Sulla tarda età della stampa (Bolter 1993) –

XIV- Lo spazio dello scrivere è per Bolter il contesto fisico e visivo definito da ogni tecnologia di scrittura(…) [232- Spazio di scrittura = spazio in cui si legge e si scrive]/L’atto dello scrivere è un atto di pensiero , al punto che diviene difficile dire dove finisca lo spazio mentale del pensiero e dove inizi lo spazio fisico della parola scritta. Lo spazio dello scrivere diventa una metafora della mente umana.

XV- Grazie all’elevato livello tecnologico che li caratterizza, i sistemi ipermediali sintetizzano in un unico MEDIUM [sic!] gli aspetti peculiari dei media che li hanno preceduti. Integrando nella tecnologia elettronica sia i due sensi fondamentali della percezione –udito e vista-, sia quei contenuti della comunicazione rappresentati da voci, immagini, suoni, gesti, gli ipermedia restituiscono alla comunicazione quelle informazioni che si erano perse con l’avvento della scrittura e con il diffondersi del libro a stampa, successivi alla tradizione della cultura orale.

XVI- Il nuovo MEDIUM elettronico permette una sintesi tra struttura lineare del testo scritto  e forma non lineare delle avanguardie letterarie e filosofiche.

XX- Il ritorno all’oralità rappresenta l’occasione di una sintesi delle diverse dimensioni della personalità: il primato del testo stampato e della lettura silenziosa cedono il passo ad un approccio interattivo ed emotivo col MEDIUM, mettendo in gioco la persona nella sua globalità. (…) Il rischio che oggi può correre il sistema scolastico consiste nel privilegiare il polo cognitivo dello sviluppo, trascurando gli aspetti cognitivo-valoriali della persona.

XXIX- [Fondere il testo= creare il testo]/ La scrittura elettronica (…) assumerà una struttura aforismatica in sostituzione dell’antica organizzazione periodica , per subordinate e coordinate [= prosa?], assunta dal libro a stampa.

XXX- Un testo a più voci sufficientemente spaziato da contenere e ammettere le sue stesse contraddizioni potrebbe rivelarsi la sola forma convincente di scrittura nel contesto definito dal mezzo elettronico.

4- La stampa [come forma fondamentale di scrittura] favorì la scomparsa dell’organizzazione sociale e del pensiero medievali e fu altresì –come ha mostrato Elisabeth Eisentein- lo strumento forse più importante dello scienziato moderno. / [Età dell’oro della stampa (=’800) vs tarda età della stampa]/Ora la distinzione tra testi durevoli (letteratura, storia, saggistica) e comunicazione pragmatica [lettere commerciali, rapporti tecnici e inventari] sta venendo meno. I computer sono usati per ogni forma di scrittura e non solo per produrre promemoria commerciali e quotazioni di borsa./5- Sarà piuttosto l’idea, e con ciò stesso l’ideale del libro, a modificarsi. LA STAMPA NON DEFINIRA’ PIU’ , COME HA FATTO PER CINQUE SECOLI, L’ORGANIZZAZIONE E LA PRESENTAZIONE DEL SAPERE. (…) Il passaggio al computer renderà lo scrivere più flessibile (…) [contro la stampa che] ci ha incoraggiati a pensare allo scritto come a un artefatto immodificabile , a un monumento al suo autore e alla sua età. Hugo sosteneva che un libro era più solido e più durevole di una cattedrale di pietra. (…) La stampa finiva anche per approfondire il solco tra autore e lettore, facendo del primo una figura monumentale e del secondo un semplice visitatore della sua opera/cattedrale.

6- [Pagina = unità significativa della stampa vs nuova forma elettronica (= FLUIDITA’ e DINAMICITA’=organicità e modificabilità vs fissità e permanenza)]/->7- IL LIBRO E’ UNO STRUMENTO INTELLETTUALE PIU’ CHE UN MEZZO DI INTRATTENIMENTO.

7- [pagina vs schermo come SPAZI DI LETTURA]/ 8-[Pagina fissa vs rete fluida]

8- Con un word processor evoluto e una stampante laser, l’utente è in grado di creare testi pronti per la fotocomposizione. Il programma consente a piccole organizzazioni come anche a singoli individui di sfuggire alla industria editoriale./ Il word processor (…) nel suo utilizzo convenzionale non tratta il testo come una rete di concetti in forma verbale. Non contiene una mappa dei modi in cui il testo può essere letto: non registra e non agisce sulla struttura semantica del testo. Un vero testo elettronico fa tutto questo , per la ragione che non è una sequenza prefissata di lettere, ma è invece, dal punto di vista dell’utilizzatore  una rete di elementi verbali, dal punto di vista del lettore una trama di possibili letture.

10- [Il testo gioca con + si mostra al pubblico]-> Le reti di comunicazione elettronica costituiscono un ulteriore incarnazione del PRINCIPIO DI AUTORITA’ MULTIPLA, permettendo a centinaia di utenti di scambiare testi e domande da località distanti . Ciascun utente si muove rapidamente e continuamente nel duplice ruolo di lettore e scrittore.(…)/ [IL COMPUTER COME NUOVO MEDIUM]-> Combinando la scrittura dinamica del word processor alla lettura dinamica del foglio o del database di testo e aggiungendo la componente interattiva della formazione computerizzata, ricaviamo un MEDIUM DI NUOVA GENERAZIONE. Esso rappresenta LA QUARTA GRANDE TECNOLOGIA DI SCRITTURA,  accanto al rotolo papiraceo, al codice medievale e al libro a stampa.

11- Questo requisito di unità e omogeneità [testuale] è un’acquisizione relativamente recente. Nel Medioevo uno stesso volume poteva contenere rilegati insieme testi eterogenei. (…) Dal momento che il testo elettronico non è un artefatto fisico [ma ha esistenza virtuale]non v’è alcuna ragione per dargli la stessa unità concettuale [e la stessa relazione retorica rispetto al lettore]del libro stampato./12 –[libro elettronico vs Canone tradizionale di unità concettuale e di tono del libro stampato-> inerzia del lettore del libro stampato vs attività del lettore del libro elettronico attraverso la rete testuale.] Un vero libro elettronico si modifica in funzione di ogni lettore e di ogni lettura.

13- Nei secoli XIX e XX , quando la nozione di canone letterario tendeva ad essere identificata con quella di educazione liberale , la meta finale era rappresentata dall’offrire a ciascuno una identica esperienza di lettura a base di Shakespeare, Milton, Dickens e altri. Questo ideale di unità culturale, realizzato attraverso la condivisione di un unico patrimonio letterario , è destinato ad essere ulteriormente messo in crisi dalla INTRODUZIONE DI UNA NUOVA FORMA ALTAMENTE INDIVIDUALIZZATA DI LETTURA E SCRITTURA.

14- Qualunque definizione di scrittura deve oggi includere i segni matematici e i simboli logici accanto a quelli verbali e grafici.[Testi formali (= prodotti per mezzo di altri testi) vs testi umani (immaginari e intransitivi)]/ Ogni computer legge e scrive e questo lo rende uno strumento utile per tutti coloro che a vario titolo scrivono, scienziati e ingegneri, studiosi, scrittori e poeti. Un testo informatico è sempre un insieme di segni interagenti, di simboli matematici o logici, di termini del linguaggio comune o di immagini grafiche e visive simbolicamente trattate. / LO SCRIVERE E’ UN GIOCO CREATIVO DI SEGNI [rispetto al quale il computer ci offre una nuova superficie di scrittura e nuove tecniche di organizzazione del testo]/ [Pensare ≡ scrivere ≡ Mente ≡ Spazi di scrittura]

PARTE PRIMA – LO SPAZIO VISIVO DELLO SCRIVERE

21- In un libro a stampa sarebbe impensabile apporre note a note. Nel computer invece è perfettamente normale scrivere e leggere a strati.

22- [LUOGHI DELLA SCRITTURA] Ogniqualvolta si scrive, con o senza computer, si scrive in modo topico. Tendiamo a concepire il testo come un sistema più o meno vasto di gesti verbali. Scrivere vuol dire intervenire su questi topoi/23. La parola greca topos significa letteralmente luogo, termine usato dalla retorica classica per indicare appunto i luoghi comuni, unità convenzionali o procedure di pensiero. Nel Rinascimento i topoi divennero INTESTAZIONI, TITOLI utilizzabili per organizzare qualunque campo del sapere e spesso esposti in elaborati diagrammi. (…)/ Per indicare la struttura topica entro la pagina stampata o dattiloscritta , si staccano da margine o si separano con delle righe i diversi paragrafi. /24 Un testo paragrafato è la linearizzazione o versione bidimensionale di uno schema. [scrittura per intestazioni = scrittura per titoli = punti dello schema]/26- La scrittura topic è una scrittura differente , di più alto livello, una versione più evoluta dell’atto convenzionale dello scrivere per scelte e modificazioni di parole. I simboli utilizzati a questo più alto livello sono semplicemente “parole” più lunghe e complesse, atti verbali come intere frasi o paragrafi.

27 Un diagramma ad albero rappresenta relazioni gerarchiche tra elementi./28- Sia l’albero che l’indice consentono una MIGLIORE PERCEZIONE  del testo , rispetto all’usuale sistema per paragrafi, in quanto modellano lo spazio visivo in modo da riflettere tale struttura [spazio piatto vs spazio modellato]

30- [INDICE (=disposizione gerarchica) vs RETE (= disposizione associativa]

33- [Esercizio di COSTRUZIONE DI UN IPERTESTO -> GLOSSA A GLOSSA] L’Ulisse e soprattutto il Finnegans Wake di Joyce sono degli ipertesti forzatamente appiattiti per adattarsi alla pagina stampata./[nessi tra unità = PERCORSI di tipo gerarchico, funzionale o associativo.

35- Ogni volta che si divide un testo in unità individuate e le si organizza in una struttura articolata, ogni volta che si pensa a questa struttura testuale in termini sia spaziali sia verbali, si attua una scrittura topografica.

36- Gli IPERMEDIA (…) RAPPRSENTANO LA VENDETTA DEL TESTO SULLA TELEVISIONE. Il testo televisivo è assorbito nel video-immagine. laddove l’immagine televisiva ipermediale diviene parte integrante del testo./37- Questi testi multimediali non segnano affatto la morte della scrittura . Una rappresentazione ipermediale continua a essere un testo , una tessitura complessiva di elementi simbolicamente trattati. GLI IPERMEDIA SI LIMITANO A ESTENDERE I PRINCIPI DELLA SCRITTURA ELETTRONICA NEL DOMINIO DEL SUONO E DELL’IMMAGINE. Il controllo computerizzato promette la creazione di sinestesie ove qualunque elemento udibile o visibile può contribuire alla trama del testo. [TESTI SINESTETICI-> Nella critica letteraria, l’associazione espressiva tra due parole pertinenti a due diverse sfere sensoriali (per es. parole calde, silenzio verde )]

41- Come ogni altro atto di scrittura, quello elettronico è un posporre o un differire. [≠ percepire in maniera autentica la realtà]

43- Scrivere è una sorta di tecnologia per la memoria collettiva, uno strumento di conservazione e trasmissione dell’esperienza umana [= Archivio?]

45- Vi sono buone ragioni per estendere la definizione classica di tecnologia ad includere il campo delle abilità [artigiane]. La radice greca del termine è técne, che per il greco significa arte come mestiere, “un insieme di regole, un sistema o un metodo per fare idealmente o concretamente, proprio delle belle arti o dei mestieri.(…) In questo senso la scrittura antica e quella moderna sono delle tecnologie, dei metodi per integrare i pensieri verbali entro uno spazio visivo. /46- [Scrivere = adattare le proprie idee a uno spazio -> McLuhan scrivere = ESTENSIONE DELLA MENTE (DEL CORPO)-> Per es.: guidando giornalmente l’automobile ci si abitua a fare tutt’uno con la macchina e si apprende a considerare la sua potenza e capacità di manovra come altrettante estensioni delle proprie braccia e delle proprie gambe..> L’ALFABETIZZAZIONE E’ LA SCOPERTA DELLA DIMENSIONE VISIVA OLTRE CHE UDITIVA DEL LINGUAGGIO , LA SCOPERTA DELLA POSSIBILITA’ DI REGISTRARE E MOSTRARE LE PROPRIE PAROLE AD ALTRI INDIVIDUI ATTUALMENTE LONTANI E FORSE NEMMENO IN VITA./(…) Questa capacità della scrittura di esercitare un costante influsso sulla vita intellettuale dell’uomo è stata posta in rielievo da studiosi molto diversi come Ong o Derrida./ L’appartenenza alla civiltà letteraria si mostra nei suoi membri acculturati, maschi e femmine, sia nell’atto dello scrivere sia in quello di parlare. 47-Le culture dotate di tradizione scritta più antica sviluppano un linguaggio letterario standard, inaccessibile a chi non ne fa parte.(…) Lo stesso linguaggio parlato può quindi essere considerato come una técne che richiede un metodo. /-> Anche nell’America di oggi , dove l’arte di conversare sembra morta, non si parla mai in un modo puramente destrutturato e privo di retorica. Un linguaggio ingenuo e depurato di elementi tecnici è una pura astrazione che esiste soltanto come contrappunto immaginario di qualunque parlare e scrivere strutturato. Benché le capacità linguistiche umane siano innate, geneticamente determinate, il loro utilizzo è costantemente artificiale, retorico. (…) Questa è la ragione per cui ci risulta difficile accettare il fatto che l’atto di scrivere sia tecnologico: vogliamo vedere in esso qualcosa di naturale.(…) Il fatto di accantonare per un momento la tecnologia di cui ci serviamo ci dà un senso di autonomia e ci consente di riaffermare la differenza tra il vitale e il meramente artificiale. Gran parte dell’ostilità di cui è stata fatta oggetto la tecnologia moderna a partire da Rousseau, si radica nella credenza che man mano che essa acquista complessità , l’uomo diventa creatura della sua creazione. Il computer è oggi, a motivo della sua apparente autonomia , bersaglio perfetto per una polemica tecnologica di questa fatta.

50 [libro antico, che offriva ai suoi lettori scarso sostegno alla comprensione della struttura del testo vs LIBRO IMPAGINATO (codice medievale) che aiuta a organizzare visivamente la scrittura sulla pagina]

53- Come lo scrittore deve apprendere a strutturare e localizzare il testo nello spazio visivo che ha a disposizione, così il lettore deve imparare a dare un senso ai testi entro tale spazio. Siffatte strutture verbali/visive sono convenzioni che mutano nel tempo(…) Il papiro antico e il codice medievale presentano per il lettore moderno spazi per scrivere differenti ed a lui estranei. [54-strutture hard e soft: la copertina e il libro stesso come strutture hard, l’unità soft fondamentale del mondo antico era rappresentata dall’alfabeto. La punteggiatura, la divisione per paragrafi e la divisione in capitoli sono il vasto repertorio di strutture soft dell’attuale tecnologia della stampa]

57 LA SCRITTURA NON DEVE DAR VOCE AD ALCUNCHE’. Quella fonetica non è il solo tipo di scrittura ; vi sono altri elementi attraverso i quali è possibile costruire uno spazio di scrittura. La sola qualità che tutti i sistemi di scrittura condividono è di essere discreti, lo scrivere è costantemente un disporre segni discreti su una superficie o al suo interno.

58- La scrittura alfabetica è una scrittura secondaria dal momento che rimanda il lettore a un altro sistema [il linguaggio]. La scrittura per immagini è primaria, nel senso che non presenta un tale legame con il linguaggio parlato. [59- scrittura per immagini = scrittura priva di voce -> catturare il significato a un livello antecedente alla parola]/60- [La scrittura come sistema [di rappresentazione] secondario -> pittogramma vs logogramma (= segno duplice che si riferisce a 1. concetto e 2. parola)]

62- I simboli fonetici stanno per suoni che di solito non si verificano singolarmente e questo fa dell’alfabeto il sistema relativamente più astratto, quello più lontano dalla conoscenza intuitiva e immediata che il parlante ha del suo linguaggio. /63- [Identificare oggetti e situazioni è uno degli scopi della scrittura per immagini vs esprimere messaggi discorsivi che è lasciato alla scrittura fonetica]-> 65- Nello spazio visivo animato del computer, il testo verbale si trova a competere per l’attenzione del lettore con tutta una serie di elementi iconici, ciascuno dei quali è capace di movimento.

67- Nell’arte rappresentativa occidentale lo spazio pittorico è formale ma non codificato. La pittura aspira ad esser riflesso del mondo visibile. A partire almeno dal Rinascimento e fino all’800 l’artista e il suo pubblico assunsero che il quadro dovesse essere uno specchio della natura. Lo spazio della pittura dovrebbe quindi riflettere quello della natura e gli elementi pittorici dovrebbero essere disposti nel modo in cui appaiono in natura. Nel testo verbale lo spazio è interamente convenzionale ed imparare a leggere significa apprendere le convenzioni che regolano questo spazio. Spazio pittorico e spazio testuale appaiono quindi come opposti, il primo presume di riflettere lo spazio a lui esterno , mentre il secondo è arbitrario e auto referenziato.

68- Lo spazio iconico è sempre aperto, capace di accogliere nuove immagini, laddove quello della scrittura può essere tanto aperto quanto chiuso.

69- [SCRITTURE MARGINALI VS METODI DOMINANTI DI SCRITTURA-> Tabelle e diagrammi nella scrittura tecnica = supporti visivi al testo verbale] Il computer può altresì modificare il nostro atteggiamento nei confronti delle tecniche utilizzate nella scrittura quotidiana. Nell’età della stampa sono la permanenza e la stabilità le caratteristiche giudicate di maggior valore. [copia pubblicata (=libro), permanente e durabile VS quaderno, effimero e modificabile]

73 Come l’antica arte della memoria , la scrittura elettronica contemporanea è l’arte di racchiudere le idee e disporle entro uno spazio di scrittura . Come si è visto la scrittura elettronica è spaziale incoraggiando l’autore a definire unità più ampie e diverse dalla singola parola e a scrivere con esse. Il computer è altresì uno spazio di scrittura fluido potenzialmente in grado di rivaleggiare con la memoria umana nel comporre e scomporre siffatte unità. La scrittura elettronica è insomma una nuova arte della memoria.

75- Il poeta omerico scriveva assemblando blocchi di formule che il suo pubblico leggeva in questa chiave. Il lettore e lo scrittore dell’era elettronica, il programmatore e l’utente informatico, fanno oggi lo stesso. Come la poesia e il racconto orali, la scrittura elettronica è un processo marcatamente associativo, nel quale il processo di associazione che lega gli elementi verbali è parte integrante del testo esattamente come questi ultimi.

77- [Scrittura alfabetica (esclusiva) vs scrittura elettronica (inclusiva)-> La scrittura elettronica è un continuum in cui convivono sistemi plurimi di RAPPRESENTAZIONE] / 78 [Connessione fra testi = atto retorico (Landow): la presenza di un legame tra A e B spinge il lettore ad assumere che B spieghi in qualche modo A]

80 [LINEARITA’ = MONODIMENSIONALITA’/ SPAZIO DI SCRITTURA = SPAZIO IBRIDO in cui convivono elementi iconici e fonetici, a questo il computer aggiunge la propria capacità di animare il testo->81 LA PAGINA STAMPATA È RIMASTA UNO SPAZIO PER SCRIVERE CONSERVATORE-> STAMPA = TECNICA DI SCRITTURA CONGELATA]

82-[la stampa è una tecnica di scrittura congelata dal momento che fa uso di caratteri stabilizzatisi tra il ‘500 e il ‘700 e da allora scarsamente modificatisi]/84

83 – [ la tecnica informatica riavvicina il ruolo dell’autore e il ruolo del tipografo rimasti separati a partire dall’inizio dell’età della stampa, periodo in cui i tipografi avevano accesso esclusivo a strumenti privilegiati ed alla abilità di utilizzarli e decidevano la disposizione della pagina]/84- [schermo (spazio elettronico: discontinuo-87-lo spazio del computer e simile allo spazio di rivista)/ 153 – Spazio elettronico = spazio non lineare che invita il lettore a dialogare attivamente con il testo) ≠ pagina (= spazio manoscritto o stampato: continuo]/85- [La perfezione (tipografica) è ancora definita nei termini fissati dagli stampatori quattro- cinquecenteschi: pulizia, nitidezza, staticità dell’immagine che occupa lo spazio monumentale di scrittura posto in essere dall’inchiostro sulla pagina]

86- L’antica pagina manoscritta offriva sotto molti aspetti maggiore libertà di design [per es. rubricazione = cominciare la pagina con una lettera rossa finemente decorata] a partire dal lavoro dei copisti duecenteschi sono andate sviluppandosi parecchie procedure visive volte ad aiutare il lettore a localizzare il testo e a orientarsi in esso./nel libro stampato moderno lo spazio è semplice e nitido. Non vi sono qui, come accade altrove testi adiacenti che competono per l’attenzione del lettore. Nelle riviste [e nei giornali] il testo è diviso in blocchi di diverse forme e dimensioni, tra le quali il lettore si muove in moto oscillante. La disposizione della pagina riflette la natura topica del materiale, una miscellanea di pubblicità, notizie e pezzi più o meno estesi. -> la caratteristica tipografica fondamentale delle macchine elettroniche dell’attuale generazione è rappresentata dalla cosiddetta «finestra». Una finestra elettronica è un organizzatore di testo capace di definire spazialmente qualunque unità verbale, grafica o mista e di organizzare la visione che lo scrittore poi il lettore ha di questo spazio, in origine un piano definito a due dimensioni. [88- tipografia per finestre = spazi che competono fra loro per ottenere l’attenzione del lettore].

90-[Testo interattivo = non determinato anteriormente all’atto di lettura-> come il testo anche la componente tipografica non è determinata anteriormente all’atto di lettura sullo schermo elettronico, ma è piuttosto un’espressione dell’atto di lettura-> animazione elettronica-> Una siffatta animazione richiede una tecnica peculiare di lettura , in cui è il testo a scorrere di fronte allo sguardo piuttosto che il contrario. (…) Il pubblico legge da decenni TESTI ANIMATI sotto forma di sottotitoli di immagini in movimento]

92- [Spazio puramente lineare del linguaggio parlato (≈ scrittura fonetica) vs bidimensionalità almeno dello spazio pittorico, dotato di significati non strettamente codificati -> lo sviluppo della scrittura fonetica non eliminando del tutto le immagini dallo spazio di scrittura, ha creato una dicotomia tra esse e il segno fonetico. Mentre la scrittura fonetica spinge l’autore e il lettore verso lo spazio puramente lineare del linguaggio parlato, immagini, diagrammi e grafici lo risospingono verso uno spazio pittorico perlomeno bidimensionale e dotato di un significato non strettamente codificato] 93come le icone elettroniche le lettere miniate medievale fungevano contemporaneamente da testo e da immagine. (..) Esse erano un esempio perfetto di compenetrazione di spazio iconico e fonetico.

94- Riviste, giornali, pannelli pubblicitari e quadri per affissioni tendono complessivamente a sovvertire il primato che il testo verbale lineare ha nella nostra cultura: lavorano cioè contro l’ideale del libro stampato. [I rapporti tra testo e immagine sono di volta in volta decorativi, esplicativi o allegorici]/ Il diagramma è un tipo di scrittura per immagini che ha potuto svilupparsi soltanto dopo la scoperta della scrittura fonetica è un’immagine codificata ciascun elemento della quale ha un referente determinato: è scrittura verbale con aggiunta di elementi conici iconici. I quadri allegorici invece sono diagrammi composti di immagini che rimandano ad aspetti della realtà. Essi ci paiono bizzarri in quanto ci attendiamo che i diagrammi siano fatti di componenti astratte piuttosto che iconiche. [96 – Il foglio elettronico come esempio noto di diagramma attivo (animato) e quindi di ipertesto]. [98 spazio cartesiano vs spazio verbale-> LEGGERE ≈ ANALIZZARE IN MODO INTELLIGENTE->] La scrittura scientifica per immagini è essa stessa un processo di scoperta. Lo scienziato determina i parametri che definiscono lo spazio e lascia quindi che gli strumenti scrivano su di esso. [100- scrittura surrealista ≈ scrittura scientifica automatica/ 103 SPAZIO VISIVO = spazio verbale +spazio pittorico + spazio numerico]

PARTE SECONDA – LO SPAZIO CONCETTUALE DELLO SCRIVERE

108- [Rotolo papiraceo = strumento adeguato per la lettura ad alta voce, ma mezzo insufficiente pe una lettura silenziosa e per lo studio] E’ un tratto caratteristico delle culture fondamentalmente orali , che insieme le differenzia dalle culture scritte, quello di esprimersi in testi spesso incompleti./ QUANDO LA RAPPRESENTAZIONE PUBBLICA FU SOSTITUITA DALLA LETTURA ISOLATA, L’ASPETTO FISICO DEL LIBRO COMINCIO’ A CONTARE DI PIU’. LA LETTURA SILENZIOSA DIVENNE COMUNE DAL BASSO MEDIOEVO/ 109 [La stampa distrugge la sintesi (tra fonetica e pittura) del manoscritto medievale (multimediale) e non è un progresso]

110 – [TESTO= struttura di idee verbali e visive] la scrittura elettronica abbatte la tradizionale distinzione tra il libro e le forme culturale più ampie come l’enciclopedia e la biblioteca e punto ed è proprio questa rottura (della chiusura del libro a stampa)- il fondersi cioè del libro, dell’enciclopedia e della biblioteca in quanto le note a margine del lettore vengono ad avere lo stesso statuto del libro a cui sono apposte)- a costituire l’oggetto del presente capitolo

113- L’ enciclopedia costituisce una risposta sia alla sovrabbondanza sia alla scarsità dei testi quando sono in circolazione troppi libri per metterli controllare l’informazione sfuggita di mano. In periodi di scarsità, viceversa, sintetizza quella informazione che il lettore non è in grado di attingere direttamente dalle fonti originali. In entrambi i casi essa colloca elementi testuali in un luogo dove il lettore sa di poterli ritrovare in questo senso essa una duplice funzione terapeutica e bibliografica, rassicurando il lettore che i testi sono sotto controllo/ 115- [Metodi di elaborazione delle informazioni: modelli di organizzazione (=indicizzazione gerarchica= ORDINE TOPICO) per argomenti/categorie )(-> 134 INDICE ANALITICO = PASSIONE PER L’ORDINE GERARCHICO) vs modelli di organizzazione (= indicizzazione= ORDINE ALFABETICO) alfabetici e contenutistici -> problema di visione filosofica delle categorie vs problema di accesso.-> limiti dell’ordine alfabetico = ordine sequenziale che non significa nulla]/ 116- [Ordine topico vs ordine alfabetico]

117 [Un ipertesto che il lettore poteva assemblare e riassemblare a piacimento -> problema dei rimandi]

119– Nel paragonare un’enciclopedia ad una cartina geografica [D’Alembert] giunse ad affermare la possibilità di “creare altrettanti sistemi di conoscenza umana quante erano le prospettive da cui era possibile creare le carte…[gerarchico vs associativo / lineare vs circolare]/120 – In ogni tecnologia di scrittura i testi sono interconnessi da un numero indefinito di rimandi impliciti, echi di parole e di frasi che soltanto il computer -nel libro o nell’enciclopedia elettronica- consente di seguire. Esso rende possibile la coesistenza, il libero incrociarsi e reincrociarsi nello stesso testo elettronico di strutture differenti, ad albero, circolari e lineari.

123- IL NOSTRO TEMPO NON CONSENTE DI SPERARE NELLA PERMANENZA O IN UN ACCORDO UNIVOCO SULL’ORDINE DELLE COSE , SIA A LIVELLO DELL’ORGANIZZAZIONE ENCICLOPEDICA DEL SAPERE , SIA A LIVELLO POLITICO O ARTISTICO. In luogo di questa permanenza o unitarietà abbiamo una visione della conoscenza come insieme di concetti (verbali e visivi) capaci di disporsi secondo modelli gerarchici ed associativi caleidoscopici , ciascuno dei quali risponde ad un dato momento ai bisogni di una data classe di lettori.

135-[MUSICA E SCRITTURA] Un testo scritto è una struttura spaziale che implica una struttura temporale. La scrittura volge il tempo in spazio. Da questo punto di vista il testo scritto ricorda la partitura musicale . Questa è un modello scritto fatto di sbarrette, note, pause e segni dinamici che acquista senso soltanto quando la si legge come una sequenza di misure. La maggioranza delle persone può leggere la musica esclusivamente suonandola su uno strumento, mentre il buon musicista può impadronirsi della partitura direttamente dando vita nella sua mente ai segni in essa iscritti. Coloro che hanno bisogno dello strumento per leggere la musica sono come le persone che leggono i testi verbali pronunciando ad alta voce le parole: sono cioè interamente assorbiti dallo sviluppo della struttura temporale della musica. Il buon musicista, viceversa, è in grado di apprezzare la seconda dimensione, quella ‘verticale’, della partitura. LA LETTURA PROFONDA DI TESTI VERBALI E MUSICALI RICHIEDE ATTENZIONE ALLA DIMENSIONE SPAZIALE OLTRE CHE A QUELLA TEMPORALE DELLA SCRITTURA. E ancora una volta la relazione particolare che si instaura tra il tempo e lo spazio dipende dalla tecnologia di scrittura utilizzata.

124- [AMBIENTE ELETTRONICO VS IPERTESTO / PERCEZIONI VS SIMBOLISMO] diversi progetti dell’enciclopedia del futuro sembrano preconizzare la sostituzione del testo verbale da parte di immagini, suoni, persino percezioni olfattive e tattili. Se ciò dovesse verificarsi non si avrebbe principalmente un ipertesto ma una PRESENTAZIONE MULTIMEDIALE, nella quale il computer si rivolge a tutti i sensi dell’utente e lo pone in una situazione del tipo seguente. Egli non legge un saggio sulla rivoluzione francese , ma visita Parigi nell’anno 1789. Non fa una lettura sulla chimica della gomma, ma prende parte a un esperimento. Non apprende notizie su Giove, ma monta su una navicella spaziale immaginaria diretta sul pianeta. [QUALITA’ ASTRATTA E DISTANTE DEL TESTO VS FLUSSO DI PERCEZIONI/ESPERIENZA PERCETTIVA-> SMARRIMENTO DELLA QUALITA’ SIMBOLICA DEL LEGGERE E DELLO SCRIVERE VS QUALITA’ PERCETTIVA = LETTORE COME SPETTATORE = TV INTERATTIVA]/ 125- Per dare alla conoscenza una struttura ci vuole un libro.

125 [BIBLIOTECA VS ENCICLOPEDIA] La biblioteca intesa come un libro di vaste dimensioni adotta una strategia opposta a quella dell’enciclopedia. Mentre questa agisce nei confronti degli altri libri assorbendoli e metabolizzandoli, la biblioteca tenta di esercitare un controllo sulla conoscenza riunendo quanti più volumi possibili entro un’unica struttura concettuale e fisica. [cade la distinzione tra scrittura pubblica e scrittura privata]/ 132- [futuro della biblioteca -> scrivere e leggere = muoversi tra una rete di elementi in costante evoluzione.

136- La differenza importante che distingue l’ascolto di una narrazione dalla lettura di un libro sta nel fatto che mentre gli ascoltatori si limitano a permettere alla voce di giungere a loro, i lettori devono intervenire attivamente per far muovere le parole.

137- [Come chi scrive controlla l’esperienza di lettura del lettore (= la scelta di un percorso nel testo)? -> ordine lineare canonico del testo stampato vs i diversi percorsi consentiti dal giornale moderno dove ogni pagina contiene storie diverse che lottano per conquistare l’attenzione del lettore [il racconto del cantastorie orale ha una precisa linearità, ma non è affatto necessario che sia identico a se stesso ogni volta che è pronunciato.-> In genere è più difficile ingannare un lettore che un ascoltatore]/ 140 [Nuovo spazio  di relazione creato dalla scrittura: obiettivo di coinvolgere l’interlocutore nel tema-> 141- Il dialogo platonico è un ibrido tra strutture di controllo orali e scritte-> 144 Platone non era propenso ad esporre il suo sistema in forma di trattato, nei termini cioè di un processo lineare  dove l’autore assumesse apertamente il controllo del tema che trattava./142- Progressivamente anche nel mondo antico andarono sviluppandosi forme letterarie – trattato, enciclopedia, manuale- lontane dalla rappresentazione orale originaria -> La poesia epica e lirica era destinata alla rappresentazione ; le enciclopedie – come i loro corrispettivi antichi- alla consultazione dei singoli. /143. In qualità di principio organizzatore la rete ha avuto un’esistenza latente in ogni testo scritto del passato. (…) 144- La formazione della rete e dell’insieme dei riferimenti ed allusioni interni al testo, oltre che delle connessioni con la più vasta rete degli altri testi presenti nella cultura divenne compito esclusivo dell’autore.

147- Wittengstein e Barthes rifiutarono l’argomentazione lineare, ma non la forma fisica, né l’aspetto e la consistenza del libro stampato./ Nella GRAMMATOLOGIA Derrida tracciava una linea di demarcazione tra scrittura lineare e non lineare sostenendo che la prima era “radicata in un passato di scrittura non lineare che esprime i suoi simboli in modo pluridimensionale. Là il significato non è soggetto alla successione, all’ordine di un tempo logico, o alla temporalità irreversibile del suono.”-> 148 [L’antilibro GLAS di Derrida] incoraggia l’autore ad inaugurare un nuovo dialogo con il lettore che si sostituisce al monologo del saggio o della monografia tradizionale a stampa./ [Lo spazio elettronico offre alle opere del passato una nuova tipografia .> per un atto di lettura profondamente informato, vero dialogo col testo e NON LETTURA CASUALE. /151- Il compito degli autori del nuovo dialogo sarà la costruzione di una struttura di opzioni al posto della vecchia argomentazione singola.

155-[119: MODI DI ORGANIZZARE LA CONOSCENZA  E DI DISEGNARE IL TESTO/167-Strutture organizzatrici e di controllo del testo:Relazioni di ordine narrativo tra episodi vs relazioni di ordine non narrativo (= per tema/catalogatrici, per immagine/metaforiche)-> LA NARRATIVA INTERATTIVA (= DISEGNI MULTIPLI DI ORGANIZZAZIONE]-> Il controllo del processo creativo resta all’autore e in seconda istanza al lettore, l’equilibrio tra i quali si è modificato./159- [SPAZIO ELETTRONICO NATURALE VS SPAZIO A STAMPA ARTIFICIALE]/ 165 [Relazioni tra autore e lettore: cooperative o competitive]/ 170- [Conversazione= procedere per associazione]/ 171 Tutta la narrativa moderna [Tristam Shandy, Joyce] conosce una tensione tra l’esperienza lineare di lettura e la struttura di rimandi e associazioni creata dal testo./173- Saltare tra le pagine numerate e standardizzate di un’edizione a stampa è certamente più semplice che districarsi in un manoscritto o in un rotolo papiraceo, ma continua ad essere un’operazione laboriosa e fortunosa./174 – Joyce carica il lettore di un enorme lavoro -> [ordine temporale rigido vs ordine tematico rigido (tecnica saggistica?) vs ordine reticolare flessibile ( per allusioni, rimandi, parallelismi)/ 175 [esperienza di lettura di letture (testo interattivo) vs lettura di controllo (critica) vs lettura ideale di un testo attraverso se stesso ]/182- [Dobbiamo ancora imparare a leggere in modo multiplo <- abitudini millenarie alla lettura lineare./ 183- [Nuovo concetto di struttura: struttura chiusa e continua vs struttura di possibili strutture]

183 [TEORIA CRITICA E NUOVO SPAZIO DELLO SCRIVERE] [La scrittura elettronica conferma]in larga misura le affermazioni dei decostruzionisti e di altri sulla instabilità del testo e sulla diminuita autorità dell’autore./184 . [due strutture alternative: gerarchico-lineare (trama di avanti/indietro e fuori/dentro) vs rete (= trama di allusioni e rimandi, di riferimenti incrociati) /189- Dato il costo e la complessità delle operazioni di stampa, solo pochi avevano l’opportunità di farsi pubblicare./ 191- Il concetto di lettura come comunione con i grandi spiriti cui si rifà Bennett è in realtà un prestito della teoria e della prassi romantica, che se appare oggi un po’ tradizionale , aveva all’inizio dell’Ottocento tutt’altra radicalità. Fu radicale affermare che l’opera letteraria era prima di tutto espressione della personalità creativa dell’autore, che il poeta non era semplicemente un abile artigiano, ma un’anima diversa e più grande./ 201- [Stanley Fish sul carattere illusorio dell’oggettività del testo:]il testo non è mai completo finché non venga sperimentato dal lettore [testo inteso come organizzazione di suoni, immagini o concetti nella mente del lettore = testo figurato]/ Il ruolo del lettore nel contesto della letteratura elettronica si situa quindi a mezza strada tra i ruoli convenzionali dell’autore e del lettore nel mezzo della stampa. Questi sono delineati con la massima chiarezza nel romanzo o nel saggio tradizionali, dove un lettore muto assorbe le parole dell’autore e ne fa oggetto di riflessione. Vi sono certo altri testi che impongono ruoli differenti. Nel teatro, ad esempio, una classe speciale di lettori, gli attori, interpretano il testo davanti a un pubblico di uditori. I TESTI DRAMMATICI RICORDANO LE PARTITURE MUSICALI: le parole sulla pagina indirizzano gli attori nello sforzo di dar vita all’avvenimento drammatico sotto forma di suoni e immagini. Il testo scritto non potrebbe mai costituire una registrazione completa dell’esperienza della rappresentazione ; necessita sempre di un completamento e quindi di un’interpretazione. (…) Negli ultimi secoli , registi e attori si sono concessi una sempre maggior libertà interpretativa , tanto da essere considerati oggi artisti a pieno titolo. Analogamente lo sviluppo di un sistema complesso ma necessariamente imperfetto di notazione musicale in Occidente ha portato alla separazione tra compositore ed esecutore. Nei secoli diciottesimo e diciannovesimo l’esecutore ha abbandonato per gradi il ruolo dell’artigiano per assumere quello di artista ed acquisire un’importanza pari a quella del compositore. Diamo oggi per scontato che compositore ed esecutore collaborino alla realizzazione della musica  e che essa esista soltanto nell’atto di essere eseguita e non sulla mera pagina. Il compositore non riesce mai ad esercitare un controllo perfetto sull’interpretazione delle proprie opere. Nella musica contemporanea, la partitura è spesso un insieme di istruzioni suscettibili di essere intese in tutta una serie di modi. Ma anche nel ‘600 e nel ‘700 gli esecutori erano lasciati liberi di abbellire le loro parti. Nel concerto classico, ad esempio, il solista scriveva od improvvisava spesso la cadenza . IL COMPUTER OGGI ESTENDE IL RUOLO DELL’ESECUTORE/INTERPRETE AD OGNI FORMA DI SCRITTURA. Nello spazio di scrittura elettronico ogni testo finisce per assumere lo status del lavoro teatrale o della partitura musicale./ 203 – Il testo elettronico è aperto all’intervento del lettore nel senso che acquisisce un’organizzazione ed un’architettura parallelamente al processo di lettura.

204- [Il pensiero è spaziale perché atemporale (Cfr. Havelock)-> il testo mentale è disposto atemporalmente nella simultaneità]/ 205- Nel libro stampato , l’architettura del testo si basa su un ordine naturale [progressivo/successivo], mentre in quello elettronico tutto è architettura, tutto è rimando [= passaggio da un punto successivo a uno precedente ]/ 206 Il testo è polivoco…non è coesistenza ma intersezione di significati (R. Barthes)/209 – Sottolineando le connessioni che legano il testo ad altre realtà, più che la sua indipendenza, lo spazio elettronico [= il Web?] riformula la possibilità di operare rimandi ed allusioni.

212 – [SULLA NATURA DI GIOCO DELLA SCRITTURA] La scrittura elettronica supera il paradosso della decostruzione perché accetta come punto di forza le qualità effettive – gioco di segni, intertestualità, mancanza di chiusura- che essa pone come limiti assoluti alla letteratura e al linguaggio./ Se l’autore accetta l’asserzione post-strutturalista della fondamentale INSTABILITA’ ED INCOERENZA DI LINGUAGGIO E LETTERATURA SI PUO’ CONTINUARE A SCRIVERE? Può farlo solo comprendendo che i suoi testi sono esposti al rischio dell’incoerenza soltanto se pretendono di costituire giudizi di verità poetica fissi e immodificabili. PUO’ FARLO SOLO ACCENTANDO IL GIOCO DELLA SUA SCRITTURA.

213- In una retorica digitale la trasparenza cessa di essere il solo valore. Il lettore può essere spinto ad incentrare la propria attenzione sui modelli verbali, sul testo come trama di elementi. Il testo può essere trasparente o invece opaco, o può oscillare tra trasparenza e opacità, può chiedere al lettore di GUARDARE ATTRAVERSO IL TESTO AL MONDO RETROSTANTE o domandargli di GUARDARE AL TESTO STESSO INTESO COME STRUTTURA FORMALE. Questa oscillazione, che era già una caratteristica della letteratura moderna a stampa, è quella stessa tensione di cui abbiamo già parlato tra il testo come storia e il testo come struttura di riferimenti. /214- L’oscillazione rapida tra la dimensione della trasparenza e quella dell’opacità (tra il guardare a e il guardare attraverso)  è una caratteristica definitoria dell’ipertesto , che si applica non solo alla letteratura interattiva, ma anche alla pedagogia, alla formazione ipertestuale, alla scrittura tecnica, ai database. (…) In un ipertesto non è possibile sfuggire al testo inteso come struttura di elementi , come rete di ciò che i semiologi chiamano “segni”.

PARTE TERZA – LA MENTE COME SPAZIO DI SCRITTURA [236- Non è possibile comprendere la mente indipendentemente dall’analogia con lo spazio di scrittura. (mente = pensiero (discontinuo) + percezione (continua)

220 – [SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: mente = computer = sistemi di elaborazione dell’informazione -> elaborazione simbolica (Miller /Weizbaum vs connessionisti (reti neurali)]/ 221- La teoria simbolica dell’intelligenza vede nel computer una RAPPRESENTAZIONE O MODELLO della mente umana./ [Searle: SIMULAZIONE ≠ RIPRODUZIONE (MIMESIS) per esempio di un amore, del pensiero, di un incendio o di un temporale]/ 226 – [capacità di rispecchiamento delle tecnologie di scrittura (= potere riflettente, monologico)/potere del testo = far convivere in un mondo fittizio scrivente e lettori]/229 – [IA = arte di creare testi->]In questa singolare visione , il mondo intero (…) ha finito per diventare uno spazio di scrittura, che il computer legge e su cui scrive. Qui l’equilibrio tra percezione ed elaborazione è saltato, ed il mondo percepito è letteralmente tradotto nella macchina./234- IL  PROBLEMA STA NEL CERCARE DI SOSTITUIRE LA SEMIOSI CON LA PERCEZIONE. Quasi tutte queste visioni utopiche alimentate dalla teoria dell’intelligenza artificiale degenerano nella figura dello psicoterapeuta elettronico , quando tentano di far sì che il computer operi su ogni lettura e scrittura e quindi metta in campo il risultato in forma percettiva per gli esseri umani. IN UNA VISIONE UTOPICA DI QUESTO TIPO , OGNI COSA DIVENTA PARTE DI UN CIRCO TELEVISIVO COMPUTERIZZATO.

235- La mente coincide con l’uso che se ne fa, e la nostra epoca è sempre più incline a fare di essa uno strumento di elaborazione simbolica in analogia ai computer. Man mano che la nostra cultura produce testi elettronici , riviviamo l’esperienza già vissuta rispetto alle tecnologie di scrittura più antiche, il crearsi cioè una relazione di identità o confusione reciproca tra autore, testo e lettore.

240- SCRIVERE E’ SEMPRE UN ATTO DI RIMANDO NEL TEMPO : L’AUTORE DISPONE LE PAROLE SU UNA SUPERFICIE DI SCRITTURA PER POTERE PIU’ TARDI DISPORNE ANCORA. TUTTE LE TECNOLOGIE DI SCRITTURA DEVONO LA LORO PECULIARITA’ A QUESTO ATTO DI RINVIO. [241-TESTO = PRODOTTO DIFFERITO DELLA MENTE UMANA]/ 243 Il programmatore elettronico (…) è il creatore di universi di cui è il solo legislatore (…) [gli elementi del programma] obbediscono puntualmente alle sue leggi ed esibiscono un comportamento di obbedienza ( J. Weizenbaum)/ 245 [intelligenza = capacità di scrittura autonoma]

247- TUTTI I TESTI ELETTRONICI SONO AUTOSUFFICIENTI, nel senso che ogni elemento in essi presente rimanda esclusivamente ad altri elementi della rete. Questo carattere di apparente autosufficienza solleva alcune domande sul problema del significato  e del riferimento nello spazio elettronico di scrittura. Quale è il destino della scrittura nella sua accezione simbolica nel contesto rappresentato da questa nuova tecnologia? Quale è, in altri termini, la semiotica della scrittura elettronica? Gli esperti del campo non hanno ignorato i MEDIA elettronici , ma hanno mostrato maggior interesse per la televisione che per il computer. Nondimeno, mentre la televisione è uno spazio simbolico relativamente povero, il computer in quanto spazio di scrittura promette di rivoluzionare il campo semiotico. /Il computer promette di diventare l’espressione concreta della visione semiotica del linguaggio e della comunicazione , dei punti di vista di Peirce, Saussure, Eco e altri. (…) Il computer è una macchina per creare ed elaborare segni siano essi matematici, verbali o iconici./ 250 [testo come struttura di dati vs testo come immagine (pura visibilità)-> atto di semiosi e atto di referenza (semiosi infinita e segni senza limiti)/natura dinamica del testo elettronico -> i legami ipertestuali sono atti di interpretazione/254- SE L’ATTO DI REFERENZA PUO’ ESSERE INTERPRETATO DAL COMPUTER , ALLORA REFERENZA E SIGNIFICATO DIPENDONO NECESSARIAMENTE DA NULL’ALTRO CHE DA UN SISTEMA ARBITRARIO DI REGOLE. Anche in altri MEDIA alcune regole convenzionali di rappresentazione sono ugualmente esplicitate: nel libro a stampa, ad esempio, l’indice e l’indice tematico servono al lettore a districarsi nel testo. (…) Nell’antica età del manoscritto, il lettore era più incline a trattare il testo scritto come ISCRIZIONE, i segni della quale erano pensati per essere rivissuti sotto forma di suoni del linguaggio parlato. OGNIQUALVOTA IL LETTORE INTENDE IL TESTO COME ISCRIZIONE, AVVERTE LA PRESENZA MAGICA DEL LINGUAGGIO PARLATO, IL LOGOCENTRISMO A CUI ALLUDONO OGGI I FAUTORI DEL DECOSTRUZIONISMO. NON APPENA IL TESTO ACQUISTA UN ASPETTO PIU’ VISIVO E GIUNGE A INCLUDERE SEGNI CHE NON POSSONO ESSERE ESPRESSI CON IL LINGUAGGIO PARLATO, IL SENSO DELL’ARBITRARIETA’ E DELLA MEDIAZIONE SI ACCRESCE A SPESE DELLA FEDE NELLA NATURALITA’DELLA PAROLA INTESA COME RAPPRESENTAZIONE IMMEDIATA DEL MONDO.

255- La metafora del testo come trama, intreccio, ordito di segni nasce in epoca medievale. I segni che compongono il testo si fondono e si pongono in relazioni reciproche.: divengono punti di uno spazio le cui coordinate sono determinate, come ben rileva Eco, dalla intersezione di più codici. [testo elettronico = somma dei nessi = somma delle possibili interpretazioni di un testo= somma di percorsi-> modificare le relazioni testuali = modificare il significato di un testo.]

256- L’intertestualità è qualcosa di più e di diverso dal sistema di rimandi presenti nel testo e dei richiami tra i testi comuni in ambito letterario; è l’interrelazione di tutti i testi scritti sullo stesso argomento, nella stessa lingua, nella stessa cultura. Vi è chi, come R. Barthes, sostiene che non è possibile costruire una mappa di queste interrelazioni, in quanto ciascun testo si fonda su molti CODICI ANONIMI, che non sarà mai possibile esplicitare. Barthes scriveva “l’io non è un soggetto naïve, precedente al testo… Questo io che affronta il testo è già di per sé una pluralità di altri testi, di codici infiniti, o meglio perduti ( la cui origine è perduta)”.-> 257- [Intertestualità = atto collettivo di lettura di un testo alla luce di altri testi] Qualunque segno residuo di mistero è da intendersi come sopravvivenza dell’età del manoscritto e della stampa, quando la tecnica disponibile non offriva alcun modo efficace per esprimere il movimento che portava da testo a un altro.

257- Secondo la semiotica la rappresentazione/interpretazione è un processo senza limiti. [258- semiosi illimitata vs limiti dello spazio di scrittura]/259- Secondo la visione occidentale classica è possibile attingere il significato, raggiungere al di là della foresta di segni ciò per cui essi stanno. Questa meta finale è ciò che Derrida chiama “significato trascendentale”. Esso sarebbe, se mai potessimo attingerlo, il significato nella sua perfezione, il termine dell’interpretazione, dovuto non a mancanza di tempo o di spazio, ma al fatto che si è finalmente giunti al punto di coincidenza tra significante e significato. / Nello spazio elettronico non vi è affatto regressione infinita [=continuo dirigersi da un punto a un altro] ma questo non perché il lettore attinga infine il significato trascendentale, ma piuttosto per il motivo concreto che le risorse della macchina benché vaste non sono mai infinite. Tutto questo suggerisce ancora come il computer oltrepassi il decostruzionismo che, per la propria ambivalenza, è tuttora incapace di riconoscere il carattere arbitrario e limitato della scrittura. Il lettore e l’autore elettronico sono finalmente giunti a quella terra promessa (o temuta), a quel mondo di puri segni, di cui la teoria postmoderna parla ormai da un ventennio. Mentre la filologia classica e il decostruzionismo dibattevano circa il carattere arbitrario o autoreferenziato della scrittura, gli informatici, dimentichi di questa lotta, hanno creato un mondo di segni elettronici dove non vi è posto per questa lotta. [filologia classica = autoreferenzialità del testo = organizza la conoscenza in riferimento a sé e ai propri valori vs decostruzionismo = carattere arbitrario della scrittura ? extrareferenzialità del testo?]

260- [UNA NUOVA REPUBBLICA DELLE LETTERE] J. Culler scriveva come per capire il nostro mondo sociale e culturale dovessimo “pensare non ad oggetti indipendenti, ma a strutture simboliche, sistemi di relazioni che, consentendo ad oggetti e azioni di avere un significato, creano un universo umano”. In altre parole il gioco dei segni non è un mero passatempo letterario, ma assume e definisce il mondo di ciò che è intellegibile all’uomo. (…) Programmatori e utenti sono a tal punto portati a pensare in questi termini che non si rendono conto degli imponenti problemi metafisici che il computer come spazio di scrittura spazza via. Sono inclini a lasciarsi completamente assorbire nei testi informatici che creano. Per essi il computer inteso come spazio di scrittura diventa uno spazio di vita, se non altro di vita mentale. Gli esperti del campo parlano oggi con la massima spudoratezza del rischio di “perdersi nell’iperspazio, di perdere la propria posizione entro l’ipertesto, continuando così a vagare da un testo a un altro. /261 [Per Peirce la mente era un elemento del mondo dei segni] La scrittura universale costituiva per sé un ulteriore manifestazione di quell’utopia di una repubblica delle lettere, espressa anche nelle enciclopedie medievali e moderne oltre che nella biblioteca elettronica e nell’intelligenza artificiale di oggi. Sicuramente non c’è mai stato un testo nel quale fosse meglio possibile perdersi della biblioteca elettronica realizzata con il computer. Ogni utente elettronico (…) è cittadino di questa stessa repubblica -una nuova repubblica delle lettere istituita dal computer e non dalla stampa , che funge da luogo della realtà scritta. Dovremmo forse chiamarla impero delle lettere, data la tendenza del computer ad assimilare qualunque segno, a dominare il mondo dell’intellegibilità nel suo complesso. Il mondo elettronico non è affatto più strano di quello abitato per secoli da filosofi e matematici. Il computer inteso come ipertesto è l’ultimo di una lunga serie di predecessori al titolo di libro universale che, come tutti i suoi predecessori, avanza la seducente promessa di abbattere la barriera che separa pensiero e scrittura, unendo la mente e superficie di scrittura in un tutto senza incrinature.

263- [SCRIVERE LA MENTE = CONFIGURARE LA MENTE] Ogni atto di scrittura implica una proiezione: scrivere vuol dire porre su una superficie di scrittura ciò che si ‘ha in mente’. Essa [Scrittura]funge quindi in ogni sua forma sia da estensione sia da espressione della mente del soggetto che scrive. Ed ogni particolare tecnologia di scrittura (su papiro, su codice, su videoschermo) è una forma differente di proiezione, che suggerisce di volta in volta una diversa relazione tra mondo scritto e mente. (…) Ogni cultura letterata è quindi inesorabilmente condotta a definire la mente in rapporto alla scrittura, dal momento che tale tecnologia diventa nel contempo una metafora del pensiero e la sua principale espressione. (…) Quando la tecnologia ci metteva a disposizione libri a stampa e fotografie, le nostre menti erano depositi di testi fissi ed immagini statiche. (…) Questa è la metafora della mente del nostro tempo, non tanto il computer, come vorrebbero i fautori dell’intelligenza artificiale , quanto la rete di segni, di cui il computer è espressione concreta. Intendere la mente come rete di segni significa altresì intenderla come testo. La semiotica e la teoria letteraria contemporanee sostengono implicitamente che consideriamo la mente come testo, come spazio di scrittura saturo di segni interconnessi. Nondimeno l’una e l’altra sono prodotti della tarda età della stampa , dell’esplorazione delle estreme possibilità del testo a stampa ad opera di autori che non hanno in genere afferrato l’importanza del computer come nuovo spazio per scrivere.

265- Secondo Ong: “a una cultura di tipo orale sono sconosciuti concetti come quello di figura geometrica , categorizzazione astratta, processi di ragionamento logico formale e di definizione, così come non le sono note descrizioni comprensive , o forme particolari di autoanalisi, che derivano tutte non semplicemente dal pensiero ma dal pensiero che si è dato una forma nel testo”. [CULTURA SCRITTA = PENSIERO RAGIONATO (=analitico + argomentato)-> testi analitici: saggi (filosofici e letterari), studi (tecnici), trattati (scientifici), manuali (disciplinari)] D’altra parte le culture scritte non producono gli stessi tipi di mito o di poesia delle culture prive di scrittura. Quest’ultima modifica la relazione tra l’individuo e le sue parole: consente a ciascuno di rallentare la cadenza (= il ritmo) incalzante del linguaggio parlato e di agire sul ritmo di produzione e ricezione delle parole che produciamo.

266- Le categorie variano da linguaggio a linguaggio ma ciascuno di essi impone al programmatore di individuare uno schema di rappresentazione finito e di suddividere il compito in unità funzionali minori tra loro interrelate.

267- La scrittura (…) grazie alla sua natura riflessiva dà all’autore una nuova consapevolezza di sé. (…) In una cultura orale il sé verbale non esiste mai abbastanza a lungo da trovare qualcosa che lo rifletta. (…) La scrittura crea la mente come metafora della persona e della cultura. (…) La memoria diventa uno spazio di scrittura e l’autore un homunculus che guarda al mondo attraverso i nostri occhi e registra ciò che vede. /269- Il concetto di mente come entità integrata si è sviluppato nel contesto di una cultura dotata di scrittura.

270- L’autore elettronico è alienato dal testo che ha creato (…) Questa alienazione è strutturale ad ogni tecnica di scrittura. Disporre le parole su una superficie di scrittura vuol dire creare una distanza che non può mai essere veramente superata.In qualità di scrittori amiamo credere che le nostre parole, espressione dei nostri pensieri, ci appartengano. Nondimeno la parola scritta ha un’esistenza propria separata da quella dell’autore. (…) Sempre comunque è una prova del fatto che l’autore non è in grado di mantenere il controllo di ciò che scrive (…) fino all’estremo tentativo di distruggere i testi per impedirne l’espropriazione (Virgilio, Kafka). (…) Colui che parla ha un dominio sulle sue parole sconosciuto e impensabile nel caso della parola scritta. / 271- Il testo non è mai davvero una semplice registrazione di questo pensiero, ma semmai espressione di una specifica intersezione tra pensieri e forme di scrittura. SCRIVERE, COSI’ COME AGIRE O INSEGNARE, VUOL DIRE ASSUMERE UNA MASCHERA. / (…) La pagina scritta pone di fronte all’autore una maschera e afferma l’identità dell’uno e dell’altro. Diversamente dalla registrazione, dal nastro magnetico al film, che registrano percezioni, la scrittura è una tecnica semiotica in cui l’autore osserva una maschera formare una specie di riflesso dei segni da lui precedentemente posti sulla pagina. Il singolo soggetto che non scrive si priva di questa esperienza di autoriflessione simbolica. / (…) Questo processo di esteriorizzazione genera anche un certo senso di perdita. Chiunque scriva ha fatto esperienza del vissuto di progressivo distanziamento dalla propria scrittura, che ci spinge a chiederci, guardando una frase scritta anche pochi anni prima(…) chi potrebbe averla prodotta. /272 – [Testo elettronico = unità processuale del sé vs testo a stampa = unità di prodotto]

274- [Il cacciatore nella sua esperienza ripetitiva accumulava grandi quantità di memoria esperienziale -percezioni visive, sonore ed uditive. Sarebbe però sbagliato pensare che la memoria dell’uomo sia oggi meno stimolata. (…) La persona colta deve sempre ricordare come riaccedere alla conoscenza che ha immagazzinato nei testi. L’età elettronica vede in questo un problema di interfaccia tra l’utente e i suoi dati, ma il problema del rapporto tra la memoria umana e i suoi supporti scritti è nato con la cultura scritta. / 275- Le PROCEDURE D’INTERFACCIA che il libro a stampa mette a disposizione del lettore per favorire il suo procedere non si esauriscono nella disposizione grafica della pagina , ma comprendono gli indici e gli indici analitici. E’ impressionante la frequenza con cui esse falliscono ./281- L’individuo non può porre fine all’interpretazione dei suoi pensieri più di quanto un autore possa porre fine all’interpretazione dei suoi testi scritti. Il dibattito sull’intenzionalità è un ulteriore esempio del dibattito più generale sul testo, l’autore e il lettore.-> 283- La soluzione più radicale eliminerebbe del tutto la nozione di intenzionalità : non vi sarebbe alcun autore privilegiato ma solamente reticoli testuali costantemente aperti all’interpretazione. [≈Perice su mente come testo]

285- L’alfabetizzazione universale è diventata una meta del mondo industriale soltanto negli ultimi due secoli. (…) Il problema è di sapere oggi quale modello l’alfabetizzazione elettronica seguirà. Si mirerà a renderla universale o è essa destinata a restare appannaggio di una élite? -> L’analfabeta elettronico sarà nella migliore delle ipotesi un utilizzatore/lettore passivo della macchina. Potrà eventualmente essere capace di inserire dati nella macchina [come fa oggi il personale dei registratori di cassa] ma non sarà in grado di scrivere con essa lungo lo spettro complessivo della comunicazione semiotica. Se anche il computer entrerà nel loro tempo libero, lo farà come GIOCO PERCETTIVO, sul tipo degli attuali videogame. Questi giochi futuri concederanno ai loro utenti ben poche possibilità di comunicazione simbolica./286 -il rischio quindi non è rappresentato dalla sostituzione del libro ad opera del computer ma dal fatto che non si consenta a quest’ultimo di mantenere la promessa fatta di costituire un nuovo sistema di scrittura capaci di offrire un nuovo tipo di libro. Perché possa mantenere la promessa fatta il computer non deve essere usato come una fonte di videogiochi punto come tutte le forme di letture scrittura precedenti quel l’elettronica ha natura semiotica appunto la se miosi implica la lettura la scrittura disegni ed ogni attività umana che non implica il segno non dovrà essere confusa con la scrittura alla lettura punto le attività umane che implicano abilità percettive motorie possono essere importanti ma non costituiscono di per sé forme di lettura e scrittura. Reciprocamente queste ultime non sostituiscono le abilità percettive ma concorrono a formare un ambito del tutto differente.  Questa è la lezione dell’intelligenza artificiale. (…) i computer digitale riconferma la dicotomia di percezione e se miosi intese come aspetti differenti della mente virgola e ritorna fermamente all’aspetto semiotico il computer non può accedere alla percezione immediata del mondo punto come ogni altro sistema di scrittura esso deve operare su segne per rappresentare, classificare ed elaborare l’esperienza percepita accetta. Accettare il computer come un modello della mente vuol dire far propria una visione del pensiero come manipolazione dei segni. /(…) Ma che cos’è un avvocato o un medico, che si avvalga o meno del computer, se non un semiologo per a pratico che si districa entro una sera rete disegni arbitrari? (…) L’utopia dell’ipertesto non è altro che il progetto di riunire tutte le reti in un tutto unico articolato, provando così che il mondo intellegibile è una rete di segni.

288- Vi è però una forte controtendenza, un desiderio spasmodico di rompere con queste reti di segni nella loro totalità per guadagnare una percezione immediata della realtà. A livello di cultura popolare questo desiderio trova espressione sotto forma di ossessione per il vissuto e di negazione del valore del pensiero simbolico. Le stesse persone che come uomini di legge e funzionari spendono la loro vita a manipolare segni arbitrari, preferiscono dedicare il loro tempo libero ad esercizi di percezione e di empatia come guardare la televisione e gli sport-spettacolo. Questa bra di percezione immediata della realtà è profondamente radicata nella nostra cultura. Come si diceva nel precedente capitolo, quando i decostruzionisti parlano di logocentrismo o di illusione di presenza, descrivono il desiderio di colmare la lacuna presente in tutte le forme di rappresentazione tra significato e significante, la brama in altre parole di percepire la cosa nel segno.(…) Potremmo immaginare una cultura ove il linguaggio parlato o scritto non avesse un ruolo primario? Forse i nostri antenati vissero in uno stato di immediatezza percettiva di questo tipo e forse gli altri animali continuano a farlo. I detrattori della nostra cultura potrebbero affermare che essa sta avvicinandosi oggi , per il tramite dell’incantamento televisivo, ad una condizione siffatta. La televisione odierna, per lo meno quella americana, è un mezzo sostanzialmente percettivo invece che semiotico, che spinge l’utilizzatore a reagire emotivamente , più che attraverso un processo di decifrazione , rispetto a ciò che passa sullo schermo.(…) L’ideale della televisione è però la negazione del segno, riuscire a convincere lo spettatore che sta guardando il ‘mondo reale’ attraverso lo schermo. La televisione non vuole un lettore che guardi lo schermo come un testo elettronico; vuole uno spettatore che non comprenda e non si curi di come l’immagine televisiva è costruita . La televisione cerca di alimentare la falsa percezione di essere percezione pura , ricreazione perfetta del mondo. (…) La televisione però pare anche uno strumento povero di promozione di unità duratura , ancora una volta in quanto è un mezzo semiotico relativamente povero. LA TELEVISIONE PUO’ FORGIARE FRA GLI SPETTATORI UN CONSENSO EMOTIVO ANCHE MOLTO FORTE, MA PER SUA NATURA TALE CONSENSO è DI DURATA BREVE. / 290- “La televisione è molto più interessata alle modalità di percezione degli individui che alle loro modalità di pensiero. Il pensiero può essere una fonte di separazione, mentre il sentire è una fonte di unità” [Gli atleti hanno emozioni semplici e facilmente condivisibili, ma al termine dei giochi essi non hanno raggiunto alcuna acquisizione culturale di lunga durata. [Tv = affiliazione =partecipazione emotiva vs partecipazione intellettuale (semiotica)] / 291- [ANTILETTURA] Con la televisione attuale l’utente fatica ad acquisire e a conservare quella DISTANZA CRITICA che è caratteristica della lettura di un testo. Il telespettatore non è un lettore per il semplice fatto che non può ripercorrere o comunque modificare l’andamento della presentazione  [LETTURA PASSIVA (= PERDERSI E IDENTIFICARSI) VS LETTURA ATTIVA (ATTEGGIAMENTO SEMIOTICO)-> PERDERSI NELLA VISIONE VS ANALISI CRITICA E RETROSPETTIVA] / 292 – [(LETTURA ATTIVA O VERA) GUARDARE AL TESTO = CONTROLLARE I SEGNI VS GUARDARE ‘ATTRAVERSO’ IL TESTO = IMMERGERSI NEI SEGNI (LETTURA PASSIVA)] / 293 [Lettore passivo = puro recettore del monologo inscenato dalla macchina]-> La capacità del computer di integrare immagini e suoni suggerisce una possibile evoluzione della simulazione. Lo spazio di scrittura elettronico potrebbe diventare una sorta di cinema interattivo tridimensionale. / 294- Non vi è nulla di aberrante o malvagio nel costruire un mondo di pura percezione, dal momento che gli esseri umani sono impegnati da migliaia di anni in uno sforzo di ricostruzione del loro mondo percettivo attraverso l’arte e la tecnologia. Il problema sta invece nel fatto che la realtà virtuale, almeno per come è oggi concepita, è un mondo di percetti invece che di segni. E’ una televisione virtuale. IL MONDO DEL LAVORO CONCRETO E’ IL MONDO DELLA SCRITTURA E DELLA LETTURA, DELLA COMUNICAZIONE SIMBOLICA CHE ALMENO ALCUNI DEI FAUTORI DELLA REALTA’ VIRTUALE VOGLIONO AGGIRARE O TOUT COURT NEGARE. / 295 – [AMBIENTE SIMULATO = PARCHI DEI DIVERTIMENTI] /296 – [LEGGERE E RIFLETTERE = ATTIVITA’ FATICOSA VS IMMERGERSI IN UN AMBIENTE SIMULATO] / 297- La cultura è di per sé un vasto spazio di scrittura , un complesso di strutture simboliche > Esattamente come la cultura occidentale si sta spostando dal libro a stampa al computer, essa si trova negli stadi finali di un processo di transizione da un ordine sociale gerarchico a quella che potremmo chiamare una ‘cultura network’. Per decenni ogni forma di gerarchia è andata disgregandosi , mentre l’individuo acquisiva una libertà d’azione sempre maggiore.-> Il processo di livellamento [individualismo ontologico] è oggi andato oltre a quanto lo stesso Tocqueville avrebbe potuto forse immaginare. LE GERARCHIE GOVERNATIVE, SOCIALI E FAMILIARI POSSONO FORSE SERBARE UNO STATUS FORMALE, MA HANNO PERSO PRESSOCHE’ OGNI AUTORITà MORALE. (…) LA SOLA GRANDE FORZA GERARCHICA RIMASTA E’ IL DENARO [in linea con gli obiettivi della democrazia liberale] E’ oggi regola per l’individuo cambiare lavoro, vicinato, club, partito politico e comitato di azione e anche appartenenza religiosa varie volte nella vita. Tutte queste sono infatti considerate AFFILIAZIONI volontarie ed orizzontali piuttosto che verticali e gerarchiche. Il network ha sostituito la gerarchia./ 299- Ciò che si è perduto è la fede stessa nella legittimità della gerarchia.

299- Una conseguenza di questo processo di organizzazione culturale di tipo reticolare è l’abbandono dell’ideale dell’alta cultura -letteraria, musicale e artistica- come forza unificante. Se non si può parlare di cultura al singolare, ma soltanto di una RETE DI GRUPPI DI INTERESSE, non si può nemmeno parlare di letteratura al singolare o di musica al singolare (…) Elisabeth Eisenstein ha sostenuto in maniera convincente che la stampa è stata una forza di unificazione culturale. (…) La scrittura elettronica ha sortito l’effetto opposto . Essa si oppone alla standardizzazione ed all’unificazione così come alla gerarchia, ed offre come paradigma il testo , che si modifica in accordo col lettore invece di attendersi che questi si conformi ai propri standard. [300- il lettore è libero di esplorare , a suo piacimento una o pià subunità della rete -> 301- SCRITTURA ELETTRONICA = DISORDINE CENTRIFUGO] / 302 L’arte, la musica  e la letteratura contemporanee paiono divise in alcune minuscole élites da una parte e altri enormi movimenti di massa dall’altra, mentre la maggioranza delle restanti arti liberali sono oggi coltivate da gruppi relativamente poco numerosi di professionisti. / 303 – [L’acculturazione nel senso di E.H Hirsch vs ideale di un centro culturale fondato sui testi della tradizione]

309- IL CONCETTO DEL LIBRO GRANDE E INELUDIBILE APPARTIENE ALL’ETA’ DELLA STAMPA CHE VA OGGI CONCLUDENDOSI.

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