Virginia Woolf appartiene alla scuola di Proust (1920.1924)

1920

17- Il metodo sarà tutt’altro: niente impalcature; non si deve vedere un solo mattone, tutto crepuscolare, ma il cuore, la passione, il senso dell’umorismo devono sfolgorare come fuoco nella nebbia. Poi troverò spazio per tantissime cose – un’allegria, un’inconcludenza – un passo spensierato come più m’aggrada.

18-19- Le vie dove ci sono le ville mi avviliscono più dei bassifondi. (…)In parte sarà che sono una snob. I ceti medi sono tagliati con l’accetta e quando ridono o si esprimono senti risuonare tutta la loro volgarità. I ceti bassi non sono affatto così.(…) La signora Squire (…) passiva e gongolante nel suo appagamento sulla poltrona di fronte alla mia, aveva un che di sconcio; come una specie di funzione naturale, che avviene automaticamente -una medusa- priva di volontà ma con un potenziale terrificante. Alla minima provocazione diventa una bambina.

42- Quand’è che arriverà [la rivoluzione]? Entro 5 anni- non ci crede? Ma perché non scriverlo? Non credo nella scrittura. Io con la gente ci parlo. Organizzazione. Cooperazione. Ceto Medio. Il popolo. Io lo farò, sto per farlo. Organizzazione – Non dovrebbe esserci un solo cavallo per strada – Guardate la vostra zona portuale -E poi quegli edifici andrebbero convertiti in abitazioni – Altrimenti come si fa – Il ceto medio dovrebbe unirsi – Io ho già pronto il programma – e la Rivoluzione è in arrivo, non c’è dubbio. / Perché non credo nella rivoluzione? – forse in parte per via del signor Banks.

68- [Clive] mi ha consigliato per il mio bene di prendere contatti con l’America; visto che è, come penso sempre, un ammirevole uomo d’affari e cura a meraviglia i propri interessi.

76- Il fatto è che il popolino è proprio detestabile.

78- La mia liberazione dalle recensioni. (…) Mi sentivo come se mi avessero permesso di uscire all’aria aperta. E il pubblico dei libri, quando lo affronti, è ben più arduo di quello dei giornali, perciò non è che mi sottragga alle mie responsabilità.

81- Joyce in sé e per sé è un tipo insignificante, con gli occhiali spessi un dito, un’aria un po’ alla Shaw, scialbo, egocentrico e sicurissimo del fatto suo. C’è molto da dire sui tanti aspetti di Eliot – per esempio la difficoltà a stabilire un contatto con le persone intelligenti- e via dicendo- anemia, imbarazzo; la sua mente, però, non è ancora spuntata, né offuscata.

1921

101- Noi dell’aristocrazia seduti in un gruppo a sé; i campagnoli gironzolavano per la stanza (l’aula scolastica) sbattendomi addosso; solenni, inanimate – oh quanto sono patetiche le ‘festicciole’ dei poveri! Le mogli dei pastori però sono anche peggio.

116- Il fatto è che per scrivere o per qualsiasi altra cosa devi saperti arrotolare come una palla e scagliarti dritto in faccia alle persone. Loro vagulano e dissipano.

139- [Con Lytton Strachey] La cosa peggiore di Giorgio IV è che nessuno accenna ai fatti che voglio io. La storia va riscritta di sana pianta. E’ tutta moralismo- e battaglie, ho aggiunto.

159-In tutto il Sussex non c’è nessuno infelice quanto me; o altrettanto consapevole dell’infinito potenziale di divertimento racchiuso in me, se solo potessi usarlo.

173- Perché un po’ di politica comincia a interessarmi come, immagino, agli uomini della City – quasi fosse una partita di calcio. Potrei diventare una socialista sfegatata – o una conservatrice? E’ un gioco. Con questo intendo che non penso tanto ai fini (a quelli non ci pensa nessuno) quanto ai mezzi.  [Sula vecchia Lady Cromer in visita a casa di V. W.] Sta cercando di impedire che il figlio diventi uno snob: “ma è fra quel tipo di gente [South Kensington] che finirà”. I Baring sono inorriditi quando lo ha mandato a Winchester. “Un figlio lo mandi a scuola perché si faccia degli amici” hanno detto. “Quelli giusti”.

1922

205- Quando leggo le recensioni spremo le colonne per ricavarne un paio di frasi; è un libro buono o cattivo? E poi sfrondo quelle 2 frasi in base a quanto so del libro e del recensore. Quando invece scrivo una recensione , scrivo ogni frase come se dovesse comparire davanti a 3 giudici supremi: non riesco a credere che possano spremermi e sfrondarmi.

207- Tom [Eliot] ha scritto un poema di 40 pagine che pubblicheremo in autunno. E’ la sua opera migliore, dice. E’ soddisfatto; l’idea di saperla al sicuro nella sua scrivania lo rincuora, credo. (…) E poi, seriamente parlando, un rapporto d’altro tipo, un rapporto tra persone di mezza età, offre nuove esperienze.

225- Nella mia testa non c’è dubbio che ho scoperto come cominciare (a 40 anni) a dire qualcosa con la mia voce [a proposito di Jacob’s Room]; e questo mi interessa così tanto che sento di poter tirare dritto anche senza elogi.

1923

269- Non fingere mai che non valga la pena di avere le cose che non hai [-mi dissi]

288- Harold è semplice, diretto, schietto; porta una giacchetta nera corta e pantaloni a scacchi; vuole fare lo scrittore ma mi dicono che non è nella sua natura e ci posso credere. Visto? E’ l’anima a formulare tutti questi giudizi e a dire, accomodata davanti al camino, questo non mi va a genio, questo è di second’ordine, questo volgare; questo bello e sincero e così via.

305- Sempre a prendere treni, sempre a perdere tempo, seduta qui ad aspettare che L. torni a casa, passando ore davanti alla scatola dei caratteri con Margery, domandandomi a che serve tutto questo – quando invece potrei andare a sentire un brano musicale, dare un’occhiata a un quadro, scoprire qualcosa al British Museum o avventurarmi tra gli esseri umani. Qualche volta passeggerei per Cheapside. Invece adesso sono legata, imprigionata, inibita. Non posso che fingere di scrivere una cosa della massima importanza , o di leggere in vista di un libro che non scriverò mai.

316- E lavorerò sodo, sodo, sodo in tutti i sensi a Rodmell. Affronterò quei miei vecchi saggi e vedrò se con un trattamento drastico e vigoroso possono diventare degni di essere ristampati.

1924

352- Uno di questi giorni voglio scrivere un racconto sul fatto che la vita rende tutti i visi su un vagone della metropolitana grigi, imbambolati, coraggiosi, disillusi. Ma perché non rende nessuno contento, felice, come se avesse ottenuto ciò che vuole? Guardarli dà vivacità ai giovani, contentezza agli anziani, pochissimo piacere intenso.

378- Un cambiamento di casa mi fa oscillare per giorni. Ed è la vita; è sano. A non tremare mai sono quelli della risma del sigor Allison (…) E se non vivessimo avventurosamente, prendendo il toro per le corna e tremando sui precipizi, non saremmo mai depressi, questo è certo; saremmo invece già sbiaditi, fatalisti e attempati.

398- [Roger] è diventato subito l’universitario anticonfermista, il ragazzo ostinato (mi sembrava di vederlo giovanissimo con lo sguardo onesto e inflessibile) che NON dice ciò che non crede sia vero. L’effetto su Vita [Sackville-West] è stato disastroso; e l’onestà pura e semplice è una dote dubbia; spesso significa mancanza d’immaginazione.

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