
35– Introduciamo fin d’ora la distinzione tra la sovrastruttura giuridico-politica dello stato, che possiamo definire come il politico, e le pratiche politiche di classe -lotta politica di classe- che possiamo indicare come la politica. Si ricordi tuttavia che tale distinzione verrà chiarita nel capitolo relativo alle classi sociali, dove sarà possibile fondare la distinzione e il rapporto tra le strutture da un lato e le pratiche di classe, cioè il campo della lotta di classe, dall’altro. [pag. 62-11]
38- Le conseguenze dello storicismo portano [in Gramsci], come d’altronde nel sinistrismo teorico degli anni venti (Lukacs, Korsch, ecc.) ad una superpoliticizzazione di carattere volontaristico: ciò che , nella sua stessa problematica fa da pendant all’economicismo. (…) Il funzionalismo [Parsons]costituisce sul piano epistemologico, la continuazione diretta della concezione storicistica generale [M. Weber]
39- Secondo la concezione antistoricista della problematica originale del marxismo , si deve situare il politico nella struttura di una formazione sociale, sia in quanto livello specifico, sia d’altro lato in quanto livello cruciale in cui si riflettono e si condensano le contraddizioni di una formazione : solo così si può comprendere esattamente il carattere antistoricistico della proposizione secondo cui la lotta politica delle classi costituisce il motore della storia./40 – Cominciamo da quest’ultimo punto messo in evidenza da Althusser. Egli ha mostrato (…) che per il marxismo non è un tipo universale e ontologico di storia,un principio genetico, rapportato a un soggetto, a costituire il principio di intelligibilità del processo di trasformazione della società, ma il concetto teoricamente costruito di un modo di produzione dato , in quanto totalità complessa a dominante. A partire da questo concetto fornitoci dal materialismo storico , si può costruire un concetto di storia che non ha più nulla a vedere con un divenire lineare semplice. Proprio come i livelli delle strutture e delle pratiche presentano, all’interno dell’unità di un modo di produzione e di una formazione sociale storicamente determinata, una specificità propria, una autonomia relativa e una efficacia particolare, così essi presentano delle temporalità con ritmi e scansioni differenziali. I diversi livelli di una formazione sociale sono caratterizzati da uno sviluppo ineguale – carattere essenziale del rapporto di queste temporalità differenziali della struttura – da sfasature che sono il fondamento dell’intelligibilità di una formazione e del suo sviluppo. In questa misura le modificazioni di una formazione e i processi di trasformazione sono colti attraverso il concetto di una storia a temporalità differenziali.
43- Si trova nei classici del marxismo una vera DEFINIZIONE GENERALE DELLA POLITICA. Si tratta della concezione sopra indicata della pratica [lotta] politica: questa ha per oggetto il momento attuale e produce trasformazioni –o, al contrario, il mantenimento- dell’unità di una formazione, solo nella misura esatta in cui essa ha come punto di impatto, come “obiettivo” strategico, specifico, le strutture politiche dello Stato.
45- Perché, secondo le parole esatte di Lenin, IL PROBLEMA FONDAMENTALE DI OGNI RIVOLUZIONE E’ QUELLO DEL POTERE DI UNO STATO?/ Per risolvere il problema è necessario tornare alla concezione scientifica marxista della sovrastruttura statale e mostrare che, all’interno di una struttura a più livelli sfalsati a sviluppo ineguale, LO STATO POSSIEDE LA PARTICOLARE FUNZIONE DI ESSERE IL FATTORE DI COESIONE DEI LIVELLI DI UNA FORMAZIONE SOCIALE . E’proprio ciò che il marxismo ha espresso concependo lo Stato come fattore d’”ordine”, come “principio di organizzazione” di una formazione, -non nel senso corrente di ordine politico, ma nel senso di coesione dell’insieme dei livelli di una unità complessa,- E COME FATTORE REGOLATORE DEL SUO EQUILIBRIO GLOBALE, IN QUANTO SISTEMA./ 46- O la pratica politica ha come risultato il mantenimento dell’unità di una formazione, di uno dei suoi stadi o fasi, cioè la sua non-trasformazione, dato che l’equilibrio instabile di corrispondenza-non corrispondenza tra livelli sfalsati a temporalità propria non è mai dato in quanto tale dall’economico, ma è mantenuto dallo Stato (in questo caso la pratica politica ha come obiettivo lo Stato in quanto fattore di conservazione di questa unità); OPPURE essa produce delle trasformazioni, avendo per obiettivo lo Stato come struttura nodale di rottura di questa unità nella misura in cui esso ne è il fattore di coesione: in tale contesto, d’altra parte, lo Stato potrà essere visto come fattore di produzione di una nuova unità di nuovi rapporti di produzione.
48- La funzione dello Stato, come fattore di coesione dell’unità di una formazione, che fa di esso il luogo in cui si condensano le contraddizioni delle istanze, è ancora più chiara se consideriamo che una formazione sociale storicamente determinata è caratterizzata da una sovrapposizione di modi di produzione diversi. Si tratta qui di tener presente che, anche quando uno di questi modi di produzione riesce a stabilire la sua dominanza , segnando così l’inizio della fase di riproduzione allargata di una formazione e la fine della fase propriamente transitoria, di delinea un VERO E PROPRIO RAPPORTO DI FORZE tra i diversi modi di produzione presenti , si generano scarti permanenti tra le istanze della formazione.
49- [scienza politica attuale ≈ marxismo -> funzione del politico come fattore di conservazione dell’unità di una formazione vs definizione dello Stato di Max Weber che poggiava esclusivamente sul fatto che nelle sue mani si troverebbe il monopolio della “forza legittima”/] Almon insiste sul fatto che le strutture regionali di un sistema si costituiscono in base ai propri limiti e che il politico ha proprio “la funzione cruciale del mantenimento dei limiti all’interno del sistema”
50- lo Stato “è piuttosto un prodotto della società giunta a un determinato grado di sviluppo, E’ LA CONFESSIONE CHE QUESTA SOCIETA’ SI E’ AVVOLTA IN UNA CONTRADDIZIONE INSOLUBILE CON SE’ STESSA, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto non distruggano SE STESSI E LA SOCIETA’ in una sterile lotta, sorge la necessità di una potenza che sia in apparenza al di sopra della società, che attenui il conflitto, lo mantenga nei limiti dell’ ‘ordine; e questa potenza che emana DALLA SOCIETA’, ma che si pone al di sopra di essa e che si estranea sempre più da essa, è lo Stato” (Engels, Origine della famiglia…)/ 51- Engels mette in evidenza che il rapporto tra lo Stato e la dominazione politica di classe RIFLETTE – CIOE’ CONDENSA/FONDE… [= RAPPRESENTA] l’insieme delle contraddizioni della società. Che cosa significa qui il termine società? Se questi termini non sono posti nel contesto della problematica originale del marxismo, si corre il rischio di cadere in una prospettiva umanistica, che mette in rapporto lo Stato con la ‘totalità’ dei ‘bisogni vitali’ di una società. In realtà questo termine sembra riferirsi qui (…) al concetto rigoroso di formazione sociale, in quanto unità complessa delle istanze. Lo Stato è in rapporto con le contraddizioni proprie ai diversi livelli di una formazione, ma in quanto rappresenta il luogo in cui si riflette l’articolazione di questi livelli e il luogo di condensazione delle loro contraddizioni, è la dimostrazione della contraddizione della società con sé stessa. / Lo stato dice ancora Engels è “il rappresentante ufficiale della società”. (…) / “Come la religione è l’indice delle lotte teoriche degli uomini, lo Stato politico è l’indice delle loro lotte pratiche. Lo Stato politico esprime dunque all’interno della sua forma sub specie rei publicae tutte le lotte, i bisogni, le verità sociali” (Marx citato da Lenin in Che cosa sono gli amici del popolo).
52– Il rapporto dello Stato con l’articolazione specifica di una formazione, deriva proprio dal fatto che lo Stato vi detiene una funzione di ‘ordine’ , di ordine politico si56curamente (nei conflitti politici di classe) ma anche di ordine globale (di organizzazione in senso lato) in quanto fattore di coesione dell’unità.
55-Non è inutile menzionare alcuni problemi di definizione dell’esordiente antropologia politica. [Alcuni autori] hanno messo in causa le relazioni poste dal marxismo tra il politico e lo Stato, distinguendo in modo radicale tra le ‘società segmentarie” (senza Stati) dalle “società statali” e insieme insistendo sulla possibilità di esistenza del politico indipendentemente dall’esistenza dello Stato in senso stretto [56- La tradizionale opposizione marxista LEGAMI DI PARENTELA/RAPPORTI DI CLASSE, che d’altra parte corrisponde a quella di società segmentaria/ società statale]. Le critiche di questi autori sono valide se si ammette, come essi fanno, una concezione ritretta (giuridico-formale) (…) dello Stato. Infatti la maggior parte di questi autori (…) ammettono una definizione del politico analoga a quella che sto esponendo, ma precisando che il politico può esistere indipendentemente dallo Stato , essi danno di quest’ultimo una definizione giuridico-formale (ammettendo per es. il criterio weberiano del ‘monopolio della forza legittima’ o quello del ‘centralismo) e lo identificano così in un certo senso, con lo Stato moderno. Tuttavia la divergenza appare più sfumata quando si afferma, sulla linea di Marx e di Engels, che IL POLITICO, coincide con l’emergenza di una APPARATO AUTONOMIZZATO DI GOVERNO, IN RAPPORTO CON UN GRUPPO SPECIALIZZATO E PRIVILEGIATO, CHE MONOPOLIZZA LA GESTIONE DELLO STATO
56- “E’ chiaro: sino a quando il lavoro umano era così poco produttivo da non fornire che una piccola eccedenza oltre i mezzi necessari all’esistenza, l’incremento delle forze produttive,l’estensione del traffico, lo sviluppo dello Stato e del diritto, la creazione dell’arte e della scienza erano possibili solo per mezzo di un’accresciuta divisione del lavoro, che doveva avere, come sua base, la grande divisione del lavoro tra le masse occupate nel semplice lavoro manuale e quei pochi privilegiati che esercitavano la direzione del lavoro, il commercio, gli affari di Stato e più tardi la professione dell’arte e della scienza” (Engels, Antiduring)
59- Le diverse funzioni statali [funzione tecnico-economica, funzione giuridica, funzione contabile (Lenin)] sono politiche per effetto della funzione globale dello Stato , come fattore di coesione di una formazione divisa in classi; e che queste funzioni corrispondono pertanto agli interessi politici della classe dominante.
59- Per poter leggere correttamente l’articolazione di una formazione nell’articolazione delle funzioni dello Stato, occorre anzitutto un criterio di lettura: esso criterio consiste appunto nella funzione dello Stato come fattore di coesione dell’unità di una formazione. (…) In questo senso la dominanza, nel ruolo globale dello stato , della sua funzione economica indica, generalmente che la funzione dominante nell’articolazione delle istanze di una formazione, spetta al politico. (…)/ 60- Questo caso è chiaro, ad esempio, nello Stato dispotico del modo di produzione asiatico (dominanza del politico riflessa in una dominanza della funzione economica dello Stato); o ancora nelle formazioni capitalistiche, nel caso del capitalismo monopolistico di Stato e della forma interventista dello Stato capitalistico. Nel caso, invece, della forma di Stato capitalistico costituita dallo ‘Stato liberale’ del capitalismo privato, il ruolo determinante, detenuto dall’economico, si riflette nella dominanza della funzione propriamente politica dello Stato (‘Stato gendarme’) e in un non intervento specifico dello Stato nell’economico. [=funzione non dominante dello Stato nell’economico-> per es. legislazione sulle fabbriche].
64- [Marx-> prima scontri individuali tra operai singoli e borghesi poi lotta sindacale (classe in sé): due livelli di lotta economica. Poi lotta politica e classe per sé] 65- Anche nei Grundrisse Marx parla della MASSA di LAVORATORI LIBERI-INDIVIDUI NUDI che si costituiscono progressivamente in classe.
66- [La problematica del gruppo sociale non trova posto in Marx -> vs due interpretazioni storicistiche che importano all’interno del marxismo lo schema ontologico-genetico (‘sono gli uomini a fare la propria storia’):1. Lukacs (+Goldmann e Marcuse) e l’autosviluppo della classe soggetto della storia 2. interpretazioni funzionaliste di Marx ( Geiger, Dahredorf, Bordieu) che rispetto alla prima ipotesi hanno il vantaggio di mettere in evidenza il problema di una formazione sociale come sistema di strutture, problema che non è in loro immediatamente riferito alla loro genesi]/68- Non ci stupirà di vedere i rapporti profondi che intercorrono tra la concezione della storia in Lukacs e la concezione della diacronia nelle teorie funzionaliste [secondo la quale lo statuto proprio del GRUPPO sarebbe quello di costituire l’elemento dinamico delle strutture ; il gruppo avrebbe la funzione di essere il PRINCIPIO E LA CONDIZIONE DELLA LORO TRASFORMAZIONE] entrambe nettamente influenzate dallo storicismo di Max Weber. Questa concezione porta così alla scissione teorica di un doppio statuto della classe sociale: la SITUAZIONE DI CLASSE –classe in sé determinata dalla sua posizione nella struttura economica- e la FUNZIONE DI CLASSE [GRUPPO STATUTARIO di Max Weber]- classe per sé, lotta tra le classi- fattore diacronico di trasformazione della struttura.
70- [Il problema dell’esclusività o meno della determinazione economica delle classi rimane intatto: in realtà, nella misura in cui il concetto di modo di produzione non solo non esclude la specificità di altre istanze , ma permette di localizzarle in quanto regioni nel loro rapporto con la regione dell’economico, il problema delle classi sociali non può scomparire. TESI DI POULANTZAS:] Tutto accade come se le classi sociali fossero L’EFFETTO DI UN INSIEME DI STRUTTURE E DEI LORO RAPPORTI, nella fattispecie: 1) del livello economico, 2) del livello politico, 3) del livello ideologico. Una classe sociale può essere identificata sia a livello economico, a livello politico, a livello ideologico e quindi può essere determinata in rapporto a un’istanza particolare. Tuttavia LA DEFINIZIONE DI CLASSE IN QUANTO TALE E la sua comprensione nel suo conceto si riferiscono all’INSIEME DEI LIVELLI DI CUI ESSA COSTITUISCE L’EFFETTO.
72- La concezione scientifica marxista dei rapporti sociali di produzione racchiude in sé la CRITICA RADICALE DI OGNI ANTROPOLOGIA ECONOMICA, che riferisce l’economico, in generale, ai ‘bisogni’ dei ‘soggetti umani’ e di conseguenza, LA CRITICA RADICALE DELLA CONCEZIONE DEI RAPPORTI SOCIALI COME RAPPORTI INTERSOGGETTIVI./73 – Sembra quindi chiaro che si può criticare radicalmente ogni antropologismo , sotto la sua forma storicistica o sotto quella umanistica, solo quando si distinguano nettamente le strutture e i rapporti sociali, i quali designano la distribuzione dei supporti in classi sociali.Queste due sfere sono rispettivamente indicate, a livello economico, dal concetto di RAPPORTI DI PRODUZIONE e da quello di RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE. (…) I rapporti di produzione corrispondono, nei rapporti sociali, ai rapporti sociali di produzione: ma si può anche parlare correttamente di rapporti “sociali” politici e di rapporti “sociali” ideologici. [di fatto questa distinzione economico/sociale dipende da una problematica ideologica, che risale proprio a M. Weber, come mostra il titolo della sua opera principale Economia e società]
76-[I rapporti tra le strutture di un modo di produzione o di una formazione sociale e i rapporti sociali, le classi sociali, non sono come rapporti statico/dinamico o come gruppo =concetto empirico / modello teorico] La classe sociale è un concetto che indica gli effetti dell’insieme delle strutture, della MATRICE DI UN MODO DI PRODUZIONE O DI UNA FORMAZIONE SOCIALE, sugli agenti che ne costituiscono i supporti: tale concetto indica quindi gli effetti della struttura globale nella sfera dei rapporti sociali./77- Questo significa che la classe non può essere considerata come una struttura regionale o parziale della struttura globale, allo stesso titolo dei rapporti di produzione, dello Stato e dell’ideologia, che sono effettivamente sue strutture regionali. E non perché l’effetto delle strutture –la classe- non possa esso stesso costituire una struttura o perché la classe sia il concreto empirico –il gruppo- mentre le strutture ne sono il concetto; ma perché NON C’E’ OMOGENEITA’ TEORICA tra il concetto di classe, connotativo dei rapporti sociali, e i concetti connotativi delle strutture.[la classe della borghesia “è il prodotto e l’espressione della ‘vita sociale’ la quale costituisce la formazione sociale capitalistica./classi che inevitabilmente si formano sul terreno di tutti i rapporti sociali antagonistici”(Lenin)]
78- Il termine di formazione sociale [meglio “economico-sociale”] si riferisce rigorosamente ai livelli strutturali , quello di società indica spesso in modo descrittivo, la sfera dei rapporti sociali.
79- Poiché i rapporti sociali sono una sfera-effetto strutturato del sistema delle strutture, i piani della lotta di classe mantengono lo stesso tipo di rapporti delle istanze della matrice. Nella sfera dei rapporti sociali la determinazione in ultima istanza della lotta economica di classe , relazione con i rapporti di produzione, si può riflettere con lo spostamento della funzione dominante a un altro livello della lotta di classe, lotta politica, lotta ideologica./ (…) Prendiamo per es. il caso del modo di produzione feudale: esso è caratterizzato da un’articolazione particolare dell’economico, del politico e dell’ideologico: la determinazione in ultima istanza dell’economico si riflette, la maggior parte delle volte, attraverso il ruolo dominante del politico, definito secondo la sua posizione e funzione in questo modo di produzione, e talora anche dell’ideologico. (…) Le classi sociali in questo modo di produzione, classi specificate dal loro statuto “pubblico-politico”mostrano che la determinazione in ultima istanza dell’organizzazione economica di classe si traduce qui nel ruolo dominante della sua organizzazione politica. Queste classi sono determinate in primo luogo dallo statuto pubblico degli agenti della produzione (…)
81- Una formazione sociale consiste in un sovrapporsi di modi di produzione , uno dei quali detiene la funzione dominante. Qui ci troviamo di fronte a un numero di classi più alto che nel modo di produzione puro. L’accrescimento numerico delle classi non è dovuto ad un mutamento qualsiasi nell’impiego dei loro criteri di distinzione, ma è strettamente collegato a: a) ai modi di produzione presenti in questa formazione, b) alle forme concrete che assume la loro combinazione ./Respingere la concezione della pluralità dei criteri di classe non significa ridurre le classi alla loro definizione puramente economica, ma fissare nella loro distinzione gli EFFETTI PERTINENTI delle strutture, nella misura in cui il marxismo ci dà la possibilità di decifrare queste strutture.
82- [Effetti della matrice (DI STRUTTURE?)di un modo di produzione sui suoi supporti-> Un modo di produzione puro consiste una articolazione dI diverse ISTANZE REGIONALI: l’economico, il giuridico-politico, l’ideologico (per es.: il feticismo come istanza dell’ideologico)/[83- autonomia delle istanze come caratteristica del MPC ha dunque come effetto che le classi non possono esservi definite solo tramite i rapporti di produzione /LE CLASSI DEL MPC SONO L’EFFETTO DI QUESTA MATRICE]/ 101- [Due tipi di rapporti: strutture vs pratiche di classe -> Il concetto di PRATICHE DI CLASSE designa la produzione dei rapporti sociali come effetto delle strutture / Le pratiche di classe esistono come opposizioni che nella loro unità costituiscono il campo della lotta di classe./DISTINZIONE DI DUE SFERE (D’AZIONE?): STRUTTURE E PRATICHE/ I RAPPORTI SOCIALI CONSISTONO INPRATICHE DI CLASSE/ 103- [Sistema= serie di relazioni regolate-> i rapporti tra i livelli di strutture caratterizza anche le pratiche di classe, nella misura in cui anche queste pratiche sono un sistema strutturato che riflette (= condensa) i rapporti delle istanze sui supporti] CIO’ CHE IMPORTA VEDERE E’ CHE SI TRATTA DI DUE SISTEMI DI RAPPORTI]/105 [Il rapporto tra il contratto, il diritto e lo scambio è un RAPPORTO TRA STRUTTURE (GIURIDICO-POLITICO VS ECONOMICO?)] 105-106- Lo stesso vale per ciò che concerne l’intervento dello stato nell’economico: INTERVENTO qui non significa PRATICA, ma indica un tipo di articolazione delle strutture./ 106- All’interrogativo su CHI pratichi, CHI lotti, CHI lavori si può rispondere che sono i SUPPORTI DISTRIBUITI IN CLASSI SOCIALI, senza per questo riferirsi a un soggetto. In altre parole,se le pratiche non possono essere riferite a un soggetto, questo non avviene perché le strutture agiscono (…) ma perché i supporti distribuiti in classi non possono essere concepiti come soggetti./ 120 [STRUTTURE = FORME DI COMBINAZIONE TRA AGENTI DELLA PRODUZIONE E MEZZI DI PRODUZIONE]/ [139 –struttura ≠istituzioni -> struttura = MATRICE ORGANIZZATIVA DELLE ISTITUZIONI]
84- Gli effetti della combinazione concreta delle istanze dei modi di produzione , effetti di combinazione che sono presenti negli effetti delle strutture di una FORMAZIONE SOCIALE, sui suoi supporti (nelle classi sociali di una formazione) danno vita a tutta una serie di fenomeni di frazionamento, di dissoluzione, di fusione delle classi, in breve di SURDETERMINAZIONE o di SUBDETERMINAZIONE DELLE CLASSI, DI APPARIZIONE DI CATEGORIE SPECIFICHE ECC. (…) in breve in quanto FORZE SOCIALI di una formazione.
85 [gli agenti della produzione (capitalista/operaio) sono supporti di strutture]
89-90- Come determinare le classi in una formazione sociale o, in altre parole, come decifrare gli effetti della combinazione concreta dei modi di produzione che costituiscono una formazione, sui supporti di questa formazione? La complessità di questi effetti non permette in realtà di trarre dalla presenza delle classi nell’esame ‘puro’ una conclusione immediata sulla loro esistenza concreta in quanto classi distinte in una congiuntura determinata. Il fenomeno più importante , a questo proposito, è che CERTE CLASSI DISTINTE, concepibili nell’analisi dei modi di produzione ‘puri’ , che compongono una formazione, si presentano spesso nella formazione sociale come DISSOLTE o FUSE [= SURDETERMINATE] in altre classi, come FRAZIONI –AUTONOME O NON AUTONOME- di altre classi, o anche come CATEGORIE SOCIALI specifiche [= SUBDETERMINATE?]. / In realtà il problema delle’frazioni’ di classe è più complicato, ma qui mi riferisco soltanto alle classi che a causa della combinazione concreta diventano frazioni di altre classi. Nella formazione sociale possiamo inoltre scoprire , come EFFETTI DELLE STRUTTURE POLITICHE CONCRETE di questa formazione, la comparsa di frazioni ALL’INTERNO STESSO DI UNA CLASSE. (…) Il frazionamento di una classe può poi essere presente già nel modo ‘puro’ di produzione e nel livello economicodi questo modo: per esempio la borghesia commerciale, quella industriale e quella finanziaria./ La dominanza di un modo di produzione sugli altri, all’interno di una formazione sociale ha spesso come effetto una SUBDETERMINAZIONE [= FRAZIONAMENTO?] delle classi dei modi non dominanti [Cfr 128]. E’ nota la posizione di questo problema nella prospettiva storicistica, che d’altra parte non può compiere col massimo rigore distinzioni teoriche tra modo di produzione e formazione sociale: una classe esiste in quanto tale, in quanto CLASSE DISTINTA E AUTONOMA [= FORZA SOCIALE 91], solo a partire dal momento in cui possiede una ‘coscienza di classe’ PROPRIA, dal momento in cui è organizzata in partito autonomo ecc.
95 [TIPICITA’ vs NOVITA’ (=EFFETTI PERTINENTI = AUTONOMIA)]/96 [gli effetti pertinenti permettono di stabilire la soglia oltre la quale una classe sub determinata esiste]/98- [Lenin: tradeunionismo ≠ socialdemocrazia]
101- [Due tipi di rapporti: strutture vs pratiche di classe -> Il concetto di PRATICHE DI CLASSE designa la produzione dei rapporti sociali come effetto delle strutture / Le pratiche di classe esistono come opposizioni che nella loro unità costituiscono il campo della lotta di classe./DISTINZIONE DI DUE SFERE (D’AZIONE?): STRUTTURE E PRATICHE/ I RAPPORTI SOCIALI CONSISTONO INPRATICHE DI CLASSE/ 102- [RELAZIONI DI DOMINAZIONE/SUBORDINAZIONE]/pratiche di classe-> INTERESSI/POTERE
110 [La pratica politica ha come obiettivo lo Stato e come oggetto la congiuntura (= IL MOMENTO ATTUALE)./116- [Il CAMPO DI INDETERMINAZIONE della congiuntura, dell’’azione combinata’ delle forze sociali]
114[contro una concezione errata della classe che non distingue tra struttura e lotta di classe]
118 –IL CONCETTO DI POTERE./ I rapporti di classe sono rapporti di potere (Dharedorf, Schumpeter, Burnham) /122- Marx parla di frequente del potere economico della classe capitalista e dal’altra parte, (…) usa spesso l’espressione di DOMINAZIONE ECONOMICA, che si distingue peraltro dalla dominazione politica e da quella ideologica./ Il potere economico è un effetto surdeterminato dei rapporti di produzione: autorità del capitalista nel processo di produzione ( insieme DIVISIONE TECNICA e DIVISIONE SOCIALE del lavoro), nella negoziazione preliminare al contratto di lavoro ecc. (…) Affermare che i rapporti di classe sono, a tutti i livelli, rapporti di potere, NON SIGNIFICA QUINDI AMMETTERE CHE LE CLASSI SOCIALI SONO FONDATE SU RAPPORTI DI POTERE o CHE POSSANO ESSERNE DERIVATE. I rapporti di potere, avendo come campo i rapporti sociali, sono rapporti di classe e i rapporti di classe sono rapporti di potere, nella misura in cui il concetto di classe denota gli effetti della struttura sulle pratiche e quello di potere gli effetti della struttura sui rapporti tra le pratiche delle classi “in lotta”.
123- [Marx ≠]dalla problematica dei GRUPPI STATUTARI di Weber, della CLASSE POLITICA di Michels , delle ELITES DEL POTERE di Wright Mills, ossia dei teorici che ammettono l’esistenza PARALLELA delle classi sociali economiche in un senso marxista deformato: “situazione di classe”economica che non richiede rapporti di potere. (…)qui si tratta più precisamente di una scissione dello statuto dei “gruppi” economici –le classi- e dei gruppi politici , e questo è d’altra parte il risultato conseguente della prospettiva della “classe in sé” e della “classe per sé”-
124- Sulla base delle osservazioni fin qui fatte, possiamo tentare di proporre un concetto di potere : come potere designeremo LA CAPACITA’ DI UNA CLASSE SOCIALE DI REALIZZARE I SUOI INTERESSI OBIETTIVI SPECIFICI. [potere ≠ autorità/≠ da “partecipare alla presa delle decisioni” (Lasswell)/ ≠ dalla definizione di M. Weber secondo la quale il poter (HERRSCHAFT) è “la probabilità che un certo comando a contenuto specifico ì sia eseguito da un gruppo determinato”. (…) Questo comando è concepito come esercitato all’interno di una “ASSOCIAZIONE AUTORITARIA”, cristallizzazione dei valori-fini di questi agenti; e il concetto di potere si riduce così alla problematica weberiana della legittimità/ ≠ da definizione funzionalista integrazionista di Parsons per cui il potere è “la capacità di esercitare certe funzioni a vantaggio del sistema sociale considerato nel suo insieme”
126- [Max Weber (nella citata Economia e società) indica un rapporto specifico caratterizzato da una differenziazione dei ruoli di dominazione e di subordinazione in condizioni particolari di ‘conflitto’ come una Herrschaftverband , produttrice di legittimità capace di generare rapporti di potere e la distingue dal rapporto generale ‘dirigenti-diretti’ , rapporto che si può ritrovare in ogni ‘organizzazione sociale’ e che non può essere compreso nel concetto del rapporto specifico di dominazione-subordinazione, ma solo in quello di Macht [Herrschaft vs Macht?] E’ importante aggiungere qui che ciò che pone il conflitto e traccia la linea di demarcazione del rapporto di dominazione-subordinazione si trova in realtà originariamente in un luogo esterno a questo rapporto: il ‘conflitto’ è delimitato dalla struttura. In questo senso ogni rapporto dirigenti-diretti non implica, per la sua stessa natura intrinseca, un ‘conflitto’, ossia, in termini marxisti, una lotta di classe; d’altra parte solo un conflitto configurato a partire dalle strutture, ossia in termini marxisti, una ‘lotta di classe’, può creare un rapporto particolare di dominazione-subordinazione indicabile con il concetto di potere./ 127- [forme di potere-> potenza (nei rapporti interindividuali, in un’amicizia) ≠ forza legittimata = esercitata nel quadro di un minimo di consenso da parte di coloro sui quali questo potere si esercita]
128 [CLASSE SUBDETERMINATA= CHE NON POSSIEDE ORGANIZZAZIONE POLITICA E IDEOLOGICA PROPRIA (presenza specifica = effetti pertinenti)] Nel caso dei contadini parcellari Marx si rifiuta di attribuire loro, in generale, il carattere di classe distinta , dato il loro isolamento che esclude la possibilità di organizzazione , che è la condizione di esistenza di una classe distinta. (…) La teoria dell’organizzazione elaborata da Marx e soprattutto da Lenin non copre semplicemente le pratiche di classe, le condizioni di esistenza di una classe in quanto classe distintao forza sociale, ma le condizioni di un potere di classe, cioè le condizioni di una pratica che conduce a un potere di classe-> cfr. pag 89]/129- [Marx e Lenin sui contadini parcellari = classe distinta ma senza nessun potere] Che la pratica politica o ideologica di classe non significhi pratica organizzata come condizione del potere di classe, Lenin lo ha sottolineato con il concetto di azione aperta o azione dichiarata, che non coincide con quello di pratica. L’organizzazione di potere di una classe appare spesso, in Lenin, come condizione della sua azione aperta; ma non è necessariamente vero il contrario e un’organizzazione del potere di classe può non portare a un’azione dichiarata, quando tale potere dipende dalla propria occultazione politica di classe: esempio, la borghesia sotto il Secondo Impero. Possiamo così constatare una differenza essenziale e scarti importanti fra l’organizzazione di classe in senso ampio , che coincide con il concetto di pratica con ‘effetti pertinenti’, e l’organizzazione di potere :esempio i contadini parcellari nel 18 brumaio hanno con Luigi Bonaparte un’organizzazione, esistono come classe distinta, senza avere tuttavia alcun potere, poiché Bonaparte non soddisfa alcun interesse di questa classe.
131 [pratica di un’altra classe = strategia dell’avversario]/ Gli interessi di classe sono situati nel campo delle pratiche, nel campo della lotta di classe (…) Infatti (…) non si possono reperire interessi nelle strutture. Nelle strutture il salario o il profitto non esprimono l’interesse del capitalista (…) o dell’operaio , ma sono categorie economiche, riferite a forme di combinazione./134 [Il concetto di pratica non implica comportamenti ma un lavoro (un’azione) esercitata nei limiti imposti dalle strutture e dalle pratiche di altre classi (limiti al campo di estensione delle pratiche)]/136- [Oggettività degli interessi vs motivazione dei comportamenti)
140- Le diverse istituzioni non sono , in termini di potere, ‘organi di potere’, strumenti di esercizio di un potere di classe che a loro preesiste e che li crea ai fini di una sua realizzazione efficace, ma sono CENTRI DI POTERE. Nella misura in si può fare una distinzione tra più forme di potere, si può procedere ad un’esame concreto della pluralità do centri di potere, istituzioni esistenti in un momento dato, e dei loro rapporti: PER ESEMPIO AZIENDE, STATO, ISTITUZIONI CULTURALI ECC.
151[individui agenti nella produzione = individui nudi/ La separazione fra società civile e Stato indicherebbe così il ruolo di una sovrastruttura propriamente politica nei confronti di questi individui economici, soggetti della società scambista e concorrenziale./152 – [Non è inutile segnalare preliminarmente che, in antitesi alla concezione storicistica, questo ‘individuo nudo’ , colto come condizione storica e presupposto teorico del MPC, non indica per Marx la STORIA DELLA GENESI di tale modo, ma la GENEALOGIA DI CERTI SUOI ELEMENTI.(VS il concetto di società civile e ‘mondo dei bisogni’ Hegel)]/154 – [ ‘individuo nudo’ (Grundrisse) ≠ individuo (società civile) -> individuo come organo di un meccanismo collettivo = socializzazione]
155- Non c’è dubbio che per la scuola marxista italiana lo schema ideologico della separazione dello Stato dalla società civile copre abusivamente il problema reale dell’AUTONOMIA RISPETTIVA, nel MPC, delle strutture politiche ed economiche. L’autonomia rispettiva del politico e dell’economico nel MPC –descrittivamente opposta da Marx ad una pretesa’mescolanza’ delle istanze nel modo di produzione feudale- si riferisce in definitiva alla separazione del produttore diretto dai suoi mezzi di produzione; essa si riferisce alla combinazione propria della relazione di appropriazione reale e della relazione di proprietà , in cui risiede secondo Marx il ‘segreto’ della formazione delle sovrastrutture. La separazione del produttore diretto dai mezzi di produzione nella combinazione che regola e distribuisce le funzioni specifiche dell’economico e del politico e che pone limiti di intervento di ognuna delle strutture sull’altra , non ha più niente a che vedere in senso stretto con l’apparizione reale, nei rapporti di produzione, degli agenti in quanto ‘individui’. Al contrario essa rivela questi agenti come supporti delle strutture e apre così la via ad un esame scientifico del rapporto tra lo Stato e il campo della lotta di classe./156 [individuo giuridico-politico= spoliazione dell’appartenenza di classe/157. L’ideologia giuridico politica sostituisce nel MPC l’ideologia religiosa nel modo di produzione feudale]/ [ si tratta nel MPC di un modo di articolazione oggettiva dei processi di lavoro, nel quale la dipendenza reale dei produttori introdotta dalla socializzazione del lavoro (lavoro sociale) E’ DISSIMULATA: questi lavori, entro certi limiti oggettivi, eseguiti indipendentemente gli uni dagli altri (lavori privati), CIOE’ SENZA CHE I PRODUTTORI DEBBANO ORGANIZZARE PRELIMINARMENTE LA LORO COOPERAZIONE. SOLO ALLORA DOMINA LA LEGGE DEL VALORE.
159- [effetto di isolamento = concorrenza]/163- [ In uno stato nazionale –popolare-di classe non si possono ridurre le sue strutture all’ideologia (che è diversa da istituzioni reali)
163- [Doppia funzione dello Stato: 1. sotto il suo aspetto giuridico –normativo instaura gli agenti della produzione, divisi in classi, come soggetti giuridico-politici, con effetto di isolamento 2. nella sua relazione con i rapporti sociali economici, che manifestano l’effetto di isolamento, esso ha la funzione di RAPPRESENTARE L’UNITA’ dei rapporti isolati, instituiti in quel corpo politico che è il popolo-nazione.]
166- [Il caso della scuola marxista italiana (Galvano della Volpe)-> autonomia delle strutture e delle pratiche nel Marx della maturità ≠ separazione tra stato e società civile ]
168- Potremo dire, individuando il rapporto fra lo Stato capitalistico e le classi politicamente dominanti che tale Stato è uno Stato a direzione egemonica di classe [Gramsci e il concetto di egemonia = concetto nuovo che può rendere conto delle pratiche politiche delle classi dominanti nelle formazioni capitalistiche sviluppate]/170- Ad una prima lettura delle opere di Gramsci il concetto di egemonia sembra indicare una situazione storica in cui il dominio di classe non è ridotto al semplice dominio della forza e della violenza.
171- Il concetto di EGEMONIA è usato da Gramsci per distinguere la formazione sociale capitalistica dalla formazione feudale “economico-corporativa”. L’economico corporativo designa particolari rapporti sociali feudali caratterizzati da una stretta saldatura fra il politico e l’economico,”POLITICA INNESTATA SULL’ECONOMIA” dice Gramsci. Le analisi di Gramsci sullo stato moderno, ‘nazional-popolare’si pongono nel quadro della transizione dal feudalesimo al capitalismo nei diversi Stati italiani del Rinascimento. [“Una situazione interna ‘economico-corporativa’ che è la peggiore delle forme di società feudale”]/172- [I problemi reali che Gramsci pone non si riferiscono affatto ad una qualsiasi separazione fra lo stato capitalistico e la società civile , necessariamente atomizzata in quanto considerata come risultato della dissoluzione dei rapporti feudali misti o organici. Questi problemi si riferiscono all’autonomia specifica delle istanze del MPC, all’effetto di isolamento nei rapporti sociali economici di questo modo e al rapporto dello Stato e delle pratiche politiche delle classi dominanti con questo isolamento. /Ora il concetto di egemonia che applicheremo solo alle pratiche politiche delle classi dominanti e non allo Stato, assume due significati:
- la costituzione degli interessi politici di queste classi, nel loro rapporto con lo Stato capitalistico . come rappresentativi dell’INTERESSE GENERALE di quel corpo politico che è il POPOLO-NAZIONE,il quale ha come sostrato l’effetto d’isolamento dell’economico. “Lo Stato viene concepito come organismo proprio di un gruppo (…) [ma]il gruppo dominante viene coordinato concretamente con gli interessi generali dei gruppi subordinati e la vita statale viene come concepita come un continuo formarsi e superarsi di equilibri instabili (nell’ambito della legge) tra gli interessi del gruppo fondamentale e quelli dei gruppi subordinati, equilibri in cui gli interessi del gruppo dominante prevalgono ma fino a un certo punto, non cioè fino al gretto interesse economico-corporativo” (Gramsci).
- Lo Stato capitalistico e le caratteristiche specifiche della lotta di classe in una formazione sociale RENDONO POSSIBILE il funzionamento di un ‘BLOCCO DI POTERE’ composto da più classi o frazioni POLITICAMENTE DOMINANTI. Una di queste classi e frazioni dominanti detiene una FUNZIONE DOMINANTE particolare , che può essere caratterizzata come FUNZIONE EGEMONICA.
176- [Problema della tipologia di un’istanza di un modo di produzione (per es. lo Stato nel MPC) ≠ problema della genesi storica->il problema è quello della transizione da una formazione sociale a un’altra ->problema della posizione di un’istanza (struttura) regionale di tale modo di produzione all’interno della MATRICE specifica di tale modo di produzione-> formazione sociale come coesistenza di vari modi di produzione/SCARTI FRA ISTANZE = complessità di una formazione sociale]179- Nulla è più estraneo alla problematica tipologica marxista, mirante a produrre il concetto di un’istanza di un modo di produzioe, di una tipologia fondata sugli ‘schemi’, ‘modelli’, ‘tipi ideali’. Per quest’ultima i modelli o tipi ideali risiederebbero in un rapporto ‘astratto-concreto’ che deriva da una problematica empiristica della conoscenza./184- Come devono essere individuate le trasformazioni dello Stato capitalistico perché restino trasformazioni della stessa istanza? Si ripropone così il problema fondamentale della PERIODIZZAZIONE [191- ≠ modello cronologico evoluzionistico] a livello delle strutture e delle pratiche politiche.(…) Il problema delle trasformazioni di un’istanza di una formazione , nella fattispecie delle forme dello Stato capitalistico, deve essere collegato al problema delle FASI e degli STADI dell’insieme di una formazione
per es. due grandi momenti di sviluppo di una formazione sociale: 1. i suoi
INIZI o fase di TRANSIZIONE e 2. la fase della RIPRODUZIONE ALLARGATA della
struttura.≠
stadi evolutivi semplici/187- [trasformazione delle forme di legittimità ->
stadio del capitalismo privato, di capitalismo sociale, di capitalismo
monopolistico, di capitalismo monopolistico di Stato./188 forma di Stato
liberale e capitalismo privato
190- [forme di Stato ≠ forme di regime (meglio del termine ambiguo ‘forme di governo’)]Le diverse FORME DI STATO possono presentarsi sotto diverse FORME DI REGIME il cui punto in comune è il fatto di appartenere alla stessa forma di Stato. Per esempio, lo Stato liberale può presentare sia la forma di regime della monarchia costituzionale (GB) sia quella della repubblica parlamentare (Francia). Lo Stato interventista si può presentare sotto divese forme di regime: presidenzialismo americano, parlamentare inglese con il bipartito, parlamentare continentale pluralistico. Le differenze tra le forme di regime non possono riferirsi direttamente alla periodizzazione di una formazione in stadi, periodizzazione che concerne i rapporti dell’insieme delle istanze: ESSE DIPENDONO DALLA TEMPORALITA’ PARTICOLARE – QUINDI DALLE STRUTTURE SPECIFICHE- DEL LIVELLO POLITICO. (…) L’esame concreto di una CONGIUNTURA politica concreta dipende appunto dalla fusione di questa duplice periodizzazione, concernente rispettivamente il livello politico e l’insieme di uno stadio tipico.] /193- Scarto funzionale (= soglia oltre la quale un’istanza regionale …)scarto di rottura; LA ROTTURA RIVOLUZIONARIA NON DIPENDE DA UNO SCARTO
SEMPLICE
196- Lo Stato assolutistico come Stato di transizione/198- non corrispondenza tra le strutture all’interno del periodo di transizione./200 sviluppo ineguale dei diversi sistemi nazionali /202 si forma così (durante il periodo dello Stato assoluto la nozione di SOVRANITA’ DELLO STATO: essa esprime il dominio istituzionale esclusivo ed unico, propriamente PUBBLICO, su un insieme territoriale. nazionale e l’esercizio effettivo del potere centrale, senza le restrizioni ‘extrapolitich’ di ordine giuridico, ecclesiastico o morale che caratterizzavano lo Stato feudale. /203 Di contro al frazionamento e alla parcellizzazione del potere in sfere territoriali, costituenti parallelamente cellule economico-politiche isolate . Lo Stato assolutistico presenta così un’autonomia nei confronti dell’istanza economica. I legami feudali, fissati nello Stato feudale sul modello del sacro sono sostituiti da legami ‘propriamente politici’. (…) Il potere centrale, il cui carattere pubblico si dissocia dalla sfera del privato, appare liberato dai limiti ‘extrapolitici’ religiosi o morali ed esercitato in modo ‘assoluto’ su un insieme ‘nazional-popolare’: è il crollo delle barriere opposte al potere gcentrale dagli stati medievali. Si assiste alla nascita dei concetti di ‘popolo’ e di ‘nazione’ come principi costitutivi di uno Stato in cui si ravvisa il rappresentante dell’’interesse generale’.[da privilegi feudali a sistema giuridico scritto pubblico/privato]/207- Il rapporto tra la burocrazia- funzione e l’emergere dell’’interesse generale’ rappresentato dallo Stato assolutistico è stato segnalato da Weber, nelle sue analisi del tipo di autorità razionale-legale che caratterizzerebbe lo Stato moderno.[Dopo lo Stato assolutistico, lo Stato liberale rappresenta l’ingresso nella riproduzione allargata del MPC dopo la transizione]/210- [transizione teorica ≠ rivoluzione –congiuntura concreta] [problematica dei modelli: scarti e sviluppi ineguali: per es la piccola borghesia in GB non ha mai costituito una forza sociale] 212 [MODO DI PRODUZIONE PATRIARCALE]/219 – [In Francia il MPC non è mai riuscito a sbarrare la via alla piccola produzione: il paradosso della Francia in Europa: sempre in anticipo e in ritardo su se stessa: in ritardo per non essere riuscita a soffocare sul nascere la piccola produzione, in anticipo per essere stata costretta a recuperare fin dall’inizio la piccola borghesia, polarizzata dal proletariato già in via di costituzione vs 220 – piccoli contadini o piccola borghesia come intralcio inutile per l’alleanza tra borghesia e nobiltà come in GB e in Prussia. Come dice Tocqueville lo Stato della Convenzione montagnarda 1792 non è lo Stato capitalistico tipico, non è affatto lo Stato capitalistico di una rivoluzione politicamente riuscita in un dato momento e in una data congiuntura, ma è quello di una rivoluzione borghese tenuta in scacco : in questo momento preciso non è lo Stato della borghesia che detiene l’egemonia ma lo Stato dei contadini e della piccola borghesia.-> democrazia politica giacobina = democrazia socialista per Galvano della Volpe (sic! Poulantzas)225 giacobinismo e classi della piccola produzione ]
230- INCAPACITA’ DELLA BORGHESIA IN EUROPA DI DIRIGERE LA SUA RIVOLUZIONE
237- [Effetto di isolamento dello Stato capitalista vs statuti pubblici per schiavi e servi
246- [Pro critica radicale dell’impostazione storicistica del problema dell’ideologia->unità complessa di una formazione sociale e di un modo di produzione vs Lukacs = unità di una formazione sociale riferita a un’ISTANZA CENTRALE da cui promana il senso di questa unità =TOTALITA’ ESPRESSIVA]
248- L’identificazione tra ideologia e scienza, cioè la concezione dell’ideologia come inglobante la scienza, risale anch’essa ai rapporti tra il soggettivo e l’oggettivo nel quadro di una problematica del soggetto.(…) Com’è noto questo argomento è stato applicato da Lukacs, Korsch ecc. al proletariato e alla scienza proletaria : essendo il proletariato per essenza una classe universale, la sua soggettività è universale, ma una soggettività universale non può essere che oggettiva, ossia scientifica. E’ anche risaputo che una conseguenza di questa concezione è lo SPONTANEISMO.[249 totalità di stampo hegeliano ≈ totalità funzionalista di Weber e Parsons = società-soggetto] 252-[critica di Poulantzas al concetto gramsciano di blocco storico molto simile a una totalità espressiva di stampo hegeliano-> l’ideologia come ‘cemento’ di una formazione-> dirigere vs dominare/ egemonia vs dominazione-> in Gramsci rottura tra egemonia e dominio]/259- Se le ideologie sono concepite, nella loro configurazione storicistica , come distintivi di immatricolazione che le classi-soggetti porterebbero sul petto (…) non si può fondare nemmeno la possibilità permanente di contaminazione dell’ideologia della classe operaia con la ideologia dominante o con l’ideologia piccolo-borghese.Secondo questa concezione dell’ideologia,non si può avere un MONDO ESTERNO all’ideologia di ogni classe, ma essa funzionerebbe, in un certo senso nel più assoluto isolamento.(…) Derivano da qui diverse forme di spontaneismo e le sue conseguenze pratiche: l’ideologia operaia è considerata per il solo fatto di essere l’ideologia del proletariato-classe universale, come detentrice delle chiavi della scienza marxista. Ma noi sappiamo bene, da numerosi testi di Marx, Engels, Lenin che l’ideologia spontanea della classe operaia è stata inzialmente l’anarco-sindacalismo, in seguito il t/radeunionismo e il riformismo: questo non è che l’effetto della dominazione permanente dell’ideologia borghese dominante e dell’ideologia piccolo-borghese sulla classe operaia. E’ noto anche che questa concezione è alla base dell’accettazione da parte di Lenin della famosa tesi Kautskiana, secondo cui l’ideologia rivoluzionaria deve essere importata dall’esterno nella classe operaia, mentre nei rappresentanti della concezione storicistica del sinistrismo degli anni venti come Lukacs, Korsch ecc. troviamo la tesi del rifiuto degli intellettuali (essendo il proletariato l’intellettuale di se stesso), il misconoscimento del ruolo ideologico del partito (R. Luxembourg) ecc. In breve l’ideologia rivoluzionaria della classe operaia può esistere solo sulla base di una critica permanente della sua ideologia spontanea da parte della scienza marxista. Questa critica presuppone la distinzione radicale fra IDEOLOGIA E SCIENZA, CHE NON PUO’ ESSERE FONDATA NELLA CONCEZIONE STORICISTICA./ E’ però vero che Gramsci ha sempre combattuto contro lo spontaneismo , la qual cosa può essere spiegata con le rotture teoriche contenute nelle sue opere.
261- [Sullo statuto dell’ideologico (= rappresentazioni, valori, credenze)-> = immaginario sociale a funzione pratico-sociale ≠ alienazione ≠ falsa coscienza/263 ideologia (vs scienza) = ‘cultura’ di una formazione storico-sociale/ IDEOLOGIA (istanza o regione dell’ideologico) = ISTANZA SPECIFICA DI UN MODO DI PRODUZIONE E DI UNA FORMAZIONE STORICO-SOCIALE -> aspetti di inversione (Marx) e di occultamento/L’ideologia dominante assicurando l’inserimento pratico degli AGENTI (= PORTATORI DELLE STRUTTURE DI UNA FORMAZIONE) nella struttura sociale mira al mantenimento (alla coesione, coerenza, unità) di questa struttura ->La costituzione dell’ideologico ha per effetto il dominio di classe./265- L’ideologia non può essere esaminata come concezione del mondo in isolamento, ma a partire dall’unità del campo della lotta di classe./266- L’ideologia stessa è relativamente divisa in diverse regioni, che si possono caratterizzare come ideologia morale, giuridico-politica, religiosa, economica , filosofica,estetica ecc. Pur senza approfondire il problema bisogna tuttavia osservare che si può scorgere nell’ideologia dominante di una formazione sociale, la dominanza di una regione sulle altre regioni. Questa dominanza è molto complessa e si manifesta a tal punto che le altre regioni dell’ideologia funzionano prendendo a prestito dalla regione dominante le loro nozioni e rappresentazioni e gli stessi postulati scientifici si costituiscono a partire da prestiti di questo genere.[268- società schiavistica: ideologia morale e filosofica; società feudale: ideologia religiosa; società capitalistica: ideologia giuridico-politica /sacro e religione COLLEGANO vs ideologia giuridico-politica LIBERA/SCIOGLIE.-> la desacralizzazione del politico nello Stato moderno/273- La funzione dell’ideologia è quella di cementare la coesione dei rapporti sociali ricostituendo l’unità su un piano immaginario [irreggimentazione statale della scuola e della cultura in genere/LO STATO COME ORGANIZZAZIONE (=UNITA’) VS DOMINAZIONE]/ 274- La ‘razionalità formale’ dell’apparato burocratico è in effetti possibile solo nella misura in cui il dominio politico di classe vi è del tutto assente , essendo velato dall’ideologia dell’organizzazione. / Questo ruolo dell’ideologia è presente anche nel funzionamento di quell’area particolare dello Stato capitalistico che è la SCENA POLITICA, luogo della rappresentanza politica in tale stato che è spesso definito da Marx e Lenin come Stato rappresentativo moderno: indicazione del parlamento come ‘rappresentante’ della volontà popolare, dei partiti come ‘rappresentanti dell’opinione pubblica’./ 275- Il tema della ‘fine delle ideologie’ è il terreno teorica di ogni ideologia giuridico-politica. Ciò è chiaro nella costituzione delle categorie politiche dell’OPINIONE PUBBLICA e del CONSENSO, che si riferiscono al modo particolare con cui le classi dominate accettano tali ideologie. (…) Ciò che specifica queste ideologie è che esse non mirano ad essere accolte dalle classi dominate sul modello del sacro, ma si presentano esplicitamente e sono recepite come TECNICHE SCIENTIFICHE. (…) E si collegano ad una rivoluzione teorica nel concetto di politico, che era rimasto sino a quel momento fedele alla tradizione dell’etica aristotelica [= argomentazione vs dimostrazione, parlare a vs parlare di]/La frattura, apparsa in Machiavelli e in Tommaso Moro , si prolunga in quella corrente che fonda la politica su un modello EPISTEMOLOGICO APODITTICO [= EVIDENTE, INCONFUTABILE],evidente nel concetto di opinione pubblica. Questo concetto che esprime il campo del propriamente politico, del pubblico nella sua distinzione dal privato, indica attraverso le sue evoluzioni, la necessità di una ‘conoscenza razionale’ da parte dei ‘cittadini’ delle leggi di funzionamento dell’ordine politico, ordine ‘artificiale già secondo Hobbes. Si tratta della conoscenza delle condizioni della propria ‘pratica’ –TECHNE-specifica , che è d’ora in poi la pratica propriamente politica.(…) L’opinione pubblica , fattore necessario al funzionamento dello Stato capitalistico e forma moderna del consenso politico, può funzionare in realtà solo nella misura in cui riesce a presentarsi, e ad essere accettata, come una TECNICA SCIENTIFICA ‘RAZIONALE’, NELLA MISURA IN CUI SI CONTRAPPONE NEI SUOI PRINCIPI A CIO’ CHE DEFINISCE, ASSEGNANDOGLI UN RUOLO, COME UTOPIA. L’UTOPIA E’ PER ESSA OGNI RAPPRESENTAZIONE IN CUI SIA PRESENTE LA LOTTA DI CLASSE, NON IMPORTA IN QUALE FORMA. [276- ‘OPINIONE PUBBLICA, MEDIATA DAL RAGIONAMENTO PUBBLICO, QUINDI RAZIONALE (HABERMAS)]/276- [Tecniche di comunicazione = mito ideologico della fine delle ideologie]/278- Gli individui-persone così individualizzati sembrano poter essere unificati in uno stesso movimento teorico e accedere alla loro esistenza sociale solo per mezzo della loro esistenza politico nello Stato. Risultato: la libertà dell’individuo sembra svanire di colpo davanti all’autorità dello Stato che incarna la volontà generale. Si può ben dire che per l’ideologia politica borghese, NON PUO’ ESISTERE ALCUN LIMITE DI DIRITTO E DI PRINCIPIO ALL’ATTIVITA’ E AGLI SCONFINAMENTI DELLO STATO nella cosiddetta sfera individuale-privata. (…) IN BREVE L’INDIVIDUALISMO DELL’IDEOLOGIA POLITICA BORGHESE VA DI PARI PASSO CON IL SUO TOTALITARISMO. [influenza di Hobbes sul liberalismo inglese]
281- [Ideologia = valori, simboli,stili predominanti in una formazione sociale/ classi integrate = assenza di lotta di classe/ CLASSI DELLA PICCOLA PRODUZIONE COME CLASSI DI SOSTEGNO ALLO STATO// 287- Gramsci sullo Stato poliziesco = forza vs egemonia] 288- La caratteristica dello Stato capitalistico è che ESSO DETIENE IL MONOPOLIO DELLA REPRESSIONE FISICA ORGANIZZATA , contrariamente ad altre formazioni sociali , in cui istituzioni come la Chiesa , il potere feudale ecc, avevano parallelamente allo Stato il privilegio di tale esercizio.La repressione fisica organizzata assume così un caratter propriamente politico./290 [Una formazione dominata dal MPC assegna allo Stato un suo proprio posto -> Stato capitalistico= assenza di violenza nell’economia]
291- [Contro la concezione strumentalista e storicista dello Stato -> BLOCCO DI POTERE = caratteristica dello Stato capitalistico e del gioco delle sue istituzioni = POSIZIONE DI LIMITI AL CAMPO DELLA LOTTA DI CLASSE. /292- Il suffragio universale è per Marx un’istituzione che estende il rapporto dello Stato capitalistico con la coesistenza particolare del dominio di più classi e frazioni di classi dominanti [-> 296 la classe borghese si presenta nel MPC costituzionalmente divisa in frazioni di classe: b. commerciale, b. industriale, b. finanziaria/ 304- egemonia del capitale finanziario in Francia vs capitale industriale e commerciale in GB e Germania][298- blocco di potere/egemonia/periodizzazione-> blocco di potere ≈ forma di stato][307 frazione egemonica sull’intera società vs blocco di potere ≈ fronte unico (= unità a tutti i livelli: economico, ideologico, politico) ≠ alleanza/ 311 classi del blocco di potere vs classi alleate vs classi di sostegno: per es. classi della piccola borghesia: 307 un’alleanza politica per es. del blocco al potere con la piccola borghesia , si combina spesso con una lotta economica intensa contro quest’ultima oppure un’alleanza economica con essa si combina con una lotta politica intensa contro la sua rappresentanza polica / 308- Un rovesciamento importante dei rapporti di forza o la dissoluzione del blocco di potere o dell’alleanza CORRISPONDONO GENERALMENTE A UNA MODIFICAZIONE DELLA FORMA DI STATO./314- [Periodizzazione delle forme di stato (caratterizzate dalle modificazioni del rapporto tra il politico e l’economico) vs periodizzazione delle forme di regime (caratterizzate dalle modificazioni delle strutture proprie dello Stato capitalistico, delle coordinate della rappresentatività di partito, dall’istituzione del suffragio universale ecc.)-> Si tratta di una periodizzazione espressa nelle strutture dal concetto di forma di Stato e nel campo delle pratiche delle classi dominanti dal concetto di blocco di potere)]
315 [SCENA POLITICA= LOTTA DELLE FORZE SOCIALI ORGANIZZATE IN PARTITI POLITICI = “LUOGO DELL’AZIONE APERTA” (LENIN) vs pratiche politiche in generale/ RAPPRESENTANZA = SCARTO TRA INTERESSI DI CLASSE E PARTITI-> situazioni di contrasto tra rappresentati e rappresentanti (Gramsci)/ 318- CLASSI DOMINANTI VS CLASSI REGNANTI/ Un partito come commesso della classe egemonica/ PARTITI come EFFETTI sulla scena politica-> una forma di regime (scena politica) può durare di più di una forma di Stato (per es il bipartitismo in GB)
326- [Autonomia relativa dello Stato (quando le forze politiche sono sul punto di equilibrarsi= spiegazione tradizionale marxista dell’autonomia dello stato) vs concezione semplicistica dello Stato come strumento delle classi dominanti./328 Stato come unità vs Stato come insieme di frammenti]330- [Marx ed Engels pensano al BONAPARTISMO come a un ]carattere costitutivo del tipo capitalistico di Stato. “il bonapartismo è in effetti la vera religione della borghesia moderna. Mi si rivela sempre più chiaramente che la borghesia non ha la stoffa per dominare essa stessa direttamente e che quindi una semidittatura bonapartistica è la forma normale; essa attua gli interessi materiali della borghesia perfino contro la borghesia, ma non le lascia nessuna partecipazione al potere” (Carteggio Marx-Engels) -> 331 Anche Engels ricorre a proposito del bonapartismo alla spiegazione generale ammessa dal marxismo dell’autonomia relativa dello Stato nel caso di equilibrio delle forze sociali contrapposte, e con ciò stesso tende AD ASSIMILARE fenomeni come lo Stato assolutistico, il bismarkismo e il bonapartismo./[333- Gramsci sul cesarismo come “equilibrio catastrofico”]
336 [Contro alcune concezioni moderne della teoria dello Stato in relazione alle cosiddette trasformazioni della società capitalistica. Queste teorie sembrano avere origini molto diverse, dall’origine hegeliana delle concezioni neocorporativistiche tedesche fino alle profonde ripercussioni dell’istituzionalismo USA sul funzionalismo ( evidenti nel Welfare State).] 338- A proposito del problema dell’unità e dell’autonomia relativa dello Stato capitalistico queste correnti, riallacciandosi alla problematica del soggetto, non possono ammettere la strutturazione di un insieme sociale in livelli specifici con efficacia propria.[-> unità di tipo gestaltico, semplice e circolare, composta di elementi omogenei ed equivalenti]/341- NEOLIBERALISMO (secondo questa corrente , contrariamente al liberalismo classico dove lo Stato non interviene sull’economico per l’equilibrio naturale del mercato, la specificità dello Stato si diluisce in un equilibrio di poteri misti della società tecnologico-industriale, attraverso una mutua limitazione e un rispettivo controllo del processo sociale complessivo: poteri-contropoteri, poteri compensatori, gruppi di veto) vs NEOCORPORATIVISMO cattolico (Schmitt) (in cui si ammette l’esistenza deviante di alcuni interessi anche senza parlare di antagonismi di classe per cui si fa ricorso a un potere politico istituzionalizzato che potrebbe funzionare come fattore centrale di “dirigismo illuminato” nella concertazione dinamica degli insiemi”)]
347- Il problema è il seguente: può lo Stato avere una tale autonomia nei confronti delle classi dominanti che il passaggio al socialismo può compiersi senza che l’apparato statale sia spezzato dalla conquista del potere da parte della classe operaia? [Rivoluzione dall’alto? analogia col bismarkismo ? Il CESARISMO SOCIALE ha tradizioni tenaci anche nel movimento operaio francese (risale a Blanc e a Proudhon)]348- Di fatto si tratta soltanto di una ripetizione di una forma tipica di revisionismo , quella del ‘socialismo di stato’ che compare invariabilmente tutte le volte in cui lo Stato capitalistico intraprende interventi massicci per adattare e aggiustare il sistema di fronte alla socializzazione delle forze produttive./351- Siffatta autonomia . In altre parole essa non mette affatto in causa i rapporti profondi tra lo Stato odierno e la frazione egemonica dei monopoli: al contrario li presuppone.
353- [unità politica della classe operaia vs lotte economiche separate, parziali, locali]/352-Le strutture GIURIDICHE dello Stato capitalistico, combinate con l’ideologia giuridica e con l’ideologico in generale, hanno come EFFETTO sulla lotta economica di classe , sui rapporti sociali economici, l’ISOLAMENTO degli agenti del modo di produzione , mentre la struttura reale dei rapporti di produzione di questo modo –separazione del produttore diretto e dei mezzi di produzione- conduce a una prodigiosa SOCIALIZZAZIONE del processo lavorativo/354 [Lo Stato capitalistico si configura, a partire dall’effetto di isolamento sui rapporti propriamente economici,come l’UNITA’ propriamente politica e pubblica degli ‘antagonismi’particolari e privati dell’insieme della ‘società’. [Lo Stato possiede istituzioni in cui la lotta di classe è assente]/ A livello dei rapporti tra lo Stato e la lotta politica di classe si perviene così a un risultato apparentemente PARADOSSALE, che in realtà è il “SEGRETO” DI QUESTO STATO-NAZIONALE-POPOLARE-DI CLASSE ; Il potere istituzionalizzato dello Stato capitalistico presenta un’UNITA’ PROPRIA DI CLASSE, nella misura in cui può presentarsi come uno Stato nazional-popolare , come uno Stato che non rappresenta il potere di una classe o di classi determinate , ma l’unità politica di agenti privati, dediti ad antagonismi economici che lo Stato si dà per funzione di superare, unificando questi agenti in un corpo popolare-nazionale/355 [POPOLO = corpo politico dello Stato ->SOVRANITA’]/358 [Marx sull’antagonismo tra Stato e società, tra pubblico e privato]/361- Lo Stato come religione della borghesia -> IL SEGRETO DELLO STATO e’ SVELATO DAL BONAPARTISMO./Interesse politico della borghesia ≠ interesse privato -> centralismo come potere univoco di classe /innalzamento degli interessi economici a interessi politici/ 368- [LO STATO NON E’ MAI UN ARBITRO NEUTRO-> 369 FUNZIONI DELLO STATO: 1. ORGANIZZATORE POLITICO DELLA CLASSE DOMINANTE; 2. ASSOGGETTATORE POLITICO DELLA CLASSE OPERAIA; 3. GETTA SULLA SCENA POLITICA L’”OCEANO DELLA PICCOLA PRODUZIONE”./
374- Lo Stato capitalistico deriva il suo principio di legittimità dal fatto di porsi quale unità del popolo-nazione, inteso come serie di unità omogenee, identiche e disparate, che esso determina come individui-cittadini politici. Proprio per tale aspetto , come hanno messo giustamente in risalto alcuni teorici del fenomeno totalitario (Arendt, Talmon), esso differisce radicalmente da altre forme di DISPOTISMO, per esempio dal potere politico ‘assoluto’, formalmente simile, esercitato mediante forme di tirannia fondate sulla legittimità divino-sacrale. Queste forme, così come si presentavano nello Stato schiavistico o feudale, non mancavano tuttavia di contenere il potere entro LIMITI strettamente fissati. (…) Il tipo stesso di legittimità dello Stato capitalistico , come rappresentante dell’unità del popolo-nazione, permette quel funzionamento specifico dello Stato che è designato come totalitarismo./375- Lo Stato totalitario appare solo in una società di massa, in cui, non operando più l’appartenenza di classe, l’individuo è direttamente abbandonato al potere politico. [379 Stato assolutistico->Stato liberale-> Stato totalitario]/399 [DIFFERENZIAZIONI DELLE FORME DI LEGITTIMITA’ DELLO STATO CAPITALISTICO = differenziazioni dei processi ideologici complessi attraverso i quali lo Stato si pone come rappresentativo dell’unità del popolo-nazione e agisce come fattore di disorganizzazione politica delle classi dominate.]
382 [frazionamento profondo della classe borghese in frazioni antagonistiche di classe vs COMPENSAZIONE DELL’EFFETTO DI ISOLAMENTO per gli operai salariati della classe operai (isolamento dei capitalisti privati)->abbandonate a se stesse le classi e frazioni dominanti a livello politico, non solo si esauriscono a forza di frizioni intestine ma, più spesso, cadono in contraddizioni che le rendono INCAPACI DI GOVERNARE POLITICAMENTE. [383-Gramsci sul cesarismo come dovuto non solo a equilibrio fra classi fondamentali, ma anche rapporti tra gruppi principali delle classi fondamentali, e le forze ausiliarie guidate o sottoposte all’influenza delle classi dominanti/ LA BORGHESIA NON E’ MAI STATA UNA CLASSE SOGGETTO/ Partiti della classe borghese vs partiti della classe operaia (= partito di tipo nuovo)]
387- Mi limito a indicare che lo sviluppo dell’IMPERIALISMO creando nuove SFALDATURE E SPOSTAMENTI DELLE CONTRADDIZIONI ( borghesia imperialistica e compra dora, borghesia nazionale e media borghesia) non abolisce le coodinate fondamentali del blocco di potere (contrariamente ad un’opinione che porrebbe la linea di demarcazione del dominio politico tra un pugno di vili monopolisti, da una parte, e il resto della nazione dall’altra).
389- [A dispetto della celebre teoria della separazione dei poteri] soprattutto tra potere legislativo –parlamentare- e potere esecutivo, si può constatare che lo Stato capitalistico funziona come UNITA’ CENTRALIZZATA, organizzata in base alla dominanza di uno di tali poteri sugli altri.->396- Il rapporto tra il legislativo e l’esecutivo fornisce un eccellente esempio per l’analisi concreta delle FORME DI STATO e dei gradi di autonomia e di unità relativa che caratterizzano ciascuna forma./ L’esecutivo, nel senso più ampio del termine, copre ciò che in particolare si è designato come APPARATO STATALE (TECNICO): burocrazia, amministrazione, polizia, esercito./ [La distinzione dei rapporti tra esecutivo e legislativo non è un criterio pertinente per la distinzione delle forme di Stato, che dipende sempre dai rapporti tra politico ed economico]
400- [legittimità del legislativo (legalità-> tradizione parlamentaristica del movimento operaio che ha origini in Marx , originando una non critica dello Stato capitalistico in quanto tale) vs legittimità dell’esecutivo (sovranità)->] Nelle sue analisi sul secondo impero Marx mostra come Luigi Bonaparte sia riuscito a spacciare il suo esecutivo per il rappresentante dell’unità del popolo-nazione, ristabilendo anche all’occorrenza il suffragio universale precedentemente abolito dalla repubblica parlamentare./402 Quanto alla conquista del potere parlamentare da parte delle classi dominate [il parlamento come ‘luogo pericoloso’ per le classi dominanti] esso è un MITO, in quanto è noto che il dominio di classe dispone di un intero arsenale di mezzi che lo preservano da tali disavventure -> Basta menzionare i SISTEMI ELETTORALI, NUOVE FORME A QUESTO RIGUARDO DI SUFFRAGIO CENSITARIO, NEL SENSO CLASSISTA DEL TERMINE./403– L’attuale predominio dell’esecutivo corrisponde in effetti alle difficoltà che la frazione monopolistica incontra nell’organizzazione della sua egemonia politica nei confronti delle classi dominate nel parlamento, corrisponde in breve a trasformazioni di legittimità , ma queste difficoltà non testimoniano affatto un rischio reale di conquista del parlamento da parte delle classi dominate, che è tutt’altra cosa.
418- Se la classe feudale svolgeva direttamente funzioni di governo politico, dell’amministrazione pubblica, le funzioni militari ecc. lo stesso non si può dire in realtà per la classe borghese. Di qui il ricorso, per spiegare teoricamente lo scarto , ad una concezione che scopre il fondamento del potere politico nell’esistenza stessa dell’apparato statale e attribuisce con una confusione tra potere e apparato dello Stato un potere politico proprio alla burocrazia./419 Wright Mills formula molto chiaramente le critiche rivolte a una teoria marxista deformata spiegando perché respinga il termine di ‘classe dominante’, preferendo il termine di ‘élite del potere’. [420 Pareto, Schmitt, Weber, Wright Mills, Burnham/422- la corrente che ci interessa di più è quella che accettal’unità delle elites politiche espressa talvolta mediante la nozione di CLASSE POLITICA.
426- La concezione marxista rigorosa della classe dominante non implica affatto la concentrazione delle diverse funzioni politiche nelle mani dei membri di una stessa classe, ma spiega questo eventuale decentramento secondo le forme concrete della lotta di classe e secondo le strutture politiche , cioè secondo i tipi e le forme di Stato e le forme di regime.
classi politicamente dominanti che fanno parte del blocco di potere, classe
egemonica del blocco che detiene la funzione di organizzazione politica del
blocco e classe regnante che ha il ruolo di rappresentanza nello spazio della
scena politica./BUROCRAZIA = gruppo sociale dell’apparato statale = effetto
specifico della struttura regionale dello Stato sugli agenti di una formazione
sociale (≈INTELLETTUALI= rapporto con la regione dell’ideologia)/427- [la burocrazia mette in opera le istituzioni del potere politico + burocratismo = sistema specifico di organizzazione e funzionamento interno dell’apparato statale /429 – strati distintivi della burocrazia con un diverso
reclutamento e una diversa appartenenza di classe (vertici –nobiltà- vs strati
subalterni che appartengono alla piccola borghesia)/429 – il tema generale di
Marx Engels è che la burocrazia è il ‘commesso’ o il ‘rappresentante’ delle
classi egemoniche/432- I caratteri di unità e coerenza della burocrazia come
CATEGORIA SPECIFICA, non sono riducibili, per la sua appartenenza di classe, a
quelli della classe detentrice che in questo caso è anche la classe egemonica ,
ma dipendono dal suo rapporto specifico con lo Stato e dalla sua appartenenza
all’apparato statale. Proprio questo permette l’autonomia relativa del suo
funzionamento politico nei confronti della classe o frazione egemonica di cui
esercita il potere./436 [Gramsci-> gli impieghi dello Stato come specie di
elemosina onorevole/439- Weber-> burocratismo e razionalità formale/burocrazia
funzionale (contabilità di bilancio ) vs disfunzionale (= parassitaria)
442- [Per Marx il fenomeno burocratico è un fenomeno
specificamente politico come DOMINANZA DI UN MODELLO NORMATIVO IDEOLOGICO DI
ORGANIZZAZIONE/ Estensione dell’apparato dello Stato vs estensione delle
funzioni dello Stato/445 –ruolo dominante dell’economico in GB vs Francia
446- Il funzionamento dell’ideologico in una formazione feudale impedisce la nascita degli intellettuali come categoria specifica (c’è già il clero).
449- Sulla permanenza degli specialisti borghesi nello stato socialista di transizione.
453- Engels su 1. monarchia assoluta = equilibrio nobiltà/borghesia e 2. bonapartismo = equilibrio borghesia/proletariato/453- Autonomia della burocrazia= la classe borghese aveva già perduto la facoltà di governare e il proletariato non l’aveva ancora acquistata (Marx)/ 455- Piccola proprietà e potenza della burocrazia ->456 Rapporto di rappresentanza tra classi della piccola produzione e “corpi” dell’apparato statale.
457- IL BUROCRATISMO NON E’ UN PROBLEMA TECNICO MA POLITICO ( SEGRETO vs PUBBLICITA’/ ESECUTIVO vs LEGISLATIVO)/458 La burocrazia è stata istituita per governare i piccoli borghesi e i contadini/ la burocrazia come fondamento e soggetto delle forme istituzionali totalitarie.
460 LA BUROCRAZIA E’ COSTITUITA COME CATEGORIA SPECIFICA TRAMITE IL SUO RAPPORTO CON IL POLITICO E CON L’IDEOLOGICO/ 461- La burocrazia non è una forza sociale ma può diventarlo in una congiuntura concreta/si può diventare forza sociale anche senza avere un proprio potere.