L’organizzazione ordoliberista del lavoro (2001)

7- In tutto il modo le imprese [per es. fabbrica di tostapane o supermercato]perseguono l’ideale di utilizzare la forza lavoro pressappoco nel modo in cui utilizzano l’energia elettrica –portando quando serve l’interruttore su on oppure su off (…) Per tal via i costi del lavoro da contabilizzare in bilancio vengono fortemente ridotti.

8 il secondo argomento addotto comunemente a sostegno dell’urgenza di accrescere la flessibilità del lavoro afferma che essa favorisce l’aumento dell’occupazione [In realtà questa misura è molto complicata e dà risposte contraddittorie.

14- Le richieste di accrescere la flessibilità del lavoro sono in parte l’espressione e in parte la premessa di un attacco generalizzato dal diritto del lavoro. [da queste norme dipendono in tutto il Novecento le condizioni di vita della maggioranza della popolazione]

15- I lavori flessibili sono visti con favore anche perché contribuiscono alla frammentazione delle classi lavoratrici e delle loro forme associative.[Quando sotto un medesimo tetto lavorano per anni centinaia di persone è assai probabile che prima o poi si rendano conto di avere interessi comuni. Da situazioni simili nacquero in Europa i sindacati dei lavoratori]

16- La deliberata diffusione di lavori flessibili è un capitolo della de-responsabilizzazione dell’impresa. [La storia dell’impresa moderna dalla seconda metà dell’Ottocento in avanti mostra, in quota assai maggiore di quanto non si creda, che sono esistite per generazioni imprese che sentivano un profondo senso di responsabilità nei confronti della comunità in cui operavano e dei loro dipendenti-> Cfr Olivetti]

18- La diffusione di lavori flessibili introduce nel mercato del lavoro il principio del ‘numero chiuso’ [come i concorsi per medicina o per dirigenti statali]Nella nuova economica il lavoro decente, con ciò intendendosi il lavoro stabile, ben retribuito, con buone prospettive di carriera e di gratificazione personale ,non è destinato a scomparire. E’ piuttosto destinato a diventare il privilegio di un numero limitato di eletti -> intorno a un quinto di coloro che lavorano per ciascuna impresa. Attorno a loro ruoteranno sempre più vorticosamente circa quattro quinti di lavoratori temporanei, nomadi, precari, gitani, di passaggio, in affitto. [Questa posizione è teorizzata in Usa dalla Microsoft]

19- Alla moltiplicazione dei lavori flessibili sono costretti anche i dirigenti d’azienda che non la considerano utile, perché gli investitori istituzionali pretendono da loro tassi di redditività fuori misura. [I fondi pensione anglosassoni, con portafogli da centinaia di migliaia di dollari chiedono alle imprese che il loro capitale sia remunerato con tassi del 10-15% annuo: ma come si fa ad ottenere dal capitale investito nelle imprese un reddito del 10-15% annuo, quando l’economia, ovvero il Pil cresce nel migliore dei casi del 3% annuo? Non erto producendo beni e servizi (perché Pil = valore di beni e servizi), ma comprimendo allo spasimo il costo del lavoro, il loro e quello dei loro fornitori.]

21- Il peso attribuito alla flessibilità del lavoro ai fini dello sviluppo finisce per rivelarsi un alibi che aiuta a non discutere d’altri temi parimenti importanti. [ricerca e sviluppo, formazione lavoratori, assenza di visioni industriali, rinuncia a difendere e rilanciare settori tecnologici vitali per il XXI secolo, privatizzazioni mal concepite che hanno finito per privare il paese di gioielli tecnologici]

22- I lavori flessibili comportano rilevanti oneri personali e sociali, a carico dell’individuo, della famiglia e della comunità. [Tali lavori non sono soltanto un modo diverso di lavorare rispetto al lavoro normale, ma impone oneri di natura insolita ancora da esplorare. Ci sono molti, giovani e non giovani, per i quali il lavoro intermittente, a chiamata, on the road, o semplicemente precario – tanti sono i nomi della flessibilità- è percepito come una ferita dell’esistenza , una fonte immeritata di ansia , una diminuzione di diritti di cittadinanza che si davano per scontati.] Quando la giovinezza sarà passata, e le lacune di formazione, i progetti di vita rinviati e mai realizzati , le esperienze professionali frammentarie che caratterizzano i lavori flessibili protratti per lungo tempo comporranno un curriculum dinanzi al quale un responsabile dopo l’altro delle risorse umane(…) scuoterà mestamente il capo.

25- Si possono definire flessibili, in prima approssimazione, i lavori che richiedono alla persona di adattare ripetutamente l’organizzazione della propria esistenza  (…) alle esigenze mutevoli delle organizzazioni produttive che la occupano, private o pubbliche che siano.

29- (…) Allo scopo di poter discutere con qualche rigore di flessibilità sostenibile  (…) occorre definire in via preliminare quel che di norma, in tema di flessibilità, rimane nel vago: ossia a quale specifica genere e specie di essa ci si riferisce, a quali sistemi lavorativi, a quali categorie di lavoratori./ (…) Negli studi come nelle statistiche inerenti al lavoro flessibile si usa distinguere tra due specie principali di flessibilità, a volta a volta denominata numerica oppure funzionale, quantitativa oppure qualitativa, esterna o interna. La prima specie è vista consistere nella possibilità, da parte di un’impresa, di far variare in più o in meno il numero dei suoi salariati in relazione stretta con il proprio ciclo produttivo./ (…) 31- Questa specie di flessibilità si traduce, nel quadro del diritto del lavoro vigente, pur essendo da tempo sottoposto a forti azioni erosive, in una variegata tipologia di contratti lavorativi: di formazione e lavoro, di contratti a tempo determinato (CTD) (…), a tempo parziale (CTP), (…) lavoro parasubordinato./32- La seconda specie di flessibilità prevede la modulazione, da parte dell’impresa, di vari parametri della situazione in cui i salariati prestano la loro opera. [salari ancorati al merito individuale, modifica orari per accrescere uso impianti, turni di lavoro, la condivisione del posto di lavoro o dei mezzi di lavoro – macchina utensile, sportello o personal computer che siano-, telelavoro, ufficio mobile]

37- Nemmeno ci scorderemo del fatto che molti lavoratori dell’età che precedette –nell’Europa Occidentale- l’affermazione del diritto del lavoro, cioè del lavoro giuridicamente regolato per quanto attiene a durata, orario, condizioni, salario, l’attuale dibattito sulla flessibilità parrebbe o incomprensibile, oppure segno di un benessere per loro inarrivabile, che i contemporanei non a sufficienza apprezzano.

41- [ONERI DELLA FLESSIBILITA’ IN DIFFERENTI SISTEMI LAVORATIVI- Il primo onere della flessibilità va visto nella limitata o nulla possibilità di formulare previsioni e progetti sia di lunga sia di breve durata riguardo al futuro- quello professionale, ma anche quello esistenziale e familiare. Un secondo tipo di onere va visto nel fatto che, al di fuori delle professioni comportanti qualifiche molto elevate , che sono sempre spendibili agevolmente sul mercato del lavoro, la maggior parte dei lavori flessibili non consentono di accumulare alcuna significativa esperienza professionale , trasferibile con successo da un datore di lavoro a un altro.

43- [Distinguiamo qui quattro tipi di sistemi lavorativi:]

  1. Lavoro razionalizzato, strettamente vincolato da fattori tecnici e organizzativi ,(…) quali: descrizioni delle mansioni, prescrizioni degli Uffici tempi e metodi; ritmo lavorativo imposto dalle macchine , oppure dalle pressioni del cliente o dal ritmo produttivo, nonché controllato da capi, con o senza l’ausilio di tecnologie informatiche. [call-centers (= centralini); ristorazione rapida; agro-alimentare; centri e-commerce; trasporto su strada; aggiornamento notizie siti web.
  2. Lavori a qualificazione medio-bassa e ad alta intensità di lavoro ( = middle-low skill, labour intensive jobs), non razionalizzati né razionalizzabili con le tecniche della cosiddetta ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO (OSL) [costruzioni stradali, gestione alberghiera, attività di sicurezza, guardianaggio e portierato, imprese di pulizia, aiuto infermieri, raccolta e confezionamento prodotti agricoli, mercati generali delle grandi città, addetti ai parchi tematici.
  3. Lavori semiautonomi comportanti attività di controllo sull’attività e sul comportamento di altre persone: quadri intermedi, gestori di supermercati, controllori dei mezzi di trasporto. Sono lavori caratteristici delle organizzazioni tradizionali , formalmente strutturate in divisioni, reparti, uffici e simili, dotate di una gerarchia con molti livelli. A causa dei processi di destrutturazione , esternalizzazione e terziarizzazione avviati da molte aziende fin dagli anni Novanta questi lavori sono quelli maggiormente a rischio, se non di estinzione , di una forte riduzione proporzionale.
  4. Lavori che presuppongono di per sé una qualificazione elevata e sono svolti in condizioni di notevole autonomia e responsabilità: sistemisti informatici, medici, insegnanti, specialisti di analisi biologiche, architetti, ingegneri progettisti, ricercatori di scienze naturali o umane, giornalisti ecc.

57- [LA NET ECONOMY (= TIC+ modelli organizzativi destrutturati a geometria fluida+ impresa reticolare+ diffusione di servizi tramite Internet + società della conoscenza) NON ELIMINA I MODI DI LAVORARE TRADIZIONALI] (…) davvero promettono di essere meno razionalizzati e vincolanti che non per il passato, i lavori dell’economia che si suol denominare ‘post-fordista’ o ‘post-taylorista’, nell’intento di sottolineare che i tempi in cui lavorava pressappoco come nel film Tempi moderni (1936) sono passati per sempre. Ricerche condotte per campione in vari paesi europei descrivono , al contrario, situazioni diffuse di INTENSIFICAZIONE  (che vuol dire fare più cose nel medesimo tempo) e DENSIFICAZIONE (che significa invece soppressione di ogni tipo di pausa nel calcolo dell’orario. In questo caso un’ora di lavoro può durare –per dire- 95 minuti, come nel basket). Situazioni del genere si osservano non soltanto in settori tradizionali come quello automobilistico o quello degli elettrodomestici, ma anche in settori strettamente collegati alla net economy (call center, magazzini di smistamento dell’e-commerce, servizi finanziari online, dove i ritmi di lavoro oggi sono altrettanto serrati di quanto lo fossero in una linea di montaggio o in una sala presse degli anni Sessanta./ Chiediamoci ora , se sarebbero realmente in via di progressiva estinsione le occupazioni a qualificazione medio-bassa e ad alta intensità di lavoro. Esse sono al presente circa 7 milioni- poco meno della metà dell’occupazione dipendente. Si distribuiscono attraverso una miriade di settori e comparti dell’agricoltura, dei servizi e, in minor misura, dell’industria. In agricoltura le occupazioni del tipo suddetto si concretano in figure professionali quali raccoglitori di frutta , addetti all’allevamento del bestiame, conducenti di macchine agricole, addetti alla costruzione e alla manutenzione di canali di irrigazione ecc. Tra i servizi troviamo: trasporti, ristorazione, (…) alberghi, caffetteria, turismo, pulizia, sorveglianza, manutenzione, commercio , artigianato dell’alimentazione, collaborazioni domestiche, assistenza alla persona, servizi ospedalieri, uffici di segreteria, impiegati della pubblica amministrazione di livello IV o inferiore. Mentre tra i comparti industriali in cui si concentrano a loro volta i middle-to-low, labour intensive jobs rientrano per dirne alcuni: pelletteria, confezioni, edilizia, costruzioni stradali, materiali da costruzione, agro-alimentare, lavorazione delle carni./62- Nel volgere di sei anni [1994-1999] la quota di operai generici avviati al lavoro rapportata alla quota di operai qualificati è cresciuta da 1,3: 1 a 1,5:1. Appare così azzardato affermare che la net-economy adduce alla scomparsa del lavoro poco qualificato.

77- La gestione delle imprese, se vorrà contribuire a sviluppare tipi di flessibilità sostenibile, dovrà tener conto di come esse non utilizzino semplicemente ‘risorse umane’ i cui caratteri sono conformati da fattori ad esse estranei- sistema educativo, famiglia, evoluzione sociale, transizione demografica- ma sono loro stesse un fattore primario di tale conformazione. L’etichettamento come anziane, professionalmente obsolete ecc., di persone che sotto il profilo psico-fisico sono ancora del tutto valide, non è un fenomeno che ha origine nella società e da questa si scarica successivamente sulle imprese; piuttosto nasce da quelle e si scarica su questa.

79- [PLACELESS SOCIETY] Non v’è dubbio che oltre all’antico mestiere del commesso viaggiatore o del rappresentante di commercio vi sono oggi molti lavori che per favorire tanto la flessibilità, quanto la riduzione degli investimenti fissi, sono stati deliberatamente deprivati d’un luogo in cui essi si dovrebbero svolgere. Essi si presentano quindi nella forma di vari tipi di telelavoro; di uffici nomadi; di mansioni impiegatizie senza scrivania (deskless jobs); d’una frammentazione d’una medesima missione tra più soggetti; di meccanismi di terziarizzazione interna i quali fanno sì che sotto un medesimo tetto lavorino dipendenti di decine di aziende , con ritmi altissimi di rotazione.

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