Tecniche, attrezzi e discorsi musicali (1965)

9- L’esclusione della musica dai quadri dell’unica cultura legittima , quella retorico-umanistica, e dal corso per eccellenza, il ginnasio-liceo, ha origini antiche e in buona misura comuni a tutti i paesi in cui più marcata è stata l’influenza della Controriforma. (…) Il Italia, poi, negli anni in cui la cultura musicale domestico-borghese veniva sostituita in tutti i paesi da quella di massa o scolastica su varia scala, coincisero con la trasformazione della scuola operata sotto il segno dell’Idealismo ; il quale, come è noto, contribuì a radicare una profonda diffidenza verso la scuola concepita come apprendimento di tecniche, verso il conseguimento di determinate abilità, di destrezze particolari. Ora, è chiaro che la musica, che più di altre discipline costringe a compromettersi con nozioni tecniche, con strumenti e attrezzi, ha ricevuto raddoppiati gli inconvenienti di questo spiritualismo pedagogico, finendo con l’essere di fatto estromessa dalla scuola e confinata in scuole specifiche (nei conservatori di musica) ; proprio in questa limitazione della musica alle scuole professionistiche, e nella conseguente scomparsa del dilettante-ESECUTORE  a favore del dilettante-ASCOLTATORE, sta la prima ragione dell’ignoranza musicale del nostro paese. La musica bisogna FARLA: l’infamata “signorina di buona famiglia” che [‘strimpellava’] la Sinfonia del Barbiere a quattro mani , aveva pur sempre da insegnare qualcosa al moderno maniaco dell’alta fedeltà che non legge una nota e per il quale le musica ascoltate hanno il volto della copertina dei suoi dischi.

19- In principio, è lecito supporre, era il silenzio. (…) La creazione del mondo, in qualunque modo sia avvenuta, deve essere stata accompagnata dal modo e quindi dal suono. Forse è per questa ragione che la musica, presso i popoli primitivi, ha tale importanza da essere connessa spesso a significati di vita e di morte. Proprio la sua storia, in ogni varia forma, insegna che la musica ha serbato il suo significato trascendentale.

26- La musica, come ogni altro linguaggio, fu a lungo coltivata con la trasmissione orale da una generazione all’altra (proprio come la musica popolare è tutt’ora trasmessa), prima che un qualunque metodo sistematico di scrittura fosse inventato. Ma in civiltà più sviluppate il desiderio di avere testimonianza scritta di leggi ( scintifiche e no), disposizioni permanenti e componimenti poetici, inevitabilmente fece nascere il problema di come scrivere la musica. La necessità era di trovare un sistema simbolico mediante il quale fosse possibile definire sia l’altezza sia il ritmo di una melodia. [le origini della nostra trascrizione musicale nella notazione ectofonetica dal V al VII sec. dopo Cristo. Il trattato ARS NOVA di Philippe de Vitry, 1290-1361, è un sistema di notazione per molti aspetti simile al nostro]

52- [Esaminare la relazione che stringe fra loro le varie note all’interno dell’ottava = esaminare le particolari caratteristiche del sistema musicale europeo]

64-La parola tono può essere usata con uguale proprietà in due significati:

  1. In un primo per definire l’entità di un intervallo ( un semitono per la seconda [scala?] minore , un tono per la seconda maggiore e così via);
  2. In un secondo, che ci interessa ora, per definire la nota che definisce la tonalità di una scala o di un pezzo di musica; il TONO ci dice qual è la nota TONICA del pezzo in questione, intorno alla quale tutte le altre gravitano. Così noi diciamo che questo o quel pezzo sono in tono di DO maggiore o re minore , e così via, significando che, in altre parole, Do e Re sono il centro tonale del pezzo. Per cui musica tonale è musica scritta all’interno del sistema TONALE, musica che ha un centro tonale. Si badi che la somiglianza fra la tonica e la finale modale è solo superficiale. La maggiore differenza  fra il sistema tonale e quello modale è che la tonalità è in rapporto con l’altezza del suono; la modalità è indipendente dall’altezza e dipende esclusivamente da determinate caratteristiche e estensioni di intervalli.

70- Sebbene la scala per toni interi compaia già nelle composizioni di Litz e di altri romantici, l’uso di essa è strettamente connesso al nome di Debussy. La mancana di semitoni (e conseguentemente della SENSIBILE) conferisce a questa scala un che di errabondo, di sfumato, che servì molto bene al vocabolario musicale della scuola espressionista.

78- Un’analisi della struttura generale di molte melodie dimostrerà che una linea melodica ascendente prima o poi è equilibrata da una discendente, e viceversa: questo equilibrio è ciò che rende una melodia scorrevole e naturale: L’apertura della SINFONIA PASTORALE è un ottimo esempio di questa “naturalità”.

81- [La] triade è l’elemento fondamentale dell’armonia occidentale, e costituisce la pietra angolare della teoria musicale all’incirca dal XV secolo fino a Schoenberg. Ma prima di esaminare l’uso dell’armonia e del contrappunto durante il periodo musicale a tutti noi più familiare – all’incirca tra il 1700 e il 1900- bisogna mettere in chiaro un punto importante: non si pensi che il nostro sistema tonale di scale maggiori e minori sia l’apice dell’evoluzione musicale. Nell’arte, un progresso inteso come miglioramento non esiste. La musica che conosciamo meglio , in effetti, non è altro che il prodotto della tecnica e dello stile di poche centinaia d’anni ; una musica che esce da questi confini, perché più antica o perché più recente, può avere lo stesso valore di qualsiasi composizione scritta , poniamo, nel periodo che va da Bacha Brahms.

86- Il passaggio da un accordo a un altro produce ovviamente un cambiamento di armonia; si usa definire tali movimenti di accordi “collegamenti armonici”. Sappiamo tutti quant’è importante, discorrendo o scrivendo una lettera, che le idee e i sentimenti siano espressi con le dovute parole coerentemente disposte ed armoniosamente collegate insieme. Quando questa ‘armonia’, questa continuità logica viene a mancare nel discorso o nello scritto di qualcuno, abbiamo l’impressione spiacevole di una mente arruffata e indisciplinata. La stessa cosa vale per la musica. Una successione di accordi collegati a casaccio non dà una concatenazione armonica soddisfacente. Come nel discorso per farsi capire si deve seguire un ordine logico all’interno della frase, così nella musica gli accordi sono collegati tra loro secondo ‘regole’ fondate sull’esperienza acustica, estetica e psicologica.

93- Il termine consonanza è usato per definire un intervallo o un accordo che produce un effetto di stabilità e soddisfazione – in opposizione a intervallo o accordo dissonante, tale cioè che produce un effetto di tensione. Secondo la teoria di Helmholtz, un intervallo è consonante quando le due note che lo formano hanno in comune due o più armonici. (…) Da questo punto di vista sono intervalli consonanti l’ottava, la quinta giusta, la quarta la terza e la sesta; sono inveccce intervalli dissonanti la seconda, la settima, la nona ecc./ La questione di consonanza e dissonanza . nel suo complesso, è sempre stata dibattuta: l’esatta classificazione di intervalli o accordi in consonanti o dissonanti, è stata ampliamente fluttuante nel corso della storia musicale . Non di meno una cosa è certa, che dopo un certo tempo, la musica senza dissonanza , come una vita troppo uniforme , diventa insipida o noiosa. (…) Naturalmente la tensione prodotta dalla settima deve essere presto o tardi allentata o, come dicono i musicisti, ‘risolta; ciò comporta il passaggio da un accordo dissonante a uno consonante./ 99- Tutti gli accordi di cui si è parlato finora hanno caratteristiche e funzioni ben riconoscibili, ma vi sono alcuni altri accordi che emergono con un particolare ‘sapore’ nel corso di una armonizzazione. I più comuni di essi sono la nona, l’undicesima, la tredicesima, la settima diminuita  e le seste napoletana, tedesca, italiana e francesce. (…) Questi accordi, sebbene spessissimo usati nella musica ‘seria’, ebbero vastissimo uso nel jazz, tanto che talvolta vengono definiti ‘accordi jazzistici’.

103- Nell’arte, la monotonia è un peccato imperdonabile. Abbiamo visto finora che i vari accordi, i loro rivolti, l’uso di note ‘accessorie’, di dissonanze ecc. sono tutti elementi che danno varietà al discorso musicale. Ma l’accorgimento tecnico più affascinante e più importante di tutti per ottenere varietà, è la MODULAZIONE. “Modulare” significa passare da una tonalità all’altra. Abbiamo già visto che qualsiasi intervallo, melodia o accordo può essere trasportato [= scritto] in qualunque tonalità: così sappiamo che esiste una relazione tra le tonalità (illustrata dal circolo delle quinte) e così pure tra gli accordi . Queste relazioni hanno molta importanza per la modulazione, perché servono a rendere il cambiamento di tonalità più dolce e naturale

110- La melodia è la dimensione orizzontale della musica, l’armonia quella verticale. Quando una melodia viene cantata o suonata completamente da sola come nella musica popolare o nel canto gregoriano l’aspetto orizzontale è ovviamente predominante. Questo tipo di musica è detta OMOFONICA (dal greco OMOS, identico , FONE’, suono o voce). Quando voi, com’è il caso di un canto accompagnato una singola melodia si trova sovrapposta ad un accompagnamento, ad esempio di accordi abbiamo una specie di fusione delle due dimensioni in un tipo definito come MONODIA accompagnata. Infine, quando abbiamo la combinazione simultanea di più di una linea melodica ben caratterizzata- e il tutto ben fuso assieme in armonica coerenza, come nei preludi di corale per organo di Bach, siamo in presenza di una musica polifonica o contrappuntistica (dal greco POLYS = molto); il termine contrappunto che tecnicamente è sinonimo di polifonia deriva dal latino puntus contra punctum cioè nota contro nota.

120 – [FORME MUSICALI] Ora sappiamo che un singolo suono , un accordo, una cadenza corrispondono, nella sfera del linguaggio, ad una lettera, ad una parola, ad un segno di punteggiatura. In questo capitolo esamineremo come questi materiali vengano assumento una forma e come siano usati nella cornice di una struttura musicale.

111- Si intende per TEMA una melodia, o un frammento di essa, di netta individualità, tale da essere il protagonista o il nucleo generatore di una composizione (come il soggetto di una fuga); per MOTIVO si intende una entità più breve, come un frammento di tema; due sole note, purché sufficientemente caratterizzate possono essere un motivo. /121- Un motivo per essere intellegibile , deve consistere almeno di due note e deve possedere un modello ritmico chiaramente riconoscibile che gli dia vita [Cfr. inizio Nona Sinfonia di Beethoven]/ 122 Ma per potersi spiegare, e questo vale per la musica come per il discorso comune, si devono formare frasi e periodi comprensibili./124- La lunghezza comune di un PERIODO musicale è di otto battute (…) Si noterà come i periodi seguenti si dividano spontaneamente in due parti; alla fine della prima si ha uno stato, un ‘senso’ non definitivo che solo la seconda parte riesce a completare./126- Dal periodo ora passiamo al paragrafo, al capitolo, cioè a dire, in termini musicali a una struttura completa. [Forme binaria e terziaria, forme musicali basate sulla danza]

131: Per secoli la danza ebbe un significato essenzialmente rituale e religioso. L’adorazione o la propiziazione degli dei , le preghiere per la fertilità dei campi, (…) venivano fatte spesso per mezzo di movimenti di danza e melodie. Durante l’età greca e romana, la danza ebbe una lenta evoluzione da rito ad arte vera e propria. Ma sacra o profana, arte autonoma o no, c’è qualche cosa di fondamentalmente erotico nella danza che alla chiesa non doveva piacere. (…) La danza tuttavia continuò a livello popolare , finendo col rifiorire nelle corti europee del Cinquecento. Molte danze spesso di origine rustica, vennero in gran voga e si trasformarono in pezzi strumentali fortemente stilizzati, i quali in definitiva non erano più danzati ma semplicemente ascoltati. La più evidente manifestazione di questo processo la si ritrova nella suite. / 132– La suite è una composizione strumentale consistente in un seguito di danze stilizzate. Fu una delle forme di musica strumentale più importanti dei secoli XVII e XVIII, ed è tuttora usata , sebbene con alcune modificazioni.

140. Fino al XVI secolo la musica strumentale non era al primo posto per importanza. Lo stile di una musica era in generale fondato sull’aspetto vocale , mentre gli strumenti, quando erano usati, avevano di solito una funzione subordinata alle voci./ Il sorgere a coscienza propria della musica strumentale si fa convenzionalmente risalire all’inizio del sec. XVI e il primo germe della sonata va rintracciato nello stesso periodo. In origine il termine ‘sonata’ (dal verbo SUONARE) significava qualunque composizione non cantata, ma suonata con strumenti. Al contrario della suite, che si è sviluppata dalla musica da ballo, la sonata ebbe le sue radici in un tipo di musica vocale di origine franco-fiamminga, detta ‘canzone’. Durante il XVII e l’inizio del XVIII secolo la sonata, in contrasto con la suite, era di solito una composizione di vari movimenti, ma di carattere più serio, scritti in forma binaria o in forma ternaria. Una successiva distinzione fu fatta poi tra SONATA DA CAMERA e SONATA DA CHIESA. [l’età di Haydn, Mozart, Beethoven = periodo classico-> tutto sotto l’insegna della forma di sonata] /144- Quando all’esecuzione sono richiesti più di uno o due strumenti, la composizione viene detta trio, quartetto, quintetto, ecc. Per cui un quartetto d’archi, ad esempio, è in realtà una sonata per quattro strumenti ad arco: due violini, una viola, un violoncello. Quando la composizione richiede un’orchestra intera, si parla di SINFONIA.

148- Il concerto è una composizione per uno strumento (o per un gruppo di strumenti) e orchestra; le due parti sono, per così dire, complementari (il termine latino CONCERTARE significa appunto combattere fianco a fianco).

150- L’OUVERTURE è una composizione strumentale che, come suggerisce il nome, serve ad introdurre un’opera, un’oratorio, o una composizione del genere. Nelle opere dell’inizio del secolo XVII quando c’era, non era altro che una specie di richiamo che serviva per attirare l’attenzione dell’uditorio prima che cominciasse l’opera vera e propria.

152- Al contrario del canto ‘popolare’ le cui origini sono anonime , e che cristallizza o svanisce secondo l’istintivo senso estetico del popolo, che lo tramanda da una generazione all’altra, il ‘canto d’arte’ è una creazione cosciente e personale di un compositore. Bello o brutto, esso è consegnato alla scrittura, e l’autore ne è pienamente responsabile. A questa categoria appartengono l’ARIA e il LIED , due termini che significano semplicemente ‘canto’. Tuttavia nell’uso internazionale, sono oggi usati per distinguere due forme vocali di musica ‘d’arte’.

159- La fonte sonora più antica e spontanea che possa coscientemente dare origine alla musica è la voce umana. (…) Le quattro categorie basilari della voce umana, che sono usate tanto per indicare l’estensione quanto il ‘colore’ del suono sono: basso, tenore, contralto e soprano.

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