
Bellasi 45- Diversamente dalla figura dell’esplosione rivoluzionaria che è dunque irraggiamento, proiezione e delega al futuro (rimando indefinito) di un soggetto surdeterminato dall’illusione di mantenere una centralità di controllo pressoché totale del processo storico, senza venirne esso stesso coinvolto (allucinazione paranoica…) l’implosione si attua attorno/nella corrosione, nell’indebolimento, nel dissolversi del soggetto immerso dentro al processo: la sovversione, la catastrofe della soggettività come presupposto della sovversione catastrofica del sistema. La sua dimensione è quella del processo stesso , contraddizione in atto (catastrofe in atto del sistema), la sua accelerazione e non la sua interruzione, perdita di identità e di senso (…) negazione del potere (abbandono della sua rianimazione…)
Baudrillard 86- Attenzione al molecolare! [la svolta di Focault]. Ovunque (è Focault stesso che l’ha evidenziato così bene), la discriminazione è l’atto violento di fondazione della Ragione – perché non avverrebbe lo stesso per la ragione sessuale? (…) 87- Ora questo “potere” resta un mistero: partito dalla centralità dispotica, diventa a metà strada “molteplicità di rapporti di forze” (…) per giungere al termine estremo su delle resistenze (divina sorpresa a pag 126) [resistenze degli operai vs pressioni del capitale (Marx citato in Rosdolsky)] talmente infinitesimali , talmente tenui, che. letteralmente, a questa scala microscopica gli atomi ddel potere e gli atomi di resistenza si confondono. VoloVolo88- Via via che il referente economico perde la sua forza, quello del desiderio e quello del potere diventano preponderanti. Quello del desiderio, nato in psicanalisi, maturato nell’antipsicanalisi deleuziana, sotto forma di desiderio esploso e molecolare. Quello del potere, che ha una lunga storia, oggi rilanciata da Focault al livello espoloso e interstiziale, perquisizione dei corpi e ratifica dei controlli. Focault almeno fa l’economia del desiderio e della storia (senza negarli; prudente com’è, è ovvio che per lui tutto ritorna alla sfera del potere – senza che questa nozione sia stata ridotta e purgata- proprio come in Deleuze tutto ritorna alla sfera del desiderio o in Lyotard alla sfera dell’intensità (…). Desiderio e intesità restano nozioni/forza , mentre in Focault il potere resta, benché atomizzato, una nozione strutturale, polare, perfetta nella sua genealogia, inesplicabile nella sua presenza, insuperabile nonostante una sorta di denuncia latente, completa in ognuno dei suoi punti o punteggiatura microscopiche e di cui non si vede ciò che potrebbe prenderla in contropiede(…).