Il manifesto di una conservatrice di sinistra (2021)

17-PARTE PRIMA- LA SOCIETA’ SPACCATA E I SUOI SOSTENITORI

3-Premessa

4-La cultura della discussione la nostra società non l’ha persa con la pandemia. Già in passato c’erano stati dibattiti controversi condotti in maniera simile [per es- sui migranti]. Facendo della morale invece di argomentare. Un concentrato di emozioni ha sostituito i contenuti e le motivazioni/ 5- Pare proprio che la nostra società abbia disimparato a discutere dei suoi problemi senza aggredire e con un minimo di educazione e di rispetto. A sostituire la disputa democratica tra idee sono oggi i rituali emotivizzati dell’indignazione, della diffamazione morale e dell’odio palese. Tutto questo mi fa paura /Dall’aggressione verbale alla violenza vera e propria, infatti, il passo è breve come ci dimostrano le vicende statunitensi. (…) Da dove viene l’ostilità  che ormai spacca la nostra società su quasi tutti i temi di maggiore importanza? / 7- Il LIBERALISMO DI SINISTRA nel senso odierno del termine è oggetto della prima parte di questo volume (…) A guardar bene la corrente che la parola designa non è né di sinistra, né liberale, ma contraddice l’orientamento di fondo di entrambi gli schieramenti / Una rivendicazione importante del LIBERALISMO ad esempio è la tolleranza di fronte alle opinioni diverse. Il tipico liberale di sinistra, invece, è l’esatto opposto: estrema intolleranza contro chi non condivide la sua visione delle cose. E se il liberalismo combatte tradizionalmente per l’EGUAGLIANZA giuridica, il liberalismo di sinistra lotta per le quote e per la diversità, dunque per un trattamento DISEGUALE dei diversi gruppi. /8-Dell’ideologia di sinistra ha sempre fatto parte l’impegno soprattutto per chi è in difficoltà e si vede negare dalla società un più elevato livello di istruzione, di benessere e migliori prospettive di crescita. Il liberalismo di sinistra, invece, ha la sua base sociale nel ceto medio benestante e laureato delle grandi città. Ciò non significa che ogni laureato con un buon reddito, residente in una grande città, sia un liberale di sinistra. In questo ambiente però il liberalismo di sinistra è di casa e da questo ceto relativamente privilegiato vengono i suoi opinion leader. I partiti liberali di sinistra si rivolgono soprattutto ai cittadini più istruiti e benestanti, che rappresentano il loro bacino elettorale. / I liberali di sinistra dunque non sono due cose: [1. Non sono LIBERALI SOCIALISTI, dunque liberali interessati non solo alla libertà, ma anche alla responsabilità sociale; 2. Non sono nemmeno PROGRESSISTI LIBERALI, dunque uomini di sinistra che rifiutano le tradizioni totalitarie e illiberali. Questo libro rappresenta invece espressamente la difesa di una sinistra liberale e tollerante al posto di quella CORRENTE DI PENSIERO illiberale che oggi molti definiscono SINISTRA./ 12 Se mezzo secolo fa i cittadini abbienti e quelli meno privilegiati condividevano spesso gli stessi quartieri e a scuola i loro figli erano compagni di banco, l’esplosione dei prezzi degli immobili e l’aumento degli affitti ha fatto sì che i benestanti e i meno abbienti oggi vivano in quartieri distinti. Di conseguenza sono diminuiti i contatti, le amicizie, le convivenze o i matrimoni che vadano oltre il proprio ambiente sociale /E’ in questo aspetto che vanno individuate le cause più importanti della distruzione della coesione sociale e della sempre crescente ostilità. Due persone che vengono da diversi ambienti sociali hanno sempre meno cose da dirsi proprio perché vivono in mondi differenti. Se i borghesi benestanti e laureati delle grandi città riescono ancora ad incrociare nella vita sociale chi è meno fortunato, lo fanno solo grazie al prezioso lavoro di mediazione del settore dei servizi, in grado di offrire loro che gli fa le pulizie di casa, chi gli recapita i pacchi, e chi gli serve il sushi al ristorante. Le bolle non esistono solo nei social media. Quarant’anni di liberalismo economico, di smantellamento dello Stato sociale e di globalizzazione hanno spaccato a tal punto le società occidentali che la vita sociale di molti si muove ormai soltanto nella bolla in cui è situata la propria classe. La nostra società, apparentemente APERTA,  in realtà è piena di muri. Muri sociali che, rispetto al secolo passato, rendono molto più difficile per i figli delle famiglie più disagiate l’accesso all’istruzione, l’ascesa sociale, e il raggiungimento del benessere.(…) Ora che la vita è diventata molto più incerta e il futuro molto più imprevedibile, i confronti politici mettono in gioco una quantità molto maggiore di paure.[La paura irrigidisce le discussioni come ha mostrato la pandemia] Chi ha paura diventa intollerante. Chi si sente minacciato non vuole discutere, vuole solo resistere. E’ comprensibile. La situazione diventa tanto più pericolosa quando i politici scoprono che si può fare politica alimentando proprio tali paure. E a fare questa riflessione non è stata certo solo la destra.

19- Moralisti senza empatia

19- La sinistra alla moda: cosmopolita e attenta al linguaggio/25- Si noti che questo moderno liberalismo o il liberalismo di sinistra non ha nulla a che fare con quella corrente politico-spirituale che in passato veniva definita ‘sinistra liberale’ [Per esempio FDP tedesca alleata ai socialdemocratici di Willy Brandt]/ 28- Di certo c’è ben di peggio dei vegani delle grandi città che portano i figli a scuola su auto elettriche , evitano le confezioni di plastica e vogliono che l’anidride carbonica nel mondo diminuisca, anche se sono poco o per nulla responsabili della sua formazione [= i valori della sinistra alla moda]. Ciò che rende i rappresentanti di questa sinistra alla moda così antipatici agli occhi di molti e soprattutto dei meno fortunati è la loro innata tendenza a giudicare i propri privilegi come virtù personali e a presentare la propria visione del mondo e il proprio stile di vita come la quintessenza della responsabilità e del progressismo. E’ il compiacimento di sé di chi si reputa moralmente superiore, cosa che accade di frequente nella sinistra alla moda, è la convinzione, palesata in modo troppo insistente, di essere dalla parte del bene, del giusto e della ragione. E’ la supponenza di chi guarda dall’alto in basso lo stile di vita, i bisogni e persino il linguaggio di coloro che non hanno potuto frequentare l’università, vivono in piccoli centri e comprano da ALDI i prodotti della grigliata, perché il denaro deve bastare fino a fine mese./ 30- [Clinton denigrò gli elettori di Trump come BASKET OF DEPLORABLES (= cesto di miserabili) e anche il concetto di WHITE TRASH ( =spazzatura bianca) venne ampiamente utilizzato dai liberali di sinistra per definire la classe operaia americana. Alla fine del 2019 si è diffusa in Germania l’espressione UMWELTSAU (= zozzona inquinatrice) per appellare le persone che acquistano carne a poco prezzo nelle catene di discount come ALDI. Durante la crisi del Covid sono emersi gli ANALFABETI FUNZIONALI] (…) D’altra parte vi è anche una sinistra che si preoccupa davvero di difendere i poveri e gli oppressi di questo mondo, tra i quali sono necessariamente compresi anche i meno privilegiati del nostro paese. (…) [Ma] gli esponenti della sinistra alla moda non vogliono soltanto migliorare la vita di operai e diseredati, ma persino spiegargli quali sarebbero i loro veri interessi e sradicare il provincialismo, il risentimento e i pregiudizi che li caratterizzano [ N.M. Sic!]. I diretti interessati però ci leggono un certo disprezzo e non hanno del tutto torto. / 31- Chi si discosta dal canone dei loro precetti appare agli occhi dei liberali di sinistra non semplicemente un individuo che la pensa in modo diverso, ma come una persona cattiva, forse persino un NEMICO DEL POPOLO o addirittura un NAZI. Del resto, nella lotta contro i nazisti è permesso (quasi) tutto. E la sinistra alla moda è LIBERALE, davvero solo nell’ordine del proprio pensiero. /[Tutti nazisti] Per le campagne il cui scopo dichiarato è quello di ridurre al silenzio e distruggere socialmente gli intellettuali non graditi è stata coniata un’espressione apposita: cancel culture. Questa strategia è stata inventata in USA ma è da tempo diffusa anche in Germania. Così anche nel nostro paese, attivisti fanfaroni, ma in certi casi pronti anche a passare alle vie di fatto, impediscono a borghesi conformisti [per es. economisti o politici CDU](…) di partecipare a convegni e conferenze, neanche stessero preparando l’ascesa di un nuovo Hitler. [Direttore di mensa sociale che rileva come immigrati superino i pensionati e le madri single si è trovato imbrattata la porta di casa con ‘FUCK NAZIS’. O i giovani di Fridays for Future hanno appellato i minatori di una miniera di carbone che protestavano contro di loro come NAZI DEL CARBONE] / 38- Gli esponenti della sinistra alla moda rimangono sempre tra loro non soltanto alle manifestazioni per il clima (…) a incontrarsi è sempre lo stesso milieu. (…) I partecipanti provengono per lo più da grandi città o da cittadine universitarie, sono quasi sempre laureati o stanno per conseguire la laurea, il loro reddito è di sicuro al di sopra della media della popolazione, anche se ciò non significa che siano tutti davvero benestanti. / La condizione relativamente agiata dei manifestanti caratterizza anche l’immagine delle manifestazioni, che devono risultare ALLEGRE, VARIOPINTE E DI BUONUMORE,esibire striscioni con frasi critiche ma allo stesso tempo spiritose e trasformarsi anche in FESTE / 40- Il contrasto diviene particolarmente evidente se si mettono a confronto le manifestazioni della sinistra alla moda con quelle dei gilet gialli in Francia. Anche in quelle manifestazioni si sono visti sfilare studenti e laureati, che però non egemonizzavano il movimento. I promotori sono stati un camionista e un’infermiera, madre single, provenienti da una cittadina. Il reddito dei partecipanti era nettamente al di sotto della media francese. E nessuno aveva gran voglia di festeggiare, del resto non ne avrebbero avuto il motivo/ A differenza di quanto avviene nelle manifestazioni della sinistra alla moda, a muovere i gilet gialli vi era prima di tutto una questione sociale, ovvero inizialmente la cancellazione dell’aumento del costo della benzina e poi un miglioramento complessivo delle condizioni di vita del ceto medio-basso e per i bassi redditi che anche in Francia si trovano da anni sul lato dei perdenti dello sviluppo politico e sociale./ 41- [Per la sinistra alla moda] non si tratta più di cambiare la società , ma di trovare conferma di sé, tanto che anche la partecipazione alle manifestazioni  diviene un ATTO DI REALIZZAZIONE PERSONALE, ci si sente A POSTO CON LA PROPRIA COSCIENZA a manifestare per il bene insieme a persone che la vedono allo stesso modo. Dovrebbe essere abbastanza chiaro che se fosse concesso il libero accesso a chiunque un paese benestante e densamente popolato si trasformerebbe rapidamente in un luogo in cui nessuno potrebbe più vivere. Ma questo non cambia il fatto che ci si sente bene a scendere in piazza per richiedere CONFINI APERTI e DIRITTO DI ASILO PER TUTTI. / Inoltre, è ovvio, la solidarietà è indivisibile , ogni comunità realmente solida poggia su legami, e più questi sono forti, più forte è la solidarietà stessa. L’uomo sa essere generoso. (…) [Ma] a nessuno dei partecipanti alle manifestazioni degli INDIVISIBILI, verrebbe mai in mente di mettere in pratica la solidarietà che invoca privandosi di quella parte del proprio reddito che eccede il minimo per la sopravvivenza per donarla a chi muore di fame oppure ospitando una famiglia di profughi nel proprio grande appartamento di un edificio storico, e questa non è una colpa. Semmai la colpa consiste nella contraddizione insita nel manifestare insieme a politici che sotto l’etichetta della solidarietà incondizionata comprendono anche la vendita di armi e la partecipazione a guerre interventiste/ 43 Anche [una presidente della CDU] fu criticata aspramente per una battuta sui bagni unisex. Che invece nel suo ruolo di 44-ministra della difesa , avesse aumentato le spese per gli armamenti, che volesse a tutti i costi ospitare in Germania le armi atomiche americane e che ordinasse nuove bombe costosissime, è passato sotto silenzio. Sotto il mirino dei medi liberali di sinistra –ovvero di quasi tutti i media- è finita soltanto per quella battuta a una festa di carnevale / La precedente presidente della sinistra ha descritto una volta a cuore aperto l’ideologia politica della sinistra alla moda, sostenendo che nelle sue rivendicazioni politiche ‘è più una questione di atteggiamento che di reali prospettive di realizzazione’. Difficile capire però perché la gente dovrebbe eleggere politici con comportamenti più o meno irreprensibili, ma che fanno capire benissimo come la realizzazione concreta dei loro programmi sia una questione secondaria/ Il grande ruolo svolto dalle questioni di simbolismo e di linguaggio nell’ideologia politica della sinistra alla moda dipende sicuramente anche dal fatto che in questo modo si apre un gigantesco campo di azione in cui si possono introdurre indisturbati cambiamenti senza entrare mai in conflitto con gruppi di interesse economico influenti o gravare sulle casse pubbliche in modo rilevante / 56- Vogliamo ora chiederci quale ruolo svolgano le grandi narrazioni per una società e come esse plasmino la nostra percezione del reale e i nostri valori. (…) Quando partiti e movimenti mutano, quando le loro narrazioni cambiano, il motivo è quasi sempre nelle trasformazioni del milieu sociale che le determina. Anche la metamorfosi della sinistra tradizionale nella sinistra alla moda ha queste stesse cause. E’ il risultato dell’ascesa di nuove professioni per laureati e della nascita di un nuovo ceto sociale di universitari delle grandi città per lo più con un buon stipendio, il cui mondo e il cui canone dei valori si riflettono in ciò che oggi è chiamato ‘sinistra’.

58- Le grandi narrazioni

68- Solidarietà, trionfo e umiliazione: la storia degli operai

96- Il nuovo ceto medio dei laureati

114- Quando Thatcher e Reagan salirono al potere, alla fine degli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta , si inaugurò l’era di un nuovo liberismo economico, dei mercati finanziari senza controllo, della globalizzazione e dello smantellamento dello stato sociale (…) Le idee fondamentali provenivano da economisti ultraliberali come F. A. von Hayek e M. Friedman, ma anche dall’autrice libertaria Ayn Rand. / Al posto di MISURA e MODERAZIONE vigevano allora avidità e sete di ricchezza quali caratteristiche da preferire almeno nell’economia privata. (…) L’idea che [con lo Stato] SI TOGLIESSE A CHI PRODUCEVA PER NUTRIRE NULLAFACENTI divenne il leitmotiv del tempo. Lo Stato non era solo invadente e insaziabile, era anche inefficiente. Perciò persino gli incarichi pubblici sarebbero dovuti passare al libero mercato, proprio per essere portati a termine nel modo migliore. A questa narrazione si legavano anche richieste ben note come la diminuzione delle tasse, la privatizzazione e il taglio delle prestazioni sociali. Era l’immagine stessa della società ad essere cambiata. All’idea di una società come comunità solidale e responsabile Thatcher contrappose la formula ‘There is no such thing as society’./ Dove non vi è società non vi è neppure responsabilità nei confronti degli altri. Né verso la comunità, né verso i bisognosi.115- Al suo posto subentra come valore centrale la RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DI SE STESSI.(…) In questo modo ,ciascuno diventava responsabile solo per se stesso, e gli obblighi di solidarietà sopravvivevano al massimo nei confronti della cerchia ristretta della famiglia. Al di fuori di questa esistevano soltanto le leggi di mercato,che davano agli individui liberati da qualsiasi vincolo di lealtà un contesto in cui cooperare. L’ordinamento giuridico doveva solo garantire che nessuno utilizzasse mezzi sleali per raggiungere i suoi fini egoistici. Invece di fatica e disciplina si parlava ora di creatività superficiale e di successo. Ciò da un lato rifletteva il ruolo crescente e il potere del mercato finanziario , dove entrava in scena il tipo del giocatore al posto dell’ingegnere preciso e scrupoloso e dove fortuna, caso e inganno aiutavano molto di più di impegno ed onestà. D’altro canto dietro questo congedo dai valori del passato si nascondeva anche l’ammissione che le virtù del ceto medio classico non garantivano più alcuna possibilità di ascesa sociale e spesso neppure il tenore di vita già raggiunto.

115- [Il nuovo eroe: flessibile, egoista, mobile] La ricerca di sicurezza era giudicata la cattiva abitudine di possidenti ben noti (…) Invece di acquietarsi in un rapporto di lavoro normale , che del resto ormai era sempre più raro, ciascuno doveva diventare IMPRENDITORE-LAVORATORE, il che di regola significava, naturalmente, lavorare al di sotto del salario minimo e senza sicurezza sociale. /116- I messaggi del neoliberismo avevano perso persuasività in alcuni paesi già alla fine degli anni Novanta/117- Naturalmente c’erano i vincitori evidenti della nuova agenda politica, ma si trattava perlopiù delle élite economiche, di proprietari di capitali e di imprese i cui guadagni si erano moltiplicati a seguito del calo degli stipendi e delle tasse e il cui patrimonio era esploso. Anche il ceto medio alto approfittava dello smantellamento dello Stato sociale , del taglio delle tasse e delle privatizzazioni. Perché, a differenza dei veri ricchi, fino a quel momento aveva versato la maggior parte delle patrimoniali e sostenuto le spese dello Stato sociale . E ciò pur avendo sempre meno bisogno di prestazioni sociali e di un’infrastruttura pubblica. / 117- Al di là delle élite economiche e del ceto medio alto c’erano invece perlopiù gli sconfitti, tra cui anche i laureati con basso reddito del ceto medio(…) Da qui è partita l’ondata di vittorie elettorali socialdemocratiche in tutta Europa all’inizio del nuovo millennio . Grazie ad esse il liberalismo di sinistra è diventato la narrazione sociale dominante, inizialmente combinata col neoliberismo di cui però si omettevano gli sgradevoli messaggi asociali. Oggi la narrazione neoliberista è ancora presente in alcuni milieu e nei partiti liberali, ma sempre più di rado nella versione dura e pura delle origini. Del resto la crisi finanziaria del 2008-2009 ha reso evidente agli occhi di tutti quanto drammaticamente possa fallire la MANO INVISIBILE DEL MERCATO e quanto giocatori privi di scrupoli, che non si preoccupano d’altro che della propria ricchezza, paralizzino la società. La politica, però, nonostante il cambiamento delle narrazioni non è cambiata affatto.

121-L’illiberalismo di sinistra. Il più grande successo di Maggy Thatcher

123- [Cambiare il mondo con le parole] Le origini della corrente di pensiero che oggi viene chiamata ‘liberalismo di sinistra’ affondano nel cuore del XX secolo. Non ci meravigliamo molto nel sapere che l’ipersensibilità alle questioni che riguardano lingua e simbologia ha rappresentato fin dall’inizio un progetto elitario. Essa infatti non è nata nel corso delle lotte operaie per i salari, e nemmeno nel movimento americano per i diritti di Martin Luther King, molto meno interessato a come chiamare i neri e molto più alle condizioni sociali in cui vivevano / 124- Sullo sfondo di questa mania c’era una teoria filosofica formulata negli anni Sessanta da alcuni professori francesi , che culminava nella tesi che l’uomo non si serve della lingua per descrivere la realtà, ma per crearla. Il tutto da intendersi in senso radicale: al di là della lingua non esiste in pratica alcun mondo reale a cui riferirsi. In ultima analisi ciò significa che chi vuole superare i rapporti di dominio e di potere deve anche parlare diversamente. I padri di questa teoria prendevano il nome di ‘poststrutturalisti’ o ‘decostruttivisti’, e gli esponenti più celebri di questa teoria erano Michel Foucault e Jacques Derrida. /Derrida ha anche reso pubbliche le sue teorie viaggiando di convegno in convegno negli Stati Uniti, paese dove queste hanno trovato terreno fertile e molti seguaci pronti a svilupparle ulteriormente con entusiasmo. Già nel 1992 in 130 università americane esistevano i cosiddetti ‘codici linguistici’ : prescrizioni su cosa dire e non dire nel campus. Chi leggeva la rivista sbagliata o faceva un complimento, sia pure con le migliori intenzioni rischiava di avere problemi. Nelle più importanti università anglosassoni furono condotte le prime lotte contro le cosiddette ‘microaggressioni’ e organizzati dei SAFE SPACES per proteggere da quei traumi le tenere anime degli studenti (…) Le microaggressioni sono parole con le quali un membro di una delle minoranze qualificate come GRUPPI MARGINALIZZATI  si sente traumatizzato , come  una sorta di vittima, da un altro individuo che a tali minoranze non appartiene. La parola VITTIMA naturalmente non va intesa nel senso tradizionale, cioè di persona sottoposta a sfruttamento, discriminazione o oppressione: gli sfruttati, i discriminati e gli oppressi, infatti, nei campus d’élite ci entrano al più per pulire le aule o per sturare una toilette intasata /128- [A ciascuno la sua verità] Laddove non c’è possibilità di empatia , non esiste nemmeno alcuna possibilità di intesa razionale. Se ciascun gruppo di vittime può fare riferimento alle proprie emozioni e ai propri pensieri altamente specifici, a cui i non appartenenti al gruppo non hanno alcun accesso, qualsiasi discussione fondata su buoni argomenti si schianta contro questo muro. A trarre questa conseguenza erano già stati, del resto, i filosofi francesi sopracitati, che volevano rivoluzionare i rapporti di forza sociali per mezzo della lingua. Se infatti non esiste alcuna realtà al di fuori di quella costruita linguisticamente, anche la differenza tra vero e falso viene a perdere senso . I poststrutturalisti, per questo motivo, lavoravano con grande enfasi alla DECOSTRUZIONE di tutti i termini e di tutte le tesi che rivendicassero qualsiasi pretesa di oggettività. /Da questa corrente di pensiero, in seguito, è anche nata la teoria gender, in cui addirittura il genere sessuale veniva decostruito come ‘attribuzione forzosa’ della ‘società eteronormativa’ e l’affermazione delle differenze biologiche tra uomo e donna veniva spiegata come un atto di esercizio del potere discorsivo. Dove non c’è più verità, ognuno ha la sua . Si potrebbe inoltre identificare in questo approccio un primo fondamento dell’EPOCA POST-FATTUALE. Ovviamente ai suoi sostenitori ciò non farebbe certo piacere/ Nonostante i suoi dubbi fondamenti filosofici e le sue bizzarre conclusioni il successo sociale della POLITICA IDENTITARIA è travolgente. 129-Dalle univerisità si è infiltrata nei partiti, nei movimenti, nelle istituzioni culturali e nei media, soprattutto in quelli orientati a sinistra dove oggi questo tipo di pensiero è dominante. Chi non appartiene a una minoranza riconosciuta deve fare la massima attenzione a evitare i passi falsi. Quando non ci riesce gli unici rimedi sono l’autocritica e l’espiazione./Secondo le prescrizioni della politica identitaria vedere nei teatri un attore bianco recitare nella parte di Otello , cioè un nero, è uno scandalo. Ciò deriva dalla già menzionata tesi per cui un rappresentante della maggioranza sociale non sarebbe in grado di immedesimarsi nella vita interiore di un membro di una minoranza. Quando invece ci prova, magari da attore, questo sopruso aggressivo va respinto/ 130- La politica identitaria è un elemento chiave del liberalismo di sinistra. Con essa e grazie ad essa il liberalismo di sinistra è nato come narrazione autonoma. Quando parliamo di liberalismo di sinistra non parliamo della lotta per l’equiparazione legale delle minoranze, bensì della richiesta di PRIVILEGI da concedere alle minoranze stesse . Non della lotta per l’eguaglianza, ma della SANTIFICAZIONE della diseguaglianza./ Con la politica identitaria il liberalismo di sinistra contraddice tre assunti che sono stati e sono ancora fondamentali per il pensiero della sinistra tradizionale [=1. eguaglianza reale = voler superare privilegi e agevolazioni che non fossero riconducibili al merito e allo sforzo individuale (eguaglianza di fronte alla legge solo come primo e insufficiente passo verso tale obiettivo); 2. Il problema è l’etnia, non la distribuzione della ricchezza [->liberalismo di sinistra svia l’attenzione dalle strutture sociali e dai rapporti di proprietà per puntarla su specificità individuali come l’etnia, il colore della pelle o l’orientamento sessuale]; 3.La terza differenza riguarda l’importanza della razionalità e del buonsenso. Se la sinistra tradizionale si collocava nella tradizione dell’Illuminismo e insisteva sulla forza dei ragionamenti razionali, anche nella consapevolezza di poter avere la meglio sulla destra sociale, la politica identitaria seppellisce persino la pretesa di poter condurre un dibattito razionale, esagerando le percezioni più vaghe e un atteggiamento da ‘sempre indignati’. 133- Il moraleggiare sostituisce l’argomentazione ponderata e, invece che con le motivazioni, si tenta di sconfiggere chi la pensa diversamente a colpi di tabù. Anche la crociata dei liberali di sinistra contro filosofi illuministi come Kant e Hegel non è una semplice fissazione (…) In fondo, liquidare la filosofia illuminista come un progetto eurocentrico e colonialista equivale a rinunciare alla prerogativa di utilizzare quanto più possibile nei dibatti la propria RAGIONE] / 139 – Uno studio sulle votazioni dei membri del Congresso americano dimostra oltre ogni ragionevole dubbio i legami tra estrazione sociale e curriculum professionale prima dell’ingresso in politica, da una parte e comportamento relativo alle votazionei dall’altro. Questo 140- studio inoltre dimostra inoltre che , in generale, gli Stati americani nei cui parlamenti siedono più imprenditori e dirigenti spendono meno per il welfare, istituiscono meno misure di sostegno per i disoccupati e impongono meno tasse agli imprenditori (…) Il trend esiste in tutti i paesi occidentali: i più giovani, quelli che fanno carriera, vengono prevalentemente da famiglie benestanti e il più delle volte sono laureati che vivono nelle grandi città [I posti ‘buoni’ solo per loro] /142- Il liberalismo di sinistra e la sua politica identitaria, che sollecita chiunque a definire la propria identità sulla base delle proprie origini, del colore della pelle, del sesso o delle inclinazioni sessuali non si limita a costruire interessi comuni dove non ce ne sono. Allo stesso tempo, infatti, crea spaccature proprio laddove sarebbe urgente e necessaria la solidarietà. Lo fa mettendo continuamente in contrapposizione i presunti interessi della minoranza a quelli della maggioranza e spingendo gli appartenenti alle minoranze stesse a isolarsi dalla maggioranza e ad autoescludersi come gruppo. Comprensibilmente, a un certo punto, tutto ciò spingerà la maggioranza ad affermare a sua volta i propri interessi IN CONTRAPPOSIZIONE, a quelli delle minoranze./ 144- Il movimento Black Lives Matter è un ‘esempio da manuale di come non creare solidarietà’ aveva ammonito già tre anni prima il giornalista americano Mark Lilla. Accusando i bianchi americani come se fossero tutti colpevoli, il movimento ha ottenuto solamente il loro allontanamento. Steve Bannon, al tempo principale stratega di Trump, aveva tutti i motivi per gioire: ‘Più i democratici parlano di politica identitaria, prima li sistemerò per le feste. Voglio che parlino di razzismo ogni giorno. Se la sinistra si concentra sui temi della razza e dell’identità(…) li stritoliamo’. / 154- La splendida e variopinta diversity che i liberali di sinistra tanto amano, fatta di aziende con il personale che proviene da aree culturali e da paesi tanto diversi esiste soprattutto fuori dalle comfort zone della nostra società: nei posti di lavoro malpagati del settore dei servizi. (…) Che l’incoraggiamento della religiosità sia un mezzo ben collaudato per creare una spaccatura tra il personale delle aziende non lo scopriamo oggi. Già nella seconda metà degli anni Settanta, quando un’ondata di scioperi paralizzò l’industria dell’auto del Regno Unito , il governo sollecitò le dirigenze a rafforzare la fede islamica e a costruire spazi di preghiera per dissuadere i musulmani dal partecipare alle manifestazioni insieme ai colleghi di altre religioni/ 156 – Il messaggio radicale del thatcherismo [= NEOLIBERISMO] era: in ciascun paese non esiste nessuna società , non esiste nulla che leghi tra loro gli esseri umani, tranne il mercato, un mercato [N.M. Per Weber mercato = rapporto col nemico ?] nel quale questi fanno affari tra loro, e un ordinamento giuridico comune, che devono rispettare / Nel contesto di questa narrazione la conseguenza inevitabile era che lo Stato si sottraesse a molti dei suoi compiti: dove non c’è una collettività non c’è nemmeno un bene comune  per cui possono trovare giustificazione le politiche pubbliche per l’edilizia , la sanità, i servizi municipali o l’istruzione scolastica. Non esiste più nemmeno giustificazione per la redistribuzione del reddito attraverso le imposte, e tantomeno per legislazioni forti basate sul principio di solidarietà. In ogni caso, entro ristretti limiti, con questi presupposti di pensiero è ancora possibile offrire un’assistenza ai meno abbienti adducendo ragioni umanitarie. /E’ al più tardi a questo punto che emerge con chiarezza quante volte la narrazione del liberalismo di sinistra assomigli a quella neoliberista./ [Un fondamento progressista per il liberismo economico] Con il presunto ideale del cosmopolitismo e della ‘società aperta’, il liberalismo di sinistra offre una narrazione in grado di fornire un fondamento EQUO E PROGRESSISTA  al liberismo economico, allo smantellamento dello Stato sociale e alla globalizzazione. Ora dovremmo capire perché questa narrazione non ha le carte in regola per acquisire popolarità tra che se la passa peggio, dunque tra la classe operaia , tra gli impiegati di basso livello e nel ceto medio classico. (…) 168- Il cosmopolitismo liberal-progressista non è tanto un vero e proprio stile di vita [in quanto i legami veri, quelli che serviranno per i propri figli rimangono nel paese di origine], quanto un tratto culturale che serve a distinguerci da chi sta più in basso nella scala sociale , una sorta di codice che testimonia la nostra appartenenza all’élite, o comunque agli AMBIENTI MIGLIORI / 172- Anche la tanto acclamata emancipazione della donna è stata soprattutto un’emancipazione della donna laureata. Oggi, rispetto a quelle che vivevano nella Repubblica Federale negli anni Cinquanta o Sessanta, le donne con un buon livello di istruzione hanno effettivamente molte più opportunità di camminare con lo proprie gambe (….) Per le non laureate e ancor più per le donne che non hanno nemmeno un diploma, al contrario, l’emancipazione è stata minima, o non c’è stata per niente. Pochissime di queste, infatti, potrebbero percepire come una liberazione essere costrette a fare le pulizie nelle case delle famiglie benestanti , che si sommano alle faccende domestiche nella propria casa o al doversi spaccare la schiena in altri lavori a basso reddito , perché lo stipendio del marito non è in grado di sostentare la famiglia/ 173- Sapendo che in Germania ormai una madre single su tre dipende dalle indennità dell’Hartz IV [Hartz-IV è una prestazione finanziata dalle imposte che garantisce il minimo vitale e che viene elargita a persone che non godono di un proprio reddito perché disoccupati. L´assegno ammontava, nel 2022, a 449 Euro mensili per una singola persona] e che i genitori single con figli sono molto più soggetti al burnout e ad altre patologie da esaurimento psichico rispetto agli uomini e alle donne che vivono in solide relazioni familiari , la crociata contro il matrimonio e la famiglia come ‘modelli repressivi’ assume un retrogusto piuttosto insipido/ 177– Il vecchio neoliberismo è un programma politico mirante a togliere ogni freno ai mercati e a dare la caccia alla rendita a livello globale avevano già cominciato a produrre squilibri sociali già all’inizio del XXI secolo. Molti indizi ci dicono che questo tipo di politica non avrebbe potuto progredire se i nuovi liberali di sinistra non le avessero coperto le spalle. (…) Il liberalismo di sinistra però non si limita ad immobilizzare ma addirittura divide . Legando infatti la classe dei laureati, compresa la fascia inferiore, agli interessi delle élite economiche, allontana i partiti di sinistra radicati in questi ambienti dal ceto medio tradizionale , dalla classe operaia e dai non laureati a reddito più basso, che hanno smesso di sentirsi coinvolti socialmente e culturalmente  dalla narrazione dei cittadini del mondo seguaci del liberalismo di sinistra, e ora la percepiscono (a ragione!) come un attacco alle loro condizioni di vita, ai loro valori, alle loro tradizioni, e alla loro identità. Il liberalismo di sinistra riesce dunque nell’intento di dividere il ceto medio dal punto di vista politico-culturale e di impedire la nascita di maggioranze politiche che guardino a un diverso progetto di futuro.

178- Immigrazione: chi vince e chi perde?

178-[Medici siriani e africani]

200- Gli effetti dell’immigrazione , tuttavia non sono solo quelli di impedire le carenze del mercato del lavoro e dunque di indebolire il potere di contrattazione degli occupati. Il fattore più importante in ogni epoca fu che, all’inizio, i lavoratori stranieri non erano organizzati dal punto di vista sindacale e si sentivano poco legati al resto delle maestranze. Una percentuale maggiore di immigrati nelle aziende comportava quindi un calo della coesione tra gli occupati, nonché una posizione più debole di questi ultimi negli scontri in materia salariale. / La mancanza di coesione non era dovuta soltanto a motivi culturali , che anzi a volte non erano neanche i principali. Dipendeva dagli interessi oggettivamente differenti. Quando gli immigrati , come accade nella maggioranza dei casi , vengono da zone economicamente meno sviluppate, hanno aspettative differenti in merito ai salari e alle condizioni di lavoro rispetto ai lavoratori locali. / 202 Uno studio sulle migrazioni negli Stati Uniti evidenzia un legame diretto tra il grado di organizzazione sindacale nei singoli settori e la tendenza a non assumere immigrati. Nell’industria automobilistica del Nord degli Stati Uniti in cui , nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale , i sindacati erano ben organizzati e molto combattivi i lavoratori stranieri erano praticamente inesistenti [I sindacati non fecero questo perché erano RAZZISTI – così oggi verrebbe liquidata una strategia del genere- ma perché in quella situazione era l’unico modo per garantire salari più elevati e migliori condizioni di lavoro per i loro tesserati] Diversa a situazione del Sud, dove la forza del sindacato era molto minore / 205- Già nel 2016 nel Regno Unito [il cui mercato del lavoro si era aperto 7 anni prima degli altri ai lavoratori dell’Europa dell’Est] gli stranieri occupavano il 20% di tutti i posti di lavoro meno qualificati/ 205- Da un punto di vista quantitativo, è probabile che l’immigrazione proveniente dai paesi dell’Europa orientale e meridionale abbia avuto un impatto maggiore , rispetto alle migrazioni internazionali , sulla diminuzione dei salari nelle mansioni semplici del settore dei servizi, (…) I lavoratori di un grande produttore londinese di bevande venivano tutti dalla Lituania. (…) Un deputato tory ha giustificato questa pratica con un cinismo non indifferente. Ha infatti paragonato i lavoratori britannici, a suo dire privi di motivazioni, ai ‘molti immigrati che hanno un atteggiamento tutto diverso nei confronti del lavoro. Dal punto di vista del datore di lavoro costano meno e lavorano sodo. Allora ci si chiede perché assumere un britannico, che costa di più e produce meno’ /207- Sapere che il problema delle migrazioni era diventato il problema  fondamentale del dibattito sulla Brexit non meraviglia più di tanto conoscendo questi fatti. ‘LEAVE EUROPE significa avere il controllo dell’immigrazione. REMAIN significa invece salari sempre più bassi e scontri culturali, scriveva il giornalista e autore Paul Mason. (…) La situazione tedesca potrebbe non essere paragonabile a quella britannica. Tuttavia la sua direzione va in una situazione simile. Il settore a basso salario in Germania è pur sempre uno dei più grandi d’Europa. E oggi dà lavoro a un occupato su cinque. [Dall’epoca della coalizione SPD-Verdi (…) che aveva eliminato molte tutele a favore dei lavoratori e dato la possibilità alle imprese di sostituire i contratti regolari a tempo pieno, allora prevalenti, con rapporti di lavoro atipici] è tutto un fiorire minijob, lavori interinali, contratti d’opera o contratti a termine con effetti sul livello della retribuzione. Il fatto che in molti settori i salari siano diminuiti fino al 20% e che in un anno di crescita economica non sia cambiato nulla si deve solo all’alto tasso di immigrazione diretta in Germania. Solo questa infatti ha assicurato che le imprese fossero in grado di continuare a occupare i posti di lavoro liberi con un livello di contribuzione inferiore/ 209- A differenza della maggioranza dei democratici [Usa] il senatore progressista Bernie Sanders ha avuto il coraggio di parlare degli interessi economici che si nascondono dietro agli appelli a favore dell’immigrazione. (…) Oggi, nell’opinione dei liberali di sinistra anche solo parlare del legame tra immigrazione e dumping salariale è visto come una blasfemia-> 210 Gli effetti dell’immigrazione riguardano, non a caso, soprattutto i cosiddetti ‘mercati del lavoro per tutti’ [non tanto il livello salariale medio!] dunque le attività più semplici, in cui i lavoratori sono facilmente intercambiabili, e sostituibili in ogni momento. Proprio per gli occupati in questi settori la coesione è fondamentale per non trovarsi in balia dei tagli ai salari. Sono proprio queste le persone che hanno bisogno di tutele: da parte di sindacati forti , per mezzo di contratti collettivi e di leggi sul lavoro. Negli ultimi anni questo manto protettivo è andato bucherellandosi e, tranne che nell’industria, ha finito praticamente per dissolversi/ 211- Più un’attività è qualificata e più dipenderà dalle specifiche capacità e abilità individuali, più forte sarà la forza contrattuale del lavoratore , anche se sarà lasciato solo. Come abbiamo già visto nel capitolo sulla ‘storia degli operai’, uno chef stellato non ha bisogno di un sindacato, mentre per un addetto alla cottura degli hamburger da McDonald proprio il sindacato potrà essere la chiave per ottenere un salario migliore. Nessuno ristorante può permettersi di perdere uno chef stellato. Quello che prepara gli hamburger, al contrario, può essere sostituito in ogni momento da un lavoratore più a buon mercato e più acquiescente. Dunque l’immigrazione non influenza le retribuzioni degli chef stellati, nonché quelle dei giornalisti , dei grafici pubblicitari, dei professori di scuola superiore o di altri gruppi professionali della cosiddetta ‘economia del sapere’. Per questi, anzi, l’effetto è tendenzialmente positivo perché molti servizi divengono tendenzialmente più economici: dalla donna delle pulizie al corriere che recapita i pacchi , che arrivano dritti nei loro appartamenti chic e vintage, fino alla cameriera che serve sushi al bar. Per il ceto medio dei laureati, dunque, la conseguenza dell’immigrazione è l’aumento del potere d’acquisto del proprio reddito. / Ciò potrebbe essere uno dei motivi per cui molti appartenenti a questa classe sociale vedono con favore ed entusiasmo il fenomeno dell’immigrazione. Tuttavia non è un motivo accettabile perché lo promuovano anche quelle forze politiche che si considerano di sinistra. Ciò che il benestante guadagna , infatti, lo perde chi lavora nel mercato del lavoro ‘per tutti’. E parliamo degli individui più deboli socialmente e più poveri / 219- Tra paesi con livello di sviluppo simile , la libera circolazione [della manodopera] è una conquista di libertà, che permette di scegliere il luogo in cui vivere e lavorare. Tra paesi ricchi e paesi poveri , invece, accresce le disuguaglianze, abbassando i salari nel paese più ricco e peggiorando le condizioni di vita di chi è già tra i più svantaggiati [esodo di medici e infermieri] . E’ ora di capire che promuovere scenari del genere non può assolutamente far parte di un progetto di sinistra.

221- Viviamo davvero nell’epoca delle destre?

224- Se oggi ci chiediamo perché in politica vada di moda la destra riceviamo due risposte in contraddizione tra di loro:

  1. A votare le destre sono persone che rifiutano la società liberale , che preferiscono le soluzioni AUTORITARIE e che portano avanti atteggiamenti ‘ostili nei confronti di determinati gruppi’. Finché questo approccio esplicativo terrà debitamente conto dei motivi socioeconomici, occorre precisare che questi elettori sono tendenzialmente cittadini benestanti maldisposti a condividere il loro benessere, che quindi rifiutano l’immigrazione come rifiutano l’aumento delle tasse e i contributi sociali . Se, come sostiene il sociologo H. Welzer ‘gli atteggiamenti di ostilitò come il razzismom l’antisemitismo, la xenofobia [o l’omofobia] sono saldamente radicati in circa un quinto della popolazione delle nazioni moderne’, allora dovremmo cominciare a preoccuparci solo quando AFD supererà il 20% in tutta la Germania. Ogni tentativo di riconquistare gli elettori AFD sarebbe quindi un impresa disperata / Questa spiegazione è popolarissima tra i liberali di sinistra perché esclude qualsiasi corresponsabilità propria per i successi elettorali delle destre ed equivale a dire gli elettori AFD possono esser lasciati tranquillamente a destra. Resta però il grande e inspiegabile enigma del perché questi presunti ASTIOSI abbiano finito per votare per un partito di destra solo negli ultimi anni (…) e perché per anni hanno invece votato a sinistra.
  2. La seconda risposta ci fa notare che la maggioranza degli elettori delle destre dice di votare non per convinzione ma per protesta. Ci dirà che il liberalismo economico , la globalizzazione e lo smantellamento dello Stato sociale hanno peggiorato la vita di molti o quantomeno hanno costretto molti a fare i conti con incertezze maggiori e con la paura del futuro. E ci dirà anche che l’orientamento liberale di sinistra, ha dato loro anche la sensazione che i loro valori e il loro modo di vivere non fossero più rispettati, ma moralmente condannabili. La seconda risposta parte dal presupposto che gli elettori votano a destra Perché sono stati ABBANDONATI da tutte le forze politiche e non si sentono più apprezzati dal punto di vista culturale/ 227- Gli elettori di Donald Trump o di Marine Le Pen non vivono a Parigi o a Los Angeles, bensì nelle ex regioni industriali e minerarie in declino, oppure in piccoli centri a tendenza conservatrice e nelle campagne /228 – Mettendo da parte gli operai, a votare le destre sono, in misura proporzionalmente superiore alla media, gli occupati a basso reddito nel settore dei servizi e i disoccupati.

230- Il 65% degli elettori di AFD viene da ambienti sociali che non credono alla ‘modernizzazione sociale e culturale’Gli elettori di tutti gli altri partiti rappresentati all’interno del Bundestag, al contrario appartengono in maggioranza allo schieramento dei ‘modernizzatori’. La parola d’ordine MODERNIZZAZIONE ha due significati: 1. Da una parte significa i cambiamenti sociali ed economici degli ultimi decenni , dunque il liberismo economico, la globalizzazione, e lo smantellamento dello Stato sociale. 2. Dall’altra , i valori culturali del liberalismo di sinistra , ergo la politica identitaria, il cosmopolitismo e l’individualismo che reinquadrano i cambiamenti a livello socioeconomico in una storia di modernizzazione ed emancipazione. A tal proposito, la dice lunga il fatto, non certo sorprendente, che chiunque sospettasse a ragione che la presunta ‘modernizzazione’ non potesse rendere la società più libera ma solo più iniqua e ingiusta, nella maggioranza dei casi si sentiva rappresentato ormai dalla destra o da nessuno / 231- Molto più plausibile dunque appare la spiegazione per cui la parte della collettività svantaggiata dalla politica degli ultimi decenni, a un certo punto, si sia stufata di dare il suo consenso ripetutamente a politici che ignorano i suoi interessi e disprezzano le sue concezioni della vita sociale , oltre che il suo modo di vivere , definito retrogrado e provinciale. Le vicende storiche indicano inoltre che in un primo momento,milioni di queste persone avevano smesso di partecipare alla vita politica , astenendosi dal voto, fino a che una parte di loro non ha cominciato a dare sfogo alla rabbia e all’insoddisfazione votando per le destre. [nel 2017 il 65% degli elettori AFD indicano la PROTESTA come motivo del voto] /234- Nessuno voterà mai politici da cui si sente disprezzato, a prescindere dal variopinto campionario di misure sociali promesse che portano nella valigetta. Ciononostante la contrapposizione tra motivazioni culturali e motivazioni sociali altera la situazione reale. L’appello a mettere un limite all’immigrazione, ad esempio, ha una componente culturale legata alla perdita degli ambienti familiari, o alla paura dell’estremismo islamico, ma anche-come descritto approfonditamente, nel capitolo precedente- un lato economico in cui il problema concreto è la concorrenza: la concorrenza per i posti di lavoro, con effetti concreti sul livello dei salari; la concorrenza per gli spazi abitativi , con effetti concreti sugli affitti; la concorrenza per le prestazioni di sostegno con effetti (almeno potenziali) sulle garanzie sociali. E’ proprio la tendenza a negare questi problemi e la reinterpretazione del dibattito sull’immigrazione come un dibattito sui problemi di atteggiamento morale a rendere, agli occhi di molti, la sinistra alla moda come impossibile da votare / 248- Nel 2016 l’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti è stata non da ultimo il risultato dei due mandati di Barack Obama [eletto con grandi speranze e poi finito a finanziare con centinaia di miliardi il crack delle banche] / Recitare la parte degli avvocati del popolo contro le élite corrotte , di quelli che restituiranno al popolo l’onore e la dignità, calpestata da tutti i politici, e soprattutto da quelli di sinistra, è una componente invariabile della narrazione di destra. Una narrazione che è resa possibile dall’avere un fondo di verità: le democrazie occidentali non funzionano più. Gli interessi di chi lavora e di chi possiede un livello di istruzione basso o medio, oltre agli appartenenti al ceto medio tradizionale , a rischio di discesa sociale, sono presi di mira ormai da decenni /250- LA PRIMA CONSEGUENZA DI TUTTO CIO’ E’ CHE SIAMO IN GRADO DI CALCOLARE IL REDDITO MEDIO DI UN’AREA URBANA DALLA SEMPLICE PARTECIPAZIONE AL VOTO DEI SUOI RESIDENTI. LA SECONDA SONO I SUCCESSI ELETTORALI DELLE DESTRE. / [UNDERDOG = competitor thought to have little chance of winning a fight or contest. “we go into this game as the underdogs”] / 252- Nei paesi occidentali la maggioranza della gente nutre ormai poca fiducia nelle istituzioni pubbliche. [risultati di un sonaggio del 2019, pre-pandemico]. Mente in Cina l’82% e in India il 79% degli interpellati nutrono fiducia nelle istituzioni pubbliche, negli Stati Uniti la percentuale scende al 47%, in Germania al 46% e nel Regno Unito al 42%. / 256 – [Solidalmente liberali] Lo spirito dei tempi , se consideriamo i sondaggi sui temi concreti , dal punto di vista socio-economico è a sinistra, mentre dal punto di vista culturale è solidamente liberale. Possiamo affermare con decisione che non è LIBERALE DI SINISTRA, nel senso odierno del termine. La grande maggioranza della popolazione, compresa la maggioranza degli elettori di destra, non è fatta di ostinati nostalgici il cui più grande sogno è vietare il sesso prima del matrimonio, e che non concepiscono che gli omosessuali o le persone di colore diverso possono avere diritti uguali a loro. A irritarli è, tuttavia, che al centro dell’attenzione pubblica ci siano sempre e soltanto i progetti di vita delle minoranze, e talora di minoranze minuscole. / 259- La BATTAGLIA CULTURALE CONTRO LA DESTRA dei liberali di sinistra asseconda proprio le destre. Chi continua a sentirsi definire DI DESTRA a un certo punto comincerà a percepire questo ESSERE DI DESTRA come qualcosa di non più minaccioso, anzi familiare. E più arrogante e severo sarà il tono con cui chi non condivide le tesi cosmopolite , politico-identitarie e filoeuropee del liberalismo di sinistra verrà sospettato di nutrire simpatie per le destre, tanto più verosimilmente costui rivolgerà tali simpatie a chi, quantomeno, non lo insulta e lo disprezza dal punto di vista etico.

265- PARTE SECONDA – UN PROGRAMMA PER LA COMUNITA’, LA COESIONE, IL BENESSERE

267- Perché abbiamo bisogno degli altri e di sentirci parte di una comunità

267-Una categoria chiave per circoscrivere le comunità è la distinzione tra ‘appartenente’ ed ‘estraneo’. Se abbiamo una famiglia solida, ci sentiamo più strettamente legati a chi ne fa parte che non ai membri di un’altra famiglia. Siamo più pronti a sostenere i nostri parenti che gli sconosciuti. E abbiamo una fiducia maggiore di non essere sfruttati e raggirati. Questo comportamento non è moralmente discutibile, bensì assolutamente normale per ogni essere umano./ 268- Gli uomini hanno cominciato molto presto a identificarsi anche con comunità più grandi, quelle dove, per intenderci i membri non si conoscevano tutti personalmente. Si sentivano legati a determinate comunità religiose e più vicini a persone che pregavano lo stesso Dio che a coloro che non lo facevano/ Fidarsi dei membri di qualche comunità, in qualunque modo sia definita , più di chi non le appartiene non è una maniera di agire irrazionale , ma un atteggiamento preservatosi da secoli e secoli. [N.M. ≠  T. Geiger] L’identità comune poggia su narrazioni condivise, che determinano valori, norme e regole di comportamento. Il valore di molti costumi e di molte tradizioni consiste proprio nel fatto di trasmettere un  senso di comunità e di appartenenza e di creare sentimenti di lealtà reciproca. Tanto più ci sentiamo legati gli uni agli altri , tanto più alta è la soglia di inibizione nel truffare il nostro prossimo. E proprio questo crea una buona base per la fiducia reciproca / [Beni comuni] Lo studioso britannico Paul Collier, esperto di ricerche sullo sviluppo, ha indagato l’influsso dell’identità culturale sulla cooperazione nelle comunità rurali dei paesi africani.269-  Il risultato: villaggi nei quali vivono individui appartenenti a diverse etnie e culture sono meno inclini alla gestione condivisa dei beni comuni , per esempio alla manutenzione del pozzo del villaggio, di quanto non accada dove il senso della comunità è più forte (…) La maggioranza degli esempi citati riguarda ciò che si definisce BENE COMUNE: SI TRATTA DI UN INSIEME DI BENI CHE RICHIEDONO UNA CERTA DOSE DI COOPERAZIONE VOLONTARIA PER ESSERE PRESERVATI E VENGONO DISTRUTTI QUANDO CIASCUNO SEGUE SOLAMENTE IL PROPRIO INTERESSE EGOISTICO O ESCLUSIVAMENTE QUELLO DEL PROPRIO GRUPPO ISOLATO. Si può usare il pozzo del villaggio e confidare nel fatto che gli altri utenti lo manterranno in funzione  (…) Ma se tutti la pensano così alla fine il pozzo va in rovina. (…) 270- Ai nostri giorni l’economia mainstream sostiene la tesi secondo cui i beni comuni vengono sempre saccheggiati e distrutti [dilemma del prigioniero] / 272- La maggior parte degli uomini però non si comporta così. Non che si tratti di altruisti del tutto disinteressati , ma di individui che hanno ereditato secoli di storia di vita in comune e hanno capito quanto sia importante per la propria sopravvivenza la cooperazione onesta. Essa impone di rispettare le regole  anche quando nessuno controlla o lo fa a posteriori. [sic!] / 273- Nel Medioevo la gestione dei beni comuni funzionava perché le comunità di villaggio non erano troppo grandi e avevano confini ben definiti (…) Soltanto nell’era del primo capitalismo i beni comuni sono andati distrutti.(…) La nostra vita oggi si svolge in società molto più grandi e più complesse di quelle medievali. [Le società moderne poggiano su media, sistemi giuridici e mercato, attraverso il quale passa la cooperazione economica]. Ciò non significa però che nei singoli paesi il collante di un’identità comune e di valori condivisi sia diventato superfluo [sic!]. Al contrario più esso si assottiglia più si indebolisce la base sociale della democrazia e dello Stato sociale e anche la normale cooperazione economica diventa più difficile/ [Il gioco dell’ultimatum] L’economia moderna ha dovuto constatare con meraviglia che, negli esperimenti, gli uomini si comportano in modo molto diverso da quanto essa si aspetterebbe. Uno di questi esperimenti è il gioco dell’ultimatum, che mostra l’importanza dei valori culturali per il comportamento umano. Vi sono due giocatori e una somma di denaro, diciamo 100 euro. La prima regola prevede che il primo giocatore proponga una determinata suddivisione di questa somma tra sé e il secondo giocatore. Quest’ultimo non può cambiare la somma proposta , ma può decidere se accettarla o no. Se lo fa, ciascuno dei due ottiene la somma suggerita dal primo e può tornare a casa. Se invece il secondo giocatore non accetta, restano entrambi a mani vuote. Se i partecipanti reagissero come un HOMO OECONOMICUS, il primo porrebbe per sé l’importo più alto possibile, diciamo 99 euro , e offrirebbe all’altro solo un euro. E i secondo accetterebbe, perché un euro è sempre meglio di niente. Nell’esperimento invece i veri giocatori rifiutano quasi sempre somme inferiori a un terzo del totale. Ma non lo fanno per un calcolo utilitaristico, bensì semplicemente per un’idea di giustizia e di valori interiorizzati. Piuttosto che accordarsi su una somma percepita come iniqua, il secondo preferisce conservare la dignità piuttosto che il denaro. Nella maggior parte dei casi il primo giocatore prevede in anticipo questa reazione e offre al secondo tra i quaranta e i cinquanta euro. La norma è a sua volta (…) il risultato di sviluppi sociali e culturali. Se qualcuno avesse testato il medesimo gioco nel XIX secolo tra uno schiavista degli Stati americani del Sud e uno schiavo di colore, il primo avrebbe di sicuro proposto una ripartizione molto squilibrata e il secondo probabilmente l’avrebbe accettata. [Il concetto di giustizia dunque non è universale] / Le economie di mercato capitalistiche continuano a funzionare senza una base di valori condivisi e di fiducia tra le persone. Per questo possono adattarsi pure a un piano globale. Ma persino loro non resistono a lungo senza questo apparato [di valori condivisi?] / 278- Smith sottostimava il potere distruttivo del libero mercato e della ricerca sfrenata del profitto nei confronti dei valori e dei vincoli di comunità riconosciuti. (…) Già agli inizi del capitalismo il nuovo ordine portò alla frammentazione delle comunità, alla distruzione dei beni comuni e allo sradicamento degli uomini, che vennero strappati ai loro legami consueti e al ritmo di vita tradizionale e consegnati ai mercati e alle macchine , ai cui ritmi si dovettero da quel momento sottomettere. Il giudizio di Karl Marx, secondo cui il capitalismo avrebbe ‘fatto della dignità personale un semplice valore di scambio’ e non avrebbe ‘lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, LO SPIETATO PAGAMENTO IN CONTANTI’ [Manifesto del Partito Comunista] non descrive la realtà del 1848, bensì una linea di sviluppo che si è fatta strada soprattutto nel capitalismo globalizzato e legato al mercato finanziario del XXI secolo. Ma una società che distrugge le proprie tradizioni, i propri valorei e vincoli di comunità , distrugge il collante che la tiene insieme /284- Le comunità sono spazi protetti, che non possono far fronte ai propri compiti se si aprono ad accogliere chiunque [Sul caso delle Welfare Queen come caso di frode del Welfare-> madri nere con molti figli per evitare di lavorare e vivere in modo stravagante= propaganda durante elezione di Reagan] Capire quali comunità sono forti e capaci di formare un’identità e quali invece crollano o non nascono affatto diventa una questione centrale per la coesione degli uomini e le possibilità di sviluppo delle società. (…) Lo sviluppo dei vincoli di comunità e di appartenenza al di fuori della propria famiglia e delle antiche tribù è stata davvero una conquista importante della civiltà. Che una storia e una cultura comuni potessero portare alla nascita di identità fondate su base TERRITORIALE, dunque non etnica, né religiosa, e con ciò all’accettazione di un destino condiviso da tutti i cittadini di un paese è stato il presupposto decisivo per la nascita delle moderne democrazie e degli Stati sociali. [Concetto di nazione forgiato per la prima volta durante la Rivoluzione Francese e messo in rapporto diretto con la pretesa di una configurazione democratica degli affari comuni -> N.M. contro lo Stato dei privilegi] Con il dissolvimento di questo senso di comunità [per vari motivi: emigrazione, disuguaglianza sociale, politica identitaria dei liberli di sinistra ecc.]scompare dunque anche il presupposto essenziale per una politica che possa quantomeno mettere un freno al capitalismo e, in prospettiva, superarlo /287- Per gli uomini con un forte senso di comunità la loro famiglia non è una famiglia QUALSIASI, la loro PATRIA non è un fazzoletto di terra qualsiasi, e il loro PAESE è diverso da qualunque altro paese. Per coloro che si sentono legati ai propri concittadini più che a coloro che vivono altrove e non vogliono che la politica o l’economia del loro paese sia diretta DALL’ESTERNO. Per questo si indignano quando imprese spregiudicate che non sono ancorate al territorio spostano le loro fabbriche dove la manodopera costa meno. Per questo desiderano uno Stato che garantisca la sicurezza e la stabilità, invece di abbandonare i propri cittadini alle incertezze e alle esplosioni dei mercati globalizzati./ Chi la pensa in questo modo e onora i valori descritti, riceve oggi l’appellativo di CONSERVATORE ->Questo sistema di valori è orientato alla comunità, ai legami, all’appartenenza. Esso si trova sia nella tradizione del movimento operaio sia in quella del conservatorismo classico , che il giornalista britannico R. Scruton ebbe modo di definire una volta ‘la filosofia dell’appartenenza’./ 289. La classe operaia da quando è nata è sempre dipesa dalla lealtà e dalla solidarietà dei suoi membri e senza coesione non avrebbe potuto e non potrebbe imporre oggi i propri interessi e quindi non si lascerà certo convincere da un gruppetto di laureati liberali di sinistra a rinunciare ai propri valori. [Anche il ceto medio conosce l’importanza dei rapporti locali] Fino a che i partiti di sinistra incarneranno orientamenti e valori che cozzano con quelli della maggior parte della popolazione , resteranno sempre isolati da questi strati sociali./ 291- Congedarsi dalle tradizioni reazionarie [= le donne a casa, i lavoratori manuali lontano dalla cosa pubblica, il disprezzo degli omosessuali] è qualcosa di molto diverso dalla distruzione delle comunità e dal festeggiare come PROGRESSIVA MODERNIZZAZIONE la dissoluzione della società in un stare accanto indifferente di singoli individui e di singoli gruppi egoisti.

296- Stato nazionale e sentimento di appartenenza. Perché un’idea ritenuta morta può avere un futuro

302- Gli Stati nazionali con le loro guerre hanno fatto precipitare l’umanità in abissi sanguinosi e hanno annientato la vita di milioni di persone. Anche oggi gli Stati provocano guerre per le materie prime e per nuovi sbocchi di mercato , per garantire alle loro economie l’accesso al petrolio e al cobalto e per promuovere affari da favola per le industrie degli armamenti. Ma il rischio di una guerra si ridurrebbe davvero se gli Stati divenissero più deboli e coloro per i cui interessi si combatte diventassero ancora più potenti? Prima della formazione di Stati nazionali forti le imprese commerciali attive a livello globale hanno combattuto le loro guerre nelle colonie con i loro eserciti privati. L’Europa è davvero un ottimo esempio per spiegare come si può superare il rischio di una guerra senza dissolvere gli Stati in una organizzazione transnazionale. Che oggi una guerra tra le grandi pontenze europee [Francia Germania Gran Bretagna] appaia impensabile non è il risultato delle istituzioni europee bensì l’esito dell’integrazione economica [CECA, EU] senza ledere in maniera rilevante i diritti di sovranità delle diverse nazioni. (…) Il mezzo più sicuro per impedire future guerre sarebbero cambiamenti all’interno degli Stati nazionale atti a permetter un controllo nazionale della politica. Le guerre sono impopolari. / 305-Proprio il sentimento di appartenenza è ancora troppo debole sul piano europeo per poter costituire la base di istituzioni democratiche realmente funzionanti e prestazioni sociali sovranazionali./306- Se in Germania in linea di massima si tollera la perequazione finanziaria tra i diversi LÄNDER, la compensazione finanziari all’interno dell’Europa è il nemico più amato dalle destre , perché la grande maggioranza non vuole o non accetterebbe una simile distribuzione. Un’assicurazione europea del lavoro sarebbe dunque nel migliore dei casi un’assicurazione minima e si accompagnerebbe all’obbligo di cercare lavoro anche all’estero e di accettarlo (…) Non è un caso che l’idea di uno Stato Federale europeo piacesse molto all’economista ultraliberista F. A. von Hayek, alle cui teorie economiche si orientava tra gli altri anche M. Thatcher. Hayek che vedeva in ogni correzione del mercato una via verso la servitù motivava il proprio favore verso uno Stato Federale Europeo con l’argomentazione che uno Stato sovranazionale sarebbe stato uno Stato debole, incapace di garantire tanto le leggi sociali rilevanti quanto una tassazione progressiva e una protezione efficace dei lavoratori. Hayek, se non altro, era più sincero di coloro che cercano di abbellire la medesima concezione richiamandosi all’IDEA DI EUROPA e alla lotta contro il NAZIONALISMO. /315- A differenza di quello che credono in molti il problema a Bruxelles non è la burocrazia strabordante. La Commissione Europea per esempio ha un apparato piccolo rispetto al suo potere.(…) Il problema è la delega di compiti statali a organizzazioni private: il diritto europeo viene elaborato in commissioni in cui siedono soprattutto lobbisti. Gli stessi siedono anche nelle commissioni del Parlamento Europeo e controllano il processo decisionale .(…) E che i lobbisti occupino dei seggi nelle Commissioni del Parlamento Europeo come se fossero stati eletti non è neppure previsto nella maggior parte dei paesi. (…) I processi che si compiono [a Bruxelles, capitale europea] sono difficili da controllare rispetto alle metropoli nazionali./ 321- Il richiamo ‘nessun ritorno allo Stato nazionale’ significa alla fine ‘nessun ritorno alla democrazia’ e ‘nessun ritorno allo Stato sociale’. La sovranità degli Stati però è solo il presupposto e non una garanzia che si facciano valere sul piano politico gli interessi della maggioranza.

322- Democrazia oppure oligarchia: come farla finita col predominio del grande capitale

322 – Uno studio sulle decisioni politiche attuate in Germania tra il 1998 e il 2015 dimostra che in tutti i casi in cui l’opinione del 10% meno fortunato della popolazione era nettamente diversa da quella del 10% più fortunato, è stata quest’ultima posizione a imporsi politicamente. (…) I più cinici potrebbero osservare che si vota di meno, si verrà pure considerati di meno / [Oligarchia come corruzione senza limiti -> Cfr. donazioni milionarie per i senatori USA] / 326- Fino alla metà degli anni Settanta del novecento in quasi tutti i paesi occidentali la diseguaglianza diminuì e aumentò l’incidenza dei redditi da lavoro sul prodotto interno, a scapito di quelli che fanno lavorare i propri soldi al loro posto. Venne ampliato lo Stato Sociale e si ridusse la povertà, crebbero il benessere e la sicurezza sociale della classe media. Gli effetti dell’azione politica erano esattamente opposti a quelli vissuti in questi ultimi decenni. / Cos’era diverso da oggi? [La paura dell’élite per un sistema alternativo in URSS e nell’Europa Orientale / 329- [Potere dell’opinione, bolle, scienza venduta] /[Uno degli editori che hanno fondato il quotidiano ‘Frankfurter Allgemeine Zeitug’ affermava]’La libertà di stampa è la libertà di duecento facoltosi di diffondere la loro opinione’ /330 – Da tempo i capi di Google, Facebook e Twitter hanno maggiore potere di opinione / 331- In questo quadro un ruolo sempre più rilevante ce l’hanno i lobbisti delle grandi aziende private che si spacciano per SCIENZIATI [ESPERTI VENDUTI] / 332- E’ stata la politica stessa a spalancare le porte per questo attacco alla neutralità della scienza: da quando le risorse statali vengono concesse con parsimonia , le istituzioni e gli istituti di ricerca pubblici dipendono drasticamente dai mezzi di terzi con fonti private/ 338- I soldi vengono sperperati per i servizi di consulenza più dubbi / 339- La Corte dei Conti federale tedesca ha messo in guardia che nei progetti [di partnership pubblico-privato] il contribuente viene munto regolarmente e i costi lievitano oltre il limite, attuale o passato, dei progetti pubblici gestiti in proprio. Purtroppo questa prassi è rimasta sempre molto popolare /341- La concezione repubblicana della democrazia parte dal presupposto che quanto si ripromette di forgiare deve contenere un progetto POSITIVO per la società e per il futuro. Questa idea risale ad Aristotelee della stessa tradizione fa parte anche la teoria della VOLONTE’ GÉNÉRALE formulata da J.J. Rousseau. Ma c’è anche un’altra concezione della democrazia che si richiama alla tradizione liberale ed è sorta proprio per distinguersi da quella repubblicana. Secondo quest’ultima, non è una caratteristica della democrazia imporre la volontà della maggioranza . Lo scopo più importante delle istituzioni democratiche sta invece nel tutelare la libertà delle minoranze  dalle aspirazioni aggressive della maggioranza. /343-Le elezioni in cui non c’è più nulla di importante da scegliere sono una farsa: pervertono la democrazia /346- Verrà il momento di riabilitare la veneranda concezione repubblicana della democrazia. Anche le democrazie repubblicane devono tutelare la libertà delle minoranze . Infatti non si può più parlare di democrazia dove la tutela delle minoranze diventa un mero pretesto per autorizzare gruppi privilegiati e dotati di grandi risorse a calpestare la libera volontà della maggioranza e il suo diritto a una vita dignitosa e garantita a livello sociale. /346- Il fattore che ha messo fuori uso la democrazia in buona parte dei paesi occidentali è l’accentramento del potere economico in poche enormi aziende con sedi in tutto il mondo e la concentrazione massiccia delle risorse economiche nelle mani di detentori di patrimoni (…) E’ dunque chiaro che non è possibile ricostruire i rapporti democratici senza modificare contestualmente le strutture del potere economico. La democrazia esige una de-globalizzazione sensata della nostra economia e una de globalizzazione radicale dei mercati finanziari./ La concezione ordoliberale di una ECONOMIA DI MERCATO SENZA GRANDI GRUPPI INDUSTRIALI segna la strada di una soluzione possibile. Per arrivarci abbiamo bisogno di una normativa antitrust rigorosa/ [Un settore pubblico più forte] /349- Non sono soltanto le discussioni pubbliche che dovranno diventare più democratiche, il cambiamento riguarda anche le decisioni. Per questo aspetto il sistema partitico della democrazia rappresentativa non funziona più. Difatti è improbabile, per svariate ragioni, che i partiti siano in grado di riconquistare la capacità di funzionare quali leve di formazione della volontà democratica, come facevano nei loro tempi migliori in quanto soggetti attivi di un’ampia base di iscritti (…) La democrazia rappresentativa andrebbe integrata da due elementi: in primo luogo, le istituzioni della democrazia diretta, e poi una seconda Camera con diritto di dibattito e di veto , formata da normali cittadini e cittadine eletti a sorte.[per es democrazia diretta in Svizzera, Irlanda sulle questioni fondamentali per il futuro del paese] / Non c’è ragione di rassegnarsi al predominio del grande capitale. La democrazia può essere viva anche nel XXI sec.

353- Progresso e non falsità: un nuovo tipo di proprietà per un’economia più innovativa

353- Molte narrazioni sopravvivono al periodo in cui possono essere considerate , almeno approssimativamente, una descrizione delle relazioni sociali; continuano a plasmare la nostra percezione dela realtà , anche se è cambiata da tempo. [per es.: società meritocratica ( vs fortuna di essere nati in una famiglia ricca) e capitalismo innovativo ( vs distruttivo ed esiziale per guerre omicide)] / 357- [Economia della post-crescita e equità basata sul merito (che rimane nella testa della gente nonostante tutta la retorica antimeritocratica) [vs reddito di base incondizionato] / 358- Anzitutto occorre constatare che le società capitalistiche non sono mai state innovative per sé. Il loro specifico motore è quello di ricavare più denaro dal denaro esistente. (…) A una considerazione attenta, la spinta al profitto promuove il progresso tecnologico e il benessere generale soltanto a condizioni molto precise. E’ fondamentale che per le aziende non ci sia quasi nessun modo per RIDURRE I COSTI oltre all’impiego di nuove tecnologie e il fatto che il loro unico mezzo per imporre PREZZI PIU’ ALTI sia quello di immettere sul mercato prodotti migliori e più innovativi. Soltanto se si verificano entrambe queste condizioni il capitalismo diventa innovativo. / Il capitalismo funziona al meglio nei settori estremamente concorrenziali , nei quali le normative e dei sindacati forti si occupano di mantenere in crescita i salari e di assicurare elevati standard ambientali e sociali./359- Nei segmenti remunerativi del mercato non c’è quasi più spazio per valori d’uso aggiuntivi o perfezionati, e ormai tutto si gioca sulla migliore trovata di marketing. Si tratta di esaltare prodotti costosi con una narrazione particolare al fine di renderli beni culturali UNICI (…) Ma per i beni unici non c’è concorrenza. Le aziende che si rivolgono a questi mercati, quindi, preferiscono investire i loro soldi in abili maghi della pubblicità , anziché in ricerca e sviluppo. Le idee con cui fanno profitto sono le idee per VENDERE./363. I profitti di questi mostri tritadati della Silicon Valley  poggiano più sul DEPREZZAMENTO DEL VALORE CHE SULLA CREAZIONE DI VALORE  e sono volti principalmente a conquistare posizioni di monopolio in un numero sempre maggiore di campi. / C’è già stata in passato una fase dello sviluppo commerciale in cui forti operatori commerciali erano nettamente superiori ai produttori effettivi: era il periodo delle grandi compagnie che tra il XVII e il XVIII sec. ricavavano profitti elevatissimi dal commercio a lunga distanza grazie a monopoli concessi dallo Stato. Anche allora il fiorente capitalismo commerciale non era legato ad alcun incentivo a favore di nuove tecnologie e di miglioramenti della produttività dell’agricoltura. I profitti si riversavano soprattutto nel settore finanziario e nei mercati, portando l’umanità a fare le prime esperienze con boom, bolle finanziarie e crolli rovinosi./367. Ad ogni buon conto, il problema non sta solamente nel fatto che venga messo troppo capitale privato in idee sbagliate , vale a dire in idee socialmente inutili, per contro ne viene messo troppo poco di quello pubblico nelle idee giuste [i cambiamenti tecnologici presuppongono sempre un impegno coraggioso dello Stato-> fondi privati speculativi, ‘fondi avvoltoio’, private equità, hedge fund che mirano a smembrare i gruppi industriali vendendo i pezzi migliori a chi offre di più] / 372- [Una politica ambientale seria invece di aumento dei prezzi e dibattiti alla moda] 375- ANCHE IN FUTURO AVREMO BISOGNO DELLA CRESCITA , SEBBENE IN FORMA DIVERSA DAL PASSATO: UNA CRESCITA CHE NON PUNTA AL CONSUMO, MA A BENI DI CONSUMO DUREVOLI, I CUI MATERIALI FINISCANO PER ESSERE RICICLABILI IL PIU’ POSSIBILE; una crescita basata su tecnologie NUOVE, con le quali possiamo dire davvero addio all’età dello sfruttamento selvaggio delle naturali fonti di sussistenza, in cui abbiamo mandato in fumo i combustibili fossili/[SUL PREZZO DELLA CARNE] 376- E’ sicuramente vero che oggi ai contadini viene corrisposto un prezzo così infimo per le loro bestie che è praticamente impossibile pensare a un allevamento rispettoso del benessere delle varie specie / Ancora negli anni Settanta agli agricoltori andava quasi la metà di quanto pagava il cliente per fettine o salciccie vendute al supermercato /377- Il risultato è la tendenza a realizzare impianti agricoli sempre più grandi e in grado di lavorare a ritmi industriali. A questo si accompagna la morte silenziosa delle fattorie che non riescono a resistere in questa lotta per i prezzi o i cui proprietari non intendono parteciparvi con le loro bestie /382- Il fallimento completo della politica per il clima e per l’ambiente degli ultimi anni mostra che così non si può più andare avanti. La soluzione della questione climatica a cui puntano i verdi , che consiste nel far pagare le emissioni di CO2 e in rincari consapevoli, finisce  per rendere nuovamente beni di lusso molti oggetti di consumo e servizi oggi comuni, a cui grandi fette della popolazione non avranno più accesso. Se questa potrebbe essere una via d’uscita nelle intenzioni degli elettori benestanti dei Verdi, non lo è per i meno abbienti. / C’è soltanto una strada per chi non volesse fare ritorno alla società dell’Ottocento: non dobbiamo consumare in modo diverso, ma anzitutto produrre in modo diverso. La nostra economia dovrà diventare più regionale, meno nociva, sprecare meno risorse. Abbiamo bisogno di prodotti in grado di svolgere il loro servizio il più a lungo possibile e poi di essere aggiustati. A questo si arriverà non con dibattiti alla moda , ma con disposizioni di legge che obblighino i produttori ad allungare i tempi di garanzia, li impegnino ad approntare pezzi di ricambio e possibilità di riparazione a costi contenuti e a porre attenzione alla riciclabilità dei componenti di base.

384- [Un nuovo tipo di proprietà] Nelle imprese industriali abbiamo bisogno di un organizzazione della proprietà tale da escludere in futuro che preziose strutture economiche e i risultati del lavoro svolto da decine di migliaia di dipendenti possano venir depredati da investitori e nel caso peggiore, distrutti. Bisogna impedire che le aziende possano divenire oggetto di speculazione e, sotto l’influsso di azionisti affamati di dividendi, non svolgano il loro compito economico: ossia offrire buoni prodotti, in grado di durare a lungo, e servizi significativi, nonché di favorire il progresso tecnologico / Al contrario la vecchia struttura giuridica della società di capitali non lo consente. La responsabilità limitata per le perdite di un’azienda rispetto all’accesso incondizionato ai profitti della stessa è un invito a saccheggiarla/ 385- Come ben sapeva Schumpeter la motivazione dei veri imprenditori è ben diversa da quella dei capitalisti. Gli imprenditori fondano le aziende, ci lavorano, le ingrandiscono, mentre i capitalisti investono denaro e vogliono vedere le rendite. Un genuino LEISTUNGSEIGENTUM [= PROPRIETA’ PRESTAZIONALE], ossia una prestazione basata sul merito e sulla prestazione fornita [394-vale a dire una proprietà che si assicura del fatto che i frutti del lavoro prodotto vadano a favore di chi lo ha eseguito davvero , dalla dirigenza al semplice operaio, anziché a proprietari estranei all’azienda , che non hanno mai neanche visto dall’interno gli impianti dove si lavora] deve alleviare la vita agli imprenditori e sottrarre ai capitalisti la possibilità di imporre la loro logica alle imprese/ 387- Per evitare che la dirigenza aziendale operi in maniera trascurata, sciatta, o semplicemente male, non servono proprietari esterni. Quello che occorre sono organi di controllo il cui interesse corrisponda il più possibile a quello di uno sviluppo industriale buono sul lungo periodo e di successo.

389- [Per una meritocrazia genuina a fini motivazionali e di equità] L’accettazione diffusa della concezione meritocratica poggia su almeno tre importanti esperienze storiche. 1. Riconoscere prestazioni importanti dal punto di vista sociale e ricompensarle anche materialmente vuol dire motivare le persone a fornirle (…) Chi tralascia di farlo prima o poi si ritroverà senza un numero sufficiente di lavoratori qualificati, di buoni insegnanti e badanti capaci (…) 2. La rivendicazione di un’equità basata sul merito corrisponde anche al canone di valori risultante da secoli di vita sociale e noto come RECIPROCITA’, secondo il quale nella convivenza tra gli esseri umani ‘equità’ vuol dire che deve esserci un rapporto ragionevole tra ciò che si riceve e ciò che si dà : stando a questa concezione conservatrice ma tuttora insuperata dell’equità, alle persone solerti spetta di più che a quelle pigre, a chi produce molto di più che a colui il quale svolge un servizio attenendosi a quanto prescritto. Richiamandosi a questa concezione di equità la borghesia nel passato attaccò i privilegi dell’aristocrazia, come fonte di reddito immeritata e quindi illegittima. La concezione meritocratica era profondamente radicata anche nel movimento operaio che fondò su di essa non solo le proprie rivendicazioni salariali, ma anche la critica mossa alla proprietà capitalistica; 3. La rivendicazione che lo status di ogni individuo dovrebbe essere determinato non dalle sue origini , ma dai suoi meriti, rientra nella tradizione illuminista, per la quale l’emancipazione consisteva nella capacità di ciascuno di determinare il proprio destino, invece di affidarsi alla casualità delle proprie origini, retaggio del Medioevo feudale, che gli imponevano di seguire un corso preordinato nella vita. /[Le élite contro gli ‘arrivisti’] Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta le società occidentali (impostate su criteri razionali di valutazione del merito, sul riconoscimento della bontà del lavoro svolto e su scale applicabili alla carriera professionale) offrirono a quegli uomini che non potevano contare sulle risorse disponibili nella famiglia di origine e su reti di rapporti personali per la loro ascesa lavorativa le opportunità di condurre una vita soddisfacente e autodeterminata di gran lunga migliore di quelle attuali. Quindi il fatto che anche il liberalismo di sinistra denigri la concezione meritocratica è una spia ulteriore che ha cambiato fronte e che adesso rappresenta gli strati più alti e non quelli bassi della società. / Non è certo un caso che questa critica alla CONCEZIONE MERITOCRATICA, risalga al Sessantotto , i cui portavoce erano principalmente ragazzi benestanti della borghesia alta e media.

398- Chi se la prende con le banche centrali, come la BCE, solo per quel diluvio di soldi, tende a semplificare troppo la situazione. Infatti una cosa è certa: l’enorme crescita del debito nel 2020, resa possibile dal denaro inesauribile delle banche centrali, ha arginato il tracollo dell’economia/ 400- Nell’eurozona ci sono oggi moltissime aziende fortemente indebitate che sopravvivono solo perché non devono pagare quasi nessun interesse. Ce ne sono soprattutto per i paesi per i quali l’euro è una maledizione che ostacola da molti anni la crescita economica. In Italia nel 2019 il reddito pro capite medio è rimasto al medesimo livello raggiunto PRIMA dell’introduzione della moneta unica. [Banche e Stati dell’eurozona arriverebbero al limite della solvibilità se fossero applicati tassi più alti ] / [401- Inflazione dei prezzi invece che prezzi al dettaglio crescenti /Concorrenza distorta e inflazione dei prezzi degli immobili/  Un regalo ai più ricchi / Espropriazione a freddo del ceto medio, i cui risparmiatori stanno perdendo da anni il loro patrimonio -> 405- La riduzione dei debiti dell’ultima grande crisi finanziaria è stata pagata coi patrimoni dei piccoli risparmiatori -> 406- L’unica strada che resta è la ristrutturazione ordinata dei debiti, esattamente quello che sarebbe dovuto accadere già dopo l’ultima grande crisi finanziaria. Qui però bisogna essere consapevoli del fatto che chi vuole ridurre i debiti deve ridurre anche i patrimoni. Insomma questa volta a eliminare i debiti non dovrebbero essere chiamati i patrimoni del ceto medio, ma quelli dei super-ricchi e degli speculatori finanziari. / 410- In Germania gli inviti alla de globalizzazione vengono spesso respinti sostenendo che un’economia così legata alle esportazioni come la nostra trae enormi vantaggi dal commercio internazionale e quindi ogni allontanamento dall’economia globalizzata verrebbe a pesare troppo sul nostro benessere.[ Quando la Merkel notò che l’industria tedesca tedesca dei pannelli solari veniva distrutta da quella cinese basta sul dumping, fu sospettata di non aver compreso il complesso quadro economico o addirittura di esser una NAZIONALISTA] /415- Oggi oltre un terzo di tutti i prodotti industriali realizzati in qualsiasi parte del mondo arriva da fabbriche cinesi e una buona metà di tutti gli Iphone viene assemblata in una sola città cinese, mentre le industrie corrispondenti sono scomparse dai paesi occidentali e con esse milioni di posti di lavoro dignitosi, e quelli che prima li occupavano sono piombati nella disoccupazione, oppure sono stati relegati a svolgere mansioni pagate miseramente nel settore dei servizi. Da parecchio tempo la Cina non è più solo un fornitore low cost, ma nei comparti hi-tech ha raggiunto un livello superlativo. Gli unici concorrenti di rilievo ai grandi gruppi industriali americani vengono dalla Cina , nessuno dall’Europa. Intanto i cittadini cinesi hanno un reddito superiore (a parità di potere d’acquisto) rispetto agli abitanti della Romania, della Lettonia o della Lituania. / Non è questione di glorificare il modello cinese: rispetto alla Germania la Cina continua ad essere un paese relativamente povero con grandi diseguaglianze al suo interno, che intrattiene con la democrazia e coi diritti civili un rapporto quale certo non ci augureremmo mai per l’Europa. Però anziché sottoporsi alle regole della globalizzazione ha trovato una propria strada che l’ha condotta più rapidamente alla crescita e ha portato più benefici alle persone che in qualunque paese del mondo.-> NON DOVREMMO CONSIDERARE UNA FACCENDA PRIVATA DELLE GRANDI MULTINAZIONALI  COSA E DOVE PRODUCONO NEL MONDO. CHI SI ESPONE SENZA TUTELE A IMPORTAZIONI CHE AGGIRANO I SUOI STESSI STANDARD NON E’ APERTO AL MONDO MA STUPIDO./ 416- La globalizzazione degli ultimi anni non è stata un motore per incrementare il benessere, ma le diseguaglianze.(…) Ha incrementato la ricchezza di una minoranza di individui nei paesi industrializzati, lasciando ai lavoratori con titolo di studio intermedio e al classico ceto medio una massa di svantaggi, sotto forma di posti di lavoro distrutti, condizioni di concorrenza peggiorate e calo dei redditi , che superano di gran lunga il vantaggio del calo dei prezzi per i beni di consumo di massa.

418- Un futuro digitale con dati al sicuro dai ficcanaso

423-Il grande business delle mega aziende che ingurgitano dati  su dati non è dunque costituito dai servizi digitali che utilizziamo. Se ne servono per attrarci sul loro server. La vera materia prima che mette in moto il business sono i dati che riescono a raccogliere sui nostri interessi , preferenze, particolarità , grazie ai quali riescono non solo a prevedere il nostro comportamento , ma anche a manipolarlo. Questi dati affluiscono in massa presso poche aziende perché il mondo digitale è il mondo delle grandi piattaforme, sulle quali girano migliaia di altre applicazioni e servizi on line , che dipendono da quelle. Ecco il motivo per cui l’economista di Harvard, S. Zuboff, parla di CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA. / 427 [Cinesi e Usa su controllo della nostra comunicazione digitale] /431- “Sappiamo dove sei. Sappiamo dove sei stato. Sappiamo a cosa stai pensando, più o meno” (Eric Schmidt, capo di Google] /432- Ancora una volta tutti coloro che pretendono da Facebook & Co. di censurare in maniera più rigida i post sulle loro reti dovrebbero aver chiaro che cosa stanno chiedendo: un Ministero della Verità, con sede in California, che decide per tutto il mondo cosa è giusto e cosa è sbagliato /435- Dovremmo stroncare i modelli di business basati sullo spionaggio della nostra esistenza e della nostra sfera privata, proibendo per legge la raccolta di DATI INDIVIDUALI. /Se torniamo agli inizi [di Tim Berners] avremo la possibilità di una digitalizzazione che promuove la libertà, la concorrenza, la democrazia, invece di seppellire tutti questi valori.

436- CONCLUSIONE

440- Ecco perché i non laureati reagiscono con un rifiuto ai messaggi dei liberali di sinistra. Non lo fanno per adesione a concezioni addirittura superate o di addirittura di destra, ma perché il liberalismo di sinistra costituisce un oltraggio per chi appartiene a questi ceti sociali: è un attacco ai loro diritti sociali , in quanto descrive come MODERNIZZAZIONI PROGRESSISTE proprio quei cambiamenti che hanno sottratto loro benessere e sicurezza . Ed è un attacco ai loro valori e al modo in cui vivono , che nella narrazione liberale di sinistra vengono svalutati moralmente e squalificati come retrogradi.

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