
Due notizie che mi hanno colpito in questo libro. Anzituttto ne Le lotte di classe in Francia Marx ci mostra lo scontrarsi degli interessi di classe dell’aristocrazia finanziaria con quelli della borghesia industriale; all’ARISTOCRAZIA FINANZIARIA MARX ATTRIBUISCE LA “SMANIA DI ARRICCHIRSI NON CON LA PRODUZIONE, MA RUBANDO LE RICCHEZZE ALTRUI GIA’ ESISTENTI” E PER QUESTO LA CHIAMA IRONICAMENTE “ LA RIPRODUZIONE DEL SOTTOPROLETARIATO ALLA SOMMITA’ DELLA SOCIETA’ BORGHESE”. Poi, Ossowski sottolinea l’abbandono in URSS dei metodi marxiani di analisi sociologica: dice ”era più facile 130- nell’Unione Sovietica giustificare nel 1918 il divario delle paghe statali nel rapporto di 175 a 100, che nel 1950 il divario nel rapporto di 40 a 1.(…)/ I sostenitori dell’applicazione dei metodi marxiani alla società sovietica del tempo di Stalin accentuano il divario della scala dei salari e l’importanza dei privilegi economici non compresi nella somma delle rimunerazioni in denaro, cercano di mettere in risalto la tendenza alla stabilizzazione delle differenze di classe (la grande riduzione dell’imposta di successione e della progressione dell’imposta sul reddito , riduzione attuata nel 1943; le tasse per l’istruzione media e superiore, reintrodotte nel 1940 e confermate dalla modificazione dell’art.121 della costituzione staliniane del 1947; l’istituzionalizzazione di “barriere di classe” mediante un sistema di autorizzazioni, sovvenzioni e privilegi ecc.), cercano di applicare la teoria marxiana dello stato allo stato sovietico e la teoria marxiana dell’”oppio per il popolo” all’ideologia diffusa negli stati socialisti [operai e contadini = “classi non antagonistiche” (Stalin)]
3-Le condizioni in cui si è sviluppata la moderna economia capitalistica hanno fatto nascere l’economia politica classica, la sociologia borghese e il materialismo storico. (…) Tutte queste teorie consideravano la società come una collettività di individui, che osserva in generale certe regole del gioco formulate nei codici di diritto, nelle costituzioni e soprattutto nelle convenzioni regolanti i rapporti economici, in particolare i rapporti di mercato libero; come una collettività di individui , ciascuno dei quali in generale agisce in base a decisioni individuali , sebbene tali decisioni siano determinate da certe leggi naturali. (…) / Le controversie tra il marxismo e la sociologia liberale si stagliavano in tutta la loro asprezza sullo sfondo di certi presupposti comuni.
4- Quando si formò il sistema di concetti e di problemi della sociologia borghese, quando le idee di Marx e di Engels si svilupparono in una grande, compatta dottrina, non si conoscevano ancora le conseguenze della “seconda rivoluzione tecnica” (elettricità e motore a scoppio) che hanno radicalmente cambiato le forme della vita collettiva del secolo XX (…)
5- L’età in cui negli ambienti borghesi dominava l’ideologia liberale, e il socialismo nella sua forma radicale, dovunque si manifestasse, era un movimento di emancipazione, quell’età non scorgeva quell’aspetto della tecnica moderna che essa ha assunto per noi , ora che le sue conquiste hanno messo in mano ai detentori del potere politico mezzi giganteschi per dominare non solo sulla natura, secondo i pronostici teorici dell’Ottocento, ma anche per dominare sull’uomo, sulle masse umane.
7- Le lotte tra organizzazioni propaganti un’ideologia classista in nome della stessa classe, specialmente dopo il 1917, o i processi che nei sistemi monopartitici hanno ricevuto il nome di “distacco del partito dalle masse”, hanno mostrato , per esempio, che il camuffamento di interessi di organizzazione è altrettanto possibile quanto il camuffamento di interessi di classe con parole d’ordine universalistiche o nazionali da parte di organizzazioni dall’ideologia sedicente non classista. Queste e simili esperienze ci hanno insegnato che il rapporto tra classi e grandi organizzazioni sociali è più complesso di quanto non supponesse la concezione marxiana della dinamica storica, e che gli antagonismi in cui possiamo cercare il motore della storia non si svolgono su un solo piano.
8- [Il titolo del libro dovrebbe essere LA STRUTTURA DI CLASSE NELLA COSCIENZA SOCIALE] (…) l’espressione “nella coscienza sociale” [non dovrebbe essere appesantito da spettri relativi a “coscienza sociale” e bisogna chiarire che] si tratta qui dei contenuti mentali caratteristici di certi ambienti, che si tratta dei concetti, delle immagini, delle convinzioni e delle valutazioni che sono in generale comuni agli uomini di un determinato ambiente e che nella coscienza dei singoli individui sono rafforzati dalla RECIPROCA SUGGESTIONE, dalla convinzione che essi sono condivisi dagli altri membri dello stesso gruppo.
9- Gli aspetti che la struttura sociale assume agli occhi degli uomini che vi partecipano [aspetto della struttura sociale = MODO DI CONCEPIRE LA STRUTTURA SOCIALE = modo di vedere] sono per noi importanti per diverse ragioni:
- Un aspetto della struttura struttura sociale ampiamente diffuso è un elemento della struttura sociale, il quale influisce sul carattere dei rapporti umani;
- Un modo di concepire la struttura sociale che sia più o meno generale in certe classi e in certi ambienti , ci permette di inferire che cosa agli uomini di questi ambienti salti soprattutto agli occhi nel sistema di rapporti e che cosa sia ai loro occhi importante. ATTRAVERSO LE RAPPRESENTAZIONI DEI RAPPORTI INTERUMANI PROPRIE A DETERMINATI AMBIENTI ARRIVIAMO AI PROBLEMI VIVI.
- (…) Le differenti rappresentazioni di una stessa struttura sociale non sono soltanto un’espressione di differenti tendenze : esse rappresentano un capitale di differenti esperienze e osservazioni risultanti da differenti interessi pratici. (…) Per esempi è molto istruttivo confrontare la teoria marxiana delle classi sociali con la teoria dei sociologi americani. La questione è complessa perché qui entrano in gioco sia differenze di tendenze sociali, sia differenze di materiale.
- (…) le rappresentazioni socializzate della struttura sociale sono per noi importanti in quanto condizionano direttamente le ideologie e i programmi sociali. IN QUESTO MODO UNA RASSEGNA DELLE CONCEZIONI DELLA STRUTTURA SOCIALE NELLA COSCIENZA SOCIALE COSTITUIREBBE UNA SPECIE DI “PROLEGOMENA” SIA PER LE RICERCHE SUI SISTEMI DI INTERDIPENDENZE UMANE, SIA PER RICERCHE COMPARATIVE SULLA FUNZIONE DELLE IDEOLOGIE SOCIALI.

[191-194- Scelta del punto di vista o caratterizzazione del designato]
13- Struttura in senso METAFORICO è un sistema di distanze interpretate figurativamente e di rapporti di dipendenza di questo o quel genere. In tal senso parliamo per esempio della struttura della famiglia patriarcale , in cui la parentela che lega i figli al padre è più stretta di quella che lega i figli alla madre e il legame col figlio maschio primogenito è più forte di quello con gli altri figli e in tal senso noi contrapponiamo questa struttura a quella della famiglia melanesiana. / Ora la struttura di una società si può intendere in senso letterale, spaziale. Ciò accade quando ci interessiamo alla disposizione spaziale degli individui e dei gruppi umani dal punto di vista dei rapporti umani che intercorrono tra di loro. Per “disposizione spaziale degli individui e dei gruppi” intendiamo la grandezza e la distribuzione e la configurazione spaziale degli abitati , la densità di popolazione delle singole parti del territorio , le linee di comunicazione ecc. [ma per la struttura della società in questo senso letterale i francesi parlano di “MORFOLOGIA SOCIALE”]/14- Al contrario delle MICROSTRUTTURE , quali la struttura della famiglia, che costituisce un sistema di rapporti tra i singoli individui, parliamo di STRUTTURA SOCIALE quando consideriamo come componenti di un sistema GRUPPI o CATEGORIE di individui, non solo singoli individui. Rispetto alla STRUTTURA DI CLASSE la struttura sociale è un concetto più ampio , perché i gruppi che consideriamo come componenti della struttura sociale non devono essere necessariamente classi sociali [possono essere: categorie di età, gruppi etnici (che possono differenziare una società), gruppi organizzati (come un partito politico, una gerarchia burocratica o ecclesiastica)] (…) In base a questo punto di vista , concepiamo la struttura sociale come un sistema di rapporti di dipendenza interumani, di distanze e di gerarchie, sia in forma non organizzata, sia in forma organizzata; quanto alla STRUTTURA DI CLASSE, la considereremo come un aspetto – particolarmente importante della struttura sociale. Per RAPPORTI DI DIPENDENZA INTERUMANI intendiamo sia i rapporti di dipendenza che derivano dal potere, sia quelli che derivano dalla divisione delle funzioni [≈ divisione del lavoro]. / E’ opportuno segnalare che in relazione alle società umane si usa talvolta il termine “struttura” in casi in cui esso non riguarda né i rapporti di dipendenza, né le distanze sociali. Si parla per esempio di struttura demografica, professionale, confessionale o razziale in casi in cui si tratta semplicemente della composizione della popolazione sotto questo o quel riguardo. Nella nostra ricerca parleremo in casi simili della COMPOSIZIONE, di una società, non della sua struttura.
17 consideriamo il presente lavoro come uno studio concernente le società classiste nell’ambito della cultura europea.

170-
24- La metafora della stratificazione verticale delle classi sociali, che rappresenta la società come un insieme di uomini di cui gli uni stanno sopra e gli altri sotto è una di quelle rappresentazioni che non perdono la loro vitalità nel corso dei secoli e che – come la storia delle diverse culture sembra testimoniare- si offrono spontaneamente all’immaginazione [anche degli attivisti sociali, dai profeti di Giuda e d’Israele ai manifesti rivoluzionari dei sec. XIX e XX]/ Se consideriamo il folklore oppure l’eredità lasciataci dagli attivisti sociali ci convinciamo facilmente che la concezione più popolare , o per lo meno la più importante socialmente, della stratificazione sociale, è la CONCEZIONE DICOTOMICA: la divisione della società in due gruppi principali , cioè il gruppo di quelli che stanno sopra e il gruppo di quelli che stanno sotto./ 28- Tra le varie formulazioni scopriamo tre aspetti fondamentali di questa categoria che corrispondono a tre categorie di privilegi dello strato superiore: 1. governanti e governati [= quelli che comandano e quelli che devono ubbidire];2. ricchi e poveri; 3. quelli per cui si lavora e quelli che lavorano./ “Classi dominanti” è un’espressione relativa al primo rapporto. “Classi possidenti” e “classi non possidenti” è un’altra formulazione del secondo rapporto. La contrapposizione di “sfruttatori” e “sfruttati” si riferisce al terzo rapporto, ma in questa formulazione sentiamo già una valutazione morale. La valutazione morale si manifesta ancora più nettamente in espressioni come “oppressori e oppressi” / Queste non sono formulazioni escludentisi reciprocamente, né intercambiabili. Vi scorgiamo tre diversi rapporti caratterizzanti la contrapposizione di strato superiore e strato inferiore negli stessi casi, solo che uno di questi rapporti viene considerato come fondamentale dal punto di vista dei nessi causali./ [Shelley “Agli uomini d’Inghilterra” ->favola delle api e dei fuchi = Saint Simon ma con significato inverso:] La contrapposizione saintsimoniana di lavoratori e non-lavoratori, sbarazzata, nell’interesse della classe vittoriosa, dalla relazione con la contrapposizione tra ricchi e poveri, e addirittura con quella di governanti e governati, non è più un aspetto della disposizione verticale della struttura sociale. (…) Quanto alla concezione di una così ampia classe lavoratrice, in cui la posizione economica dell’individuo è l’indice dei suoi meriti sociali –concezione che elimina dal campo di osservazione la stratificazione in seno a questa grande”classe”- essa troverà una corrispondenza più di cent’anni dopo nel paese del socialismo, quando sarà lì intrapresa una lotta contro la tendenza a livellare la partecipazione al reddito sociale, e quando si creeranno grandi differenze salariali tra la popolazione lavoratrice.
33- [2 opposizioni: padrone/schiavo (economica) ≠ libero/schiavo (giuridica)] Nell’impero romano, a partire dal I sec. d.C., allorché diminuisce il numero degli schiavi e migliora la loro situazione sociale, un’altra distinzione attira l’attenzione generale: la divisione dei cittadini tra possidenti (media e grande ‘borghesia’) e non possidenti. Tale divisione [economica] si istituzionalizza in termini non economici: HONESTIORES e HUMILIORES (…) testimoniano soltanto il prestigio della ricchezza. [Sant’Agostino come Hegel ante litteram che giustifica non solo la distinzione liberi/schiavi ma anche quella tra ricchi e poveri all’interno della comunità cristiana]
35-[CLASSI CORRELATIVE] Di classi possono essercene molte ma ciò che importa è che ciascuna di esse è in modo analogo correlata a un’altra: il contadino-servo è un uomo la cui posizione sociale è definita dal suo rapporto col signore, così come la posizione dell’apprendista è definita dal rapporto col maestro della corporazione.
36- La concezione dicotomica della struttura sociale è una generalizzazione estesa alla società intera di un RAPPORTO ASIMMETRICO A DUE MEMBRI in cui una parte è privilegiata a spese dell’altra.(—) Si è già detto che questo rapporto asimmetrico assume una triplice forma [in Marx]: come rapporto di potere, rapporto di sfruttamento del lavoro altrui, e rapporto che viene indicato con le parole ‘ricchi e poveri’, ‘possidenti e non possidenti’. (…) 38- L’incrociarsi di due divisioni dicotomiche discordanti tra di loro basta a far sorgere almeno una terza categoria. In questo modo si ha già un aspetto tripartito. (…) Nella concezione marxista delle classi sociali come gruppi definiti dal rapporto coi mezzi di produzione abbiamo a che fare con tre criteri di divisione dicotomica, due dei quali sono considerati particolarmente importanti: 1. il possedere o non possedere i mezzi di produzione, 2. l’impiegare o non impiegare forza lavoro salariata. E anche qui l’incrocio di queste due divisioni, entrambe importanti, porta a uno schema tripartito, individuando la classe di coloro che posseggono i mezzi di produzione ma non impiegano forza lavoro salariata.
40-[dicotomie dovute alla prospettiva sociale: 1. classe oppressa 2. classe dominante] 3.Nei periodi di lotte sociali la tendenza a concepire il sistema esistente nello schema dicotomico , a distogliere l’attenzione dalle posizioni intermedie tra i gruppi in lotta, diventa un importante fattore di propaganda utilizzato da coloro a cui la strategia della lotta suggerisce di mettere in risalto una sola linea del fronte (…) L’aspetto dicotomico marxista della struttura sociale si arricchirà più tardi di una concezione dicotomica della cultura, processo che non sarà senza rapporto con le funzioni di lotta della dottrina marxista. Questo processo si esprimerà tra l’altro nella teoria leniniana delle DUE CORRENTI DELLA CULTURA.
44- [SCHEMI DI GRADUAZIONE] Come ben sappiamo i fatti sono spesso impotenti di fronte a idee stereotipate alimentate da ragioni emotive. Uno schema di pensiero radicato nella coscienza sociale può, entro certi limiti, opporsi vittoriosamente alla realtà. (…) Così per esempio la molteplicità degli antagonismi di classe si può eliminare dalla rappresentazione della struttura sociale interpretando uno solo di questi antagonismi come essenziale, e considerando gli altri come “liti in famiglia”.
48- Di gradazione semplice parlo soltanto là dove decide un solo criterio [economico, di istruzione -> e’ stato utilizzato nelle istituzioni politiche greche (costituzione timocratica]
51- Il concepire la struttura sociale in termini di gradazione(‘classi inferiori, medie, superiori) intesi in un senso che non è quello della gradazione semplice ,sembra diventare corrente quando, dopo il superamento del sistema fondato sugli ‘stati’ sociali, si formano nuove gerarchie e il concetto di ‘ceti superiori’ cessa di venire identificato con i circoli chiusi dell’aristocrazia di nascita. [Centers distingue tra strato sociale e classe: la gerarchia degli strati si fonda secondo Centers su questo o quel criterio obiettivo (…) Le classi, invece, l’autore le concepisce come gruppi , l’APPARTENZA ai quali non è determinata da un unico criterio obiettivo , bensì dalla coscienza sociale, che può adottare molteplici criteri; ciò vale anche per l’ordinamento gerarchico delle classi sociali, che, a differenza della “stratificazione” non si fonda sulla gradazione di una caratteristica misurabile.]/ Il numero delle classi compreso nella terminologia graduante oscilla da tre (upper, middle, lower) a sei (upper-upper, lower-upper, upper-middle, Lower-middle, upper-lower, lower-lower)
54- [indici di appartenenza ad una classe: professione, fonti di entrate, tipo di domicilio, quartiere in cui si abita, provenienza etnica] /55- E’ noto quanto lo stile di vita nelle gerarchie di classe europee fosse importante./56- [La gerarchia delle professioni non coincide con quella dei redditi , essa deve fondarsi su una gerarchia di fattori compiuta dalla coscienza sociale.] Lo stile di vita non è una caratteristica graduabile secondo una scala unitaria , come lo è l’agiatezza o il grado d’istruzione. Ma lo stile di vita IN QUANTO CARATTERISTICA DI CLASSE, consiste principalmente nelle dimensioni e nella forma del consumo. Esso si riflette nel bilancio. (…) E’ in relazione con questo stato di cose che si parla comunemente di “tenore di vita adeguato”.
58- La gradazione sintetica sembra essere una conseguenza indiretta della liquidazione ufficiale dei privilegi degli STATI. I privilegi e i rapporti di dipendenza caratteristici degli stati hanno ceduto il posto a un sistema fondato, in linea di principio, su rapporti di dipendenza esclusivamente economici; ma certe TRADIZIONI proprie degli stati non hanno perduto vitalità , oppure sono risorte dopo che il nuovo sistema si è stabilizzato. L’ESTRAZIONE quale fattore determinante la posizione sociale non è ormai altro che un residuo della società degli STATI o delle CASTE./ 60 Dal punto di vista della gradazione sintetica la posizione sociale dell’individuo dipende non solo da ogni singolo fattore della valutazione preso a sé: fattore della posizione sociale è anche il GRADO DI ARMONIZZAZIONE di questi fattori del prestigio.
63 La scala sintetica ci informa sull’ambiente valutante, sui suoi sistemi di valori [è un fatto sociale]
64 – Alla triade marxistica : capitalista-piccolo borghese-proletario, si contrappongono , dall’altra parte del fronte ideologico, ALTRE ABITUDINI DI PENSIERO SULLE QUESTIONI SOCIALI, e la loro espressione, appunto, è la graduazione sintetica delle classi./ [Due strumenti di ricerca sulle graduazioni sintetiche: questionario e ricerche sul comportamento di individui e gruppi -> connessione tra graduazione sintetica e gerarchia delle sfere della società->Due modi di concepire la struttura sociale : 1. schema dicotomico= rapporti di dipendenza (unilaterale) e 2. schema di graduazione = rapporto di ordine]
66- Accanto allo schema dicotomico e a quello di gradazione esiste un terzo tipo di concezione della struttura sociale. Possiamo chiamarlo SCHEMA FUNZIONALE [per esempio lo schema di Adam Smith che introduce una divisione tripartita fondata su criteri economici: proprietari terrieri, proprietari di capitale, operai_> funzioni distinte = rapporti d’interdipendenza = rapporti di dipendenza reciproca, non unilaterale come negli schemi dicotomici]/ 68- [Madison ≈ Marx ->scopre il carattere classista dei partiti politici-> Cfr 93 In Marx versione pluriclassi sta dello schema funzionale che ricorda la concezione di Madison] “ La causa più generale e durevole del formarsi dei partiti politici- dice il padre della costituzione americana- è l’eterogeneità e la disuguaglianza della distribuzione della proprietà. I possidenti e i non possidenti hanno sempre rappresentato nella società interessi diversi. Ciò vale anche per i creditori e i debitori. Gli interessi della proprietà terriera , quelli dell’industria e quelli del commercio, quelli delle finanze e altri interessi di minore importanza dividono gli uomini in classi distinte , guidate da sentimenti e da punti di vista diversi.” (J. Madison)
72- Una netta gerarchia dei ruoli sociali delle classi , connessa con funzioni distinte nella vita della collettività, ma non direttamente determinata dall’altezza del reddito o dall’entità degli averi, la troviamo la dove i privilegi hanno anche un’altra base oltre la ricchezza [per esempio sanzioni giuridiche o religiose], dove il denaro non è un fattore che apra la via ad ogni funzione , dove esiste un monopolio di gruppi sociali su certi tipi di proprietà o professioni. Dunque in un sistema di classi chiuse, cioè in un sistema di STATI o di CASTE./ 74 [STATO = gruppo istituzionalizzato-> per es. la struttura sociale degli stati del Sud degli USA: un sistema a due caste (etniche) dove il denaro non compensa la nascita]77- I risultati di numerose ricerche del dopoguerra confermano la tesi che i pregiudizi razziali , che spezzettano la visione della gradazione sintetica abbracciante l’intera società , si manifesta nella maniera più forte tra la piccola borghesia americana.
78 [LA SINTESI MARXIANA]/ 80 [Sul carattere sintetizzante della teoria di Marx rispetto alla storia del pensiero europeo]/ Tenendo conto dell’enorme importanza del concetto di classe nella dottrina marxiana è sorprendente che nelle opere di Marx e di Engels non troviamo mai una definizione di questo concetto da loro continuamente usato. [81-Nelle varie dichiarazione di Marx ed Engels in cui entra in gioco il concetto di classe sociale si può constatare che]il termine CLASSE è qui un termine di connotazione variabile , che esso designa gruppi distinti ora in un modo ora in un altro, in seno a una categoria superiore ,e cioè alla categoria di gruppi sociali caratterizzati da interessi economici comuni oppure da una situazione economica dei loro membri sotto un certo aspetto identica (…) Il manoscritto del terzo volume de Il capitale s’interrompe proprio nel momento drammatico in cui l’autore si stava accingendo a rispondere alla domanda “Che cosa costituisce una classe?”./ 81-82 [Definizione di classe da parte di Lenin:] “Si chiamano classi quei grandi gruppi di persone che si differenziano per il posto che occupano nel sistema storicamente determinato della produzione sociale, per i loro rapporti ( per lo più sanzionati e fissati da leggi) con i mezzi di produzione, per la loro funzione nell’organizzazione sociale del lavoro e, quindi, per il modo e la misura in cui godono della parte della ricchezza sociale di cui dispongono. Le classi sono gruppi di persone , dei quali l’uno può appropriarsi del lavoro dell’altro a seconda del differente posto da esso occupato in un determinato sistema di economia sociale”
82- Com’è noto Marx pur servendosi di un concetto della classe basato su criteri economici, lo limita a volte introducendo criteri psicologici: un insieme di uomini , che dal punto di vista economico corrisponde ai criteri della classe sociale, diventa classe nel senso pieno della parola soltanto quando i membri di questo insieme siano uniti dalla coscienza di classe, dalla coscienza di interessi comuni, da un legame psichico derivante dai comuni antagonismi di classe. L’autore si rende conto di questa duplicità semantica e introduce una distinzione terminologica : KLASSE AN SICH e KLASSE FUR SICH; ma di questi termini più ristretti egli di solito non si serve nel corso delle sue riflessioni./ 83- [si può anche porre la questione differentemente]Possiamo assumere che invece di darci la definizione di classe sociale , che ci permetta di definire la connotazione di questo concetto, Marx ci dia un MODELLO di classe sociale , il suo tipo ideale, che deve pienamente realizzarsi in futuro , nell’ultima fase del sistema capitalistico. Nell’epoca in cui sorgono le opere di Marx , al tipo ideale della classe sociale si avvicina il proletariato di fabbrica dell’Europa Occidentale. [Marx contrappone le classi agli STRATI, nei quali ‘l’identità di interessi non crea alcuna comunità…alcun legame su scala nazionale, né alcuna organizzazione politica”]
84- Sia Marx, sia Engels sono eredi delle visioni dicotomiche proprie del folklore e dell’ideologia di combattimento delle rivoluzioni popolari. L’immagine del secolare antagonismo tra classi opprimenti e classi oppresse non scompare mai dal campo visivo, quando si leggono le opere di Marx ed Engels.
85- Marx in quanto rivoluzionario e creatore di una drammatica visione della storia sviluppa una concezione dicotomica della società di classe. Marx in quanto sociologo , nell’analizzare la struttura delle società contemporanee, deve turbare la nettezza della visione dicotomica, introducendo le classi intermedie, né può trascurare “la massa della nazione che sta tra il proletariato e la borghesia”.
86- L’eterogeneità delle posizioni sociali e delle condizioni economiche di queste classi intermedie fa sì che è difficile chiuderle in uno schema unitario . Il termine ‘classi intermedie’ suggerisce uno schema di gradazione. E in effetti si incontra qualche volta in Marx la concezione delle classi intermedie come insieme di individui che occupano la posizione mediana nella gradazione economica, indipendentemente dal tipo di rapporto che hanno con gli strumenti di produzione e dalla diversità dei ruoli sociali e delle fonti di reddito. Così, per esempio nell’Appello alla Direzione centrale della Lega dei Comunisti, scritto da Marx ed Engels nel 1850 la ‘piccola borghesia’ comprende anche i rappresentanti del ‘piccolo capitale’, i cui interessi sono opposti a quelli dei grandi capitalisti. E ne La guerra civile in Francia Marx parla della “classe media tedesca liberale, coi suoi professori, coi suoi capitalisti, con i suoi borgomastri e pennaioli”. Qui la classe media è concepita nel modo in cui si concepisce in Inghilterra o in America MIDDLE CLASS . Il capitalista – il proprietario dei mezzi di produzione può appartenere a una classe o all’altra a seconda dell’ammontare del capitale. Solo che in Marx non è una questione di cerchie della buona società o di rubriche delle tabelle statistiche: alla dimensione dei capitali egli collega la diversità degli interessi di classe./ NON è QUESTA TUTTAVIA LA CONCEZIONE DELLA CLASSE INTERMEDIA CHE E’ ENTRATA NEL NOVERO DEI CONCETTI FONDAMENTALI DELL’ANALISI MARXISTA. (…) Questa concezione, sebbene non sia stata né da Marx né dai suoi discepoli formulata in modo definitivo, è connessa con uno schema della struttura di classe della società capitalistica che è peculiare a Marx e al marxismo, cioè con uno schema in cui alle tre classi sociali corrispondono tre tipi di rapporti con gli strumenti di produzione./ In tale schema la classe intermedia , che viene di solito globalmente designata col nome di ‘piccola borghesia’, sia che si tratti di abitanti delle città , sia che si tratti di abitanti della campagna, viene definita applicando contemporaneamente due criteri , ciascuno dei quali separatamente costituisce una base per una demarcazione dicotomica delle classi sociali, ciascuno in maniera diversa.

Il primo criterio è la proprietà degli strumenti di produzione . Nello schema dicotomico esso scinde la società in CLASSI POSSIDENTI e CLASSI NON POSSIDENTI. Il secondo criterio è il lavoro , il quale tuttavia diversamente da Saint Simon non comprende le funzioni superiori di direzione nelle aziende capitalistiche. Anche questo secondo criterio abbiamo già visto nello schema dicotomico: esso divide la società in CLASSI LAVORATRICI e CLASSI NON LAVORATRICI. La classe intermedia, secondo questa concezione, comprende gli individui che appartengono a due categorie che si incrociano: cioè coloro che possiedono propri strumenti di produzione e li adoperano essi stessi. /Il marxismo utilizza un’altra versione di questa divisione tripartita , una versione che di solito non viene distinta dalla precedente. Il primo criterio di divisione (proprietà degli strumenti di produzione) rimane inalterato, il secondo invece qui è costituito non dal lavoro, bensì dal NON UTILIZZARE LAVORO SALARIATO. In questa versione la classe intermedia è più ristretta che in quella precedente: non comprende tutti i lavoratori che possiedono i propri mezzi di produzione , bensì soltanto coloro che lavorando in proprio non impiegano manodopera salariata. In questa versione un contadino agiato che impieghi due o tre garzoni stabili o che si serva di piccoli coltivatori che lavorino per lui per pagare i debiti appartiene già alla classe dei capitalisti di campagna. (…) Dal punto di vista sociologico, in certe condizioni s’impone piuttosto la prima versione, in altre la seconda; ciò dipende da varie circostanze di cui qui non ci occuperemo [sic!] L’unione di entrambe le versioni dà due classi intermedie funzionalmente distinte [come nel diagramma sopra]/ 88- Dal punto di vista delle ipotesi marxiane relative allo sviluppo del capitalismo , la posizione della piccola borghesia, nell’intersezione tra le due classi fondamentali viene a volte interpretata in questo modo: la piccola borghesia appartiene alla classe possidente riguardo alle condizioni attuali , ma al proletariato riguardo alla prospettiva dell’avvenire ;non solo l’artigiano ma anche il piccolo contadino è un proletario in potenza. [Bucharin, nell’opera Materialismo storico. Un sistema di sociologia differenzia la categoria delle classi intermedi diversamente da Ossowski: classi intermedie, classi di transizione e tipi di classe misti]/ A questo schema tripartito corrisponde anche una gradazione economica: i capitalisti sono la classe che possiede i grandi strumenti di produzione o almeno abbastanza considerevoli da poter impiegare manodopera salariata: la piccola borghesia è la classe che dispone di strumenti di produzione in maniera modesta; il proletariato è, in linea di massima, la classe completamente priva di strumenti di produzione. MaIn questo schema funzionale le demarcazioni tra le classi sono segnate dai ruoli sociali (rapporto con gli strumenti di produzione, rapporto col lavoro salariato) e non dal grado di agiatezza. Invece nello schema di gradazione di cui si è parlato or ora, la classe media può comprendere anche coloro che vivono di rendita, i proprietari di piccoli strumenti industriali e altri capitalisti forni di averi che non oltrepassino i limiti della ‘media agiatezza’ [SIC!!]/89- Però l’osservare rigorosamente i metodi funzionali economici nel tracciare le LINEE DI DEMARCAZIONE tra la classe dei capitalisti, della piccola borghesia e del proletariato, porta a conflitti coi criteri sociologici: un ingegnere, in quanto lavoratore salariato in un azienda capitalistica , dovrebbe veni annoverato tra i proletari, così come un medico impiegato in un sanatorio privato. Come è noto, per Marx il concetto di proletariato è connesso con una dicotomia fondamentale. Il proletario non è un uomo difeso dallo sfruttamento estremo grazie a speciali qualificazioni che non permettano di sostituirlo con qualunque altro lavoratore dotato unicamente di forza fisica [come l’ingegnere o il medico di cui abbiamo parlato sopra]. Questo criterio, conformemente alle intenzioni di Marx, esclude quel medico o quell’ingegnere dalla classe del proletariato. [individui legati sotto certi aspetti a una classe e sotto ad altri a un’altra: legati sia in senso logico (caratteristiche che fanno parte della definizione, sia della prima sia della seconda classe), sia in senso sociologico (caratteristiche che fanno parte dell’appartenenza e della coscienza di classe?)]./ 90- Mentre in Marx come rivoluzionario predomina la concezione dicotomica della struttura sociale, in Marx come teorico accanto allo schema tripartito della classe media tra due classi opposte , compare anche uno schema che costituisce un’eredità scientifica dell’economia borghese: lo schema funzionale tripartito di Adam Smith. Sia in Marx sia in Engels questo schema appare raramente, ma la sua importanza è accresciuta dal fatto che proprio essa costituisce il punto di partenza dell’ultimo capitolo del terzo volume del Capitale , capitolo dedicato all’analisi delle classi nella società moderna.
91- Abbiamo quindi in Marx due diversi schemi tripartiti della struttura sociale, ai quali si può applicare la definizione della classe come gruppo determinato dal rapporto con gli strumenti di produzione. Nel primo caso (capitalisti-piccola borghesia-proletariato) alle diverse classi corrisponde UN DIVERSO RAPPORTO CON GLI STRUMENTI DI PRODUZIONE; nel secondo caso (proprietari terrieri-proprietari di capitale – proprietari di forza lavoro) le classi sono determinate dal RAPPORTO CON DIVERSI STRUMENTI DI PRODUZIONE, essendo in questo caso la forza-lavoro considerata come una categoria di strumenti di produzione.
93- Marx come rivoluzionario, economista e sociologo, eredita quindi tutti e tre i tipi fondamentali di concezione della struttura di classe che incontriamo nella storia del pensiero europeo: lo schema dicotomico, lo schema di gradazione e lo schema funzionale. Contemporaneamente egli introduce un quarto modo di concepire questa struttura: mediante l’incrocio di due o tre divisioni dicotomiche. E’ appunto questo che è diventato per noi lo schema marxistico classico, sebbene non sia questo lo schema di cui si serve Marx nelle riflessioni sul concetto di classe intraprese nelle ultime pagine della sua opera principale.
94-[ In Marx schema dicotomico = direzione di sviluppo della società capitalistica ≠ schema pluripartito = fenomeni transitori]Lo schema di gradazione tripartito si può conciliare con la concezione dicotomica considerando la classe media come la sfera in cui le due estensioni si incrociano o come il territorio di confine tra le due classi opposte. /Si possono cercare altre spiegazioni. Nella rappresentazione marxiana della società capitalistica , la dicotomia concerne le classi che partecipano alla produzione capitalistica , che non è l’unica forma di produzione delle società capitalistiche attuali. La dicotomia è quindi lo schema fondamentale per il MODELLO marxiano della società capitalistica: si tratta qui di due grandi classi che ci si manifestano “all’interno dell’azienda capitalistica”, come dice Arturo Labriola. Ma , così inteso, il bi classismo della società capitalistica non è in contraddizione con l’esistenza di altri gruppi sociali , dato che si riconosce che in seno a questa società sopravvivono fino ad oggi altre forme dei rapporti di produzione e quindi anche le classi che ad esse corrispondono. Lo schema dicotomico deve caratterizzare la società capitalistica in considerazione della forma dei rapporti di produzione che in essa predominae che è ad essa peculiare; lo schema pluripartito , in considerazione della reale struttura sociale.
93- [DUE CATEGORIE DI LOTTA DI CLASSE] Occorre tuttavia ricordare che il servirsi degli stessi termini nel descrivere la realtà sotto aspetti diversi e nel formulare generalizzazioni da punti di vista diversi può condurre a malintesi. Sfugge facilmente all’attenzione il fatto che il concetto di lotta di classe fondamentale per la dottrina marxistica, comprende due diverse categorie di processi storici: a) le lotte di emancipazione nel quadro del secolare antagonismo di classi opprimenti e classi oppresse, b) le lotte delle classi concorrenti , delle classi che competono per il potere in una società dalla struttura pluripartita. Spesso non ci si accorge che le lotte di classe di cui parla il primo capitolo del Manifesto del partito comunista, sono conflitti sociali di un genere diverso da quelle di cui parla per esempio Engels nell’introduzione alla nuova edizione postuma delle marxiane Lotte di classe in Francia./97 Mi sembra che nella tesi stessa secondo cui le lotte di classe sarebbero il motore della storia, sono fuse e confuse tesi concernenti due nessi causali. In base alla prima di queste tesi , motore della storia sono le lotte tra la classe oppressa e la classe opprimente, in base alla seconda motore della storia sono le lotte tra classi che hanno interessi diversi [lotte per il dominio o per il potere di una minoranza?]. Se esaminiamo i predecessori di Marx, la prima tesi può ricordarci Babeuf, la seconda Madison o Ricardo. Secondo la prima, fenomeno fondamentale nelle spiegazioni causali è l’appropriazione del ‘plusvalore’e l’oppressione dell’uomo da parte dell’uomo. Secondo l’altra tesi, fenomeno fondamentale sono gli antagonismi degli interessi di classe , antagonismi che non si manifestano solo là dove entra in gioco l’appropriazione del ‘plusvalore’ [ma dove entrano in gioco questioni di dominio, cioè di potere?] (…) Quando Marx ed Engels affrontano ricerche storiche concrete, si fa valere la seconda tesi e le lotte di classe ricevono un’interpretazione più lata./98 – Se in funzione dei compiti che la dottrina marxistica doveva assolvere l’aspetto dicotomico è il più conveniente a causa dell’ASPREZZA DELLE OPPOSIZIONI ASIMMETRICHE, d’altra parte la pluralità delle classi sociali è un presupposto di cui ha bisogno l’INTERPRETAZIONE CLASSISTICA dei complessi processi storici e della varietà dei fenomeni culturali. Questa interpretazione che attribuisce alle divisioni di classe un’importanza multilaterale e immette nell’orbita delle lotte di classe tutte le sfere della vita spirituale , non si lascia rinchiudere dentro la cornice della struttura dicotomica: se tutte le lotte politiche o religiose devono essere lotte di classe, se alle diverse correnti letterarie ed artistiche dobbiamo attribuire una base di classe, se nelle norme morali dobbiamo cercare un riflesso degli interessi e dei pregiudizi di classe, bisogna ricorrere a un numero di classi maggiore che le due classi fondamentali del Manifesto del partito comunista.
100 – [Gerarchia delle classi vs continuum delle posizioni sociali /Schema dicotomico o di gradazione come schemi asimmetrici vs schema funzionale come schema simmetrico] La tendenza a cancellare il carattere classistico della struttura sociale è molto più vecchia della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e si può rintracciare in Roma o in Grecia->]102 – La concezione contenuta nell’apologo di Agrippa [criticato dagli illuministi Morelly e Mably], della dipendenza reciproca delle classi sociali, si esprimerà più di venti secoli dopo non soltanto nelle encicliche papali: essa assumerà forma scientifica nella teoria spenseriana dell’organismo statale e nelle considerazioni durkheimiane sulla solidarietà organica.
104- [Il PROBLEMA DELLA NETTEZZA DELLE FRONTIERE DI CLASSE: 1. aspetto della comunicatività interclassistica (= barriere nei rapporti tra individui di classi diverse= maggiore o minore PERMEABILITA’ delle frontiere di classe vs costanza dell’appartenenza di un individuo a una classe) , 2. aspetto dell’appartenenza classistica degli individui (= barriere che si oppongono allo spostamento degli individui nella scala delle posizioni sociali (dinamico); + nettezza delle linee di demarcazione (statico= problema di rottura del continuum là dove le divisioni di classe sorgono spontaneamente)]
107- [interpretazione psicologica e interpretazione statistica della nettezza delle stratificazioni di classe-> importanza delle classi medie] Qualora il ruolo più importante nella vita sociale sia quello della classe media, qualora la maggioranza della nazione sia composta da membri della classe media, le diseguaglianze stridenti tra le classi estreme diventano qualcosa di poco importante, diventano per così dire degli SCARTI DALLA NORMA. (…) E’ dunque possibile diluire la stratificazione classistica nel sistema delle posizioni sociali, senza sforzarsi di addolcire la rappresentazione delle diseguaglianze sociali, e mettendo in risalto la continuità del sistema.
108- [DUE CONCEZIONI DELL’ASSENZA DI CLASSI ] L’opposto della rappresentazione marxiana della struttura sociale nei regimi classistici è la rappresentazione della SOCIETA’ PRIVA DI CLASSI ED EGUALITARIA. (…) La liquidazione dei ‘piani’ nella struttura sociale non è necessariamente la liquidazione delle scale. L’abolizione del sistema dei privilegi di classe non equivale all’abolizione di tutti i privilegi per cui differiscono tra loro i singoli individui. La questione è di sapere quali di questi privilegi s’interpretino come non legati al sistema di classi./ La concezione di una società priva di classi in cui l’assenza di classi non presuppone affatto un livellamento economico, si manifesta probabilmente al momento del trionfo dell’idea della democrazia moderna sulla base della libera concorrenza, dopo il crollo del regime degli ‘stati’ e la liquidazione dei privilegi degli ‘stati’ (almeno di quelli che avevano una sanzione legale)./110- Ma questa rappresentazione democratica dell’eguaglianza tra ineguali non è sorta per la prima volta al tempo della democrazia borghese moderna [per es. ideologia nobiliare]./[ TIPO IDEALE nel senso weberiano , in cui la parola ‘ideale’ non ha, evidentemente, un significato valutativo. SI TRATTA DI UNA COSTRUZIONE MENTALE CHE PORTA ALLA FORMA ESTREMA TUTTE LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO]
114[convinzione dei sociologi americani che per i rapporti sociali è importante solo ciò che emerge direttamente nella coscienza dei partecipanti->116 rapporti economici oggettivi e stratificazione soggettiva] 120- [POSTULATI DELLA SOCIETA’ SENZA CLASSI->] 123- Questo duplice sfondo [in USA]-la casta dei neri e i vecchi paesi d’Europa- rendeva più facile al buon americano vedere dei rapporti in seno alla società bianca degli Stati Uniti, come una struttura armoniosa, dinamica e priva di classi.
129- [Stalin sulla società sovietica come società con due classi ‘non antagoniste’ = come contradictio in adiecto per la metodologia di Marx e Lenin]
142 [Il termine classe esteso ad altre formazioni economico-sociali->148- Tre concezioni comuni ad ogni società classista:
- Le classi costituiscono un sistema di gruppi dell’ordine più elevato nella struttura sociale;
- La divisione di classe concerne le posizioni di classe connesse a sistemi di privilegi e di discriminazioni non determinati da criteri biologici;
- L’appartenenza degli individui a una classe sociale è relativamente stabile.
157- [Il modello della classe e l’analogia con l’opera d’arte]
158-[DIVISIONE ESAURIENTE (SOCIOLOGI USA) E NON ESAURIENTE (MARX)-> 1. La società come sistema di classi; 2. la società come sistema di classi + gruppi simili alle classi ma non inclusi nella definizione di classe ( i marxisti li chiamano “strati” che non sono inclusi in nessuna classe] Secondo la concezione marxiana e marxista non è una classe il sottoproletariato (a causa della non partecipazione ai processi della produzione) , e non è una classe –per altre ragioni, l’intellighenzia.
160- Il modello marxista del proletario è l’operaio di fabbrica dotato di coscienza di classe. Il modello marxista non abbraccia l’intera estensione delimitata dalla definizione marxista , che indica come caratteristiche del proletario il lavoro salariato e la bassa partecipazione al reddito sociale ( partecipazione non corrispondente al ‘plusvalore’ prodotto)./ Questa definizione ammette molteplici deviazioni dal modello del proletario, poiché include 1. quei lavoratori salariati che non hanno coscienza di classe;2. quelli che non lavorano in fabbrica; 3. quelli che non lavorano impiegando la forza fisica. (…) Sia i classici del marxismo sia i loro scolari usano spesso i termini ‘proletariato’ e ‘classe operaia’ come sinonimi. Ora se il lavoro fisico non fa parte dei criteri che definiscono il proletario , il proletariato non coincide con la classe operaia. Se invece ne fa parte, i lavoratori intellettuali salariati che partecipino in basso grado al reddito sociale (WHITE COLLARS) non appartengono a nessuna classe.
163- [Tipi di interpretazione della struttura sociale: rapporti ordinatori e rapporti di dipendenza (UNILATERALE = ESSERE SOGGETTI AL POTERE DI QUALCUNO VS RECIPROCA (dipendenza organica = i gruppi hanno bisogno uno dell’altro perché ciascuno svolge una funzione diversa vs dipendenza negativa = i successi di una classe sono insuccessi per l’altra)nei sistemi di classi]/168 [Due aspetti della dipendenza reciproca : fondata sulla collaborazione vs fondata sull’antagonismo (dipendenza negativa)]
165 [ I CRITERI DELLA COESIONE INTERNA DELLE CLASSI] La distinzione dei due tipi fondamentali dei sistemi classisti è indipendente dal fatto che come CRITERIO DI APPARTENZA A UNA CLASSE si prenda la coscienza sociale , o invece si impieghino per questo scopo esclusivamente criteri ‘obiettivi’. Essa è indipendente dal fatto che nel determinare le frontiere di classe si impieghino criteri culturali o invece il criterio della comunicatività [ per es per Schumpeter l’ambito di una classe sociale è l’ambito della possibilità di contrarre matrimoni universalmente accettati). Se si accetta che il presupposto che le classi siano gruppi che costituiscono un sistema di gruppi nella struttura sociale, bisogna ricordare che il legame sociale, l’ESPRIT DE CORPS, la ‘comunicatività’, l’’estraneità’ non sono sufficienti per riconoscere un sistema di classi nei gruppi distinti in base ad essi. UN SISTEMA PUO’ ESSER COSTRUITO SOLO SULLA BASE DI RAPPORTI ORDINATORI O DI DIPENDENZA./ Invece, l’ESPRIT DE CORPS, LA COSCIENZA SOCIALE, LA COMUNICATIVITA’ LA CULTURA DI CLASSE sono caratteristiche la cui coincidenza con le frontiere di classe nel sistema STABILITO PER ALTRA VIA,è cosa molto importante per il carattere classista della società.
169 [Le classi intermedie come margine:schema marxiano classico fondato sull’incrocio di tre dicotomie o su una dicotomia basata su tre criteri di divisione]
171-Questa eguaglianza che deve conciliarsi con la conservazione delle diseguaglianze tra gli uomini , da lungo tempo presenta difficoltà. Una volta si diceva che si tratta dell’eguaglianza di tutti i privilegi di origine umana, essendo conservate solo le ‘diseguaglianze naturali’. Ma in pratica risultò che, oltre alle ‘disuguaglianze naturali’, continuavano a esistere disuguaglianze delle posizioni sociali, disuguaglianze che tutt’al più si potevano spiegare e giustificare con quelle naturali. ALLORA SI COMINCIO’ A PARLARE DI EGUAGLIANZA POLITICA, CONTRAPPOSTA A QUELLA ECONOMICA. Ma tale interpretazione non può venire accettata da una ideologia per la quale le istituzioni politiche non sono altro che una sovrastruttura della struttura economica. E anche nell’American Creed l’uguaglianza che caratterizzerebbe la società americana è qualcosa di più dell’eguaglianza politica.
174 [Convenzioni semantiche come fatti sociali ->ci si interessa del genere delle divergenze concettuali e terminologiche nelle controversie che riguardano il campo dei problemi sociali ->sedicenti definizioni come tesi concernenti un concetto introdotto senza definizione: 2 cause di concetti diversi di classe sociale: differentiae specificae vs tesi al posto di definizioni/ NB Marx non introduce un concetto nuovo di classe sociale/ La logica distingue: 1. proposizioni sul significato di una parola (definizioni) e 2. proposizioni sui designati di questa parola (= sul modo in cui qualcuno usa queste parole)]
189[diversi strati nella classe contadina o diverse classi nello strato contadino?]
190 [Il senso delle divergenze sulle parole: diversi giudizi sulla realtà o divergenti aspirazioni -> 178 definizione progettante ( o normativa 197 in cui la verità o la falsità non entra minimamente in gioco) e riferente]
191- [Tipologia di interpretazioni e tipologia delle strutture->Cfr pag. 9]
193- [I difensori dell’ordine sociale vedono la struttura della società entro lo schema funzionale o entro lo schema del non classismo non egualitario vs “Libertà. eguaglianza, fraternità” = contenuto dell’ideale sempre risorgente contro i difensori dell’ordine costituito]/201 – [concezioni ottocentesche della struttura di classe vs nuova società diversa dal capitalismo classico-> INADEGUATEZZA DELLA CONCEZIONE MARXIANO-LENINIANA DELLA CLASSE ALLA STRUTTURA SOCIALE DEI PAESI DAI MEZZI DI PRODUZIONE NAZIONALIZZATI.
206 – [MEZZI DI PRODUZIONE, MEZZI DI CONSUMO E MEZZI DI COSTRIZIONE -> ]Il potere economico sugli uomini si può conquistare non solo mediante i mezzi di produzione , ma anche tramite i mezzi di consumo. Tale era appunto il potere economico degli imperatori sul proletariato romano, che si aspettava da loro non strumenti di lavoro ma PANEM ET CIRCENSES. “Con cappa, pappa e sale gli uomini fanno schiavi gli uomini” diceva un proverbio polacco. E oltre ai mezzi di produzione e di consumo esistono i mezzi di costrizione. Con i mezzi di costrizione veniva ottenuto in Egitto il grano che assicurava agli imperatori il potere economico sul popolo di Roma.
209- [Scissione del marxismo sotto Stalin -> ideologia rivoluzionaria vs dottrina ufficiale pietrificata]
212- [Sulla considerazione storica dei fenomeni: difesa dello stato di cose esistente vs causa dello sviluppo sociale e del dinamismo del pensiero (Marx): contro il mito delle necessità storiche rivelate ai detentori del potere].