
1925
Sabato, 27 giugno -spazio un tempo avevo un dono per questo, è una passione, che rendevano le feste ardue ed eccitanti. Ora quando mi sveglio presto, mi crogiolo più che altro al pensiero di un giorno intero di solitudine.
1926
Sabato 27 Febbraio -il libro della signora web mi ha fatto pensare un poco a ciò che potrei dire della mia vita. Nella sua esistenza c’erano ideali: preghiera, principi. Nella mia, nulla punto grande eccitabilità e ricerca di qualche cosa punto grande soddisfazione quasi sempre il gusto di ciò che faccio, ma costanti mutamenti di umore punto non credo di annoiarmi mai. A volte un po spenta ma ho una facoltà di recupero che ho messo alla prova; e adesso la sto mettendo alla prova per la cinquantesima volta.
Domenica 25 luglio-nessuna traccia mai di deferenza per gli editori, o del rispetto del rango o di estrema ingenuità. Quello che mi colpì fu la sua libertà, la disinvoltura, la vitalità. Proprio come il classico vecchio Vittoriano, che tutto compie con un semplice gesto della mano che non dà grande importanza alla letteratura ma mostra un’enorme interesse per gli aneddoti, i fatti.
1927
Giovedì 22 dicembre- Tutto orpello pareva ieri sera dai Keynes.Ero di malumore e quindi non potevo scorgere la trasparenza dei miei discorsi. Dadie ha detto anche una cosa giusta: quando Virginia lascia che il suo stile le prenda la mano, tu pensi solo a quello; Quando adopera frasi fatte pensi a ciò che vuol dire. Però dice lui non ho potere logico è vivo e scrivo in un sogno di oppio. Il sogno troppo spesso mi riguarda. Per correggere questo e dimenticare la propria aspra, assurda, piccola personalità, reputazione e via discorrendo, si dovrebbe leggere; Vedere gente di altri ambienti; Pensare di più; Scrivere con maggior logica; Soprattutto essere pieni di lavoro; Ed esercitare l’anonimato. Silenzio in compagnia; O la più quieta asserzione, non la più brillante; Anche questo è “curativo”come dicono i dottori.
1928
Mercoledì, 7 novembre- come sono rozzi volgari e ottusi questi Cunard, questi Colefax, con tutta la loro sorprendente competenza nei commerci della vita.
Martedì 18 dicembre-per la prima volta da quando sono sposata-1912- 1928, 16 anni-posso spendere dei soldi. Ma non ho ancora imparato a spendere con disinvoltura. Ho un senso di colpa; rimando un acquisto anche quando so che dovrei farlo; eppure mi dà un piacevole senso di agiatezza avere del denaro in tasca oltre i miei 13 scellini settimanali, che finivano così in fretta o venivano intaccati in anticipo.
1932
Mercoledì, 25 maggio Rodney rovinata; tutta l’Inghilterra rovinata; la paura notturna di tutto l’errore che c’è nel mondo; Comprare vestiti; Quanto odio bond Street e spendere soldi in vestiti: peggio di tutto e questa sconsolata aridità e gli occhi mi fanno male, e le mani mi tremano.In questo periodo di vuoto totale di noia mi viene in mente una frase di Leonard: “si è guastato qualcosa, nel mondo”.
1933
Venerdì, 28 Aprile-farò un appunto su Bruno Walter è un uomo Bruno, grassoccio, niente affatto elegante. Niente affatto “gran direttore”. È un po’ slavo, un po’ semitico. È furioso, cioè non riesce a levarsi di dosso il ‘veleno’ di Hitler, come lui lo chiama. “Non pensate agli ebrei”, continuava a dire appunto “pensate a questo spaventoso Regno dell’intolleranza. Pensate alla situazione del mondo in generale, E’ terribile; terribile. Che sia possibile questa volgarità, questa meschinità! La nostra Germania che amavo, con la nostra tradizione, la nostra cultura punto ora siamo uno sconcio”. Poi ci raccontò che non si può parlare ad alta voce. Ci sono spie dappertutto. A Lipsia ha dovuto stare seduto accanto alla finestra del suo albergo una giornata intera per telefonare. E tutto il tempo, soldati che marciavano. Non smettono mai di marciare. E alla radio, negli intervalli, suonano musiche militari. Orribile, orribile! Spera nella monarchia come unica salvezza. Non ci tornerà mai più.
Lunedì, 7 agosto- [Keynes]- E ora passiamo alla politica tedesca stanno facendo cose stranissime col loro denaro punto non riesco a capire cosa. Forse sono gli ebrei che ritirano i capitali. Vediamo: se 2000 ebrei ritirassero 2.000 £ ciascuno… Comunque non riescono a pagare il debito con il Lancashire. I tedeschi hanno sempre comprato il cotone dall’egitto e lo fanno filare nel Lancashire; è un debito modesto, appena mezzo milione, ma non possono pagarlo. Eppure continuano a comprare rame. Per che cosa? Per gli armamenti, è chiaro. È un esempio classico di commercio internazionale. 20.000 disoccupati. Ma naturalmente c’è sotto qualcosa. Qual è la causa della crisi finanziaria? Stanno facendo qualche sciocchezza. Nessun controllo del Tesoro sui militari.
Sabato, 19 gennaio-comunque io L. andremo a fare una passeggiata oggi pomeriggio, e questo per me è come un enorme gruzzolo in banca! Una felicità concreta.
Martedì, 26 Febbraio – Ma Dio quanto lavoro ancora da fare? Non sarà finito prima di agosto? E io sono assillata dal desiderio improvviso di scrivere un pamphlet antifascista.
Sabato, 20 Aprile – Devo fermarmi a pensare? a rileggere? Ha ritmo e fluidità notevole e qualche idea generale; Ma si perde nel solito guazzabuglio della scrivania di un laureando. Vuole ficcarci dentro tutto, riferire tutte le chiacchiere e controbattere. Ma vorrei chiarire alcune questioni. Perché cerco o sempre di evitare i miei contemporanei? Qual è veramente il punto di vista femminile? Perché tanto spesso queste cose mi sembrano campate in aria? Però riconosco i miei limiti, non sono molto razionale., come diceva Lytton, punto. Forse impedisco d’istinto la mia mente di analizzare perché ciò ne intaccherebbe la creatività? Credo che sia un po’ così. Punto. Nessuno scrittore creativo può accettare un contemporaneo. Chi è del mestiere giudica le opere dei suoi contemporanei in modo troppo grossolano e parziale. Ma ammiro Stephen per aver tentato di misurarsi con questi problemi.
Domenica 27 ottobre. È lì che Roger nacque e vide il papavero. Penso di cominciare con questa scena. Si, quel libro si sta formando. Poi c’è quello della prossima guerra, che in certi momenti diventa assolutamente frenetico: come essere trascinati da un pescecane; e abbozzo una scena dopo l’altra.
1936
Venerdì, 3 gennaio- Questa cosa diventa improvvisamente un po’ urgente perché L. dice che per la prima volta da qualche anno in qua non ho guadagnato abbastanza da pagare la mia quota in casa, e devo pescare 70 £ dal mio gruzzolo. Che ora si riduce a 700 £ , e devo rimpinguare.in un certo senso. È divertente pensare di nuovo al lato finanziario. Ma sarebbe piacevole doverci pensare seriamente. E peggio ancora- un’interruzione brutale- dover fare i soldi col giornalismo. Penso di intitolare il prossimo libro Risposte ai corrispondenti … Ma non devo lasciare tutto subito per buttarne giù l’impostazione, no? Bisogna che trovi un sistema paziente e calmo di addormentare questa inquietudine finché Gli anni non sia sul tavolo., finito, a febbraio, forse? O che sollievo, come se mi estirpassero una grossa, come dire- escrescenza ossea, una cisti dal cervello. Eppure, preferisco scrivere questo che l’altro. Uno strano aspetto della mia psicologia. Non riesco più a scrivere per i giornali. Devo scrivere per un libro mio. Cioè, se penso a un giornale, subito adatto ciò che voglio dire.
Venerdì, 13 Marzo- Ieri abbiamo passeggiato per i giardini di Kensington discutendo di politica. Aldous rifiuta di firmare l’ultimo manifesto che approva le sanzioni. E’ pacifista. Anch’io lo sono. Forse dovrei dimettermi? L. dice che, considerando che l’Europa è sull’orlo della catastrofe più grave da 600 anni in qua, bisogna mettere da parte le divergenze personali e appoggiare la Lega. Stamattina è una riunione particolare del Partito Laburista. E’ la settimana politica più febbrile ed estenuante che abbiamo mai avuto. L’esercito di Hitler è sul Reno. A Londra si tengono comizi. I francesi sono talmente preoccupato che hanno deciso- il piccolo gruppo dell’Intelligence- di mandare qui domani un rappresentante a conferire: commovente fiducia negli intellettuali inglesi. Domani altra riunione, come al solito penso: oh, anche questo passerà. Ma è strano come i cannoni si sono di nuovo avvicinati alla nostra vita privata. Li vedo con estrema chiarezza e sento il rombo, pur continuando a rosicchiare, come un topo condannato, la mia pagina quotidiana. Che altro si può fare, oltre a rispondere alle incessanti telefonate, ad ascoltare quello che dice L.? Tutto va in malora. Per fortuna abbiamo rinviato i pranzi e tutto il resto per via degli Anni.
1937
Mercoledì 23 giugno. Mentre arrivavo il n. 52, una lunga fila di profughi- come una carovana nel deserto- attraversava la piazza: spagnoli fuggiti da Bilbao, che è caduta, immagino. In qualche modo mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, benché nessuno se sembrasse sorpreso. Bambini che tenevano dietro a fatica, donne in giacche londinesi da poco prezzo e fazzoletti vivaci in testa, uomini giovani, e tutti con povere valigie e pentole di smalto blu brillante, enormi, e latte di roba offerta immagino da qualche ente assistenziale; una processione che arrancava scalpicciando, in fuga. Cacciata dalle mitragliatrici dai campi spagnoli ad arrancare per Tavistock Square, su per Gordon Square.- E poi dove?- stringendo le proprie pentole di smalto. Strano spettacolo. Andavano avanti e sapevano da che parte andare; penso che qualcuno gli avesse indicato la strada. Un ragazzo chiacchierava, gli altri erano assorti, come nomadi in viaggio. E anche per questo, credo, che non possiamo scrivere come Congreve.
1938
L’approva con gravità Tre Ghinee, L. lo ritiene un’analisi estremamente chiara. Nel complesso sono soddisfatta. Non ci si può aspettare commozione perché, come dice lui, non è sullo stesso piano di un romanzo. Eppure, credo possa avere maggior valore pratico. Ma sono molto più indifferente, questo è vero: lo sento come un buon lavoro da cavallo da soma; E non credo possa turbarmi in alcun modo, come succede coi romanzi.
Mercoledì, 17 agosto. Così, a cena, discutemmo della nostra generazione: e le prospettive della guerra. Adesso Hitler ha milioni di uomini sotto le armi. Sono soltanto manovre estive o…? Harold, parlando alla radio col suo tono montano suggerisce che potrebbe essere la guerra. Questa è la rovina totale, non solo della civiltà europea, ma anche dell’ultima fase della nostra vita. Quentin, coscritto, ecc. Si smette di pensarci, ecco tutto. Si continua a discutere della nuova stanza, delle nuove sedie, dei nuovi libri. Che altro può fare un moscerino su un filo d’erba? E io vorrei scrivere. P. H. e altre cose.
Lunedì, 5 settembre-Forse stasera sentiremo quella voce di pazzo sbraitare alla Radio. Il raduno di Norimberga è cominciato; Ma durerà una settimana. E che cosa accadrà, da qui a 10 giorni? Supponiamo di farcela, di limitarci a sfiorare il pericolo; pure, a ogni istante, qualsiasi incidente può scatenare la furia, ma questa volta tutti sono sul chi vive. E’ questa la differenza. E poiché siamo tutti ugualmente nel buio, non possiamo neppure raggrupparci tra noi; Tutti cominciamo a provare gli impulsi del gregge: ciascuno chiede a ciascuno: Avete notizie? Che ne pensate? La sola risposta è: aspettiamo e vedremo.
Sabato, 10 settembre. I giornali, uno dopo l’altro, avvertono Hitler con le stesse cupe, ma composte parole dettate probabilmente dal governo, se ci costringerà combatteremo. Tutti ugualmente calmi e pazienti. Non verrà detto nulla di di provocatorio. Si farà ogni possibile concessione. In effetti seguiamo il passo con la maggior calma possibile fino a lunedì o martedì. Quando l’oracolo parlerà. (…). Tutti questi uomini cupi mi sembrano adulti che contemplano increduli il castello di sabbia di un bambino: castello che per qualche inesplicabile ragione è diventato vero ed enorme, e per distruggerlo ci vuole la dinamite e la polvere. Nessuno che abbia la testa al posto potrebbe crederci. Eppure, nessuno deve dire la verità. Così la si dimentica. E intanto gli aerei volteggiano in agguato sulle colline. Si fanno tutti i preparativi possibili. Le sirene suoneranno in modo particolare al primo sospetto di incursione. Io e L. non ne parliamo più, molto meglio giocare a bocce e cogliere dalie. Che fiammeggiano in salotto, arancione contro il nero ieri sera. Il nostro balcone è finito.
1939
Martedì 11 Aprile.-In futuro scriverò libri rapidi, intensi, brevi e non mi lascerò mai costringere. Questo è il modo di evitare gli accomodamenti e i raffreddamenti della vecchiaia. Di buttare al vento ogni teoria preconcetta. Perché dubito sempre più che se ne sappia abbastanza da tracciare una linea. Anche probabile.; Tutto è troppo enfatico e convenzionale. Morris, l’ultimo dei fratelli Davis, è morto; e Margaret vive- vive con troppe cautele la sua vita, pensavo io: perché trascinarsi avanti sempre, misurando e sperimentando quel po’ di forza che si ha, e proponendole compiti facili, per accumulare gli anni. Leggo anche La Rochefoucauld. Questo è il bello del mio libretto marrone: che mi fa leggere.- con la penna in mano- seguendo il fiuto; E leggere i buoni libri: non la pioggia di manoscritti o lo stridere di giovani nidiacei.- la parola vuole esprimere becchi implumi spalancati e chiacchiericci- che chiedono simpatia. Chaucer lo prendo in caso di necessità.
Giovedì 13 Aprile. Ieri ho letto circa cento pagine di Dickens e intravedo qualcosa di vago sul rapporto tra drammaturgia e narrativa: come l’enfasi, la caricatura di queste innumerevoli scene, di questi personaggi in continua proliferazione.discenda direttamente dal teatro. La letteratura, invece, cioè la sfumatura, l’allusione, come quella di Harry James, è poco usata. Qui è tutto baldanzoso e colorato. Piuttosto monotono; oppure così abbondante, così creativo: si, ma non altamente creativo: non suggestivo, insomma. Tutte le carte in tavola. Nulla da generare in solitudine. Ecco perché è così veloce e attraente. Nulla che ti faccia posare il libro e riflettere. Ma queste sono fantasticherie influenzali; e sono così stordita che credo che porterò in casa Sir Edward Estrarrò qualcosa vicino al fuoco.
Lunedì, 7 agosto- Oh, e pensavo, vestendomi, come sarebbe interessante descrivere l’approssimarsi della vecchiaia e il graduale giungere della morte. Come altri descrivono l’amore. Notare ogni sintomo di cedimento: Ma perché cedimento? Trattare la vecchiaia come un’esperienza che è diversa dalle altre; e scoprire uno per uno i graduali stati verso la morte, che è un’esperienza tremenda, e non altrettanto inconscia, almeno nell’approssimarsi, quanto la nascita.
Venerdì 6 ottobre – Volevo prendere nota di una conversazione da scompartimento di terza classe. Discorsi di commercianti. Le loro vite distaccate di maschi. Tutta politica. (…) eppure, fragili, sensibili; eppure scolaretti; eppure uomini che si guadagnano il pane. Sul treno del mattino dicevano.: “Non capisco come la gente abbia il tempo di andare alla guerra. Quei tizi devono essere proprio senza lavoro”. “io preferisco il paradiso di uno sciocco ad un inferno vero”, “La guerra è una pazzia”. “Il signor Hitler e i suoi sono gangster. Come al Capone”. Nemmeno uno spiraglio attraverso il quale si vede l’arco e libri. Punto. Quando si esauriscono i discorsi sulle assicurazioni, fanno le parole crociate.
1940.
Domenica 11 Febbraio – La migliore poesia è forse quella che più è suggestiva, nata dalla fusione di molte idee diverse., sicché dice più di quanto sia esplicabile? Beh, questa è la traccia. E conduce alle biblioteche pubbliche e alla sostituzione di una cultura aristocratica con lettori qualunque: e inoltre, alla fine della letteratura di classe; All’inizio della letteratura di carattere; parole nuove da sangue, nuovo: e il paragone con gli elisabettiani. Credo che vi sia del buono nell’idea della psicanalisi. Lo scrittore della Torre Pendente [Lewis, Auden, Isherwood, Spender, McNeice] non poteva descrivere la società: doveva perciò descrivere se stesso, come il prodotto, o la vittima: un passo necessario per liberare dalla repressione la generazione successiva. La necessità di una nuova concezione dello scrittore: e hanno demolito l’incanto del ‘genio’, del grand’uomo diminuendo se stessi. Non hanno esplorato, come H. James, l’individuo: non hanno approfondito: però hanno inciso più nettamente i contorni. E così via.
Lunedì, 13 maggio- Ma benchè L. dica che se dovesse vincere Hitler, lui in garage ha della benzina per suicidarsi, si va avanti.
Sabato 22 giugno.- Per di più la guerra. Ha demolito il muro esterno della sicurezza. Non rimanda nessuna eco, io non ho ambiente. L’impressione di avere un pubblico è così scarsa che non ricordo se Roger deve uscire o no. Quelle familiari circonvoluzioni.- quei parametri- che per anni mi hanno offerto una eco e così addensata la mia identità sono vaste, sconosciute ora come il deserto. Voglio dire, non c’è l’”autunno”, né c’è l’”inverno”, scorriamo verso l’orlo del precipizio… e poi? Non riesco a immaginare che vi sia un 27 giugno 1941.
Giovedì, 5 settembre- Un’idea. Tutti gli scrittori sono infelici. L’immagine del mondo, nei libri, è dunque troppo buia. Sono i senza parola a esser felici: le donne nei giardini dei cottage: la signora Chavasse. Non la vera immagine del mondo: solo una immagine da scrittore. Sono felici i musicisti, i pittori? È più felice il loro mondo?
[Da qualche parte: la guerra abolisce i progetti]