La modernità copia l’ordine economico o l’ordine politico?

*[Maitan -33> Vedremo più avanti come il capitalismo nel corso del suo sviluppo determini un allargamento non tanto dei domestici, servi, lacché (come prevedeva Marx) quanto –peggio ancora- della popolazione cosiddetta emarginata, condannata a vivere di espedienti o a ricorrere alla criminalità]

** Maitan 38 – Qui è possibile toccare con mano l’assurdità di una definizione del proletariato unicamente sulla base del criterio della prestazione di lavoro produttivo: infatti nel caso degli addetti ai trasporti ne deriverebbe che sono proletari quelli che trasportano merci  e piccolo-borghesi quelli che trasportano passeggeri!

*** Maitan 39 – Appartengono al proletariato tutti coloro che non possedendo i mezzi di produzione, sono costretti a vendere la loro forza lavoro e per questo percepiscono un salario.

3- sostengo che uno dei maggiori impulsi nello svolgimento storico delle società occidentali negli ultimi tre secoli, e soprattutto negli ultimi due, proviene da una ricerca crescente di libertà e di una tendenziale eguaglianza: è il processo che chiamo di democratizzazione. [Liberté, egalité -> fraternité: l’ultimo ideale non può essere istituzionalizzato ma può essere meno patetico se si pensa che una società di uomini liberi e tendenzialmente uguali certamente favorisce le condotte e gli atteggiamenti ispirati alla solidarietà e al reciproco rispetto piuttosto che all’istinto di Caino]/4- Una crescente libertà per i pochi, per quanto numerosi essi siano, prima o poi conduce a un vicolo cieco, se tutti gli altri non ne godono perché tagliati fuori dalla miseria e dall’ignoranza; se mai la libertà formale può avere solo un significato potenziale. E qui appare il nesso fra libertà ed eguaglianza, un nesso che di rado opera in modo sincronico, ma che a lungo andare tende ad imporsi, in positivo o in negativo. In altri termini: la coesistenza tra i due ideali è ardua, ma al tempo stesso necessaria giacché a lungo andare non è concepibile, né una società liberale e strutturalmente diseguale, né una società egualitaria e, al tempo stesso, dispotica. Una società liberale, ma strutturalmente diseguale ha in sé le potenzialità di rivolte, che prima o poi conducono a un governo autoritario; e una società egualitaria che sia tuttavia dispotica, non può non diventare una società strutturalmente diseguale. Giacché è ben difficile che il gruppo dominante –che sia composto da uomini e non da santi (santi laici)-privo, com’è di controllo pubblico , non si senta in diritto di attribuire a se stesso privilegi economici e non economici, tali da intaccare gravemente l’egualitarismo, sia pure solo tendenziale./[56- processo di DEMOCRATIZZAZIONE delle società moderne = 69-livellamento di posizioni economiche e culturali./6 Il nostro tempo è caratterizzato da un grandioso processo di democratizzazione/L’800  (Il modernismo felice) finisce con la prima guerra mondiale] siano di origine recente ; è un errore, esse sono contemporanee ai primi economisti” [Tocqueville in L’ancient regime et la devolution contro Quesnay -> l’idea che la crescita produttiva e l’eguaglianza economica contava più di ogni altra cosa era presente tra i fisiocratici e gli economisti del tempo di Tocqueville, solo gli ultra-liberisti sono contrari all’idea che lo Stato possa far molto per rimediare alle disuguaglianze]/6- [egalité vs dittatura della miseria-> il problema delle classi è caratteristico dell’Europa e discende dal feudalesimo: in USA non c’è mai stato un problema di classi/ Non c’è mai stata una vera e propria questione contadina negli USA].

9-[EMERGENZA DI UNA NUOVA CLASSE POLITICA -> prima fare attività politica era privilegio dell’aristocrazia terriera e, via via, per proprio conto e per conto altrui, della borghesia intellettuale e degli uomini d’affari.] Poi alla crescente differenziazione economica e sociale si accompagna una crescente differenziazione politica ed emerge una nuova classe: la classe politica, che non coincide con nessuna classe –anche se la maggioranza dei suoi membri proviene da quella quasi classe denominata piccola-borghesia- e che si presenta nei diversi paesi in una grande varietà di forme. La tutela degli interessi delle specifiche classi sociali viene assunta in misura crescente dai sindacati dei lavoratori e delle associazioni padronali. La classe politica non può non tener conto delle spinte provenienti dai sindacati e dalle associazioni e SVOLGE UN’OPERA DI MEDIAZIONE ATTIVA; essa riesce tuttavia a conquistare un margine crescente di autonomia: oggi gli uomini politici sono incomparabilmente più liberi che in passato rispetto alle classi sociali. E’ un processo che va avanti di pari passo con la crescita della burocrazia(…) e con l’intervento pubblico nella vita economica.

11-Quella quasi classe intermedia che ormai è divenuta maggioritaria e che
raccoglie un gran numero di persone provenienti dalle vecchie classi sociali/ (…) Più di ogni altra cosa osserviamo che nella vita politica è tuttora potente la spinta egualitaria, che può essere vista come la reazione a quanto ancora rimane delle differenze di classe->] Ho sostenuto che il problema delle classi rappresenta sostanzialmente un’eredità feudale, un’eredità che gli USA non hanno. Sarebbe tuttavia profondamente erroneo pensare che l’epoca feudale abbia lasciato soltanto un retaggio negativo di disuguaglianze. NELL’EPOCA FEUDALE SONO STATI SVILUPPATI CERTI VALORI CIVILI E CULTURALI [Civiltà? Civilizzazione? di Freud ed Elias?] che poi rinnovandosi e trasformandosi senza sosta sono rimasti: e ciò è vero non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti che tutto sommato costituiscono una prosecuzione , straordinariamente originale, della civiltà europea.(…) IL PROBLEMA E’ DI PERSEGUIRE L’EGUAGLIANZA VERSO L’ALTO E NON VERSO IL BASSO; detto in altri termini, si tratta di contribuire ad un processo di democratizzazione, che faccia propri ed estenda tendenzialmente a tutti I VALORI DI CIVILTA’ PRODOTTO DALL’EPOCA FEUDALE. /166-[le condizioni per portare avanti e per spingere verso l’alto il processo di democratizzazione = un’azione vigorosa su università, ricerca e scuola come questione di IDENTITA’ NAZIONALE. Tra le varie spinte che possono unire il paese troviamo in vari tempi: l’aspirazione alla potenza militare, l’aspirazione delle classi medie a un crescente benessere economico] Solo in certi strati sociali e in certi periodi storici, come il RINASCIMENTO, troviamo in alto nella scala delle priorità, quei VALORI DI CIVILTA’ COSTITUITI DALLA CULTURA INTESA IN SENSO LATO (CULTURA UMANISTICA E CULTURA SCIENTIFICA) E DALL’ARTE.

12 [Tra le due guerre è un periodo in cui i mutamenti sociali acquistano una velocità e intensità probabilmente uniche nella storia-> Il fascismo è per certi aspetti la conseguenza di una prima rottura delle barriere tra le classi sociali-> l’antico ordine fondato su un liberalismo per minoranze era sconvolto./bolscevismo = egualitarismo vs libertà/ piccoli borghesi nazionalistici vs tradizioni internazionalistiche dell’aristocrazia] 13- Il fascismo trova i punti di appoggio politici nei centri istituzionalmente conservatori – monarchia ed esercito- trova poi, ma non subito, il sostegno finanziario fra i proprietari agrari e fra gli industriali; e trova il sostegno di massa tra le classi medie, specialmente tra gli IMPIEGATI, I PICCOLI PROFESSIONISTI, GLI ARTIGIANI, I COMMERCIANTI. Le classi medie che sono estremamente eterogenee e, a differenza della borghesia e della classe operaia, non hanno un nucleo relativamente omogeneo, dal punto di vista politico sono strutturalmente indeterminate: parlo di “piccola borghesia” giacché , non tanto dal punto di vista economico, quanto da quello culturale, tendono ad avvicinarsi e si sforzano di somigliare più alla vera e propria borghesia che alla classe operaia. In via di massima esse si possono distinguere in tre segmenti: 1. il segmento politicamente passivo (‘qualunquista’) che si occupa soprattutto del proprio particolare;2. il segmento attivo a destra; 3. il segmento attivo a sinistra. Questi ultimi due segmenti nei periodi di scelte drammatiche si suddividono ulteriormente: a destra, fra conservatori e reazionari, a sinistra, tra riformisti e rivoluzionari.

15- [Nelle versioni più recenti del fascismo troviamo uno sfrenato liberismo apprezzato dalla borghesia finanziaria ma non dalla borghesia industriale/ INTELLETTUALI DI TIPO LIBERALE VS INTELLETTUALI DI TIPO SIGNORILE (amanti della gerarchia, dell’ordine costituito e dei valori tradizionali (ordine, gerarchia, obbedienza al capo, nazionalismo vs civiltà?]

19-‘Per distinguere le diverse classi sociali il reddito è un elemento importante, ma non tanto per il suo livello, quanto per il modo attraverso cui si ottiene; tale modo si riflette nell’ambiente e nel tipo di cultura ed è condizionato dalla storia precedente della società dicui le classi costituiscono parti integranti” (Sylos-Labini in Saggio sulle classi sociali 1974)

19- Per le classi sociali –posto che esse hanno particolari connotati politici e culturali, non solo economici- non va scartata l’ipotesi che, a un certo momento storico, esse possano cambiare al punto da scomparire. [classi sociali ≠ categorie economiche]

20- Ecco l’evoluzione delle classi e di alcune categorie sociali negli ultimi cento anni (1881-1983): borghesia +1,4; classi medie urbane +23%; coltivatori diretti -14.9%; classe operaia -9,5% [contadini = coltivatori diretti + salariati agricoli -46.5% ]/ [terziarizzazione = burocratizzazione (Weber) /26- crescente differenziazione di operai e impiegati ( tecnici vs persone non specializzate = operai dequalificati) /processi di travaso da una classe all’altra/ scomparsa dei contadini]/187- [crescono in tutte le aziende i tecnici e gli specialisti]

28- Tutte le classi sono eterogenee ma le classi medie lo sono più delle altre -> la polarizzazione politica delle classi medie rende difficili le riforme.

34 Le organizzazioni criminali e i quartieri miserabili di Napoli, di Palermo e di Reggio Calabria costituiscono i problemi più gravi non solo delle regioni meridionali, ma dell’intero paese.(= indice di arretratezza delle classi dirigenti meridionali)/ [ Negli ultimi anni la distribuzione del reddito è divenuta meno diseguale per avvicinamento tra salari e stipendi. Per stimare la disuguaglianza il metodo più semplice è vedere la quota di reddito che va al 20% relativamente più povero dei percettori di reddito]/ [162-Sacche di miseria economica e civile-> delinquenza specie minorile/mafia e immagine dell’Italia all’estero/79 ghetti urbani e criminalità (aggressioni, rapine) che non ci sono in Giappone perché non ci sono ghetti, come per es. quello degli immigrati meridionali in nord italia/67 –assimilazione ondate migratorie in Usa e problemi di ghetto/ 79. criminalità e sviluppo economico non vanno necessariamente di pari passo]

36-[Classi medie in pubblica amministrazione: sanità, scuola, giustizia) -> ETEROGENEITA’ IDEOLOGICA, ECONOMICA E POLITICA DELLE CLASSI MEDIE-> IN PERIODI DI CRISI CI SONO ASPRI CONFLITTI POLITICI FRA SPEZZONI (=FRAZIONI?) DI CLASSI MEDIE]

39- [Esprimendo un giudizio complessivo mi sembra giusto sostenere che nonostante sprechi e disfunzioni la PA non è uno sfascio, infatti l’Italia nonostante tutto progredisce (sic!) ] Penso che ciò sia da attribuire non tanto all’economia sommersa quanto –per restare in una metafora marinara- alle isole di efficienza e di onestà civile, che sono persino più frequenti e più ampie di quanto molti pensino. (…) Se si riuscisse a ridurre quello scetticismo che probabilmente ha radici nella nostra storia e che si traduce in una grande cura del proprio ‘particulare’e, nonostante le proclamazioni in contrario, in un’assai scarsa preoccupazione per l’interesse pubblico.(…) Chi riesce a non farsi suggestionare dagli altri può scoprire con sorpresa che la strada è bensì lunga e faticosa ma che gli ostacoli non sono affatto insuperabili.[165- ondata clientelare e demagogica all’università]

42 [Abbandono di prospettive rivoluzionarie negli anni ’60 e ’70 tra le masse / terrorismo diffuso non tra operai e tecnici ma nella piccola borghesia vs] PROCESSO DI MATURAZIONE CIVILE (= INTEGRAZIONE?) CHE RIGUARDI TUTTI GLI STRATI SOCIALI.

51- Per evitare confusioni, è necessario distinguere tra MERCATI DEI PRODOTTI  e MERCATI DEL LAVORO, o più esattamente, DEI SERVIZI OFFERTI DAI LAVORATORI. Mercati dei prodotti sono sempre esistiti e nei paesi più diversi che in nessun modo possono essere definiti capitalistici. Quando invece oltre i mercati dei prodotti esistono, non come rara eccezione ma come regola, dei mercati del lavoro, allora soltanto si può parlare di società capitalistiche.

62-[Crescita dei ceti medi urbani e dell’/ 77- la comparsa dell’elettronica che ha rivoluzionato o sta rivoluzionando una serie indefinita di processi produttivi/56 espansione degli impiegati pubblici nel dopoguerra/57-convergenza culturale dei giovani/burocrazia in Italia e nel mondo]

62- [Tesi di fondo di P. Sylos-Labini:] TANTO PIU’ ESTESA E’ L’EREDITA’ FEUDALE, TANTO MAGGIORI SONO GLI OSTACOLI AL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE E TANTO PIU’ FORTI LE DIVISIONI DI CLASSE. [competitività sfrenata in Giappone e struttura sociale USA]

64- [CATEGORIE ECONOMICHE (231-primario, secondario, terziario) ≠ CATEGORIE SOCIALI (borghesi, ceti medi, classe operaia)]

65-[Tocqueville sulla differenza tra gli inglesi immigrati in Virginia (schiavisti) [≈ concezione gerarchica della società in europa] e inglesi immigrati nella Nuova Inghilterra (appartenenti alle classi medie e dotati di buona istruzione, con alcuni intellettuali di alto livello): “La civiltà della Nuova Inghilterra è stata come quei fuochi che si accendono sulle alture e che dopo aver irradiato calore nelle loro immediate vicinanze tingono ancora coi loro bagliori gli ultimi confini dell’orizzonte”]

75- [Due questioni:] Perché in questo secolo l’intervento pubblico in economia è cresciuto decisamente in tutti i paesi? E perché tuttavia è cresciuto più nei paesi europei che negli USA? /E’ stato detto che la moderna evoluzione della tecnologia che è parte essenziale del processo di sviluppo economico ha generato crescenti vantaggi delle grandi dimensioni [economie di scala]: sempre più spesso il grande è risultato più efficiente del piccolo. Ciò ha dato luogo ha un processo di concentrazione delle attività produttive , con la formazione e lo sviluppo delle grandi società per azioni e poi, via via, dei cartelli, delle holding, dei trust e delle gigantesche imprese multinazionali. Tale sviluppo ha reso inevitabile una serie sempre più ampia di interventi pubblici –nazionalizzazioni e controlli di vario genere- intesi a contenere il potere economico e politico di quelle grandi unità. (…) Al tempo stesso lo sviluppo del reddito e l’influenza politica delle cosiddette MASSE POPOLARI ( = LAVORATORI DEL CETO MEDIO + SALARIATI) hanno determinato una sistematica espansione dei servizi sociali, che sono stati in parte più o meno grande finanziati e sostenuti organizzativamente dallo Stato. /Questi due processi –progressiva espansione dell’area propriamente economica e dell’area –diciamo- sociale dell’intervento pubblico- hanno avuto luogo in tutti i paesi industrializzati: nella combinazione tra privato e pubblico è decisamente aumentato il peso del pubblico.

80-[Tutti i problemi della miseria negli Usa che riguarda circa il 10% della popolazione possono far dubitare che nel lungo periodo il processo di democratizzazione potrà aver successo] Eppure basta far riferimento alle condizioni dei negri che pur essendo tuttora gravi sono andate e vanno sistematicamente migliorando per ritenere che nel lungo periodo il processo di democratizzazione potrà andare veramente avanti.

85- [Un gruppo sociale è da considerare come classe solo se ha un suo ruolo nella vita politica -> Cfr la NOMENKLATURA in Urss] 86 [Terziarizzazione = in Urss “crescita assoluta e relativa degli occupati nella sfera non materiale della produzione/ Sulla scarsa capacità di innovare in Urss = problemi di sviluppo -> 96 diminuzione della vita media in Urss connesso all’indebolimento del  processo di sviluppo]/100- Rigidità: questa è in sintesi la gravissima malattia di cui soffre l’Unione Sovietica. I progetti di riforma mirerebbero a combattere questa malattia riducendo il grado di centralizzazione ed accrescendo la zona di discrezionalità dei manager. Finora, come ho ricordato, i tentativi non sono andati in porto. (…) Non c’è alcuna incompatibilità fra mercato dei prodotti e socialismo; si può affermare che c’è incompatibilità fra socialismo e mercato del lavoro. Quanto alla definizione di socialismo è certo che esso non è identificabile con la pianificazione centralizzata. (…) La pianificazione centralizzata è un mezzo eventuale e comunque giustificabile solo in certe condizioni storiche e in via temporanea./ 191 [Il MERCATO DEL LAVORO è una caratteristica distintiva del capitalismo come sistema sociale (vs  MERCATO DEI PRODOTTI che non è una caratteristica essenziale del capitalismo]/98- [prospettive Urss: bancarotta vs superamento degli USA)

102- La verità è che il mercato è uno strumento che può funzionare per il bene o per il male, per lo sviluppo produttivo (=Accumulazione ?) ovvero per l’arricchimento di pochi ai danni dei più (= Speculazione?) [leggi <- ISTITUZIONI = STORIA SOLIDIFICATA) / MERCATO = DINAMICA = INNOVAZIONE TECNOLOGICA ORGANIZZATA VS SPECULAZIONE/ SVILUPPO = INNOVAZIONE->L’obiezione cruciale alla pianificazione centralizzata sta nella sua scarsa capacità di innovare/ Solo nel 1984 decentramento economico in Cina]

107- [Elettronica = declino di economie delle grandi dimensioni]

121 [Nel Terzo Mondo (specie America Latina-> istituzioni feudali) la mancanza di terre libere ha impedito la grande crescita di piccole aziende agrarie indipendenti (come negli USA) che sono state la premessa per un’estesa crescita di imprese artigianali e industriali / Nei paesi africani si trova il mercato dei prodotti ma non quello del lavoro-> c’è stato addirittura un processo di produzione artificiale di salariati in Asia e in Africa]

129- [Contro la lotta di classe come motore della storia/ contro le previsioni catastrofiche di Marx/Nel nostro tempo -> SVILUPPO = OBIETTIVO NAZIONALE UNICO]/247- [Struttura etnica dei paesi del Terzo Mondo a reddito basso]

127- Dietro ai regimi socialisti africani in genere e quindi dietro a quelli di tipo sovietico (in senso molto lato) c’è, come base teorica, l’argomentazione già elaborata dai populisti russi e da Karl Kautsky: “utilizzando le TRADIZIONI DEL SOCIALISMO DI VILLAGGIO  la società può saltare un intero stadio storico , lo stadio distruttivo e individualistico del capitalismo” (Berg, 1964).Il “socialismo di villaggio” di cui parla Berg – o più esattamente il ‘comunismo di villaggio’- nel caso della Russia era quello del ‘mir’- un’istituzione antichissima che aveva a fondamento una proprietà di tipo tribale , poi modificata ma non eliminata, dal feudalesimo (Kautsky); (,,,) / La profonda ed emotiva avversione per il capitalismo moderno indusse Marx a considerare con simpatia – se pure con qualche imbarazzo- quella tesi che alcuni intellettuali russi gli esponevano , scrivendogli. Ma tutta la sua analisi la contraddice, nella prefazione al Capitale aveva scritto:” Anche quando una società è riuscita a intravedere la legge di natura del proprio movimento – e fine ultimo a cui mira quest’opera è svelare la legge economica di movimento della società moderna- non può né saltare, né eliminare per decreto le fasi naturali dello svolgimento. Ma può abbreviare e attenuare le doglie del parto.”/Se la coerenza logica non è un’opinione , una tale affermazione sancisce una spaccatura insanabile fra l’analisi marxista e i socialismi che utilizzano le tradizioni delle comunità primitive./ 179-180 Karl Kautsky e La questione agraria (1899) L’opera costituì un ponte tra la teoria di Marx che si occupava assai poco di agricoltura e la situazione dei paesi dell’Europa orientale. Kautsky contribuì a quel ponte con la tesi della proletarizzazione dei contadini (dipendente a suo giudizio dalla progressiva frammentazione delle terre e dall’espansione delle aziende capitalistiche) sia con la suddivisione dei contadini in tre grandi gruppi: contadini ricchi, medi, e poveri. ]I primi impiegano sistematicamente salariati e vengono assimilati ai capitalisti, i secondi si fanno aiutare esclusivamente dai membri della famiglia e non hanno ostilità verso il proletariato urbano, mentre i contadini poveri devono lavorare anche come salariati, giacché i loro fondi non sono sufficienti per la loro sussistenza; perciò vanno inclusi nel proletariato complessivamente considerato. La tripartizione venne usata sia sul piano analitico sia su quello politico da Lenin e poi purtroppo da Stalin.

132- [elevata SPECIALIZZAZIONE = VULNERABILITA’ V DIFFERENZIAZIONE = adattamento (differenziazione produttiva = capacità di adattamento-> carattere precoce e abnorme dell’occupazione nei servizi in America Latino = esplosione dei ceti medi]

137-185 [Schumpeter e il neocorporativismo cattolico vs170- neoliberismo che si è inserito nel vuoto creato dalla crisi della teoria keynesiana (169 – STAGFLAZIONE VS teoria di Keynes)]

171- [POPOLAZIONE VS FORZE SOCIALI] Non funziona il liberismo, non funziona il keynesismo: qual è allora la via di uscita? (…) 172– La linea del patto trilaterale [del consenso attivo delle parti sociali] presuppone il riconoscimento che oggi non esistono più le condizioni di concorrenza piena, né nel mercato del lavoro, né in numerose produzioni industriali e che lo Stato nella vita economica e sociale è giunto a giocare un ruolo che va ben oltre la tutela dell’ordine pubblico e dell’offerta di certi servizi essenziali. [Nemmeno la politica economica di Reagan può essere classificata come liberistica]/174- Le probabilità di ottenere il consenso dipendono in non piccola misura dall’atmosfera culturale e sono tanto maggiori quanto più alto è il GRADO DI MATURITA’ CIVILE DELLA SOCIETA’, considerata nel suo complesso; e di norma l’uomo non impara nulla se non soffrendo.

141- [area dei servizi dove le economie di scala non prevalgono]

142- [marxismo-lenininismo = deliberata intensificazione della lotta di classe]

143-[socialismo = progressiva concentrazione delle unità produttive]

148- [il canone marxiano dei riformisti non utopisti]

152-[lavoratori marginali e dell’economia sommersa]

155- [SOCIALISMO = PIENA DEMOCRAZIA] 154- Alla fine una classe operaia sarà ben difficilmente identificabile. Non che non ci saranno mansioni di tipo ‘manuale’; ma esse saranno di tipo sempre più specialistico o ‘lavori fuori dal mercato’ – cura del patrimonio artistico, sviluppo delle foreste, assistenza agli anziani- di tipo ‘non ripetitivo’./ Uno degli ostacoli che si frappongono a questo processo è tuttavia la riluttanza, dovuta a motivi culturali oltre che economici, di coloro che hanno titoli di studio medio o alto: una riluttanza che ha come effetto la resistenza ad accettare lavori ‘manuali’ anche quando questi sono remunerati nettamente meglio. (Ciò è molto più vero in Europa che negli Stati Uniti)/ (…) In breve le barriere che rendono difficile la marcia verso la piena democrazia non sono quelle connesse alla proprietà privata dei mezzi di produzione, ma altre, che si ricollegano all’evoluzione complessiva delle società moderne, come quelle che frenano il passaggio tra attività prevalentemente manuali e quelle prevalentemente intellettuali, e le barriere costituite dai dislivelli culturali, allora la coincidenza tra avvicinamento al socialismo e progressiva pubblicizzazione dell’economia appare inconsistente. POSTO CHE L’OBIETTIVO FONDAMENTALE DELLA PIENA DEMOCRAZIA, OSSIA DEL SOCIALISMO, E’ UNA SOCIETA’ SENZA CLASSI, TENDENZIALMENTE UGUALITARIA, ALLORA BISOGNA RICONOSCERE CHE PASSI MOLTO IMPORTANTI IN QUESTA DIREZIONE SONO STATI COMPIUTI DA TUTTI I PAESI CAPITALISTICI, COMPRESI GLI STATI UNITI D’AMERICA: si sono ridotte e si vanno riducendo sia le barriere economiche sia le barriere culturali. Tuttavia in non pochi di questi paesi –è necessario ripeterlo- permangono sacche di miseria economica e civile, che sono tanto più vergognose in quanto i mezzi per eliminarle ci sono./ 191-[In Europa i progetti di trasformazione sociale traumatica hanno ormai perduto ogni credito]/196-[E’ desiderabile un’attività che sia intellettuale e manuale e autonoma vs alienazione come monotonia e ripetitività del lavoro -> ORMAI LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI DIPENDONO PIU’ DALLE BARRIERE TRA LAVORO MANUALE E INTELLETTUALE CHE DALLA DIVISIONE DELLE CLASSI ->197 pro rotazione delle mansioni e organizzazione del lavoro per squadre di operai che si autogestiscono]

167- [Opposizione allo stato sociale fra i lavoratori in Svezia per il drenaggio fiscale]

174- [SULLA CATEGORIA DEI DOMESTICI NEL CORSO DEL TEMPO] Nel secolo scorso i domestici costituivano una quota tutt’altro che trascurabile della forza lavoro: in paesi come la Francia o l’Inghilterra nella seconda metà del secolo rappresentavano fra il 10% eil 15% della popolazione ‘attiva’, circa un quinto della ‘classe operaia’, nella quale con una certa forzatura possono essere inseriti./ Come avevo osservato nel Saggio sulle classi sociali , Marx – compiendo una di quelle estrapolazioni lineari che lo hanno indotto a gravi errori- vede nell’espansione dei domestici uno dei segni del multiforme sfruttamento della classe operaia. [Via via l’aumento dei domestici si è fermato]/175- Seguire l’evoluzione della categoria dei domestici può contribuire ad illuminare i mutamenti nelle abitudini delle famiglie ‘benestanti’ – non delle famiglie dei cosiddetti ‘ricchi’ [che non hanno mai avuto problemi a mantenere una non trascurabile servitù] ma piuttosto delle classi medie [Nel passato per queste famiglie i domestici rappresentavano uno ‘status symbol’ = imitazione di abitudini aristocratiche]

179- [Grandi responsabilità dei governi che per motivi finanziari riducono invece di rafforzare l’assistenza sanitaria agli strati meno abbienti della popolazione]

204 [L’industria moderna è fondata sulla FABBRICA ( = MANIFATTURA CON MACCHINE A MOTORE) VS ARTIGIANATO DOMESTICO]/ 210 [Analisi del trentennio 1950-1980]/ 256 [Indebolimento del processo di sviluppo sperimentato negli ultimi dieci anni da tutti i paesi industrializzati]

225[Ipertrofia della burocrazia pubblica in Italia -> ma il numero degli impiegati pubblici negli uffici tecnici è patologicamente basso/ burocrazia dei partiti e furti di denaro pubblico]

SAGGIO SULLE CLASSI SOCIALI (1974)

X- “Oggi questa ideologia di ceti medi assume caratteri ancora più sottili e insidiosi in quanto spesso si ammanta di tutto un complesso di argomentazioni di sinistra” Si afferma che è in atto un processo di proletarizzazione dei ceti medi , che la loro condizione va assimilandosi sempre più a quella degli operai e dei contadini. Si aggiunge che l’area dello sfruttamento capitalistico si va estendendo a nuovi gruppi sociali: ai tecnici, agli intellettuali, agli artigiani, ai commercianti, ai piccoli industriali. Quindi il nemico da combattere è uno solo: il grande capitale monopolistico; e sull’altare di questa battaglia non hanno importanza le altre disuguaglianze, anzi soffermarsi su di esse indebolisce la necessaria alleanza della classe operaia e contadina contro i ‘padroni’. (…) Ma la mistificazione consiste nel passare da un discorso di sfruttamento e di ‘subordinazione politica’ a un discorso di disagio e di inferiorità economico-sociale che sarebbe comune ai ceti intellettuali e alla classe operaia e contadina. In forza di questo passaggio gli intellettuali ‘di sinistra’ e i loro sindacati(…) si sentono in diritto di chiedere (…) solidarietà a favore delle proprie lotte , anche se queste hanno per obiettivo la conservazione e il consolidamento di condizioni economiche avvantaggiate e, di conseguenza, il mantenimento delle distanze rispetto agli operai e ai contadini.

XI- Mi è stata attribuita l’idea secondo cui la ‘classee media’ consisterebbe in un coacervo di ceti e di gruppi sociali sostanzialmente corrotti e retrivi, così che nel nostro paese le prospettive della vita sociale ma della stessa vita politica sarebbero catastrofiche./ XII. Una tale interpretazione è ingiustificata. Sebbene io faccia più volte riferimento agli individui famelici, servili e culturalmente rozzi che sono molto numerosi fra i ceti medi, avverto altrettanto spesso che esistono strati civilmente robusti e capaci di operare come forze di progresso ; si tratta di strati esili, è vero, ma non trascurabili e suscettibili di espansione. Anzi, ritengo che il problema politico centrale nel nostro paese ( e non solo nel nostro) consista oggi nel fatto che la classe operaia, pur essendo una classe subalterna, lo è in misura decrescente e , nel suo complesso, si trova economicamente e politicamente in ascesa. Ora di fronte a questo processo i ceti medi reagiscono in modi profondamente contrastanti: alcuni l’accettano, altri lo considerano con orrore.

9- La distribuzione del reddito nazionale costituisce il problema centrale degli economisti classici, particolarmente Adam Smith e David Ricardo, i quali considerano essenzialmente tra grandi categorie di redditi, ossia tre grandi classi sociali: i proprietari fondiari (rendita fondiaria), i capitalisti agrari, industriali e commerciali (profitto) e i lavoratori dipendenti (salari). Per gli economisti classici la rendita urbana costituisce una sottocategoria della rendita fondiaria  e l’interesse è un ‘reddito derivato’ [Smith]: dal profitto nel caso dei prestiti alla produzione , da uno degli altri due redditi nel caso di prestiti al consumo; generalmente sono i mercanti che fanno prestiti allo Stato o ai privati –Marx parlerà poi di ‘CAPITALISTI MONETARI’. I classici ono ben consapevoli che esistono lavoratori indipendenti, al loro tempo sono numerosi: coltivatori diretti (FARMERS) e artigiani (INDIPENDENT MANIFACTURERS): costoro ottengono redditi che sono una combinazione di due o tre redditi originari sopraindicati; oggi parliamo di ‘REDDITI MISTI’. Infine ci sono coloro che percepiscono stipendi o altri compensi dallo Stato, o da istituzioni o da ‘ricchi’: sono tutti LAVORATORI ‘IMPRODUTTIVI’ che ottengono redditi derivati./10- Mentre il concetto di lavoro improduttivo è stato vivacemente attaccato dai successori degli economisti classici, la tripartizione smithiana dei redditi ( e delle classi) è stata sostanzialmente accettata e ancora si trova nei libri di testo di economia , anche se in questi libri si parla solo di redditi e non di classi; l’unico emendamento, riguarda per cos’ dire, l’INTERESSE che è stato elevato al grado di reddito originario, imputabile al capitale stesso, distinguendolo dal profitto, imputabile all’imprenditore.

12 Per una revisione critica dei redditi misti, che sono ottenuti dai cosiddetti lavoratori indipendenti ( coltivatori diretti, artigiani, piccoli commercianti, professionisti indipendenti) è necessario partire dalla distinzione fra beni che entrano e beni che non entrano in concorrenza con quelli prodotti da unità produttive moderne. Nel primo caso vi sarà una tendenza graduale all’emarginazione [esodo agrario del dopoguerra](…) /13- Nel caso di merci prodotte da lavoratori indipendenti che non concorrono ma anzi sono complementari rispetto alle merci o ai servizi offerti da unità moderne, non c’è quella tendenza al declino , ma anzi la tendenza opposta. [per esempio artigiani o piccoli produttori che forniscono merci o servizi alle grandi unità:  officine per riparazioni automobili o elettrodomestici]/ 14- in una situazione particolare si trovano i professionisti indipendenti (specialmente medici, avvocati, ingegneri, architetti): molti di questi professionisti sono ormai indipendenti solo di nome , perché sempre più frequenti sono i casi di rapporti organici con grandi società o con istituzioni pubbliche.(…) Vi sono infine gli stipendi degli impiegati , che l’analisi economica tradizionale assimila ai salari, cosicché la teoria del salario viene a includere la teoria dello stipendio. Questo punto di vista va radicalmente riconsiderato /15- In una posizione particolare si trovano gli alti dirigenti delle società per azioni private e pubbliche, i quali ottengono emolumenti che solo per una parte hanno la natura di stipendi: per l’altra parte –la parte variabile- rappresentano una sorta di partecipazione ai profitti. Inoltre tra gli impiegati conviene distinguere gli IMPIEGATI AMMINISTRATIVI dai TECNICI che sovraintendono agli impianti, alle macchine e ai laboratori (…) Perché il livello degli impiegati pubblici è quello che è? perché varia? [Non perché fanno sciopero, ma perché influiscono sull’azione dei partiti che ne rappresentano gli interessi per ottenere leggi e interventi ad essi favorevoli: la gestione della cosa pubblica è infatti nelle mani di membri della stessa classe, la piccola borghesia-> 18 parassitismo: 19- più parassiti fra i ceti medi che fra i capitalisti]

23-Oggi intanto domina l’ideologia piccolo-borghese (…) si fa una netta distinzione fra lavoro manuale e lavoro intellettuale e si proclama giusto il fatto che il secondo sia remunerato assai meglio del primo e che riscuota maggior prestigio, dato che esso si fonda su sacrifici, dispendio di tempo per lo studio, e rinuncia a guadagni più immediati [22- vs questione della possibile sostituzione graduale della divisione orizzontale del lavoro con una certa rotazione verticale del lavoro che quanto meno elimini i lavori più ripetitivi e più umilianti; naturalmente un tale processo implicherebbe l’accelerazione dell’evoluzione tecnologica./23 – la parità delle condizioni di partenza è ben lontana dal verificarsi nella realtà e quindi ->] Non è lecito ‘il porre un privilegio (l’accesso alla cultura) come legittimazione di un secondo privilegio (una condizione economica più elevata) [Gorrieri. La giungla retributiva]

24- Si può affermare che la LOTTA PER IL POTERE –economico e politico- IN ULTIMA ANALISI riguarda le modalità e le conseguenze della proprietà privata dei mezzi di produzione e le possibilità di controllare e quindi di indirizzare, direttamente o indirettamente, il PROCESSO DI ACCUMULAZIONE. (…) Sulla base della precedente analisi della distribuzione del reddito possiamo formulare la seguente suddivisione delle classi sociali.

  1. Borghesia vera e propria: grandi proprietari di fondi rustici e urbani (rendite); imprenditori e alti dirigenti di società per azioni (profitti e redditi misti che contengono quote di profitto); professionisti autonomi (redditi misti con caratteri di redditi da monopolio)
  2. Piccola borghesia [o classi medie]:
    1.  impiegatizia (stipendi).
    1. Piccola borghesia relativamente autonoma (redditi misti): coltivatori diretti, artigiani (inclusi i piccoli professionisti), commercianti,
    1. Piccola borghesia: categorie particolari (militari, religiosi e altri) (stipendi).
  3. [Proletariato]
    1. classe operaia [lavoro stabile?]
    1. sottoproletariato [lavoro senza garanzia di stabilità? 17?]

25 [Moda = valore di massima frequenza per es. di un certo livello di reddito] I ricchi sono inclusi tutti nella prima classe, nelle altre troviamo individui ‘agiati’ o ‘poveri’ o addirittura ‘poverissimi’ secondo il livello del reddito. Se si considera la distribuzione del reddito per classe o pr sottoclasse il valore di massima frequenza decresce passando dalla classe economicamente più elevata alle altre, ma occorre tener presente che, per certi aspetti, può esservi COMUNANZA D’INTERESSI e quindi SOLIDARIETA’ fra gli strati più elevati o al contrario fra quelli più bassi delle diverse classi e sottoclassi  (…)/26 – Per distinguere le diverse classi sociali il reddito dunque è un elemento importante, ma non tanto per il suo livello, quanto per il modo attraverso cui si ottiene; tale modo si riflette nell’ambiente e nel tipo di cultura ed è condizionato dalla storia precedente della società di cui le classi costituiscono parte integrante.

28- [NEOCAPITALISMO = un’economia che nell’industria e nella finanza è dominata da gruppi di società per azioni private e pubbliche e da enti pubblici, i cui massimi dirigenti ( i generali) ‘s’identificano’ col gruppo, con la società o con l’ente, mentre gli impiegati esecutivi (gli ufficiali subalterni che hanno rapporti diretti con i sergenti e i soldati) sono tagliati fuori dai processi decisionali e i dirigenti intermedi in parte diventano ‘fiduciari’ dei massimi dirigente e in parte seguono la sorte degli impiegati esecutivi.]

38- Domina nel Mezzogiorno il clientelismo politico e amministrativo. Gli stessi partiti di sinistra che hanno una falce, un martello e magari un libro nel simbolo , rimangono inquinati da tale situazione./39.- Le critiche anzi le invettive che Gaetano Salvemini scaglia contro la piccola borghesia meridionale sono dunque valide anche oggi.[assai grave è il peso della storia recente e ancor più passata!]

44- [Se la borghesia e la classe operaia oggi con lo sviluppo di imprese moderne e la flessione dei salariati agricoli sono classi] la piccola borghesia –i ceti medi- non sono propriamente una classe: si può parlare al massimo di una QUASI CLASSE, che possiede alcune solidarietà di fondo (per ragioni economiche e culturali) ma che è suddivisa in tanti gruppi , con interessi economici diversi e spesso contrastanti , con diversi tipi di cultura e con diversi divelli di quella che si potrebbe chiamare MORALITA’ CIVILE. [sottoposta a due processi: proletarizzazione e integrazione] ->La situazione è piena di contraddizioni: la predominante influenza piccolo-borghese nei gusti e nelle aspirazioni si fa sentire, più o meno fortemente sull’intera classe operaia. D’altro canto è certo che la classe operaia italiana è ancora molto arretrata: nsono ancora numerosi i salariati agricoli, fissi e giornalieri (braccianti); numerosi sono ancora gli occupati nell’edilizia, un’attività dispersa e in gran parte arretrata. Nell’industria, inclusa l’edilizia, gli operai occupati in unità con oltre 100 addetti –le unità industriali moderne- sono circa 2 milioni [≈ 1/5 dell’intera classe operaia]

50[potere autonomo della burocrazia in situazioni politiche di stallo]

53- Ubiquità della piccola borghesia [salti acrobatici compiuti da certi individui piccolo borghesi dall’estrema destra all’estrema sinistra e viceversa/] L’instabilità e la polivalenza politica della piccola borghesi a trovano un contrappeso o un correttivo in una serie di elementi: uso delle istituzioni (magistratura, scuola, esercito, polizia ed altre) da parte della classe dominante per stabilizzare la piccola borghesia insieme alla mobilità sociale

60 . [la piccola borghesia è in una situazione diversa da quella studiata dai classici del marxismo]

63- [antagonismo tra profitti/salari e salari/redditi di ceti medi]

68- [Lo sviluppo come fatalità del capitalismo]

85- Lo strato più ‘progressista’ della grande borghesia è dato da quello che controlla l’industria moderna; ma la grande borghesia industriale non ha interessi limitati alla sola industria: i suoi interessi si intrecciano con quelli immobiliari e finanziari . Inoltre lo strato più retrivo , quello che controlla la finanza , non è affatto fuori gioco: come ricorderemo tra breve negli ultimi tempi ha acquistato un notevole peso politico oltre che economico] 88- [Illusioni sulle reali condizioni sociali del nostro paese -> nostra grandissima arretratezza civile] 117 – [BORGHESIA FINANZIARIA = LA FRAZIONE MENO RISPETTABILE DELLA BORGHESIA]/120- [Aree di profitto speculativo = edilizia, esportazione di capitali, petrolio/ 121. LA BORGHESIA FINANZIARIO-SPECULATIVA E LA BORGHESIA BUROCRATICO-PARASSITARIA STANNO EGEMONIZZANDO L’ALTA BORGHESIA (Ipotesi di Galli)]

92- [3 fasce della piccola borghesia: 1. civilmente robusta 2. fascia intermedia 3. topi nel formaggio]

104- [Tupamaros latinoamericani = nihilisti russi = piccoli borghesi declassati e disperati]/ [relazioni tra classi e partiti]

125- [arretratezza civile italiana = siamo un popolo di semi-analfabeti] /131 [grado di sviluppo economico ≠ grado di sviluppo civile]

LIVIO MAITAN – DINAMICA DELLE CLASSI SOCIALI IN ITALIA

17- [Indebolimento della borghesia per l’estensione del settore pubblico (borghesia burocratica)]/20- [Lo sviluppo capitalistico nella fase della decadenza può non produrre posti di lavoro in una certa nazione perché la sua riproduzione allargata non avviene su base nazionale]

23- La società italiana continua a risentire del suo modo di formarsi come Stato nazionale e del suo modo di essere durante un periodo abbastanza lungo – la questione del Mezzogiorno ne è la manifestazione più cospicua- Tuttavia le contraddizioni decisive non vanno individuate su questo terreno , non sono il risultato di un’arretratezza economica strutturale , bensì sono contraddizioni tipiche del capitalismo , e in particolare del neocapitalismo o SPÄTKAPITALISMUS quale si è configurato su scala mondiale. Qui è la matrice degli stessi conflitti –economici, politici- che si sono sviluppati e si sviluppano all’interno delle classi dominanti./ CAPITALISMO MATURO = SVILUPPO DELL’ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE IN CONDIZIONI MONOPOLISTICHE DI PRODUZIONE = SUPERCAPITALIZZAZIONE]

27- Alla base dell’ascesa iniziata con il ’68 sono dunque, l’accresciuto peso della classe operaia come forza sociale, l’elevamento del suo livello culturale, la sua maggiore compattezza interna. Questo è l’elemento centrale e non il persistere di elementi di arretratezza reali o presunti, strutturali o sovrastrutturali [il semialfabetismo di Sylos-Labini?]

36 [per la definizione di classe -> criterio della collocazione e della dinamicità sociale e politica]

41 [contro il criterio restrittivo del lavoro produttivo per la definizione del proletariato/ 45 – il lavoro intellettuale oggi è sempre più simile al lavoro manuale-> tendenza di fondo che porta ad un allargamento del proletariato

50 [dilapidazione di risorse e saccheggio dell’ambiente naturale]

59- [La matrice del pensiero di Poulantzas è nella rivoluzione culturale cinese-> la tendenza di Poulantzas a privilegiare fattori politici e ideologici]

61 –[CONTRO CEDIMENTI A CONCEZIONI DEMONOLOGICO-COSPIRATIVE DELLA STORIA]

70- [SUI PARTITI OPERAI A DIREZIONE PICCOLO-BORGHESE -> = sotto l’egemonia e a vantaggio della piccola borghesia]

77 [stritolamento del piccolo commercio]

78 –[ RESTRINGERSI DEL PROCESSO DI ACCUMULAZIONE CON UN INCREMENTO DELLE FORZE DI LAVORO ESCLUSE O MARGINALIZZATE E UN INDEBOLIMENTO DELLA GRANDE BORGHESIA COME FORZA SOCIALE]

84 [La soluzione rivoluzionaria non dipende dalle disponibilità soggettive ma dalla congiuntura]

87- [LE NUOVE CLASSI MEDIE SONO DISTINTE DALLA CLASSE OPERAIA MENO DI QUANTO NON LO FOSSERO E LO SIANO LE VECCHIE CLASSI MEDIE]

89- [Sylos-Labini pro riforme di tipo laburista]

94- [Scontro tra due grandi classi antagonistiche: ‘conflitti distruttivi’ o ‘equilibrio catastrofico’ (Gramsci)]

95.- [ITALIA = GB = FRANCIA]

16 giugno 2022

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