
17- Si lascia in eredità un mondo peggiore e si rompe il patto atavico tra le generazioni: i padri rimproverano i figli che, a loro volta, rimproverano i padri. E’ questa la privatizzazione del futuro , fonte non solo di angoscia, ma anche di violenza diffusa.
23- Ha prevalso la chiusura, ha avuto il sopravvento la pulsione immunitaria, la volontà ostinata di restare intatti, integri, indenni. La xenofobia, la paura dell’estraneo, e la exofobia, la paura abissale per tutto ciò che è esterno, che viene da fuori, sono gli inevitabili danni collaterali.
23- La pandemia mette a fuoco (…) e rivela la nostra malattia dell’identità.
23- Senza finire per prendere quasi le difese del virus, o parlare magari a suo nome, bisogna considerarne la capacità trasformatrice, in grado persino di modificare il volto del pianeta, proprio per ciò intimorisce e spaventa.
27- Il potere sovrano, nella sua sintesi cruda ed estrema, è il diritto di disporre della vita degli altri fino a farli morire. Ma il “sovrano” a cui oggi si fa riferimento non è il monarca di un tempo.(…) L’agente di questo potere è il funzionario subalterno, il burocrate di turno, la guardia ostinata. In breve: l’istituzione democratica poggia, per quanto sia incoffessabile, sull’eccezione sovrana. Il vecchio potere continua a operare negli interstizi e nelle zone d’ombra dello stato di diritto/ Il mostro sonnecchia nell’amministrazione –quella che per inadempienza , cinismo, incompetenza non ha comprato in tempo i respiratori delle terapie intensive, esponendo freddamente i “più vecchi, lasciandoli morire”. Ma gli esempi sono innumerevoli (…) Nessun cittadino pensa mai che potrebbe essere il proprio turno.
31- Passata alla lente del virus, la democrazia dei paesi occidentali si rivela un sistema d’immunità che funziona già da tempo e che ora procede in modo più scoperto./ Nei dibattiti sulla democrazia si esaminano i modi per difenderla, riformarla, migliorarla, senza metterne in dubbio né le frontiere, né l’appartenenza, né tantomeno il vincolo che la tiene insieme: la fobia del contagio, la paura dell’altro, il terrore per ciò che è fuori. (…) Si presuppone così una comunità naturale chiusa, pronta a salvaguardare la propria sovrana integrità. Questa potente finzione, che ha dominato per secoli, spinge a credere che basti la nascita , a mo’ di firma per appartenere alla nazione. Sebbene la globalizzazione abbia allentato questi nodi, la prospettiva politica non sembra molto cambiata.
33- Si può parlare davvero di “democrazia” lì dove l’immunizzazione vale per alcuni e non per gli altri? / Spesso si dimentica che esistono diversi modelli, persino opposti, di democrazia. Il nostro è sempre più lontano da quello della polis greca, a cui pure amiamo richiamarci. Non se ne può assecondare, come fanno alcuni, una visione celebrativa ed entusiastica, ignorando l’esclusione delle donne, la disumanizzazione degli schiavi. Tuttavia per i cittadini greci , importanti erano il coinvolgimento e la partecipazione./ Nella modernità vale invece un modello che dopo essersi sviluppato nella democrazia americana, si è andato diffondendo nel mondo occidentale e occidentalizzato. Si può sintetizzare nella formula: noli me tangere.E’ tutto quello che il cittadino esige dalla democrazia: non toccarmi.
41- E’ grave che la politica abdichi apertamente alla scienza. Subalterna al dettato dell’economia , ridotta a governance amministrativa, la politica conserva ormai un margine ristretto che rischia di perdere le proprie responsabilità. (…)/ Nello Stato medico che sembra stagliarsi all’orizzonte, dove il cittadino non sarebbe che un paziente, occupano un posto chiave gli esperti. /Ma chi è l’esperto? Come si deve intenderne il ruolo che media tra il sapere scientifico e le ricadute pratiche? La frequenza di questa figura va ricondotta sia alla iperspecializzazione della scienza, sia alla crescente complessità, che rende ardua ogni decisione./ Spesso si usa erroneamente il termine “esperto” come sinonimo di “scienziato”. Si deve invece distinguere. Per lo scienziato il risultato della propria ricerca è sempre parziale, provvisorio. L’esperto, invece, sotto la pressione dell’opinione pubblica, ansiosa non solo di sapere ma anche di prevedere,ha bisogno di risposte certe, di dati operativi. Nel gioco di interessi economici e politici contrastanti –attenzione non è neutrale!- l’esperto fornisce un verdetto che ha il credito della scientificità e l’aura dell’imparzialità, ma che tale non è agli occhi dello scienziato. Il rapporto tra i due è segnato dall’attrito.
48- Trump ha cominciato a definirsi wartime president, dando ad intendere che il suo margine di decisione sarà esteso come in tempi di guerra./49- Dietro la viropolitica, o meglio la corona politica, spunta inquietante il sovrano fobocratico.(…) Il gergo bellico usato nella narrazione di un evento inedito lascia pochi dubbi sui rischi repressivi. E tuttavia, malgrado la polizia nelle strade, non c’è nessuna mobilitazione militare. / La medicina è lotta per la vita e le sue vittorie non si basano sulla morte .
54- Facili da propagare e difficili da confutare le favole del complotto rispondono oggi a esigenze messe a dura prova: credere e spiegare. Il congedo dalle religioni tradizionali e dalle ideologie politiche ha lasciato spazio a ogni forma di credulità sprovveduta e di ostinato dogmatismo. In assenza di causa palesi megli prestare fede a ciò che risponde alle proprie convinzioni, asseconda le proprie attese. (…) Di fronte alla complessità si sceglie la scorciatoia della semplificazione.
57- Il complotto non è una malattia virale, da sconfiggere ed estirpare. Come è assurda la guerra al virus, così insensata è la guerra al complotto. Piuttosto si tratta di convivere , senza pretendere di immunizzarsi. Talvolta il contagio della paranoia può persino essere prudente. Basta che il farmaco sia a dosi giuste.
60- Sembra così dileguarsi dall’orizzonte civile e politico la comunità aperta, spontanea, ospitale,- dell’assembramento, del gioco, della danza e della festa. (…) Resta quella iperprotetta, irreggimentata, schermata. L’ombra della comunità. (…) Lo ha chiarito Canetti nel suo celebre capolavoro Masse e potere. “Solo nella massa l’uomo può essere liberato dal timore di essere toccato. Essa è l’unica situazione in cui tale timore si capovolge nel suo opposto. E’ necessaria per questo la massa densa, in corpo si addossa a corpo, una massa densa anche nella costituzione psichica, perché non si bada a chi ‘ci sta addosso’. Dal momento in cui ci abbandoniamo alla massa , non temiamo di esserne toccati. Questo capovolgimento del timore d’essere toccati è peculiare della massa”.
63- Il medium digitale s’interpone e, mentre consente di comunicare, separa. (…)La messa a distanza è il codice della comunicazione dell’era immunitaria. (…) Prossimità coatte, sinergie casuali e temporanee, fluiscono da chat, blog, social networks, snodi dei nostri percorsi centrifughi che spesso si contraggono lasciando solo il vuoto. (…) Dallo scenario reticolare non si costituisce il noi della comunità politica.
80 – La “casa di riposo” non ha nulla di riposante , ma è piuttosto uno spazio vuoto in cui la vecchiaia viene segregata e liquidata prima della morte . Si discrimina la vecchiaia come si discrimina la morte.
87- L’integrità è un miraggio del passato. Per avere condizioni accettabili l’organismo deve votarsi a una veglia permanente, a una sorveglianza insonne. Virus e batteri sono tra noi. Questi nuovi coinquilini aggressivi invadono anche l’intimità insidiano l’antica dimora, dove tentano di stanziarsi. La società dell’igiene chiama a raccolta e l’immunità diventa un’ideologia. La cura ossessiva di sé e la medicalizzazione continua sono lo specchio della chiusura selettiva , del rifiuto convinto alla partecipazione, della conservazione caparbia.
89- Sarà necessario convivere con questo virus e, forse, con altri. Il che significa coabitare con il resto della vita in ambiente complessi, che si sovrappongono e si incrociano, nel segno di una riscoperta covulnerabilità.