
I-Starobinski
23- Adottando il termine anagramma non ho intenzione di far intervenire la scrittura, né a proposito della poesia omerica, né a proposito di qualsiasi altra poesia indoeuropea antica. (…)
26- Il termine ANAGRAMMA è sostituito da questo quaderno in poi con PARAGRAMMA
28- Vi sono LOGOGRAMMI che si scompongono in più antigrammi e che hanno tuttavia un motivo per essere chiamati con un nome unico , perché fanno perno su una stessa parola . Indica così l’unità del soggetto, del motivo e da questo punto di vista smette di fare difficoltà per il suo elemento LOGO -che non deve più essere necessariamente preso nel senso di PAROLA FONICA, e nemmeno di parola: si tratta di un GRAMMA, relativo a un soggetto che ispira l’insieme del passo e che ne è più o meno il LOGOS, l’unità di ragione, il FINE.
31 – [Il poeta si dedicava all’analisi fonica delle parole: nuovo principio ≠ schema fonico del verso]
33-[principio primo della poesia indoeuropea = attaccamento alla lettera] 35- [gusto per l’eco assai poco cosciente e quasi istintivo vs rituale ossessivo del poeta antico?]
57- E’ noto che lo stesso schema [funzionale dell’ipogramma come simbolo di una concezione emanazionistica della produzione poetica] è spesso impiegato nelle dottrine che risalgono dalla sovrastruttura all’infrastruttura, soprattutto in quelle che mirano a raggiungere un contenuto LATENTE partendo dalle espressioni visibili della vita psichica, sociale o economica. Non è difficile riconoscere un’affinità strutturale tra queste varie attività esplicative , abbiano esse forma analitica o deduttiva: dietro di loro si profila come modello comune, la teologia dell’emanazione. Si noti che lo schema funziona sia quando si ha passaggio dall’uno superiore (divino) alla molteplicità mondana e dall’inferiore (la libido, per esempio) alla molteplicità dei desideri empirici. In ambedue i casi è il divenire che deve rivelare l’essere…
59- E’ perfettamente comprensibile che la teoria degli anagrammi, con la sua insistenza sui rapporti di similitudine, possa oggi interessare i teorici che rifiutano la nozione di creazione letteraria e vi sostituiscano quella di produzione. Ogni creazione presuppone un taglio netto tra il creatore e la creatura, una differenza di essenza. E tuttavia, il concetto di produzione (e quello in esso implicato di lavoro capace di trasformare) non si concilia con l’ipotesi emanazionistica che abbiamo ora evocato: la produzione letteraria non è la manifestazione irradiante di un Tutto presente fin dal primo momento IN NUCE, non è il movimento spontaneo attraverso il quale gli stessi elementi passano dallo stadio di pura presenza a se stessi , a quello di presenza ad altri o di presenza in quanto altro…
113- Solo a patto di non diventare un grosso rompicapo (…) questo gioco è potuto diventare l’accompagnamento abituale per ogni Latino che prendeva la penna, della forma che egli dava al suo pensiero.
119- Si tratta certo di fatti, ma questi fatti sono stati volutamente attinti dalla struttura globale del testo: ogni altro aspetto è stato volutamente trascurato. Tra la scelta che isola un fatto e quella che lo costruisce il margine è esiguo. L’obiezione che qui si pone non riguarda la domanda rivolta al testo: ogni domanda è arbitraria e anche la ‘scienza’ apparentemente più obiettiva presuppone all’origine una domanda o una curiosità liberamente scaturite dall’osservatore. (…) Certo il grande vantaggio sarebbe sapere da dove parte l’anagramma. Ma non partirà forse dal fatto che Saussure ha deciso di leggere la poesia di Virgilio e di Omero da linguista e da fonetista? Da economista, vi avrebbe decifrato dei sistemi di scambio; da psicanalista , una rete di simboli dell’inconscio.
144- Nella ricerca sugli ipogrammi F. De Saussure si dedica a quell’attività di ‘redistribuzione’ di elementi ‘prefabbricati’ che Levi-Strauss ha analizzato col nome di BRICOLAGE. (…) Il pensiero mitico fa del bricolage a partire da immagini preesistenti. Qui il linguista giunge a supporre che i poeti compongono i loro versi nel modo in cui (secondo Levi-Strauss) il pensiero mitico compone il suo sistema di immagini.
147- Saussure si è forse ingannato? Si è lasciato sedurre da un miraggio? Gli anagrammi rassomigliano a quei volti che possiamo ravvisare nelle macchie d’inchiostro? Ma forse l’errore di Saussure è stato di aver posto con tanta decisione l’alternativa tra ‘effetto del caso’ e ‘procedimento cosciente’. Nel caso particolare perché non sbarazzarsi tanto del caso quanto della coscienza? Perché non vedere nell’anagramma un aspetto del PROCESSO della PAROLE – processo né puramente fortuito, né puramente cosciente? Perché non potrebbe esistere una iterazione, una palilalia generatrici che proiettino e raddoppino nel discorso i materiali di una prima parole al tempo stesso né pronunciata né taciuta? Pur non essendo una regola cosciente, l’anagramma può ciononostante essere considerato come una regolarità ( o una LEGGE) in cui l’arbitrario della parola tema si affida alla necessità di un processo.
II- Calvet
22- [Polemica di Benveniste sull’arbitrarietà del segno]
36- [nessi tra lingua e inconscio -> riesame del funzionamento del linguaggio e segnatamente dei meccanismi di spostamento e di condensazione]
49- [Strutturalismo linguistico = rifiuto della linguistica esterna] / [Strutturalismo astorico e reazionario -> semplicismo di Saussure-> la sociologia di Saussure vs teoria marxista del segno / Stalin ≈ strutturalismo /68 – comunicazione vs codice /denotazione vs connotazione-> Inserire il segno in una pratica sociale-> Barthes vs Mounin-> l’aspetto più innovatore dei testi di Barthes è che attraverso la connotazione l’ideologia si manifesta nel segno / 77- Sul lavoro di Bernstein -> lingua = codice -> codice ristretto vs codice elaborato /78 – il codice ristretto è il codice dell’intimità]
58- [Il principio ritmico e allitterativo delle produzioni linguistiche (filastrocche, slogan, indovinelli ecc.) / 60- sugli usi ludici della lingua / l’atto linguistico è un atto sociale /61 monologhi vs giochi con la lingua]
78- [Via sociologica e via psicanalitica alla linguistica -> 80 il linguaggio dello schizofrenico / luogo e tempo della produzione linguistica vs strutturalismo unificatore]
87- [dal codice alla produzione linguistica , dalla frase nuda a quella socializzata
88-La produzione linguistica, fatto di PAROLE e non di LANGUE, si trova al punto di convergenza di diverse determinazioni e consiste a questo primo livello, nella loro interferenza, Per quel che concerne la produzione individuale del fenomeno prenderemo in considerazione tre grandi direzioni. La COMPETENZA LINGUISTICA (…) Ma questa competenza non basta a coprire la produzione reale. Interviene infatti un’altra competenza , che chiamerò COMPETENZA RITMICA e che ha forse origine nello stadio dell’embrione, nella percezione del ritmo cardiaco materno che si trova 89- successivamente in corrispondenza (ritmo semplice) o no (ritmo complesso) con quello del feto. [RITMO in Benveniste (Problemi 1) = FORMA IMPROVVISATA, MOMENTANEA, MODIFICABILE vs FORMA FISSA] Questa competenza si manifesta quando balliamo, quando facciamo dello sport o quando facciamo l’amore e , naturalmente nella produzione linguistica. Infine intervengono le PULSIONI, nel senso psicanalitico del termine, le zone dell’inconscio, della rimozione. Il fatto linguistico si trova dunque all’interferenza di queste tre dimensioni, ognuna delle quali può prendere il sopravvento. In condizioni ‘normali’ possiamo ritenere che la competenza linguistica è predominante (non è la sola), ma la pulsione può prevalere (nel discorso schizofrenico per esempio ) così come ha la meglio la competenza ritmica nella filastrocca o nello slogan. (…) La parte del ritmo è in questo tipo di produzione, tale da prendere il sopravvento sulla lingua e da perturbarla.]
91-[Kristeva e la ricerca del piacere fisico]
98- [Connotazione come prodotto dell’uso= senso comune = DOXA (R. Barthes) = insieme delle false sicurezze che sono alla base dell’ideologia dominante -> ciò che viene occultato da sincronia/diacronia / 100- L’ideologia non viene sovrapposta dall’esterno alla langue -> evoluzione semantica a monte del fatto linguistico reale, non della comunicazione / 104 le pulsioni = caratteristiche psicanalitiche dei locutori (individuali o sociali]
104 – [linguistica = semiologia + psicanalisi + sociologia]
109- [Traduzione delle caratteristiche ritmiche, pulsionali, della frase con aggettivi qualificativi (aggressivo, ironico, sprezzante ecc.]
110- [pratica linguistica particolare che ha prodotto una frase e qualcuno chiama comunicazione -> frase = espressione di un rapporto di forza, di un giudizio, di un luogo di discorso, di un’ideologia (per es.: disprezzo della donna / codice ≠ comunicazione]
112- [Il francese e l’arabo non sono sovrastrutture / l’oggetto di studio della linguistica non è la lingua ma la pratica linguistica /la sovrastruttura è presente nella pratica tramite l’ideologia ]
114 [ I militanti della lingua, in senso letterario o politico, vs i commessi viaggiatori della lingua]