
Anzitutto alcuni elementi di contesto per capire di cosa stiamo parlando. Il libro è stato pubblicato in inglese nel 1996 e addirittura alcuni capitoli sono stati scritti tra il 1990 e il 1995. L’autore è figlio di un giornalista indiano che aveva accettato di fare il ministro della propaganda di un governo indiano in esilio filo-giapponese durante la seconda guerra mondiale [205- Nazionalisti scellerati alleati dell’Asse in India]. [Cometa M., Dizionario degli studi culturali, Meltemi-> 429- Gli studi culturali nascono come reazione sia al ruolo secondario assegnato dai teorici marxisti alla cultura rispetto alla sfera economica (Cfr. Williams R.) e in particolare alla priorità data da questi nello studio dei fenomeni sociali ai mezzi di produzione, sia alla visione delle classi sociali come raggruppamenti statici e rigidamente separati tipica dei sociologi liberali come Ralf Dahredorf// 430- La cultura indica la dialettica tra l’essere e la coscienza sociale;abbraccia come tale i valori che emergono e si affermano nell’ambito di una certa comunità dove la comunità in esame può corrispondere anche a un’intera classe sociale, visto che viene giudicata empiricamente; in altri termini, la cultura di un gruppo corrisponde a tutte le manifestazioni del gruppo stesso, considerate in una rete di relazioni e soprattutto non come dati fissi, ma all’interno di un’evoluzione storica.]/ 238- [attività sociali di produzione, rappresentazione, riproduzione = attività demandate alla sfera culturale]
—————————————————Hic et nunc
9- La teoria implicita in questo libro identifica nella comunicazione di massa e nella migrazione i suoi due principali e interconnessi elementi distintivi e studia il loro effetto combinato sull’opera dell’immaginazione in quanto tratto costitutivo della soggettività moderna. / 73-L’immaginazione ha acquisito un nuovo potere speciale nella vita sociale./74-Fino a qualche tempo fa, qualunque fosse l’intensità del mutamento, si poteva sostenere che la vita sociale fosse essenzialmente statica, che le tradizioni fornissero un insieme relativamente ristretto di vite possibili e che la fantasia e l’immaginazione fossero pratiche residuali , relegate a persone o domini speciali, e limitate a momenti o luoghi eccezionali. In generale, l’immaginazione e la fantasia erano antidoti alla finitezza dell’esperienza sociale. Negli ultimi vent’anni , con la deterritorializzazione delle persone, delle immagini e delle idee [migrazioni, mass-media, sfere pubbliche diasporiche] che ha preso nuova forza , il ruolo di immaginazione e fantasia è mutato senza che ce ne accorgessimo. Più persone che mai vedono le loro vite attraverso il prisma delle vite possibili messe a disposizione dai mass media in tutte le loro forme. La fantasia è cioè adesso una pratica sociale che, in modi molteplici, entra nell’invenzione delle vite sociali per molte persone in molte società./ Devo subito sottolineare che non sto facendo una considerazione ottimistica, tesa a implicare che il mondo sia ora un posto più felice, con più scelte (in senso utilitaristico) per più persone e con maggior mobilità e finali a lieto fine. Quel che piuttosto sottintendo è che anche la vita più infelice e disperata, le circostanze più brutali e disumanizzanti, e le più dure ineguaglianze sono ora aperte al gioco dell’immaginazione. Prigionieri politici, bambini costretti a lavorare, donne che faticano nei campi o nelle fabbriche del mondo e altri sventurati non vedono più la loro vita come pura conseguenza di un dato di fatto, ma spesso come un paradossale compromesso tra quello che sono in grado di immaginare e quello che la vita sociale permette loro. Così le biografie della gente comune sono costruzioni (o invenzioni) in cui l’immaginazione gioca un ruolo importante. E non si tratta semplicemente di un ruolo di fuga (che manterrebbe salde le convenzioni che governano il resto della vita sociale) , perché nell’intreccio tra vite che si sviluppano e loro controparti immaginate si sviluppa una varietà di comunità immaginate che suscitano nuovi tipi di politica, nuove forme di espressione collettiva e nuove esigenze di controllo e disciplina da parte delle classi dirigenti./ 76 [habitus=disciplina sociale vs improvvisazione (flusso)]/91- [RIPETIZIONE / IMPROVVISAZIONE / IMITAZIONE] /93 [Consumo = ripetizione -> 90 ABITUDINE = INERZIA SOCIALE DELLE TECNICHE DEL CORPO VS IMITAZIONE]
11- La mediazione elettronica e la migrazione di massa segnano il mondo presente non perché siano forze tecnicamente nuove, ma in quanto dinamiche che sembrano spingere (e a volte costringere) l’opera dell’immaginazione .(…) Nei capitoli che seguono mostrerò come l’opera dell’immaginazione vista in questo contesto non è né completamente liberatoria né completamente sotto controllo , ma è invece uno spazio di contesa in cui gli individui e i gruppi cercano di assimilare il globale entro le loro pratiche del moderno.
12- Dai tempi di Durkheim (…) gli antropologi hanno imparato a considerare le rappresentazioni collettive come fatti sociali, cioè a vederle come fatti che trascendono la volizione individuale, cariche della forza della morale sociale, e come realtà sociali oggettive.
14- [fantasia ≠immaginazione] Un’abbondante e autorevole letteratura, prodotta soprattutto dai critici della cultura di massa della scuola di Francoforte e anticipata nell’opera di Max Weber, vede il mondo moderno svilupparsi come una “gabbia d’acciaio” e ha previsto che lo sviluppo dell’immaginazione sarebbe stato bloccato dalle forze del consumismo, del capitalismo industriale e dalle forme di controllo generalizzato e di secolarizzazione del mondo.
15- [FANTASIA≠IMMAGINAZIONE] L’idea di fantasia porta con sé l’inevitabile connotazione di un pensiero separato da progetti e azioni, e implica anche una sfumatura privata, addirittura individualistica. Invece l’immaginazione si accompagna a un senso di proiezione, come se fosse il preludio a qualche forma di espressione, estetica o di altro tipo. La fantasia può portare all’indifferenza perché la sua logica è così spesso autoreferenziale, ma l’immaginazione soprattutto quando è collettiva può diventare impulso per l’azione. E’ l’immaginazione, nelle sue forme collettive, che crea le idee di vicinato e di nazione, di economie morali e di regole ingiuste, di salari più elevati e di prospettive lavorative all’estero. L’immaginazione è oggi un palcoscenico per l’azione non solo per la fuga.
20-[L’idea che la globalizzazione non sia la storia dell’omogeneizzazione culturale è il minimo che vorrei che il lettore assimilasse da questo libro: scetticismo su modernizzazione//45- teoria dell’omogeneizzazione(=americanismo+mercificazione), ma per gli abitanti dello Sri Lanka l’indianizzazione fa più paura dell’americanizzazione, come per i coreani del sud la nipponizzazione]/21-[Def cultura > sostanzialismo (razza) vs forma linguistica (nel senso saussuriano contestualizzante e oppositivo]// 45 [Il nuovo ordine economico culturale globale è complesso e disgiuntivo (=eterogeneizzazione) ≠ centro/periferia]
34- [per Appadurai che guarda alla storia, alla crisi e alle prospettive dello stato nazionale è poco probabile che gli stati nazione intervengano come enti regolatori tra globalizzazione e modernità]Sul versante etico, tendo sempre più spesso a considerare la maggior parte dei moderni apparati governativi come proclivi all’autoperpetuazione, all’arroganza, alla violenza e alla corruzione.
32 [Negli Usa l’esempio dell’Europa Orientale è spesso usata come dimostrazione che il tribalismo è profondamente connaturato all’uomo e che il nazionalismo altro non è che tribalismo in versione maggiorata e che la sovranità territoriale è ancora l’obiettivo principale di molti gruppi etnici di una certa consistenza. In realtà Appadurai propone un’interpretazione alternativa:] Nella maggior parte dei casi di contro nazionalismo , secessione, sovra nazionalismo o revival etnico di grandi dimensioni, la posta in palio sembra essere l’autoderterminazione piuttosto che la sovranità territoriale in quanto tale]
33-34- [sfere pubbliche nazionali vs sfere pubbliche diasporiche (Sikh, curdi, Tamil =movimenti separatisti transnazionali che portano avanti il loro processo di auto rappresentazione in siti sparsi in tutto il mondo]
———————————————-FLUSSI GLOBALI
40- Con quello che B. Anderson ha chiamato il “capitalismo a stampa” si liberò nel mondo una forza inedita, la forza dell’alfabetizzazione e la sua conseguente produzione su larga scala di progetti di affinità etnica nettamente affrancati dalle esigenze della comunicazione faccia a faccia , ma anche dalla comunicazione indiretta tra persone e gruppi. L’atto di leggere le stesse cose costituì lo sfondo per la nascita di movimenti basati su un paradosso: il paradosso dell’invenzione del primordialismo. [Tuttavia il mondo del capitalismo a stampa è un pallido precursore del mondo in cui viviamo trasformato da cento anni di esplosione tecnologica (automobile, aeroplano, macchina fotografica ecc.): ma le teorie di McLuhan del “Villaggio globale” hanno forse esagerato le implicazioni comunitarie del nuovo ordine mediatico: dobbiamo ricordarci che i media elettronici creano comunità “senza il senso del luogo”]// [44- la visione dei più oltranzisti dei post-moderni, come Baudrillard e Lyotard, che condividono la visione di un mondo di segni completamente disancorati dai loro significanti sociali (= Tutto il mondo è Disneyland)]
44- Immagine, immaginato, immaginario: si tratta in tutti i casi di termini che ci conducono verso qualcosa di criticamente originale nei processi culturali globali: l’immaginazione come pratica sociale. Non più mera fantasia (oppio dei popoli le cui attività reali stanno altrove), non più solo via di fuga(da un mondo definito prima di tutto da più concreti obiettivi e strutture), non più passatempo per le elite (quindi non rilevante per la vita della gente comune), e non più pura contemplazione (ininfluente per forme originali di desiderio e di soggettività) l’immaginazione è diventata un campo organizzato di pratiche sociali, una forma di opera (nel duplice senso di lavoro fisico e di pratica culturale organizzata)e una forma di negoziazione tra siti d’azione (individui) e campi globalmente definiti di possibilità.
46- La complessità dell’attuale economia globale dipende da alcune fondamentali disgiuntore tra economia, cultura e politica sulle quali abbiamo appena cominciato a riflettere. Propongo di utilizzare come prima sonda esplorativa di queste disgiuntore l’osservazione delle relazioni tra cinque dimensioni dei flussi culturali globali, che possono essere definite: a) etnorami b) mediorami c)tecnorami d)finanziorami e infine e) ideorami. [Il suffisso –orami indica “mondi immaginati” e “prospettive” vs 47-reti statali di affiliazione// 57- intreccio fluido e incerto delle prospettive: poteri dispersi che controllano la produzione vs feticismo della produzione]/50- le persone, le macchine, i soldi, le immagini e le idee percorrono cammini sempre meno isomorfi.//54- la relazione disgiuntiva tra stato e nazione si esplica a due livelli: a livello di ogni stato nazionale significa che è in corso una guerra dell’immaginazione, con lo stato e la nazione che cercano di cannibalizzarsi a vicenda. Qui si trova la culla dei separatismi brutali, maggioranze apparentemente sorte dal nulla e microidentità divenute progetti politici dentro lo stato nazionale. [55- controllo dello stato sulle idee di nazione e di popolo]
60- [ricerca di certezze vs fluidità della comunicazione transnazionale]
61- SOFFERENZE DELLA RIPRODUZIONE CULTURALE IN UN MONDO DISGIUNTO/ 68- DE-TERRITORIALIZZAZIONE DI DENARO E FINANZA [per es. i giapponesi si comprano Los Angeles]//83- Mondo deterritorializzato (= in cui è all’opera l’immaginazione) in cui vivono oggi molte persone
65- PRO TEORIA SOCIALE DELLA POST-MODERNITA’ /72- Le grandi narrazioni che orientano molta etnografia contemporanea hanno tutte radici illuministiche e non sono state veramente poste in discussione [caustica critica di Focault dell’umanesimo occidentale, del progresso e delle sue epistemologie occulte, la narrazione evoluzionistica diffusa in Usa] Le grandi narrazioni della “gabbia d’acciaio” e della marcia della razionalità burocratica sono confutate di continuo dall’irrazionalità, dalle contraddizioni e dalla brutalità pura che possono essere sempre più ricondotte alle patologie del moderno stato nazionale. Infine molte versioni della grande narrazione marxista manifestano problemi sempre più evidenti, quanto più il capitalismo contemporaneo assume un aspetto disorganizzato e de territorializzato. [L’emergere del’individuo come grande narrazione]/79- La narrativa come il mito fa parte della del bagaglio concettuale delle società contemporanee: gli autori contribuiscono spesso alla costruzione delle mappe sociali e delle mappe morali dei lettori.[La finzione narrativa in prosa è un dominio caratteristico dell’immaginazione post-rinascimentale ed è perciò essenziale per un’etnografia dell’immaginazione
87- [GENEALOGIA VS COMINCIARE DALL’INIZIO (STORIA)]/ 98- STORIA-> VERSO ESTERNO VS GENEALOGIA->VERSO INTERNO]
95- Da Roma antica come società di legge suntuaria (= repressione del lusso) all’Europa moderna come società della moda (= sulla moda come legame essenziale tra produzione commercializzata e consumo nelle società capitalistiche)/98- [rivoluzione dei consumi ≈ rivoluzione della produzione -> sequenze non fisse]/105- Il consumo attraverso le sue periodicità crea il tempo (mercificazione del tempo)/ 106. SUSSISTENZA VS CONSUMO (= SVAGO)-> Il tempo libero come tempo del consumo (= tempo libero +denaro)// 108- [Sul consumo tardo-industriale come forza trainante delle società industriali/ Su Baudrillard e Elias su consumo vs produzione]/109- IL CONSUMO COME MEZZO CON CUI LE PERSONE SONO INSERITE NELL’OPERA DELLA FANTASIA./ 110 [Al di là delle rivoluzioni dei consumi, c’è la rivoluzione del consumo] Il consumo è diventato un’importante forma di lavoro, se per lavoro intendiamo la produzione disciplinata (specializzata e semispecializzata) dei mezzi di sussistenza del consumatore. (…) Questo non per ridurre il lavoro a una metafora banale , rispecchiando il suo forte radicamento nella produzione, ma per suggerire che imparare a navigare i flussi temporali indefiniti del debito e dell’acquisto, sullo sfondo di un panorama in cui la nostalgia si è separata dalla memoria [103 La nostalgia inverte la fantasia del futuro], è impresa che richiede nuove forme di lavoro: Il lavoro di leggere messaggi su mode cangianti, il lavoro di pagamento dei debiti, il lavoro di apprendere come maneggiare al meglio i conti di casi, ora complicati come non mai, e il lavoro di acquisire competenze negli intrichi della gestione del denaro. (…) Ogni casalinga sa i lavori domestici sono un lavoro vero, come ogni altro. Oggi siamo tutti casalinghe.[il lavoro più duro di tutti, il lavoro dell’immaginazione]
111– Da due prospettive molto diverse, una basata su Max Weber e un’altra su Norbert Elias, si suggerisce che la chiave delle forme moderne di consumismo sia il piacere, e non lo svago o la soddisfazione.(…) Il piacere infuso nei soggetti che agiscono come moderni consumatori dev’essere rintracciato nella tensione tra nostalgia e fantasia, in cui il presente è rappresentato come se fosse già passato. Questa inoculazione del piacere dell’effimero è al cuore dell’addestramento del moderno consumatore.
——————————————COLONIE MODERNE
166- [Le pratiche di conteggio e le tecniche numeriche del moderno stato nazionale]sono connesse allo sguardo essenzialista e tassonomizzante del primo orientalismo (quello europeo)-> Le premesse per fare delle differenze di gruppo il principio cardine della politica [per es.: il potere dell’enumerazione per la manipolazione delle risorse indiane]
169- La politica dei numeri come veleno per la politica democratica in India [biopolitica coloniale aritmetica]–> rilevanza cognitiva della casta(…) come prefigurazione della “politica per comunità” [≠ da politica liberale classica]/170- da una biopolitica classificatoria a una biopolitica numerica [maggioranza e minoranza]-> LA STATISTICA STA AI CORPI COME LA MAPPA STA AL TERRITORIO: APPIATTISCE E CIRCOSCRIVE.
——————————————–LOCAZIONI POSTNAZIONALI
180- I modelli occidentali sembrano la causa delle forme patologiche di primordialismo che avrebbero dovuto distanziare [sintomi antimoderni del primordialismo e violenza collegata a antimodernità/178 I sentimenti collettivi dell’identità di gruppo (noi) [sembrano] fare ricorso al sistema di affetti che lega comunità piccole e intime, di solito basate sulla parentela]/182- [=approccio primordialista al conflitto etnico = PROSPETTIVA PRIMORDIALISTA SUL RUOLO DELL’EMOTIVITA’ IN POLITICA]/ 188 – In realtà le emozioni non sono materiale pre-culturale grezzo ma si imparano [199- emozioni come processi a lungo termine di commento, azione e interpretazione] / [Tecniche del corpo e stati d’animo-> Mauss <-> Focault]
182- [PRIMORDIALISMO VS CITTADINANZA (= PROGETTO ILLUMINISTA)]
181- Paesi che hanno avuto tempo sufficiente per sviluppare il progetto illuminista di partecipazione politica [vs Stati minacciati da conflitti etnici: Gran Bretagna, India ,Ceylon]/La strada della democrazia finisce per essere lastricata dei cadaveri di quelli che la cercano con cuore sincero [autoritarismo ≠ totalitarismo]/[armonia etnica = multiculturalismo = pluralismo culturale]
184- [Mouffe e Laclau si rifanno a Gramsci/Williams su ideologia e senso comune (coscienza popolare) = odeierna politica dell’immaginazione]
186-Fondamentalismi deliberatamente alimentati dai moderni stati nazionali a scopo di sorveglianza e controllo delle diverse popolazioni sotto il loro dominio [184- Crisi e colpe della modernizzazione]
190 (+211)- [IMPLOSIONE ETNICA = SUDDIVISIONE DI GOVERNATI E GOVERNANTI IN GRUPPI DI SOLIDARIETA’ PRIMARIA /194- ANCHE DIVISIONE IN FAZIONI DI UN PARTITO./197- VIOLENZA CONTRO I TRADITORI DELL’IDENTITA’ DI GRUPPO/VITTIME DI UNA CATEGORIZZAZIONE OSTILE]./200- [Implosione come spiegazione delle condizioni di partenza della violenza etnica vs spiegazioni astoriche come comportamenti irrazionali]/[MODERNO =CULTURALISTA -> NON INTERNO/ESTERNO IN CHIAVE PRIMORDIALISTA MA IMPLOSIONE/ESPLOSIONE]
197- Il culturalismo [e la mobilitazione culturalista] dentro lo stato nazionale è incline alla violenza specie in un periodo in cui lo spazio culturale dello stato nazionale è soggetto all’influsso della migrazione e della comunicazione di massa./201- [Progetti etnici e stato nazionale : quando il corpo incontra lo stato Vs atavismo: Lo stato nazionale su prevenzione malattie e legami naturali: biopolitica?]/[214-biopolitiche dei gruppi ecologisti]
199- [politica della memoria e dell’oblio = storia e storiografia]
203- PRO FORME SOCIALI POST-NAZIONALI/ 204- [POST-NAZIONALE= POST-COLONIA=USA? /220- terra di immigrati ≠ nodo di una rete post-nazionale di diaspore]/214- [Ordine post-nazionale che sta emergendo = forme forti e inedite per l’organizzazione del traffico mondiale (≠ multinazionale o internazionale)]
206- [Lacerazioni tra Stato e Nazione: popolazioni sempre più mobili fatte di profughi, turisti, lavoratori ospiti, intellettuali transnazionali, scienziati e immigrati clandestini/207- Il moderno stato nazionale come prodotto dell’immaginazione collettiva.]/ [Sangue e parentela = tribù= immagini di solidarietà di gruppo vs progetti nazionali di Nasser, Nerhu, Sukarno = 210 i nuovi nazionalismi non sono tribali]/
208- NELLA SUA VOCAZIONE AL CONTROLLO, ALLA CLASSIFICAZIONE E ALLA VIGILANZA DEI SUOI SOGGETTI, LO STATO NAZIONALE HA SPESSO CREATO, RIVITALIZZATO O FRANTUMATO IDENTITA’ ETNICHE UN TEMPO FLUIDE, NEGOZIABILI O APPENA ABBOZZATE. /210- [Bisogna riflettere sul tribalismo serbo quando sono circa due milioni e ottocentomila le famiglie jugoslave che hanno dato origine a un milione e quattrocentomila matrimoni misti tra serbi e croati]
211- [La violenza che circonda la politica dell’identità in tutto il mondo coincide spesso con principi non territoriali di solidarietà]
217- [Crisi (di risorse, immagini, idee) dello stato nazionale perché sempre più violento contro i suoi Altri post-nazionali]
218 [Tribù = minoranza = razza]
223 [IDENTITA’ DI GRUPPO VS IDENTITA’ INDIVIDUALE (ILLUMINISTA?)]/ 225 LA CITTADINANZA COME PAZZIA /226 –[sul senso di appartenenza dopo la fine degli stati-nazione/ il rapporto tra transnazionalità e postnazionalità /217-un insieme attivo e complesso di sfere pubbliche]/229 [sulla destabilizzazione transnazionale dello stato nazionale]
230 [località ≠ vicinato (= comunità effettiva-> riti di passaggio e produzione dei soggetti locali)/232- le società di piccola scala non prendono la località come un dato di fatto(/233 vicinato (≈ etnorama) vs brughiera, foresta, oceano ecc.) vs. società più complesse fondate sulla scrittura (gerarchia) -> rituali di fondazione/colonizzazione/violenza]/ 240 [formazioni sociali di maggiori dimensioni: stati nazionali, regni, imperi missionari, cartelli commerciali]/ 237 I vicinati [=mondo di vita, modelli di azione] sono contesti entro cui le diverse azioni possono essere intraprese./Il vicinato richiede un etnorama (locale/globale)/ 254- [vicinato vs organizzazione complessa dello stato nazionale]
242- I luoghi in quanto etnorami generano contesti dal fatto che i luoghi (in quanto vicinati)forniscono contesto./ DALLA DIFFUSIONE DEL CAPITALISMO ALLA DIFFUSIONE DEGLI STATI NAZIONALI ->SE C’E’ UN CHE OGGI COSTITUISCE IL NUCLEO PROBLEMATICO DELLE SCIENZE SOCIALI E’ QUELLO DEL NAZIONALISMO E DELLO STATO NAZIONALE.
243– [La produzione della località in un mondo de-territorializzato: produrre località è un compito sempre più arduo
245- [I vicinati in quanto formazioni sociali sono fonti di insicurezza per lo stato nazionale: per il progetto dello stato nazionale i vicinati sono una causa di entropia e devono essere sovraintesi con la stessa assiduità dei confini]/246- L’esigenza di uno stato di produrre la sua nazione può significare per i suoi vicini disordine etnico e sociale/ idea che il movimento sia un tratto distintivo della vita sociale piuttosto che un evento eccezionale.
248- Nuova fase nella storia della città -> Le zone urbane stanno diventando zone armate controllate da forze implosive -> guerre urbane -> COLLASSO URBANO = incapacità di controllare il ciclo della sua riproduzione
249 –[Il ruolo dei mass media elettronici nel creare un nuovo tipo di disgiuntura tra vicinati spaziali e vicinati virtuali ]/ La fine imminente del cinema come forma canonica della visione
250 – [Territori, passaporti e tasse come forme convenzionali di appartenenza politica.
254- I tre fattori che influenzano la produzione della località nel mondo attuale: 1. lo stato nazione 2. i flussi diasporici 3. le comunità elettroniche e virtuali.]
255 –[ la località come struttura del sentire sorge sempre dalle pratiche dei soggetti locali (vs dispersione, erosione, implosione dei vicinati)]