Le metropoli come luogo di esistenza e di riproduzione del modo di produzione capitalistico

10 Ridurre la determinazione strutturale [nei rapporti politici, ideologici e economici della divisione sociale del lavoro] alla posizione [delle classi in opposizione nella congiuntura] significa abbandonare la determinazione oggettiva delle classi per una ideologia ‘relazionale’ dei ‘movimenti sociali’. (…) Ogni posto oggettivo di classe nel processo produttivo [rapporti di sfruttamento] si traduce NECESSARIAMENTE in EFFETTI, relativamente a tale classe, sull’insieme della sua determinazione strutturale, cioè si traduce del pari in un posto specifico di tale classe nei rapporti ideologici [rapporti di dominazione/subordinazione: lavoro manuale/lavoro intellettuale] e politici [rapporti di dominazione/subordinazione: rapporti di potere e di autorità]della divisione sociale del lavoro./ [Quando Lenin parlava di ISTINTO DI CLASSE voleva dire, contro le varie ideologie dell’integrazione della classe operaia, che non c’è bisogno di una ‘coscienza di classe’ propria e di una organizzazione politica autonoma delle classi in lotta, PERCHE’ LA LOTTA DI CLASSE ABBIA LUOGO IN TUTTI I DOMINI DELLA REALTA’ SOCIALE,

PRATICHE =PROCESSI DI TRASFORMAZIONE

11- L’ASPETTO PRINCIPALE di un’analisi delle classi sociali è appunto quello del loro posto nella lotta di classe, non già quello degli AGENTI che le compongono. Le classi sociali non sono gruppi empirici d’individui  -GRUPPI SOCIALI-  ‘composti’ dalla somma di tali individui: i rapporti degli agenti tra di loro non sono dunque rapporti inter-individuali. L’APPARTENENZA DI CLASSE dei diversi agenti dipende dai POSTI che essi occupano: essa è d’altronde distinta dall’ORIGINE DI CLASSE –cioè dall’origine sociale degli agenti.

17- L’articolazione della determinazione strutturale e delle posizioni di classe entro una formazione sociale, luogo di esistenza delle congiunture richiede concetti particolari, quelli che chiamerei CONCETTI DI STRATEGIA, i quali ricoprono in particolare i fenomeni di POLARIZZAZIONE e di ALLEANZA DI CLASSE. Rientrano in essi, dal lato della dominazione di classe, il concetto di BLOCCO DI POTERE, che designa un’alleanza specifica delle classi e frazioni di classe dominanti, e, dal lato delle classi dominate, il concetto di POPOLO che designa una alleanza specifica di queste ultime.

18- Il ruolo principale [dei corpi e degli apparati di Stato] è quello di mantenere l’unità e la coesione di una formazione sociale concentrando e sancendo la dominazione di classe e riproducendo così i rapporti sociali, cioè i rapporti di classe. I rapporti politici e i rapporti ideologici SI MATERIALIZZANO E SI INCARNANO come pratiche materiali, negli APPARATI DI STATO. I quali comprendono da una parte l’apparato repressivo statale in senso stretto e i suoi corpi: esercito, polizia, carceri, magistratura, amministrazione; dall’altra parte gli APPARATI IDEOLOGICI DELLO STATO: l’apparato scolastico, l’apparato religioso –le Chiese- l’apparato dell’informazione –radio, televisione, stampa-l’apparato culturale –cinema, teatro, editoria- l’apparato sindacale di collaborazione di classe e i partiti politici borghesi e piccolo borghesi ecc.; infine per un certo aspetto, e almeno nel modo di produzione capitalistico, la FAMIGLIA. Ma oltre agli apparati statali , vi è anche l’APPARATO ECONOMICO in senso stretto, l’’impresa’ o la ‘fabbrica’ che, come centro d’appropriazione della natura , materializza e incarna i rapporti economici nella loro articolazione con i rapporti politico –ideologici [lavoro manuale/intellettuale, burocratizzazione, dispotismo di fabbrica]/ Ciò non toglie che (…) nel complesso rapporto lotta di classe/apparati E’ LA LOTTA DI CLASSE CHE DETIENE IL RUOLO PRIMARIO E FONDAMENTALE. (…) Secondo una costante dell’ideologia borghese delle ‘scienze sociali’, che potremmo designare descrittivamente come la corrente ‘istituzionalista-funzionalista’ , sarebbero gli APPARATI-ISTITUZIONI a determinare i gruppi sociali (le classi) e i rapporti di classe deriverebbero dalla situazione degli agenti nei rapporti istituzionali. (…) In particolare questo valeva già per M. Weber: i rapporti di classe conseguono ai rapporti di ‘potere’ , i quali hanno come campo e luogo primo di costituzione i rapporti all’interno di istituzioni-associazioni di tipo ‘autoritario’ (Herrschafts-Verbande) [-> da questo filone ideologico deriva la teoria delle organizzazioni]

21-La riproduzione allargata delle classi sociali (dei rapporti sociali) comporta due aspetti, che esistono solo nella loro unità: 1. la riproduzione allargata dei POSTI occupati dagli agenti [che segnano la determinazione strutturale delle classi] (…) 2. la riproduzione-distribuzione DEGLI AGENTI STESSI tra tali posti [-> questa comprende la QUALIFICAZIONE-ASSOGGETTAMENTO degli agenti, di modo che possano occupare i POSTI, e la loro DISTRIBUZIONE tra tali POSTI: vacuità della problematica borghese della MOBILITA’ SOCIALE. Di questa tematica la tradizione’funzionalista-istituzionalista’ parla come ‘processo di socializzazione’]

26- [LE CLASSI CAPITALISTICHE NON SONO CASTE – NE’ DI ORIGINE, NE’ SCOLARI. E’ l’impresa che distribuisce le classi non la scuola o la famiglia]

31-Si può parlare oggi di uno STATO NAZIONALE per le metropoli imperialiste? Nuove forme istituzionali super-statali tendono a sostituirsi agli Stati nazionali o, ancora, quali sono le modificazioni di questi Stati che permettono loro di assolvere le nuove funzioni richieste dalla riproduzione allargata del capitale sul piano internazionale?-> [Effetti di queste questioni all’interno delle metropoli imperialiste meno studiate da sinistra: due posizioni. 1. Sweezy sottovaluta le contraddizioni interimperialiste basate sullo sviluppo ineguale e considera come unica linea di demarcazione entro la catena imperialista quella che separa metropoli e formazioni dominate; 2. per Mandel si tratterebbe oggi di una radicale messa in discussione dell’egemonia del ‘superstato’ americano con l’emergere di ‘controimperialismi’ equivalenti, quelli dell’Europa e del Giappone. La CEE allargata in particolare viene considerata come una ‘cooperazione’ e una ‘internazionalizzazione dei capitali europei in direzione di uno Stato europeo super-nazionale per l’eliminazione della supremazia del capitale americano: tesi per la verità abbastanza contraddittoria con quella degli ‘stati nazionali’autonomi./45 sull’aumento dell’esportazione di merci da parte di altri paesi rispetto agli Stati Uniti = previsione sulla fine a breve termine della supremazia del capitale USA (Mandel)kj]

34 [Lo stadio imperialista è caratterizzato dalla ESPORTAZIONE DEI CAPITALI, invece della semplice esportazione delle merci] /35- Questa dominanza del MPC ha complessi effetti di DISSOLUZIONE-CONSERVAZIONE  (giacché si tratta di una lotta di classe) sugli altri modi e forme di produzione da esso dominati [forme di produzione precapitalistiche: produzione mercantile semplice, piccola borghesia tradizionale]. Le forme differenziali che questi effetti producono su scala internazionale caratterizzano le FASI dello STADIO IMPERIALISTA: esse vengono così a corrispondere a FORME PRECISE DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE, ossia a forme precise di rapporti mondiali di produzione e di divisione internazionale imperialista del lavoro.

36-37- [PERIODIZZAZIONE DELL’IMPERIALISMO: 1. FASE DI TRANSIZIONE  dallo stadio capitalistico concorrenziale allo stadio imperialista , che va dalla fine del XIX secolo al periodo compreso tra le due guerre; 2. FASE DI CONSOLIDAMENTO DELLO STADIO IMPERIALISTA: si colloca tra le due guerre , in particolare dopo la crisi del 1930, la stabilizzazione o l’instaurazione dei regimi fascisti  e il New Deal roosveltiano.(Qui le contraddizioni inter-imperialiste spesso danno luogo all’alternarsi del predominio di una metropoli sulle altre: GB, Germania, Usa): 3. FASE ATTUALE DELL’IMPERIALISMO progressivamente instauratasi dopo la seconda guerra mondiale e caratterizzata a sua volta da varie tappe della lotta di classe.(prevalere degli effetti di dissoluzione su quelli di conservazione: ruolo del LAVORO IMMIGRATO LA RIPRODUZIONE DEI RAPPORTI DEL CAPITALE USA ALL’INTERNO STESSO DELLE ALTRE METROPOLI): ]

39- [Stiamo sempre di fronte a uno SDOPPIAMENTO ASIMMETRICO delle linee di demarcazione nella catena imperialistica. La nuova dipendenza non è identificabile con quella che caratterizza i rapporti tra metropoli/formazioni dominate, perché le metropoli continuano a costituire centri propri di accumulazione del capitale e a dominare esse stesse formazioni dipendenti. ->] In realtà l’imperialismo americano e le altre metropoli SI DANNO BATTAGLIA, per il controllo e lo sfruttamento delle formazioni dipendenti, il cui controllo è importante per i rapporti inter-imperialisti.-> Come è la lotta di classe che assegna a determinate congiunture del capitalismo e dell’imperialismo il carattere di crisi, così da essa dipendono le VIE SECONDO CUI TALE CRISI SI SVILUPPA , compreso il suo eventuale RIASSORBIMENTO.

40 – La riproduzione (periodizzazione) di un modo di produzione non ha come suo luogo un ‘processo’ di questo modo di produzione in quanto tale. (…) La differenziazione tra MODO DI PRODUZIONE E FORMAZIONI SOCIALI  non designa LUOGHI DIVERSI DI ESISTENZA, secondo un’analogia topografica[ -> da cui ideologia della mondializzazione = modo di produzione capitalistico mondiale di cui le formazioni sociali sarebbero solo le scorie]. Le formazioni sociali non sono dunque la SPAZIALIZZAZIONE  di modi di produzione esistenti in quanto tali e ‘ammucchiati’ uno sull’altro. LE FORMAZIONI SOCIALI SONO I LUOGHI VERI E PROPRI DEL PROCESSO DI RIPRODUZIONE IN QUANTO NODI DELLO SVILUPPO INEGUALE ENTRO I RAPPORTI DEI MODI E DELLE FORME DI PRODUZIONE IN SENO ALLA LOTTA DI CLASSE.

41- [CATENA IMPERIALISTA = riproduzione indotta del MPC delle METROPOLI entro le FORMAZIONI DIPENDENTI e DOMINATE, cioè NELLE NUOVE CONDIZIONI STORICHE DELLA SUA RIPRODUZIONE-> Sviluppo ineguale come forma costitutiva della riproduzione del MPC nello stadio imperialistico]

45. La teoria leninista dell’imperialismo e cioè il ruolo dell’esportazione dei capitali, è fondata sul ruolo determinante del ciclo del capitale produttivo./46- [concentrazione del capitale mondiale = rapporti di produzione / divisione sociale del lavoro mondiale = processo di lavoro]

48 [UNITA’ DI PRODUZIONE = IMPRESA= CENTRO DI APPROPRIAZIONE DELLA NATURA]

[SUL CONCETTO DI CLASSE -12 In ogni società divisa in classi sono i proprietari che hanno il controllo reale dei mezzi di produzione e in questo modo sfruttano i lavoratori diretti, estorcendo loro, in diverse forme, il PLUSLAVORO. /Ma questa proprietà designa il controllo reale dei mezzi di produzione, e si distingue dalla PROPRIETA’ GIURIDICA, così come è consacrata dal diritto, che è una sovrastruttura. Beninteso il diritto in generale interina la proprietà economica. Ma può accadere che le forme di proprietà giuridica non coincidano con la proprietà economica reale. In questo caso è la proprietà economica reale a svolgere un ruolo determinante nella definizione delle classi sociali. Facciamo due esempi: 1. nella divisione delle classi sociali delle campagne , prendiamo il caso dei GROSSI FATTORI. Questi secondo Lenin appartengono alla classe dei contadini ricchi, anche se non hanno la proprietà giuridica formale della terra , che appartiene al capitalista rentier. Se questi grossi fattori appartengono alla classe dei contadini ricchi non è perché hanno alti redditi: è perché hanno il controllo reale della terra e dei mezzi di lavoro , vale a dire che ne sono i proprietari economici effettivi; 2. il secondo esempio concerne l’URSS e i paesi socialisti: la proprietà giuridica formale appartiene allo Stato, considerato come Stato del popolo. Ma il controllo reale , la proprietà economica non appartiene certo ai lavoratori stessi, visto il deperimento dei soviet e dei consigli operai, bensì ai direttori d’impresa e ai membri dell’apparato. Si può perciò legittimamente sostenere che, sotto la forma della proprietà giuridica collettiva, si cela una nuova forma di proprietà ‘privata’ e quindi si dovrebbe parlare di una ‘nuova borghesia’ in Urss. (…) In definitiva è solo il controllo della produzione da parte dei lavoratori stessi che può modificare, fondamentalmente, la proprietà economica e portare così all’abolizione delle classi.]

48- L’attuale fase dell’imperialismo è caratterizzata dal costituirsi , sotto un’unica proprietà economica, di effettive UNITA’ DI PRODUZIONE COMPLESSE con processi lavorativi strettamente articolati e integrati –produzione integrata- i cui diversi stabilimenti si distribuiscono in più paesi [MULTINAZIONALI]: produzione integrata che non impedisce ,anzi al contrario, la diversificazione dei prodotti finiti e che non si limita a un solo ramo. Gli stessi scambi tra questi diversi stabilimenti non sono fissati sulla base dei prezzi di mercato , ma rappresentano ‘scambi interni’ a tali unità (prezzi di trasferimento).(…) Un recente studio del GATT rileva che il 30% del commercio internazionale assumerebbe la forma di scambi interni a queste società [multinazionali]

50- [E’ un fatto che circa il 40% delle 50 più grandi imprese multinazionali sono USA]

51- [La socializzazione internazionale dei processi lavorativi e l’internazionalizzazione del capitale] caratterizzano le nuove forme di divisione sociale imperialista del lavoro e le relazioni delle metropoli imperialiste tra di loro: esse corrispondo a NUOVE FORME DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE a livello mondiale. Infatti comandano lo sdoppiamento della linea di demarcazione metropoli/formazioni dominate nella NUOVA LINEA CHE ATTRAVERSA LE METROPOLI STESSE e spostando le basi di sfruttamento e di accumulazione verso la zona delle metropoli, esse vanno intese come strategia del capitale di fronte alle attuali condizioni di caduta tendenziale del saggio di profitto. Mentre prima le esportazioni di capitale venivano legate soprattutto al controllo delle materie prime e all’estensione dei mercati OGGI RIFLETTONO ESSENZIALMENTE LA NECESSITA’ DI VALORIZZARE IL CAPITALE MONOPOLISTICO IMPERIALISTA UTILIZZANDO TUTTI I VANTAGGI DELLO SFRUTTAMENTO DIRETTO DEL LAVORO.

55-[Socializzazione del processo lavorativo e concentrazione dei capitali -> dominanza USA per es in industria elettronica]/59- [problema dei rapporti tra le borghesie europee e il capitale USA -> problema delle borghesie nazionali VS borghesia compradora (≈ borghesia burocratica)/ capitale USA vs capitale autoctono/ 67- Modifica della configurazione dei luoghi del processo di riproduzione (formazioni sociali), al punto da far esplodere la formazione sociale nazionale e spezzare così i legami tra Stato e nazione (STATO SOVRANAZIONALE)] In altri termini i LUOGHI in cui si svolge la riproduzione allargata del MPC e i nodi dello sviluppo ineguale sono ancora le formazioni sociali nazionali? (…) In realtà i legami tra Stato e nazione non sono spezzati e i luoghi essenziali della riproduzione e dello sviluppo ineguale continuano ad essere le formazioni sociali nazionali , nella misura in cui né la nazione , né il rapporto tra Stato e nazione si riducono a semplici legami economici. La nazione, in tutta la complessità della sua determinazione –unità economica, territoriale, linguistica, simbolico-ideologica, legata alla ‘tradizione’- conserva la propria entità in quanto alle ‘forme nazionali’ della lotta di classe, restando fermo, per questa via il rapporto tra Stato e nazione.[68-Distorsioni tra Stato e nazione: la distinzione BORGHESIA NAZIONALE/BORGHESIA COMPRADORA non identifica neppure la distinzione tra capitale monopolistico  (grande capitale) e capitale non monopolistico (medio capitale) : si possono trovare grandi monopoli che agiscono come borghesie nazionali  e settori di medio capitale completamente infeudati al capitale straniero. (…) Di fatto per BORGHESIA NAZIONALE si intende la frazione autoctona della borghesia che, partendo da un certo tipo e grado di contraddizione con il capitale imperialista straniero, occupa nella struttura ideologica e politica , un posto relativamente autonomo e presenta così una unità propria.[può essere inclusa talora nel ‘popolo’ ed è capace allora di un certo tipo di alleanza con le masse popolari] [≠ BORGHESIA COMPRADORA = non dispone di una propria base di accumulazione del capitale e in certa misura opera come semplice INTERMEDIARIA del capitale monopolista straniero e per questa ragione la si assimila alla ‘borghesia burocratica’, è del tutto infeudata al capitale straniero ) Lumpen-borghesia] /[61≠BORGHESIA INTERNA = coesiste con alcuni settori della borghesia compradora vera e propria e non ha più le caratteristiche strutturali della borghesia nazionale. Da un lato è irretita attraverso molteplici legami di dipendenza nei processi di divisione internazionale del lavoro dominati dal capitale Usa; ma per un altro aspetto non si tratta di semplice borghesia compradora: essa possiede una piattaforma economica e una base di accumulazione proprie, sia all’interno della sua formazione sociale sia all’esterno]

62 [capitale Usa vs capitale autoctono/-> l’internazionalizzazione dei capitali non comporta un’effettiva fusione TRANS-NAZIONALE dei capitali]

66- Mentre l’instaurazione di rapporti mondiali di produzione e della socializzazione del lavoro rendono oggettivamente più forte la solidarietà internazionale dei lavoratori , al contrario nella loro lotta prevale la FORMA NAZIONALE , quando tale lotta è essenzialmente internazionale.

68- Non stiamo assistendo all’emergere di un nuovo Stato al di sopra delle nazioni, ma piuttosto a lacerazioni dell’unità nazionale sottesa agli Stati esistenti: è il fenomeno di grande portata del regionalismo  [e dell’accentuazione dei ‘poli di sviluppo’ fino ad arrivare a episodi di vera e propria colonizzazione interna]/ Sostenere che più la potenza economica aumenta e si concentra, più sottrae potere allo Stato , significa negare non solo che lo Stato abbia un proprio potere , ma anche che esso intervenga in modo decisivo nel processo di concentrazione.]La dominanza dello Stato corrisponde al notevole accrescimento delle sue funzioni economiche, assolutamente indispensabile per la riproduzione allargata del grande capitale.

70 [Lo Stato nella riproduzione allargata del MPC, svolge un ruolo proprio e specifico da una parte intervenendo nella riproduzione dei posti  delle classi sociali e dall’altra nella qualificazione-assoggettamento degli agenti in modo da porli in condizione di occupare tali posti e quindi intervenendo nella distribuzione degli agenti tra questi posti]

71 [Oggi non è possibile fare degli USA il modello esemplare, come la GB fu per Marx alla sua epoca]Infatti oggi le altre metropoli imperialiste e in particolare l’Europa rappresentano un campo e un oggetto specifici./ trasformazioni autoritarie degli apparati statali in Europa = loro collocazione nella nuova struttura di dipendenza rispetto agli Usa-> tutto dipenderà dalla lotta delle masse popolari contro le proprie borghesie e contro i propri Stati.]

78- [Il blocco di potere come forma specifica di alleanza = la dominazione politica non è esercitata da una sola classe ma da più classi o frazioni dominanti sotto la direzione di una frazione EGEMONE.]80 [CLASSE OPERAIA ≠ CLASSE SALARIATA perché non comprende i salariati non produttivi.

82 problema fondamentale: la riproduzione del capitale non è semplicemente il ciclo complessivo del capitale sociale (il famoso ‘spazio economico’) ma anche la riproduzione delle condizioni politiche e ideologiche sotto cui questa riproduzione avviene.

83 Secondo una profonda intuizione di Gramsci, lo Stato capitalistico nell’insieme dei suoi apparati ( e non solo i partiti politici borghesi) assume nei confronti del blocco al potere  un ruolo di ‘partito’, analogo a quello della classe operaia nel confronti dell’alleanza popolare, del ‘popolo’.

84-88 [Funzioni dello Stato: 1. repressione = violenza politica ;2. ideologica = inculca mento ideologia dominante ;3. assicurare condizioni generali della produzione del plusvalore = politica fiscale, legislazione industriale, protezione doganale, costruzione infrastruttura economica (ferrovie ecc.), ma anche unificatore politico del blocco di potere (capitalismo concorrenziale) -> contro la concezione strumentalistica dello Stato, ma si ribadisce la tesi di Lenin che bisogna spezzare l’apparato statale (Cfr. esperienza cilena)/86- Nello stadio del capitalismo monopolistico il ruolo dello Stato è dominante perché provvede alla riproduzione allargata del capitale sociale e alla sua valorizzazione (≠ semplice ruolo determinante, come nello stadio del capitalismo concorrenziale)/ vs la concezione dei monopolisti come un pugno di usurpatori e contro la politica dell’alleanza antimonopolistica (PCF)]

93 [tesi] Ciò che viene definito come ‘fusione’ del capitale industriale e del capitale bancario [= capitale finanziario] non deve suggerire l’immagine di un insieme strettamente integrato e ormai privo di contraddizione e frazionamenti(…) la fusione del capitale industriale e di quello bancario in capitale finanziario non indica in sé un assorbimento delle industrie da parte delle banche e una dominanza del settore bancario./ 94- La concentrazione del capitale industriale riguarda il capitale produttivo vero e proprio , il solo che produca valore : esso rappresenta la base reale dell’accumulazione capitalistica e dell’estrazione del plusvalore /95 [def CONCENTRAZIONE DEL CAPITALE =] INDIRIZZO CHE LE NUOVE FORME DEI RAPPORTI DI PRODUZIONE IMPRIMONO AL PROCESSO LAVORATIVO E ALLA DIVISIONE SOCIALE DEL LAVORO./[c’è capitale monopolistico a dominante industriale vs a dominante bancaria/96- Questa concentrazione può assumere più forme. Nella forma di concentrazione verticale , comporta la riunione sotto controllo unificato delle diverse fasi della produzione materiale e l’estendersi a valle e a monte dei diversi processi lavorativi che prima si rifacevano a unità di produzione separate. [il numero degli operai non è un criterio per definire un’unità di produzione come appartenente al capitale monopolistico, che di solito anzi è caratterizzato da una diminuzione del lavoro vivo rispetto al lavoro morto-> per es. impresa petrolchimica vs impresa tessile][Concentrazione orizzontale = estensione di una unità di produzione ai diversi processi lavorativi di una stessa fase produttiva]

97- Il capitale monopolistico gode di notevoli possibilità di accumulazione e di riproduzione allargata , grazie all’autoannessione del risultato , cioè per AUTOFINANZIAMENTO.

98 – [GRANDI IMPERI FINANZIARI = il momento più alto di fusione tra grandi società industriali e grandi banche]

99-[non esiste una socializzazione neutra dei processi lavorativi: sotto il capitalismo non si può dare altro che una loro SOCIALIZZAZIONE CAPITALISTICA]/100- I rapporti capitalistici di produzione sono caratterizzati dal fatto che, CONTEMPORANAMENTE, il rapporto di PROPRIETA’ ECONOMICA (= possibilità di impiego dei mezzi di produzione e di destinazione delle risorse e dei profitti per questa o quella utilizzazione) E il rapporto di POSSESSO (= direzione e relativo controllo di un determinato processo lavorativo) appartengono alla POSIZIONE del capitale [con i poteri inerenti a questa posizione-> 108 la posizione del capitale è circoscritta dai poteri di proprietà e di possesso e questo implica il problema degli agenti (MANAGER DELLE TECNOSTRUTTURE)]: i produttori diretti (il proletariato ) sono qui espropriati di tutto./ [transizione vs riproduzione allargata -> capitalismo monopolistico = capitalismo concorrenziale]/102 – [capitalismo concorrenziale /impresa individuale vs socializzazione privata/società per azioni-> tener conto delle dissociazioni tra proprietà economica e giuridica, introdotta per mezzo della società per azioni (illusione di partecipazione attraverso l’azionariato) significa mettersi in condizione di esaminare le CONTRADDIZIONI IN SENO ALLA BORGHESIA NELLO STADIO DEL CAPITALISMO MONOPOLISTICO.[-> 104 Il processo di fusione dei capitali non ha nulla a che vedere con una riunione tra amici, né con una cooperativa/109- lotta per un’unica istanza dirigente centrale che comanda e regola il flusso: LOTTA PER LA CONCENTRAZIONE DEI POTERI FRA LE DIVERSE FRAZIONI DEL CAPITALE (CONTRADDIZIONI E LOTTE)]/ 103- [controllo di minoranza di una società per azioni + una grande impresa industriale può sottomettere , attraverso il canale dei molteplici subappalti, un’unità di produzione separata: regressione del grado della proprietà economica a vantaggio della grande impresa o addirittura reale espropriazione di fatto.]

105 La relazione di POSSESSO, che si articola strettamente col processo lavorativo , sta a indicare la possibilità di impiego dei mezzi lavorativi in un centro di appropriazione della natura , e rimanda così ai gradi di controllo di un processo lavorativo determinato e delle condizioni della loro riproduzione. [LA RELAZIONE DI POSSESSO COMPORTA UNA SERIE DI POTERI PARTICOLARI SUI PROCESSI LAVORATIVI](…) Un’UNITA’ DI PRODUZIONE – un’impresa- forma di articolazione dei rapporti di produzione sul processo lavorativo , si colloca anzitutto in rapporto al possesso.->106- Da tale analisi dell’unità di produzione, che presuppone un taglio netto con tutte le concezioni ‘istituzionaliste’ dell’impresa, è possibile cogliere due direttrici: a. data la crescente socializzazione dei processi lavorativi , che corrisponde al processo di concentrazione del capitale sotto il capitalismo monopolistico , appare chiaro che I LIMITI STESSI DELLE UNITA’ DI PRODUZIONE SI SPOSTANO; b. lo spostamento dei limiti , in rapporto a questa socializzazione , è comandato dal tracciato che la concentrazione del capitale imprime alla socializzazione medesima e, perciò, alla divisione sociale del lavoro. Non è dovuto a necessità tecniche di un processo lavorativo in sé. Il processo lavorativo non esiste al di fuori delle CONDIZIONI SOCIALI in cui si compie.[nb.: IL CAPITALISMO MONOPOLISTICO NON RIESCE ANCORA A SOTTOMETTERE IL CAPITALISMO CONCORRENZIALE ( PICCOLA BORGHESIA ARTIGIANALE E COMMERCIALE): il capitalismo monopolistico mira allo sfruttamento intensivo del lavoro]

107- [Sulle forme di estensione del capitalismo monopolistico: ci può essere un’anticipazione della concentrazione della proprietà economica rispetto al ritmo di socializzazione dei processi lavorativi-> Holding e Trust: sulla fase di ristrutturazione]

111- [Sfasamento tra le diverse metropoli imperialiste: per es. ritardo tra una fase della catena imperialistica e la fase interna di una metropoli (il caso della Francia e dell’internazionalizzazione). /118 [Lotte intense in Francia tra capitale monopolistico industriale e capitale monopolistico bancario./SUBORDINAZIONE DEL CAPITALE COMMERCIALE NEL PROCESSO DEL CAPITALE FINANZIARIO-> Il capitale monopolistico rimanda alla borghesia interna delle metropoli capitalistiche]

120- [Contraddizioni interne alla borghesia tra capitale monopolistico e capitale non monopolistico (≈ grane e medio capitale-> contro la concezione di una scala graduata e uniforme per il capitale (piccolo,medio,grande)->sovra determinazione globale da parte del capitale monopolistico = blocco politico del capitale monopolistico-> il subappalto come caso della dissoluzione del potere sulla propria azienda -> spostamento dei poteri verso il capitale monopolistico (possesso)] /128 [Unità di produzione dipendente (=elementare) vs unità di produzione complessa ≠ unità di produzione autonoma]/ 134- Gli effetti di dissoluzione del capitale non monopolistico si manifestano qui, in ultima analisi, con il dissolversi della sua unità politica nella sua resistenza al capitale monopolistico, cosa che ormai gli impedisce di funzionare come effettiva forza sociale/135- le linee di demarcazione tra BORGHESIA INTERNA [= capitale non monopolistico] e capitale monopolistico dominante attraversano di fatto il capitale monopolistico e quello non monopolistico [impedendo che si possa prospettare una ‘alleanza antimonopolistica’]

132- [FRONTIERA DI CLASSE: la piccola borghesia non è borghesia tout court, perché non sfrutta, almeno non principalmente, il lavoro di classe-> artigiano vs padroncino (con 10 o 20 operai)/ processo di eliminazione imposto dal capitale monopolistico alla piccola borghesia tradizionale (per es.: impiegati)->133 pauperizzazione della piccola borghesia]

———————-LO STATO ATTUALE E LE BORGHESIE

137 [Un indebolimento dell’attuale Stato di fronte ai monopolisti? -> gruppi di pressione]

140-[Lo Stato come condensazione di un rapporto di forze (Gramsci) vs Stato come cosa o Stato come soggetto]/147- [Pianificazione capitalistica come controllo delle contraddizioni della riproduzione]/148- [Crisi di egemonia delle borghesie europee nei loro rapporti col capitalismo USA-> Lo Stato è sempre meno in grado di svolgere il suo ruolo di organizzatore di egemonia dei blocchi di potere-> Crisi di rappresentatività dello Stato]

149- [SULLE CRISI CAPITALISTE] Se l’attuale Stato sembra essere riuscito a ‘regolamentare’ in certa misura l’aspetto ‘selvaggio’ delle crisi economiche del capitalismo(il che non ha nulla a che vedere con il mito del ‘capitalismo organizzato’) vi è riuscito seguendo una strada in apparenza paradossale: ciò è avvenuto solo nella precisa misura in cui queste crisi economiche vengono ormai direttamente estrapolate  in crisi delle sovrastrutture –dello Stato e dei suoi apparati ideologici. Ciò tra l’altro perché lo Stato, facendosi ormai direttamente carico della riproduzione allargata del capitale e regolamentando le ‘crisi economiche’ assume ormai in prima persona alcune delle funzioni assolte da queste ‘crisi’: valorizzazione di alcune parti del capitale, inflazione e disoccupazione , direttamente orchestrate dallo Stato (inflazione strutturale o strisciante ecc.)/150- LO STATO-TAMPONE O VALVOLA DI SICUREZZA DELLE CRISI ECONOMICHE SI TRASFORMA COSI’ IN UNO STATO-CASSA DI RISONANZA DELLE CRISI DELLA RIPRODUZIONE DEI RAPPORTI SOCIALI./150- [Stato keynesiano vs incapacità attuale dello Stato a rispondere ai bisogni delle masse]/

151-[RIAGGIUSTAMENTI DELLA LEGITTIMAZIONE: Dalla legittimità della sovranità popolare alla legittimità dell’amministrazione] L’ideologia dello Stato ‘pluralista’, arbitro tra gli interessi dei ‘gruppi sociali’ e portatore della ‘volontà generale’ degli ‘individui-cittadini’, viene soppiantata dallo Stato istanza tecnica (…) venendo il TECNOCRATICISMO d’oggi a soppiantare la dominanza in seno all’ideologia borghese della ragione giuridico-politica dell’ideologia.

———————–OSSERVAZIONI SUL PERSONALE BORGHESE

152- Per quel che riguarda il capitale, abbiamo insistito sulle forme assunte dall’articolazione delle due relazioni (proprietà economica, possesso) che ne circoscrivono in modo determinante il posto (che si estende anche ai rapporti politici e ideologici) e i diversi poteri che ne discendono. Ora esaminerò la questione degli AGENTI, che occupano tale posto(…)./[Molti sociologi ed economisti parlando degli agenti trattano il tema dei MANAGERS o della tecnostruttura (Galbraiht):] la mentalità manageriale non verrebbe più ad essere trasformata , come accadeva per i proprietari, dal profitto , ma dalla logica della POTENZA  e dell’ESPANSIONE dell’impresa: la società attuale non sarebbe più fondata sulla logica del profitto. [Dahredorf, Weber-> Touraine] una divisione in classi nella società post-industriale tra coloro che comandano e decidono (i ‘detentori del sapere’ distinti dai proprietari) e coloro che eseguono.

154 [ELITE = in termini marxisti FRAZIONE DI CLASSE]/[MANAGERS ≈ QUADRO DEL SETTORE PUBBLICO ≈ VERTICI DEGLI APPARATI STATALI]/155- [Agenti portatori di poteri derivanti da relazioni di proprietà e di possesso (= 157 direzione del processo lavorativo)]/ [155- criterio di appartenenza a una classe = motivazioni del comportamento?]/157- [Il problema fondamentale è l’organizzazione dispotica del lavoro in fabbrica (basata su SEGRETO SCIENTIFICO e SEGRETO BUROCRATICO) / i manager corrispondono ora alla variante predominante dell’ideologia borghese (tecnostruttura)-> processi di riproduzione dei rapporti sociali nelle unità produttive -> impresa/istituzione/teoria dell’organizzazione -> rapporti tra chi decide e chi esegue]/[frazione egemonica vs frazione di classe]

————————————LA PICCOLA BORGHESIA TRADIZIONALE E LA NUOVA PICCOLA BORGHESIA

169 [ANALISI DELLA CLASSE MEDIA COME TERZA FORZA/170 – Di fronte all’antagonismo fra borghesia e classe operaia , la ‘classe media’ viene concepita come pilastro di mediazione e fondamentale fattore di equilibrio della società borghese /la classe media viene considerata come un gruppo “omogeneo” definito in generale dal criterio dei redditi ,da quello degli atteggiamenti mentali, delle motivazioni psicologiche ecc.[175- AGENTI ≠ INDIVIDUI]-> Per Dahredorf il concetto di classe non è più applicabile ai gruppi conflittuali della società ‘postcapitalistica’-> si arriva alla conclusione che oggi la lotta principale non riguarderebbe lo sfruttamento , ma le istituzioni (lotte anti-istituzionali): si riconoscono qui le analisi molto in voga di Ivan Illich]

170- La classe media come luogo entro cui la lotta di classe si dissolverebbe/ [Nella strategia dell’”alleanza antimonopolistica” del PCF, pur confutando l’idea della dissoluzione di questi NUOVI SALARIATI (dei terziari:commercio, banche, pubblicità, artigiani ecc.) nella classe operaia, si nega tuttavia la specifità di classe->

171 – [Teoria marxista delle classi vs sociologia borghese-> Per Poulantzas non ci sono insiemi sociali esterni alle classi -> le classi, al contrario, sono l’insieme degli effetti della struttura nel campo dei rapporti sociali (= divisione sociale del lavoro) /Le classi non esistono solo in forma relazionale (= modello di Touraine dei movimenti sociali)

176- Siamo arrivati a escludere l’esistenza di insiemi sociali a lato o al di fuori delle classi, tuttavia pertinenti al campo della lotta di classe. Tale problema tuttavia è relativamente distinto da quello della riproduzione[RIPRODUZIONE (183- punto di vista del capitale sociale) = QUALIFICAZIONE, ASSOGGETTAMENTO, RIPARTIZIONE] degli agenti in questi posti: è evidente che nel processo di riproduzione degli agenti è possibile circoscrivere un’intera gamma di fenomeni che vanno da situazioni transitorie a contraddittorie appartenenze di classe e anche a effettivi ‘declassamenti’ di agenti.Ma con una differenza capitale, che una somma di AGENTI DECLASSATI non forma mai un insieme sociale pertinente al campo della lotta di classe: e del resto sta tutto qui il senso delle analisi di Marx sul LUMPENPROLETARIAT [=proletariato straccione] [Punti di vista errati della sociologia borghese (strati esterni alle classi) e della socialdemocrazia (nuovi salariati = classe operaia)/ [Il problema è sempre: chi fa parte del popolo? chi fa parte delle masse popolari?  e questo rimanda alle frazioni di classe della piccola borghesia]

183 [CLASSE OPERAIA = SALARIATI PRODUTTIVI -> 187 “Nel processo lavorativo l’attività dell’uomo opera attraverso il mezzo di lavoro, un cambiamento nell’oggetto di lavoro che fina da principio era posto come scopo. Il processo si estingue nel prodotto. Il suo prodoto è un valor d’uso, materiale naturale appropriato a bisogni umani mediante un cambiamento di forma . Se si considera l’intero processo dal punto di vista del suo risultato , cioè del prodotto, mezzo di lavoro e oggetto di lavoro si presentano entrambi come mezzi di produzione e il lavoro stesso si presenta come LAVORO PRODUTTIVO” (Marx) + “Qualsivogli fattore di ricchezza materiale non prodotto dalla natura ha sempre dovuto la propria esistenza a un apposito lavoro produttivo avente lo scopo di appropriare a bisogni umani materiali naturali”]182- In un dato modo di produzione è lavoro produttivo il lavoro che determina IL RAPPORTO DI SFRUTTAMENTO DOMINANTE IN QUESTO MODO DI PRODUZIONE: quello che è produttivo per un modo di produzione può non esserlo per un altro. (…) 183-[In Marx questa definizione non è l’unica e questo solleva importanti problemi : ma per il momento diciamo che basta a Marx per tracciare le frontiere essenziali della classe operaia.->] Così, ad esempio, non è lavoro produttivo quello che dipende dalla sfera della circolazione del capitale o che contribuisce alla realizzazione del capitale: I SALARIATI DEL SETTORE COMMERCIALE , DELLA PUBBLICITA’, DEL MARKETING, DELLA CONTABILITA’, I BANCARI, GLI ASSICURATORI NON PRODUCONO PLUSAVALORE E NON FANNO PARTE DELLA CLASSE OPERAIA. [Dal punto di vista del commerciante individuale quei suoi lavoratori salariati che lavorano con lui sono fonte di profitto. Ma dal punto di vista del CAPITALE SOCIALE e della sua riproduzione il profitto del capitale commerciale e bancario non è la risultante di un processo che crea valore, ma di un TRASFERIMENTO DI PLUSVALORE creato dal capitale produttivo: questi lavoratori si limitano a contribuire alla ripartizione della massa del plusvalore tra le frazioni del capitale, in conformità a saggi medi di profitto.

184. [Al contrario certi tipi di lavori sembrano dipendere dal processo di circolazione e possono essere svolti da imprese commerciali , quando di fatto accrescono il valore di scambio come MERCE sulla base del suo valor d’uso capitalistico: sono dunque produttivi di plusvalore e i loro agenti vengono a far parte della classe operaia: “ E’ stato analizzato fino a qual punto l’INDUSTRIA DEI TRASPORTI, LA CONSERVAZIONE E LA RIPARTIZIONE DELLE MERCI in una forma adatta alla distribuzione, siano da considerare come dei processi di produzione, che si prolungano all’interno del processo di circolazione” (Marx)] Questo aspetto della questione è particolarmente importante nell’attuale fase del capitalismo monopolistico: basti ricordare i LAVORATORI PRODUTTIVI DEI DIVERSI SERVIZI DI ‘POST-VENDITA’ (RIPARAZIONI [Custodia delle merci188]ECC.)/ Infine sono considerati IMPRODUTTIVI quei lavori che assumono la forma di SERVIZI, i cui prodotti o le cui attività vengono direttamente consumate come VALORI D’USO  e che non si scambiano con capitale ma con reddito.(…) Questi servizi , da quello del parrucchiere a quelli dell’avvocato, del medico, dell’insegnante, restano lavori improduttivi anche se, per altro, come negli ultimi due casi contribuiscono alla riproduzione della forza lavoro [sono lavori utili, ma rimangono economicamente improduttivi per Marx]./185- Infine è nell’ottica di questa problematica che Marx considera tutta una serie di lavori che pure sono rilevanti per la riproduzione dei rapporti sociali capitalistici, in particolare il LAVORO DEGLI AGENTI DEGLI APPARATI STATALI , DEI FUNZIONARI IN SENSO LATO. (…) Si tratta qui di lavori essenziali m svolti dagli agenti degli apparati statali e pagati tramite IMPOSTE, le quali restano uno scambio sulla base del reddito./MA GLI AGENTI CHE PRESTANO SERVIZI SONO A LORO VOLTA DEGLI SFRUTTATI? In linea di principio lo scambio di valori d’uso con reddito è uno scambio di equivalenti che non può dar luogo come tale a un rapporto di sfruttamento

188 – Marx vuole assolutamente evitare la confusione tra il lavoro produttivo e il lavoro utile, l’utilità in genere del lavoro e del prodotto. Il carattere di valor d’uso direttamente implicato nella produzione materiale non va confuso con il concetto di ‘utilità’: i prodotti di ‘lusso’ o quelli dell’industria di guerra corrispondono a lavori produttivi. Ed effettivamente le confusioni continuano ancora oggi quando Sweezy e Baran considerano i lavori relativi all’armamento improduttivi giacché inutili.

189- Ma questo tramite della MERCE, grazie a cui Marx ritrova esplicitamente il carattere generale del lavoro produttivo (…) pone tuttavia un problema: se, come per altro Marx rileva, qualsiasi lavoro che intervenga direttamente nella produzione materiale tende, sotto il capitalismo, ad assumere la forma di merce e ad essere SUSSUNTO, CIOE’ SOTTOMESSO, al capitale, per contro nella generalizzazione capitalistica della forma di merce vi sono lavori che possono assumere questa forma, senza produrre plusvalore per il capitale. Ciò vale per il lavoro dei PITTORI, degli ARTISTI, degli SCRITTORI che si concretizza in un’opera d’arte o in un libro , cioè in forma di merce , quando si tratta di fatto di servizi scambiati con reddito: Marx segnala infatti come possano esservi prodotti che possono assumere la ‘forma-prezzo’ o la ‘forma-merce’ senza possedere valore. In altre parole, se ogni lavoro produttivo capitalistico assume la forma merce, non tutte le merci corrispondono a lavoro produttivo.

192-[Scienza e tecnologia-> C’è la necessità di un’importante distinzione tra i ‘portatori di scienza’: da una parte la ‘ricerca’ e i suoi agenti, dall’altra gli ingegneri e i tecnici che intervengono direttamente in un processo lavorativo materiale tramite il lavoratore produttivo collettivo. I primi sono indiscutibilmente esclusi dal lavoro produttivo capitalistico. Infatti anche se il capitale di fatto piega alle proprie esigenze il lavoro scientifico nel suo complesso, arruolando come dice Marx la scienza al proprio servizio (non esiste in questo senso ‘scienza neutrale’), e anche se il ruolo delle innovazioni tecniche è oggi divenuto più importante che in passato (sfruttamento intensivo del lavoro) , ciò non basta a trasformare il lavoro dei primi in produttivo. Il loro lavoro oggi come ieri non interviene direttamente nel processo di produzione materiale. La scienza nel capitalismo rimane ‘separata’ dai lavoratori diretti (‘scienza indipendente dal lavoro’) e interviene nel processo di produzione materiale non in quanto tale, come afferma Marx, ma con le sue ‘applicazioni tecnologiche’, incorporandosi a uno o a un altro dei fattori di tale processo, alla forza lavoro o ai mezzi di produzione. / Il lavoro di ‘ricerca’ o di ‘produzione di informazioni’ non è dunque lavoro produttivo di plusvalore. Del resto, neppure gli agenti di tale lavoro sono produttori , in senso stretto, di scienza: non essendo localizzabile in un processo limitato nel tempo e nello spazio, quest’ultima rimanda infine al lavoro e all’esperienza di una moltitudine di lavoratori diretti, essi si impegnati nei processi lavorativi più diversi, ma separati dalla ‘ricerca’. QUEL LAVORO RESTA DUNQUE IMPRODUTTIVO ANCHE QUANDO I SUOI PRODOTTI ASSUMANO LA FORMA DI MERCE (BREVETTI, LICENZE) E ABBIANO UN ‘PREZZO’, GIACCHE’, NON DIVERSAMENTE DA QUEL CHE ACCADE PER ES. IN UN’OPERA D’ARTE , NON RIPRODUCONO COME TALI DEL VALORE : QUESTI ‘PRODOTTI’ SCIENTIFICI NON SONO RIPRODUCIBILI COME TALI [= NON SONO LAVORO ASTRATTO?]. Ciò non significa che tali agenti non possano apportare plusvalore a un singolo capitalista (società di software e di engineering) ma dal punto di vista del capitale sociale si tratta solo di un trasferimento di plusvalore.

–LE COMPONENTI POLITICHE E IDEOLOGICHE NELLA DETERMINAZIONE DI CLASSE DELLA NUOVA PICCOLA BORGHESIA

194- La determinazione strutturale di classe abbraccia anche i rapporti politici e ideologici. (…) Cominciamo dal problema dell’ ORGANIZZAZIONE DEL PROCESSO STESSO DEL LAVORO PRODUTTIVO: mi limiterò in un primo momento alla questione dell’appartenenza di classe di determinati agenti, ad es. i capi reparto [=sottufficiali della produzione], per sollevare il problema teorico generale del ‘LAVORO DI DIREZIONE E DI SORVEGLIANZA’.

199- Arriviamo così alla questione dei rapporti ideologici nella divisione sociale del lavoro nell’ambito della produzione materiale e alla loro articolazione coi rapporti politici: ciò significa affrontare anzitutto il PROBLEMA DELLA DIVISIONE TRA LAVORO MANUALE E LAVORO INTELLETTUALE, che esamineremo anzitutto rispetto alla determinazione strutturale di classe degli INGEGNERI e di TECNICI (=nuova piccola borghesia) direttamente coinvolti nella produzione materiale. MA LA DIVISIONE LAVORO MANUALE/LAVORO INTELLETTUALE VA MOLTO AL DI LA’ DI QUESTO SINGOLO CASO E RIGUARDA DI FATTO L’INSIEME DELLA NUOVA PICCOLA BORGHESIA NEI SUOI RAPPORTI CON LA CLASSE OPERAIA.

201 [Marx contro le chiacchiere sull’automazione che rendendo operai i lavoratori intellettuali supererebbe la divisione tra lavoro intellettuale/lavoro manuale.]Per Marx si tratta sempre di SOCIALIZZAZIONE (=cooperazione allargata) CAPITALISTICA del lavoro.

205-[Non esiste nessuna ragione tecnica intrinseca alla produzione per cui le applicazioni tecniche della scienza assumano la forma di una divisione lavoro intellettuale/lavoro manuale QUANDO SI SA CON CERTEZZA CHE LA SCIENZA E’ IN ULTIMA ANALISI IL RISULTATO DELL’ESPERIENZA ACCUMULATA DAGLI STESSI LAVORATORI DIRETTI. Certo il processo scientifico non è solo questo: esso comporta anche un lavoro di sistematizzazione (‘lavoro generale’ secondo la formula di Marx) e di sperimentazione scientifica non riducibile all’’esperienza immediata’.Ma questo peculiare lavoro esiste come divisione lavoro intellettuale/lavoro manuale solo nella sua forma capitalistica. Tale forma è così direttamente legata al MONOPOLIO DEL SAPERE, FORMA DI APPROPRIAZIONE CAPITALISTICA DELLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE, E FORMA DI RIPRODUZIONE DI RAPPORTI DI DOMINAZIONE-SUBORDINAZIONE , mediante il perpetuarsi dell’esclusione delle masse subordinate di coloro che non sanno e che sono condannati a non sapere. /E’un aspetto del problema che Gramsci aveva acutamente intravisto quando identificava negli ingegneri-tecnici i NUOVI INTELLETTUALI. Per il momento ricordiamo che per Gramsci ingegneri e tecnici sono intellettuali, vale a dire ‘funzionari dell’ideologia’./206- Gramsci si spingerà tanto avanti da considerare la grande maggioranza di essi come INTELLETTUALI ORGANICI DELLA BORGHESIA.

206- [Non esistono applicazioni tecnologiche della scienza come tali, ma solo applicazioni costituzionalmente legate alla materializzazione dell’ideologia dominante-> rapporto tra ideologia dominante e sapere : 207- il politico/diritto si legittima sul modo tecnico-scientifico come pratica scientifica razionale [tecnocratismo vs rivolta antiscientifica]-> 208- LAVORO INTELLETTUALE COME ESERCIZIO DI RAPPORTI POLITICI LEGITTIMATI DAL MONOPOLIO E DAL SEGRETO DEL SAPERE.

212- [AUTOMAZIONE = AUMENTO TECNICI E DEQUALIFICAZIONE OPERAI/214- Sulla differenziazione tra salari operai e tecnici-> ma anche LAVORO INTELLETTUALE A CATENA-> INGEGNERI-MANAGER (=borghesia) vs INGEGNERI subalterni /TECNICI DI CONTROLLO (COLLETTI BIANCHI)(= piccola borghesia)/

218- PRIMATO DELLA DIVISIONE SOCIALE SULLA DIVISIONE TECNICA DEL LAVORO /Poulantzas afferma che la divisione lavoro intellettuale/lavoro manuale contrassegna l’insieme della nuova piccola borghesia  che si colloca in essa, e in rapporto alla classe operaia, dal ‘lato’ o nel ‘campo’ del lavoro intellettuale , sia in modo diretto, sia in modo indiretto. -> Per cogliere bene l’aspetto ‘intellettuale’ di lavori come quelli svolti da CONTABILI, BANCARI, IMPIEGATI DEL MARKETING, ASSICURAZIONI, SETTORE COMMERCIALE IN SENSO LATO, e anche dalla grande maggioranza dei FUNZIONARI STATALI, AGENTI DEI VARI ‘SERVIZI’ ( SANITA’, OSPEDALI, SALARIATI DEGLI STUDI PROFESSIONALI), dagli agenti dei vari uffici ( SEGRETARIE, DATTILOGRAFE), dai COMMESSI IN GENERE , rispetto al lavoro della classe operaia. /219. [Gramsci ≠ Kautsky su intellettuali] Gramsci è stato giustamente indotto a estendere il concetto di intellettuali sotto il capitalismo (‘intellettuali moderni’) a una serie di agenti il cui ruolo sociale nel funzionamento delle ideologie di classe non era stato a prima visto con chiarezza: in particolare ciò vale per gli ingegneri e i tecnici.

219 – [Gramsci vs Kautsky sugli intellettuali]-> [223- Gramsci parla di gradi dell’attività intellettuale: creatore vs amministratore/divulgatore-> per spiegare come anche l’attività dei COMMESSI DEI GRANDI MAGAZZINI, sia da considerare dal lato del lavoro intellettuale bisogna considerare che questa differenziazione tra lavoro manuale/lavoro intellettuale non ritagli mai una reale e INTRINSECA FRONTIERA tra ‘coloro che sanno’ e coloro che ‘non sanno’ (“Non c’è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale , non si può separare l’HOMO FABER dall’ HOMO SAPIENS” (Gramsci)) Si tratta invece di un investimento ideologico della scienza in tutta una serie di RITUALI DEL SAPERE o supposto tale da cui la classe operaia è esclusa, ed è in tal senso che la divisione lavoro intellettuale/lavoro manuale funziona.->  Valorizzazione tradizionale del lavoro di scrittura e di esposizione/ 224- [“savoir faire” (= competenze di urbanità/mondanità) della commessa del grande magazzino vs competenze tecnico-manuali della classe operaia) ]/ 225 [Lavori di qualità come rispettabilità del lavoro della piccola borghesia-> 228 Ci sono poi differenze importanti tra gli stessi impiegati a seconda della frazione di classe da cui essi dipendono -> 231 gesti professionali dell’operaio vs mestieri sociali para-pedagogici e para-sanitari-> a scuola si insegna alla classe operaia un capitale culturale diverso da quello che si insegna alla piccola borghesia-> MODI DI FARE vs CAPACITA’ TECNICHE (= lavori impliciti nel processo di produzione materiale, che vengono insegnati alla classe operaia -> 232 – SCUOLA = interiorizzazione dell’esclusione (emarginazione) del lavoro manuale / 233 [SPECIALIZZAZIONE TECNICA (=differenziazione reale tra effettive conoscenze) vs FORMAZIONE DEL LAVORO INTELLETTUALE (=inculcamento di una serie di RITUALI, SEGRETI (DEL SAPERE), SIMBOLIZZAZIONI]224- Scuola nel capitalismo = chiesa nel feudalesimo come apparati di qualifica e distribuzione degli agenti nelle strutture]

235- [FUNZIONI DIRIGENTI VS FUNZIONI SUBALTERNE -> SEPARAZIONI INTERNE ALLA NUOVA PICCOLA BORGHESIA (GERARCHIA VS DOMINAZIONE)/

—LA NUOVA PICCOLA BORGHESIA E LA BUROCRATIZZAZIONE DEL LAVORO INTELLETTUALE

237- Impiegati di ufficio e di commercio vs funzionari di sorveglianza e controllo (= lavoro intellettuale dei nuovi salariati non produttivi) /238- Identificazione tra impiegato d’ufficio e management basata su CARATTERE SEGRETO E CONFIDENZIALE DEL LAVORO DI UFFICIO] 238- Non occorre riferirsi al caso del tutto evidente del personale intermedio e subalterno dei rami dell’apparato repressivo, per cogliere il ruolo di tali agenti nella realizzazione e nella materializzazione dei rapporti di subordinazione/dominazione politica che la classe dominante tramite lo Stato esercita sull’insieme delle classi dominate. Per certi aspetti delle loro funzioni gran parte degli agenti degli apparati repressivi e ideologici di Stato (INSEGNANTI, GIORNALISTI, ASSISTENTI SOCIALI ECC,) partecipano, non fosse altro che come semplici esecutori (cosa che li distingue dai vertici borghesi degli apparati cui essi stessi sono sottomessi e subordinati) ai compiti di inculcamento ideologico e di repressione politica nei confronti delle classi dominate, e in specie nei confronti della vittima principale , la classe operaia stessi, anche se essi non hanno sempre un comando diretto sulla classe operaia: un funzionario delle imposte , nel suo servizio amministrativo, non ha direttamente degli operai sotto i suoi ordini.

240 [Burocrazia ≠ burocratizzazione (= tendenza dell’organizzazione del lavoro della grande massa dei salariati non produttivi basata su 1. segreto burocratico del sapere e 2. delega d’autorità/241 –[ burocratizzazione (=242 riproduzione INDOTTA e DISTORTA dei rapporti di dominazione/subordinazione di classe nella nuova piccola borghesia –effettivo potere vs autorità delegata)≠dispotismo di fabbrica] [242 Apparati economici (=unità di produzione ≠ apparati ideologici di Stato ]/Irriducibile nodo della socializzazione del processo del lavoro produttivo-> rivendicazioni anti-gerarchiche della classe operaia (ISTINTO DI CLASSE) E SOLIDARIETA’ OPERAIA vs RAPPORTI INTERNI DELLA PICCOLA BORGHESIA BUROCRATIZZATA (= monopolizzazione del sapere e rapporti d’autorità) = ISOLAMENTO CONCORRENZIALE CHE SI CREA NEI RAPPORTI BUROCRATIZZATI.

———–LA NUOVA PICCOLA BORGHESIA E LA DISTRIBUZIONE DEI SUOI AGENTI

248-Bisogna ricordare che l’aspetto fondamentale della riproduzione dei rapporti sociali – delle classi sociali- non è quello degli agenti [come soggetti], ma quello della riproduzione dei posti di queste classi. ->la proporzione della piccola borghesia che si sposta verso la borghesia è senza confronto molto superiore che per la classe operaia.

—————IL SOTTOINSIEME IDEOLOGICO PICCOLO BORGHESE E LA POSIZIONE POLITICA DELLA PICCOLA BORGHESIA

252- Per la piccola borghesia si può soltanto parlare di un sottoinsieme ideologico piccolo borghese costituito dagli effetti dell’ideologia borghese dominante sulle peculiari aspirazioni degli agenti piccolo borghesi.[-> non c’è cinghia di  trasmissione dell’influenza dell’ideologia borghese sulla classe operaia].

255- [Tratti ideologici principale della nuova piccola borghesia:

  1. aspetto ideologico anticapitalistico che oscilla fortemente verso illusioni riformiste. Le rivendicazioni sono essenzialmente legate al problema dei redditi attraverso la “giustizia sociale” o una “politica fiscale egualitaria -> INDIVIDUALISMO PICCOLO BORGHESE
  2. sovvertimento dei rapporti politico ideologici attraverso la ‘partecipazione’ o la giusta valorizzazione del lavoro intellettuale (‘tecnocraticismo di sinistra’)/autogestione e decentramento ->lotta antiautoritaria che si sviluppa sotto forma di rivolte contro la burocratizzazione e la parcellizzazione del lavoro intellettuale, senz arrivare al contenuto della lotta antigerarchica operaia:
  3. trasformazione della loro condizione non legata alla trasformazione rivoluzionaria della società = MITO DEL SUCCESSO, MIMETISMO BORGHESE, grazie a un passaggio individuale verso l’alto dei migliori e dei più capaci (=meritocrazia)]
  4. feticismo del potere-> la piccola borghesia come CLASSE INTERMEDIARIA  aspira a uno stato come forza in sé neutra capace di esercitare un arbitrato tra le classi sociali. Identificazione della piccola borghesia con lo Stato (Cfr. in Francia il giacobinismo repubblicano di sinistra)/ La piccola borghesia contro il ruolo dello Stato come dominazione di classe (pro Stato corporativo e Socialismo di Stato)/ “Stato del benessere” come regolatore e correttore delle ineguaglianze sociali , ma anche Stato forte e cesarismo sociale (appoggio a fascismi e bonapartismi)
  5. rivolta degli agenti piccolo borghesi contro le loro condizioni di esistenza = jacqueries piccolo borghesi legate all’individualismo (= disprezzo per l’organizzazione =reazione antistatale = anarchismo piccolo-borghese.

258- [Tratti ideologici della piccola borghesia tradizionale:

  1. anticapitalismo contro i ‘grandi ricchi’ e le ‘grandi fortune’;
  2. sostituzione della borghesia che non adempie al proprio ruolo con la piccola borghesia tramite un a “democratizzazione” della società capitalistica;
  3. feticismo del potere -> Stato come organizzatore politico diretto, tramite i propri corpi  e i propri apparati, della piccola borghesia;
  4. forme di rivolta violenta ->= jacqueries piccolo borghesi

259- Sul CEMENTO IDEOLOGICO dell’unità dei diversi strati piccolo borghesi->”NE’ BORGHESI, NE’ PROLETARI”-> LA PICCOLA BORGHESIA VIENE PROGRESSIVAMENTE SCHIACCIATA ED ELIMINATA DAL CAPITALE MONOPOLISTICO ->NON PUO’ ESSERVI UN MODO DI PRODUZIONE PICCOLO-BORGHESE./[260- LA FAMIGLIA COME APPARATO DI inculcamento IDEOLOGICO]

267- [E’ noto che anche la classe operaia non costituisce un insieme omogeneo e lo stesso vale per la piccola borghesia: 282- STRATI DI UNA FRAZIONE DI CLASSE-> GRUPPI DI AGENTI CHE APPARTENGONO A FRAZIONI MOLTO DIVERSE: tendenzialità della determinazione di classe vs frontiere empiriche e rigorose: per es. COMMESSE E INFERMIERI sono le attività piccolo-borghesi più vicine al lavoro produttivo  e le meno esposte al burocratismo]/275 – DALLA NOZIONE DI BISOGNO AL CONCETTO DI PRATICA DI CLASSE/ Il capitale ha come scopo di separare la nuova piccola borghesia dalla classe operaia, sia a livello di riproduzione della forza lavoro ( alloggi, trasporti) , sia negli ambienti del non lavoro (svaghi, tempo libero)/276-[LOTTE URBANE COME TERRENO DELL’ALLEANZA TRA PICCOLA BORGHESIA E CLASSE OPERAIA]/290 [Gli impiegati come frazione della piccola borghesia/ 291- redditi non occultabili della classe operaia e della nuova piccola borghesia.

279 – [Sapere e rituale simbolico-ideologico di cui esso è investito -> ARTE DELLA VENDITA VS Distribuzione di un certo tonnellaggio di articoli in un tempo minimo-> Super e Ipermercati =TRASPORTO =LAVORO PRODUTTIVO (Marx)-> 283 Le addette alla cassa come punta di diamante dei movimenti di lotta.

284 Contro Dahredorf-> la burocrazia non forma una stratificazione piramidale continua e uniforme

289- Periodo tra le due guerre = periodo di transizione e consolidamento del capitalismo monopolistico

295 [E’ UN’ILLUSIONE PENSARE CHE LA DETERMINAZIONE DI CLASSE COINCIDA CON LA POSIZIONE DI CLASSE./ PRO alleanza tra la classe operaia e le altre classi o frazioni di classi popolari = UNIFICAZIONE DEL POPOLO (COME STRATEGIA)

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