Missione a Vienna

La mia missione a Vienna

Mi ha fatto scorgere parecchie cose:

Ho visto la corruzione ribollire

E traboccare; leggi per ogni colpa

Ma le colpe protette protette al punto che

S’irridono i decreti, che non contano

Più degli avvisi del barbiere.

(W. Shakespeare, Misura per misura, V,1)

———————————–Dalla prefazione di C. Cases

24- Qui sta il punto di divergenza [di Kraus] con Weininger: diversamente da lui, e d’accordo con Wedekind, Kraus vedeva nella presunta pan sessualità della donna una carattere positivo e una forza eversiva nei confronti di una società fondata sul denaro e sulla menzogna. La donna di Weininger, che non aveva “né esistenza, né essenza”, le ritrova in quanto rappresentante dell’Ursprung, dell’”origine”, che Kraus contrappone al “tempo”, all’epoca in cui vive. Questo mito di una natura e di un’umanità incorrotte, originarie, che serve da sfondo alla battaglia di Kraus, è radicato (…) “in una lunga tradizione specificamente austriaca” culminante nella “mite legge” di cui parlava Adalbert Stifter e fondata “su un concetto sempre più secolarizzato della creazione come critica e replica al tentativo pratico della rivoluzione borghese trionfante e dei tentativi speculativi della filosofia tedesca classica e post-classica di mettere l’uomo sulla testa, sul pensiero e di edificare la realtà su quest’ultimo”. Sotto questo aspetto Kraus si trova al polo opposto di Weininger: se questi, proprio in opposizione alla tradizione austriaca , riprendeva il dualismo kantiano per condannare la natura a favore dello spirito, Kraus rivendica l’originarietà della creazione contro la prevaricazione della civiltà.

32- A differenza di Freud, [Kraus] può certo riferirsi a un’ “origine”, a una natura incorrotta cui confrontare la società repressiva. Ma la genericità di questa origine , che non può giovarsi nemmeno del rimando alle società primitive venute poi di moda –moda che Kraus , così fermamente ancorato alla cultura occidentale, non avrebe certo seguito- le impedisce di assumere contorni sociali , o meglio glieli fa assumere soltanto in quei ceti aristocratici tradizionalmente non sottoposti al costume piccolo-borghese e che Kraus difende contro la vendetta che questo vuol prendere nei loro confronti sul piano della morale corrente. L’adozione di questa morale da parte della socialdemocrazia (e poi, in larga misura, dei partiti comunisti) la coinvolge nella stessa condanna. (…) [La persecuzione della donna] esemplifica nel modo più palmare l’invidia e la rabbia della società contro l’Origine, la natura che non ha potuto corrompere.

35- La vera prostituzione non è quella del corpo , bensì quella dello spirito, ed il giornalista perseguita la prostituta proprio perché è lui il vero rappresentante della prostituzione. “La più squallida invidia concorrenziale ha dichiarato la prostituzione il massimo dei mali, perché la prostituibilità gli appare il massimo dei beni , e la foglia di fico dell’invidia è l’indignazione morale. L’inestimabile possesso dell’umanità in grazia e natura più elementari è messo al bando” [K. Kraus]

39- Nell’identificare la femminilità con la sensualità e nel bandirla dal regno dello spirito [Kraus] ribattezza natura quello che è il prodotto di una violenza sociale millenaria, non meno dell’angelo del focolare che egli disprezzava e che era invece caro a Freud. Tuttavia, anche qui, se ci poniamo all’interno dell’orizzonte borghese , l’unilateralità di questa concezione rivela la sua forza eversiva.

40- Al di sopra del mondo [della normalità viennese] la donnina tende la mano all’intellettuale. La Natura allo Spirito, l’una all’altra forma dell’Origine. Contrariamente a Weininger, Kraus è colmo di gratitudine per la donna che redime lo Spirito dalla sua immensa solitudine.

———————————-MORALE E CRIMINALITA’

55-Con la “morale” il codice non c’entra, c’entra solo il pettegolezzo di provincia. Ciò che la giustizia può ottenere in questo campo è la protezione dell’inermità, della minorità e della salute. Su questi beni, ancora tristemente privi di tutela si riversi quella sollecitudine che oggi molesta d’ufficio la vita privata. Il legislatore in veste di cronista alza davanti all’opinione pubblica le sottane della vita , la giustizia ridotta alla parte di un domestico indiscreto che origlia alle porte delle camere da letto e spia attraverso il buco della serratura.

69- In nessun campo l’imparzialità è più difficile a conservarsi , in nessun campo l’ignoranza delle cose della vita o l’astiosità del giudice si manifestano più che qui dove si discute del troppo umano.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.