare di come spesso le regole funzionano e vengono richiamate ex post (dopo una non improbabile collisione) per ristabilire un ordine di responsabilità che gli accadimenti non sempre rispettano; evento indicativo di come ci sia contemporaneamente un interesse alla cooperazione (evitare lo scontro) e al conflitto (passare per primi)/59- Le condizioni dell’interazione strategica prevedono quindi due o più attori che vengono a trovarsi in situazione di reciproca collisione nella quale ciascuna parte deve compiere una mossa : ogni mossa ha conseguenze decisive per tutti gli attori e viene scelta alla luce di ciò che uno immagina che l’altro immagini sul suo conto. [Goffman parla di “degenerazione del gioco strategico” quando i soggetti valutano la valutazione della loro valutazione valutata dall’altro ecc.; è necessario “riqualificare in qualche modo l’innocenza ( la buona fede, la fiducia) per evitare la degenerazione…]/55- Il gioco strategico dell’interazione più che essere uno schema generale per ogni occasione sociale è una componente parziale per molti incontri. [54- sui limiti alla degenerazione strategica]

56- [L’INDIVIDUO COME ATTORE /PERSONAGGIO] Sottraendo idealmente dalle interazioni tutto ciò che è legato alla definizione della situazione, alle regole di comportamento, alle operazioni sui frames, al mantenersi accessibili e reciprocamente aperti alla comunicazione, levando cioè agli incontri tutto quello che li rende delle realtà sociali, rimarrebbe questo residuo “concentrazionario” dell’individuo come entità pre-sociale, unità psicologica e biograficam ma al di qua dei requisiti necessari per costruire aggregati sociali. /Questo individuo ancora estraneo al gioco delle rappresentazioni e delle definizioni, soggetto residuale, non interessa Goffman: da qui discende la totale assenza nella sua opera del punto di vista psicologico sulla vita sociale . Quest’ultimo caratterizzerebbe chi costruisce le immagini e non le immagini che tessono la trama dell’interazione. La distinzione tra chi rappresenta e ciò che è rappresentato si traduce in un’altra separazione, quella tra attività strumentale e attività espressiva.(…) Addetti alle onoranze funebri, ai distributori di benzina, medici, atleti, professori ecc, e molte altre categorie professionali sono in una certa parte occupati a fornire rappresentazioni che attestano un livello standard di professionalità(…) Un ambulatorio che non presenti un certo tipo di “scena” produce qualche dubbio sulla capacità del medico.

58- [GOFFMAN CONTRO L’IDEOLOGIA DELL’UOMO ONESTO]

60- La reciproca accessibilità regolata negli incontri sociali  è un’accessibilità a ricevere e trasmettere flussi di rappresentazioni e di comunicazioni che descrivono dei personaggi e le loro azioni. Ciò che sta al di  là, prima della scena è qualcuno poco idoneo a sostenere coerentemente gli obblighi di un rapporto sociale “C’è una netta dissonanza tra il nostro “io” sin troppo umano e un “io”socializzato”. Come esseri umani siamo principalmente creature dagli impulsi variabili, con umori ed energie che cambiano da un momento all’altro; come personaggi davanti a un pubblico, tuttavia, non possiamo permetterci “alti e bassi”. PARE DUNQUE CHE LA “GABBIA” DELLA SCENA E DELLA RAPPRESENTAZIONE SIA NECESSARIA PER SOSTENERE DELLE INTERAZIONI./61- La mutevolezza degli aspetti dell’individuo è un effetto del lavoro stesso di framing. Si ha in Goffman come un’ ulteriore dissoluzione dell’aspetto non -socializzato dell’individuo: il gioco delle rappresentazioni fa solo intravedere qualcosa al di là di esso, ma non s’arresta in un punto oltre il quale ci sia questo fabbricante d’immagini. L’individuo non è più definito come il gancio su cui s’appoggia un personaggio: si passa dalle grucce ai fantasmi.

64- “Gli individui non imparano soltanto come e quando esprimersi, perché imparando ciò imparano anche ad essere oggetti dotati di un carattere, che esprimono il loro carattere e per i quali quest’espressione del carattere è solamente naturale. Siamo socialiazzati in modo da confermare le nostre stesse ipotesi circa la nostra natura.”  (…) Il tema degli effetti di realtà (sulla natura degli attori) attivati dalle interazioni mi sembra molto importante perché richiama una problematica simile presente nello studio linguistico dell’enunciazione. Nell’uso ordinario del linguaggio inseriamo nei nostri discorsi molteplici locutori [riportando discorsi altrui, innestando locutori fittizi, attribuendo la responsabilità degli enunciati a istanze impersonali ecc.] Questi e altri dispositivi fanno si che cambi continuamente quello che noi costruiamo come soggetto enunciatore del discorso: insieme ad esso viene trasformata anche la responsabilità del discorso stesso, il suo impatto, la forza di prescrizione che vi opera./69- “le situazioni sociali servono da risorse sceniche per elaborare contingentemente il ritratto visibile della natura umana che rivendichiamo.

69- La complementarità di deferenza e contegno ripropone l’importanza dell’aspetto ritualistico presente nelle interazioni: anche l’immagine sociale dell’individuo è implicata nell’agire cerimoniale. “Il sé è in parte un oggetto cerimoniale, qualcosa di sacro che deve essere trattato con attenzione rituale  e che a sua volta deve essere presentato agli altri nella sua giusta luce”. La sacralità dei personaggi,[vale a dire?] la moralità su cui si basa la struttura dell’interazione, sono elementi molto rilevanti nel discorso goffmaniano, ma di solito nelle interpretazioni su Goffman rimangono offuscati dalla finzione scenica.

69-70- Se è certa la centralità della rappresentazione, è più dubbio invece che essa esaurisca completamente il  problema:la “parte” che un soggetto sostiene nell’interazione proiettando il proprio sé e la parte recitata dall’attore a teatro, non sono la stessa cosa. Il fatto che gli incontri della vita quotidiana siano riempiti e sostenuti da rappresentazioni, da flussi di comunicazioni cerimonialmente e ritualmente regolati non li trasforma in un balletto di maschere o in qualcosa di irreale. Dal punto di vista di Goffman esso è piuttosto il risultato della natura dell’accordo sociale, della convenzione che rende possibile l’interazione. Non si ha a che fare con la deformazione parodistica di uno stato di cose positivo un tempo esistente e ormai danneggiato irreparabilmente dai guasti di un certo tipo di organizzazione sociale [Marx?]: è invece il tipo di gentlemen’s agreement con cui si stabilisce un livello minimo di socialità, che dà peso sostanziale al come ci si presenta, indipendentemente da quali siano i reali sentimenti e le reali configurazioni degli attori./ Le rappresentazioni non sono solamente gusci vuoti lasciati indietro da un’epoca, dove ciò che contava era la pienezza delle cose, persone, valori ecc.: sono [invece?] il risultato dell’operare di una certa forma di accordo operativo. La società descritta da Goffman non è l’ultima spiaggia alla quale il dissolversi della fiducia, della buona fede, ci ha condotti: è invece un tipo di società in cui la devianza non è estromessae rinchiusa (solamente)ma è rintracciata negli atti comuni di attori normali, ben socializzati.

70/71- Da un certo punto di vista il discorso di Goffman appare vicino a un certo modo di ripensare il linguaggio, recentemente apparso negli studi semiotici. (…) IL LINGUAGGIO FUNZIONA CONTRATTUALMENTE, sulla base di convenzioni riconosciute e adottate, ma istituisce contemporaneamente  un TERRENO DI LOTTE, un fare polemico, pieno di trucchi, trappole e simulazioni.

75- La reciproca accessibilità che i soggetti si manifestano deriva dal riconoscimento del carattere sacrale della persona: negare l’accessibilità e la comunicazione significa rifiutare questo riconoscimento all’altro: l’improprietà situazionale causa una degradazione della qualità morale dell’offensoree una violazione di quella dell’offeso, e contemporaneamente è una conseguenza del fatto che la società sia intrisa di questo carattere morale.

77- Moralità goffmaniana:”Mantieni le promesse che fai” (e quindi sii la persona che asserisci di essere)/79- E’ proprio il carattere diffuso e pervasivo della moralità ciò che ci induce a considerarla scontata, come un elemento secondario, abituale, che ci sorprende solo quando non è rispettata a sufficienza.

80- “descrivere le regole che governano una interazione sociale significa descriverne la struttura”/ 81- “la natura umana universale non è una cosa molto umana. Acquisendola l’individuo diviene una specie di edificio  i cui elementi costitutivi non sono non sono le tendenze intime ma le regole morali ricevute dall’esterno.

81- Di qui il fatto che si può tentare di guadagnar punti all’ombra di questa cornice di regolamentazione, che il negoziato finale che si stabilisce è il risultato finale di una serie di mosse strategiche per battere l’avversario: insomma “la logica delle lotte e dei duelli è una caratteristica importante della vita sociale di ogni giorno”. Naturalmente essa è tutt’altro che spontanea, selvaggia, sregolata: come il duello classico non era esattamente una bastonatura irriverente, ma un confronto regolato ed equilibrato. [82 Il ruolo della devianza e della componente polemica nel modello goffmaniano]

83 CONTROLLO SOCIALE INFORMALE (= quello che regola l’interazione tra gli attori  nelle situazioni pubbliche, non quello delegato alle istituzioni , ma agli individui negli incontri).  “LA GIUSTIZIA E’ SOMMARIA”.

84 [Nel modello goffmaniano, il problema del potere è legato all’impostazione generale] Non è il potere di una classe o che deriva dal possesso dei mezzi di produzione: è il potere che nasce dalla manipolazione di materiale simbolico, il potere della persuasione, insomma quello che usiamo nelle interazioni quotidiane. [95- Il potere delle piccole persuasioni necessarie a gestire le interazioni]E come è difficile negare l’esistenza del primo (quello macro), così non è difficile espungere la dimensione del secondo.

86- [Def ORDINE SOCIALE] potrebbe essere definito come l’effetto di qualsiasi insieme di norme morali  che regoli il modo in cui gli individui perseguono i loro obiettivi (,,,) All’interno di ciascuno di questi ordini (giuridico, economico ecc.) il semplice comportamento viene trasformato in un tipo corrispondente di CONDOTTA (= comportamento coscientemente orientato verso le norme sociali e le opinioni degli altri).

90 – La rappresentazione come dispositivo della vita quotidiana.

98- Ruolo cruciale delle finzioni operative in Goffman [il come se?]: i valori societali possono funzionare anche in assenza di uno stato di comunione integrale.

101. Harold Garfinkel o l’ovvietà non si interroga

102- due strade di studio dei codici: 1. esplicitare le regole dei codici; 2. vedere come il codice funziona, come è appreso e usato.

105- L’etnometodologia è lo studio dei modi ne quali si organizza la conoscenza che i soggetti hanno dei corsi d’azione normali, dei loro affari consueti, degli scenari abituali. [= i membri della società hanno dei “metodi” per manifestare, richiedere, far osservare la competenza necessaria nella vita quotidiana.] [la metodologia non si occupa di costruire una conoscenza sostanziale, ma si occupa delle PROCEDURE mediante le quali si costruisce la conoscenza(procedure concettuali, logiche di ricerca)/ Etnobotanica = lo studio del rapporto tra cultura e vita vegetale; Etnomusicologia= studio comparato della musica in diverse culture.]

107- L’etnometodologia si presenta come un viaggio nel mondo del senso comune. Per l’etnometodologia la natura regolamentata dei rapporti sociali è secondaria rispetto al lavoro con cui si stabilisce un mondo di senso comune./117-L’etnometodologia è lo studio delle conoscenze di senso comune che usiamo nelle pratiche quotidiane, comprese in esse i resoconti, le spiegazioni, le glosse con cui ricostruiamo la razionalità di tali pratiche.

113 [Garfinkel -> rendere le situazioni strane e problematiche = rompere l’attività normale per fare emergere il lavoro interpretativo e le rilevanze che sono all’opera

126- Nella nostra vita quotidiana operano ASSUNTI INCORREGIBILI, simili per loro natura all’oracolo infallibile degli Azande, e tali quindi da generare la ricerca (e da costituire la natura) delle spiegazioni utilizzabili in caso di incongruenze manifeste/127- La riflessività è una pratica quotidiana: [per l’etnometodologia un enunciato non trasmette soltanto una certa informazione ma contemporaneamente crea un contesto nel quale l’informazione stessa può apparire. Zimmerman fornisce questo “esempio metaforico” di riflessività a livello  di singola parola. Ci sono due forme identiche:

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I termini compresi nelle due forme interagiscono con esse in modo da modificarne la percezione e la definizione della forma stessa: il termine “convessità” ad esempio non solo descrive quella particolare forma, ma crea la figura (in cui esso appare)come un oggetto percepibile. Così il termine “concavità” non prende solo il significato dal contesto in cui appare ma riflessivamente crea tale contesto : esso cioè definisce una realtà di cui contemporaneamente è parte.

129- “Alcune cose ci sembrano saldamente acquisite ed hanno cessato di far parte del traffico. Per così dire sono state deviate su un binario morto”. Per il fatto che ormai “fanno parte dell’ impalcatura di tutte le nostre considerazioni” (Wittgenstein)

131 [indessicale = locale] Nell’uso comune e quotidiano del linguaggio , alcuni termini dipendono per il loro  significato dalla SITUAZIONE SPECIFICA nella quale sono impiegati.

139- In che modo gli individui si pongono di fronte alle norme sociali? Alla luce di riflessività e indessicalità, come si configura il rapporto tra comportamento sociale e norme? [Per l’etnometodologo]più che essere applicate le regole sono invocate e usate per asserire e descrivere (a posteriori) la razionalità, convenienza, giustezza ecc dei corsi d’azione./->142 l’ordine sociale non è un “ordine trovato”, ma un “ordine realizzato”.

146- L’eccezione “per una volta sola”, la sfida “occasionale” alla regola: qualcosa di illegittimo viene permesso in situazione specifiche sulla base del suo non costituire un precedente e di cosentire così un ordinato procedere delle cose che altrimenti sarebbe più problematico [motivo vs precedente]

147- [L’uso competente di una regola implica un lavoro valutativo e interpretativo: sull’uso quotidiano delle norme sociali]

148-[Le procedure AD HOC che collegano un’istituzione astratta a un contesto] Le procedure ad hoc fondano non solo la possibilità di negoziare l’applicabilità della regola, ma anche la salvaguardia della sua definizione formale in presenza di una disapplicazione sostanziale.

150- [REGOLA DELL’ECCETERA vs concezione sociologica normativa dell’ordine sociale] La clausola dell’eccetera fornisce la certezza che sono costantemente disponibili condizioni non precisate, per mezzo delle quali un accordo può esser letto retrospettivamente per rintracciarvi alla luce delle circostanze attuali, ciò in cui l’accordo realmente consisteva “in primo luogo” e “per tutta la durata”. [cfr FRAME]

170- Per l’etnometodologia un’azione deve essere considerata razionale solo nella misura in cui essa è “spiegabile”. Il postulato centrale dell’etnometodologia quindi è che le attività produttive [sono identiche alle attività poste in atto per rendere intellegibili tali attività][critica di Giddens: valida?] /171-la “teorizzazione pratica” dell’uomo della strada non può essere messa semplicemente da parte del ricercatore, in quanto ostacolo alla “comprensione scientifica” della condotta umana, ma al contrario costituisce un elemento vitale perché essa condotta sia “posta in essere” dagli agenti sociali. [sul problema del fenomeno in Hegel/Marx  e sulla conoscenza scientifica come al di là della conoscenza comune?]

172 per ogni scenario stabile, routinizzato, formale di organizzazione e interazione sociale , la conoscenza (data-per-scontata) e la riconoscibilità è il risultato di insiemi di metodi e pratiche messe in atto dai soggetti.  E questo è proprio ciò che (in rapporto a scenari particolari, cioè indessicali, di azione) l’etnometodologia si propone di studiare.

174- [L’etnometodologia vuole dimostrare che] diversament dal paradigma teorico della sociologia normativa, le definizioni della situazione e delle azioni non possono essere assunte come determinate una volta per tutte attraverso l’applicazione letterale (non problematica, trasparente, chiara per tutti) di sistemi di valori, simboli culturali preesistenti.

182- [conversazione = “state of talk” (Goffman), cioè “situazione discorsiva]

 

 

 

 

 

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