Aforismi dal 1918 al 1936

11- Infine è più duro dar fastidio agli uomini che alle donne, punire è più difficile che lodare.

13- Tutti gli esseri umani hanno ideali e speranze. Anche se c’è differenza fra quelli che stanno in alto e gli umili, un senso deve esserci per tutti. Meglio sarebbe un utile per sé e per gli altri ; ma vi sia almeno un utile per se stessi.

24- Né col terrore né con la corruzione si può “conservare il potere per diecimila anni”.

26- Caso per caso non si può non adattarsi alla società, ma questa non è in alcun modo una norma generale. Poiché la società è corrotta e i fenomeni negativi sono molti, non possiamo adattarci in ogni singolo caso ; se ci adattassimo a tutto, ci opporremmo di nuovo a una vita razionale e percorreremmo a rovescio la strada del progresso. Perciò il metodo fondamentale è solo la riforma della società.

26- In realtà vivere insieme è difficile; le disperate esortazioni alla pietà filiale dimostrano pure nei fatti la rarità dei figli pietosi. L’origine di ciò sta nell’ostinato affermare una morale falsa, e nell’ignorare gli autentici sentimenti umani.

26- Quelli che si sono risvegliati [= che hanno preso coscienza = gli intellettuali consapevoli]sappiano che è loro compito ricostruire dalla base la società. Le regole tradizionali cinesi sono piene di errori.

27 Ma se la famiglia cinese è in sfacelo da lungo tempo (…) perché mai ancora oggi non facciamo progressi come nel passato? (…) Mentre i decadenti decadono, i confusionari fanno confusione, e i legislatori legiferano; sono incapaci di guardarsi, e neppure desiderano riformare, perciò tutto continua come in antico.

28- Non aver figli significa solo la fine di noi stessi, ma aver figli contribuendo al regresso significa distruggere gli altri.

36- LE MASSE SONO SEMPRE STATE OGGETTO DI SPETTACOLO.

65- Ma tutto soddisfatto col mio pacchetto di denaro contante in tasca , tranquillo per il suo peso, mi balenò un pensiero: con che estrema facilità diventiamo schiavi, e dopo esserlo diventati, ne siamo anche soddisfatti.

67- Per quanto possano piacere le iperboli degli studiosi dalla maniera elegante, che scrivendo la storia mettono i bei titoli di ‘epoca di affermazione della nazione cinese’, ‘epoca di sviluppo della nazione cinese’ (…) nonostante le loro buone intenzioni, la loro terminologia è troppo contorta. Sarebbe più semplice e diretto esprimersi così: 1. epoca in cui si desidera e non si riesce ad essere schiavi; 2. epoca di raggiunta temporanea schiavitù.

70- Vessati dagli altri, si possono vessare gli altri; mangiati dagli altri, si possono anche mangiare gli altri.

71- La cosiddetta civiltà cinese in realtà è solo un banchetto di carne umana servito ai ricchi.

78 – “Dobbiamo avere il coraggio di guardare le cose in faccia”. Proprio così, è necessario osare veder chiaro. Soltanto allora si oserà pensare, parlare, agire, assumere una posizione. (…) Quando un’automobile si guasta e si ferma per strada , un mucchio di gente si fa intorno a guardare stupidamente, e alla fine si tratta solo di un oggetto nero e brillante. Invece al dolore prodotto dalle loro personali contraddizioni e dalle deficienze della società non guardano, eppure devono soffrirlo. Gli uomini colti sono persone sensibili ; e a quanto risulta dalle opere, più d’uno da tempo si sente insoddisfatto; però , arrivati al momento in cui sta per manifestarsi una crisi della società si precipitano a dire “Non è nulla “ e chiudono gli occhi.

81- Heckel ha detto che la differenza fra uomo e uomo qualche volta è maggiore della differenza fra uomo e scimmia.

89- DI COME SI DEBBA RIMANDARE IL “FAIR PLAY” – Il senso del ‘fair play’ è racchiuso nell’espressione : ‘non battere il cane caduto in acqua’. (…) [Ma] non è certo che ‘un cane caduto in acqua’ non vada battuto,o che addirittura non sia doveroso batterlo. (…) ‘Non curarsi delle offese’ è misericordia, ‘occhio per occhio, dente per dente, è giustizia. Ma in Cina si va troppo contro i principi: non si battono i cani caduti in acqua e da quei cani ci si lascia mordere. Così gli ingenui devono a se stessi le pene che sopportano./ ‘Lealtà e stupidità portano lo stesso nome’ dice il proverbio: forse è un po’ troppo crudele, ma a guardar bene non si tratta di incitamento al male , bensì di un epigramma che generalizza molte amare esperienze. Due sono all’incirca le ragioni principali per cui non si batte il cane caduto in acqua: la mancanza di forza e le false analogie. Niente da dire nel primo caso. Nel secondo si commettono due sbagli gravi: primo, si considerano a torto gli uomini decaduti come cani nell’acqua; secondo fra gli uomini decaduti non si distinguono i buoni dai cattivi e si considerano tutti alla stessa stregua. Col risultato che le colpe restano impunite./(…) Gli ingenui non ‘battono il cane caduto in acqua’. Lo dirò crudamente: si scavano da sé la fossa, e non hanno ragione ad adirarsi col cielo e prendersela con gli altri./(…) Se uno non usa con te il fair play e tu lo usi con lui, alla fine sarai tu a subirne il danno./ In una parola ‘sostieni i tuoi e attacca i nemici’./ Il ‘fair play’ specialmente può essere male impiegato, fino a diventare una debolezza e costituire un vantaggio per le forze del male.

123-Parlare con coraggio, procedere con audacia, dimenticare ogni interesse, rifiutare gli antichi, esprimersi con sincerità. E’ vero, non è facile. Per esempio non è facile un contegno sincero: mentre faccio una conferenza non ho il mio vero contegno, perché quando parlo con gli amici o con i bambini non sono così. Comunque si possono pronunciare parole relativamente vere con una voce relativamente vera. Solo con una voce vera si commuoveranno i cinesi e gli uomini di tutto il mondo; occorre una voce vera per vivere al mondo insieme con tutti gli uomini.

128- Quelli che possiedono la forza non aprono bocca, uccidono; basta agli oppressi pronunciare una frase, scrivere una parola, per essere uccisi. (…) E’ la stessa cosa nel mondo della natura. Quando il falco afferra il passero, chi tace è il falco e chi pigola è il passero; quando il gatto acchiappa il topo, chi sta zitto è il gatto, chi squittisce è il topo; come risultato chi sa solo aprir bocca è mangiato da chi non apre bocca. (…) Perché vi sia rivoluzione occorrono i rivoluzionari; quanto alla ‘letteratura rivoluzionaria’, non c’è fretta, ci sarà solo quando i rivoluzionari creeranno qualcosa. Perciò penso: è la rivoluzione a influire sulla letteratura. La letteratura di un’epoca rivoluzionaria è differente da quella dei tempi comuni.; quando viene la rivoluzione la letteratura si trasforma. Però possono trasformare la letteratura le grandi rivoluzioni, le piccole no, perché non si possono considerare rivoluzioni.(…) 132- La nostalgia del passato e i canti di morte sono prova che c’è stata la rivoluzione; diversamente gli uomini all’antica sarebbero al potere e non leverebbero canti di morte.

138- Oggi in Cina c’è un grave difetto, quasi tutti sono convinti che il proprio settore di studi sia il migliore, il più bello, il più importante e che gli altri siano tutti inutili e indegni di considerazione, e chi si occupa di queste cose da nulla debba morir di fame. Ma il mondo non è così semplice. Ogni campo di studi ha la sua utilità e sarebbe assai difficile stabilire cosa venga prima. (…)Di solito non si distingue chiaramente lo studio della letteratura dall’opera letteraria. (…) 139- Per lo studio serve l’intelletto, occorre freddezza, mentre per creare occorre sensibilità, insomma ci vuole almeno un po’ di calore: perciò – ora freddo, ora caldo- gira la testa. (…) Perciò ritengo che una cosa sia studiare la letteratura, e un’altra scrivere opere letterarie.(…) 141-142- Ho sentito che l’inglese Bernard Shaw ha detto che la cosa più negativa al mondo è la lettura, perché chi legge sa vedere solo l’arte del pensiero altrui e non impegna se stesso. E’ come quel che Schopenhauer dice: far galoppare gli altri nel proprio cervello. Meglio è chi riflette, perché sa impiegare la sua forza vitale; però cade nella fantasticheria . Perciò è ancor meglio chi osserva e legge con i propri occhi il libro vivente che è il mondo./ Questo è positivo: l’esperienza reale è sempre più persuasiva della lettura , dell’ascolto, della fantasticheria/(…) Per osservare occorre dunque passare prima per la riflessione e la lettura.

159- Nella natura delle donne c’è carattere di madre, e carattere di figlia; non c’è carattere di moglie. /Il carattere di moglie si forma di necessità , è solo la combinazione del carattere di madre e del carattere di figlia.

163- Gli scrittori europei spesso vengono dal popolo (gli europei scrivono anche se nati nella miseria; perché la loro scrittura è facile , mentre quella cinese è difficile). Giacché ne provano anch’essi le pene, naturalmente riescono con facilità a scrivere per il popolo, che considera utili gli intellettuali; perciò li approva e li accoglie bene. Ma gratificati di questa gloria, la loro posizione si eleva, e allora lo dimenticano, diventano una classe a sé. Si credono superiori a tutti, vanno a banchetto dai ricchi (…) Una volta che godono una vita rispettabile, non riescono più a ricordare tutte le pene di prima. Perciò vi prego di non applaudire, signori: se voi applaudite la mia posizione si eleva e io dimenticherò di parlare.

164 – [Un ministro traditore disse:] “Per essere bravi, i soldati sono bravi, però non pensano”: queste parole non sono per nulla sbagliate. Poiché il coraggio dei soldati sta nel fatto che non pensano; se pensassero potrebbero non aver più coraggio. Ora se mi dicono di andare a fare il soldato, se vogliono che vada a fare la rivoluzione di certo non ci vado, perché una volta che siano chiari i pro e i contro diventa difficile l’azione. (…) Se per fare una cosa la si esamina da tutti i lati, non si farà più nulla.(…) Perciò penso che sia ancora un problema se la classe intellettuale possa sussistere. La conoscenza e il potere cozzano l’una contro l’altro, non possono accompagnarsi; i potenti non permettono che il popolo abbia libertà di pensiero, perché ciò decentrerebbe il potere.

165- Il gusto d’essere uomo sta nelle conversazioni interessanti con gli amici, nelle discussioni appassionate. Una volta imperatore , appena si apre la bocca tutti i sudditi cadono in ginocchio e si sente solo un suono ininterrotto yes, yes: che gusto c’è? (…) 166- Gli autentici intellettuali non si curano dell’interesse; se si preoccupano di vantaggi e svantaggi sono falsi intellettuali, intellettuali apparenti. Solo, la vita dei falsi intellettuali dura un po’ più a lungo.(…) Quanto a voi signori, per voi è diverso. Siete giovani dell’inizio del XX secolo: come studiate all’università operaia, e nello stesso tempo lavorate, la vostra è una condizione nuova; forse potrà fondare una condizione nuova. Ma il quadro generale è alla vecchia maniera, dovunque si vedono soggezione e decadimento, e se non si lotta contro questa vecchia società, si tornerà sulla vecchia strada./(…) Dolore e lacrime non agiscono sulla realtà; solo quando i movimenti di pensiero si trasformano in movimenti reali diventano pericolosi./168- Io non intendo persuadere i giovani a cercare il pericolo e non li esorto neppure al sacrificio. Dice che se muoiono per la società avranno una bella fama, e una grande statua di bronzo. Io che sono vivo non ho il diritto di esortare gli altri a morire. Se tu stesso credi che morire sia bene, allora prego, va da te a morire. Credo che fra voi, signori, non siano molti i ricchi, allora , di noi poveri il solo capitale è la vita. Investire la vita, fare qualcosa per la società va bene se si ottiene qualche guadagno; fare della vita un sacrificio di scarso profitto, non vale la pena. Perciò non ho mai invitato la gente a sacrificarsi.

180- Non ho teorie grandiose e coerenti né concezioni geniali, posso solo esporre qualche mio pensiero di questi ultimi tempi. Io ritengo che letteratura e politica siano sempre state in conflitto; letteratura e rivoluzione non si oppongono, hanno in comune lo scontento per le condizioni presenti. La politica invece vuole conservarle, e naturalmente ha un indirizzo diverso dalla letteratura che ne è scontenta. Però la letteratura che esprime insoddisfazione delle condizioni presenti è sorta solo nel XIX secolo , ed ha una storia molto breve. Quel che più dispiace ai politici è che ci si opponga alle loro opinioni, che si pensi e che si apra bocca.Nella società primitiva non c’era effettivamente nessuno che pensasse qualcosa, né che aprisse bocca. Basta guardare fra gli animali le scimmie , che hanno i loro capi e fanno quel che i capi vogliono.

186- La letteratura del passato sembra descrivere un’altra società, per nostro divertimento; la letteratura contemporanea descrive la nostra stessa società, descrive quasi noi stessi. La letteratura del passato è come un fuoco visto dall’altra riva, non c’è nulla che ci riguardi personalmente; la letteratura contemporanea ci coinvolge, ci fa profondamente consapevoli: divenuti consapevoli, parteciperemo alla vita della società./187- è mai possibile una letteratura rivoluzionaria soddisfatta delle condizioni presenti? A meno di non essere drogati! In Russia due letterati, Esenin e Sobol’, che avevano cantato la rivoluzione hanno finito col cozzare a morte contro la lapide reale delle speranze da loro stessi cantate; allora, i soviet erano già fondati. /Però quando nella società c’è troppo silenzio , solo uomini di questo genere risvegliano qualche interesse. L’umanità ama assistere agli spettacoli e i letterati danno spettacolo alla gente, sia che vengano legati e portati alla decapitazione, sia che vengano fucilati (…): c’è un po’ di movimento. Così a Shanghai quando i poliziotti picchiano la gente tutti corrono a vedere, non perché desiderino per sé le bastonate, ma perché veder picchiare gli altri è molto interessante.

188- Al mondo ci sono masse che si risvegliano. In gran parte oppresse ancora, ma in parte anche al potere. Allora naturalmente ci sarà una letteratura popolare – letteratura del Quarto Stato per essere un po’ più esatti.

189 – [letteratura e propaganda]

199- Quando diventerò spregevole (…) sosterrò che gli altri devono sacrificarsi.

207- LA NON RIVOLUZIONARIA FRETTA DI RIVOLUZIONE

209- La rivoluzione è una cosa molto concreta, richiede ogni sorta di lavori umili e noiosi, non è così romantica come immaginano i poeti; la rivoluzione è distruzione, ma ancor più necessaria poi è la costruzione : distruggere è piacevole ma costruire è noioso. Perciò quanti nutrono fantasie romantiche sulla rivoluzione , una volta che questa si avvicini, è facile perdere la speranza.

244 [Per dare espressione ai propri pensieri un piccolo numero di parole non era sufficiente]

291- Ci vogliono dieci anni di tempo per imparare la scrittura cinese.

292- [letterato vs autore -> autore analfabeta (per es.: Omero) vs letterato]/ ritengo che opere di creazione vi fossero anche prima che uomini possedessero la scrittura. /[opere non registrate dalla scrittura = senza vasta circolazione (=294- non patrimonio comune)]

296 – Gli americani dicono che il tempo è denaro, ma io dico che il tempo è vita. Sprecare senza ragione il tempo (…) è come attentare alla [propria] vita.

301- [Usare parole volgari per guadagnarsi il consenso delle masse -> parassiti delle masse/ Il termine masse ha un senso molto lato e include individui d’ogni specie]

302- Seguire la corrente è molto bello, ma anche allora non si può fare a meno di un timoniere.

312- Chi ha in antipatia i monaci, odia gli abiti da monaco.

321- [Utilizzare ai propri fini la rivoluzione/ settarismo e ‘politica della porta chiusa’]

337- La vita quotidiana di un combattente non è tutta canti e pianti; ma quando tutto è legato a canti e pianti, allora si ha un vero combattente.

P.S. (Edoarda Masi): Se nella concezione di Mao c’è ancora posto per gli intellettuali, che devono fungere da catalizzatori nel processo che porta alla loro estinzione, non c’è posto per i poeti e in generale per gli artisti. All’opera letteraria è attribuita esclusivamente una funzione pedagogica: ma il dar forma che è il lavoro poetico è necessariamente escluso da una ideologia che non prevede la costruzione come momento positivo ma solo come risultato della distruzione.(“Mettete al primo posto la distruzione e nel corso del processo avrete l’edificazione” Mao Tse-tung)/ Il ‘pensiero di Mao Tse-tung’ non è marxismo, anche là dove si vale di tesi marxiste.

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