
7- Introduzione di Sergio Amato
16- L’elemento vitale di ogni partito è la lotta. Un partito che rinuncia, sia pure temporaneamente, alla lotta contro l’avversario costringe gli elementi dinamici che si trovano al suo interno a LOTTARE CONTRO IL PARTITO STESSO. (…) La vittoria è il miglior mezzo di agitazione. (…) Lo studio è il compito dell’individuo, COMPITO DEL PARTITO E’ LA LOTTA. (Kautsky) / [Per neutralizzare interlocutori esplicitamente individuati K. dispone uno alla ‘destra’ e l’altro all’’estrema sinistra’ della posizione radicale intermedia adottata dalla maggioranza] / L’ambiziosa operazione politica dell’estremismo radicale mirava a trasformare gli umori ANTIPARLAMENTARISTICI – ossia radicalmente ANTICOMPROMISSORI E ANTIDISFATTISTI dei militanti più impegnati nella lotta ‘per la vita e la morte del partito’, in una tattica ‘rivoluzionaria’ intesa come intransigentemente ANTIPARLAMENTARE / 30 – i presupposti di una tattica che ‘affidava’ sempre il compito di ‘iniziare la sollevazione a una minoranza decisa’ , risiedevano in una teoria della rivoluzione e in una prassi politica che non erano né esclusivamente, né principalmente di tipo anarchico,(…) bensì di matrice giacobina , anzi, più precisamente, ‘babeuvista’ e ‘blanquista’. [Kautsky deve esplicitare in modo positivo la sua critica a Blanqui] / 33- La tesi [di Kautsky era] che la borghesia e i ceti politici dominanti avessero non solo esaurito la loro funzione propulsiva, bensì stessero perdendo anche la capacità di fornire risposte idonee a controllare la situazione immediata / 35- Il problema consiste nell’ANNIENTARE questa libertà individuale di capitalisti e proprietari terrieri, e nel sostituire all’insopportabile coercizione dei singoli sulla collettività la coercizione della collettività sui singoli, una coercizione che si fonda sulla natura stessa dell’uomo (Kautsky) / La lotta di classe deve risvegliare gli istinti sociali negli operai tanto più fortemente, quanto minore proprietà privata essi posseggono, quanto minor potere, di conseguenza esercita su di loro l’individualismo. (…) L’INDIVIDUO non significa NIENTE, la CLASSE SIGNIFICA TUTTO (Kautsky)/ Non è la comunità che esiste tramite l’individuo ma è l’individuo che esiste tramite la comunità (Kautsky)/ 41- [La campagna di Kautsky] esprimeva il passaggio dall’’eclettismo’ del dibattito a più voci entro l’ampio movimento democratico-popolare tedesco degli anni ’60 e ’70 , al settarismo degli anni ’80, condizionati dal SOZIALISTENGESETZ e dai perduranti effetti della depressione economica. La condizione di accresciuto isolamento della socialdemocrazia dagli altri partiti riduceva fortemente le sue possibilità di dialogo con gli interlocutori esterni del decennio precedente e con l’opinione pubblica progressiva tedesca e favoriva, invece, il restringimento e la radicalizzazione della discussione al suo interno. Il ‘cemento ideologico’ di tale processo di ‘integrazione negativa’ era fornito dall’opposizione militante di classe assoluta e irriducibile al sistema economico-sociale e politico esistente / 42- Le nuove leve socialdemocratiche erano animate dalla convinzione un po’ sufficiente dei compiti positivi di un’organizzazione ‘razionale’ ed egualitaria della società futura resa possibile e necessaria dal progresso delle scienze naturali e tecniche produttive , e ritenuta capace di liberare gli uomini dalla miseria, dalle malattie, dallo sfruttumento e dalle crisi economiche . Esse potevano pertanto difficilmente condividere l’articolato bagaglio di esperienze e di entusiasmi, di valori e di ideali propri della generazione precedente , vissuta politicamene sotto il segno dell’opposizione democratica a Napoleone III e a Bismarck/ 45-Engels si mostrava, nell’estate del 1891, assai più sensibile della frazione parlamentare dell’SPD ai nodi della DEMOCRATIZZAZIONE dell’intera struttura costituzionale del KAISERREICH e del DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO in Prussia, intesi quali obiettivi precedenti la conquista del potere politico da parte del movimento operaio (…) egli sottolineava la necessità prioritaria della ‘CONCENTRAZIONE DI TUTTO IL POTERE POLITICO NELLE MANI DELLA RAPPRESENTANZA POPOLARE’ secondo l’esempio di ‘repubbliche democratiche come la Francia e l’America’ o di ‘monarchie come l’Inghilterra’/ [I mestieri di coloro che siedevano al Reichstag nella frazione socialdemocratica: avvocato, rentier, scrittori, redattori, osti e trattori, fabbricanti e commercianti di sigari, editori e proprietari di tipografie, commercianti, titolari di aziende in proprio: quale meraviglia se la direzione del partito è divenuta sempre più sensibile alla raccomandazione della moderazione, della prudenza , se la paura fa apparire sospetta ogni esternazione rivoluzionaria?] / Nella sfera politica l’estensione del territorio e l’aumento della popolazione, ma soprattutto l’ampiezza e complessità crescente dei compiti militari e amministrativi degli Stati moderni aveva ‘portato necessariamente’ a sostituire, attraverso un ‘meccanismo’ sempre più perfezionato di CENTRALIZZAZIONE, RAZIONALIZZAZIONE, SPECIALIZZAZIONE e ‘delega delle differenti funzioni’, l’ASSEMBLEA UNICA delle antiche tribù, popoli e città – che un tempo era in grado di espletare l’intera attività legislativa e di gestione degli affari pubblici e che veniva, perciò, ipostatizzata a modello di riferimento ideale dai teorici della democrazia diretta- con la DIVISIONE DEI POTERI e degli istituti legislativi, esecutivi e giudiziari. Allo stadio culminante di tale processo storico si collocava il SISTEMA RAPPRESENTATIVO MODERNO, di tipo EVOLUTO, imperniato sul PARLAMENTO NAZIONALE CENTRALE, che costituiva per Kautsky, nella sua configurazione tipologica compiuta, LA forma perfezionata della rappresentanza e mediazione degli interessi come superamento dell’’anarchia feudale’ e del ‘particolarismo’ locale e corporativo. Esso aveva tratto le sue origini e forze motrici in quelle tendenze crescenti alla ‘centralizzazione politica e sociale’, oltreché economica e territoriale evidenziate dall’influenza sempre maggiore delle ‘grandi città’ e della ‘capitale’, e stimolate dalla formazione del mercato nazionale e dell’’assolutismo monarchico’ (Francia, Austria, Prussia, Russia) e ‘parlamentare’ (Inghilterra, Polonia, Paesi Bassi) dei secoli XVI-XVIII / 56- Qualsiasi semplicistico, utopistico ritorno al passato – che si trattasse della ‘legislazione diretta’ degli antichi, o della ‘rappresentanza federativa’ e ‘corporativa’ di tipo feudale- risultava ormai completamente sbarrato dalla tendenza dominante alla ‘centralizzazione’ economica e politico-amministrativa, che sarebbe culminata nella società socialista e che costituiva, per Kautsky, il risultato ‘naturalmente necessario’ della crescente ampiezza complicazione, razionalizzazione e autonomizzazione specialistica delle FUNZIONI sociali e politiche e degli ORGANI istituzionali corrispondenti. Egli lasciava intendere che anche nello Stato socialista del futuro gli istituti rappresentativi nazionali sarebbero rimasti come ‘organi basilari’ della ‘dittatura del proletariato’ per garantire l’istanza principale, della CENTRALIZZAZIONE razionale -piano metodico e unitario, rigorosa coerenza della produzione normativa- mentre la legislazione popolare diretta (diritto di iniziativa dei cittadini, REFERENDUM) avrebbe potuto solo coadiuvarli come una sorta di CORRETTIVO, per salvaguardare l’istanza secondaria della DEMOCRAZIA, concepita prevalentemente come ‘controllo popolare’ sull’operato dei deputati/delegati [contro la tesi di derivazione rousseauviana della legislazione popolare diretta -una proposta la cui inattuabilità pratica e pericolosità demagogica era già stata a suo tempo argomentata da Louis Blanc -sia per le insormontabili difficoltà tecnico-funzionali della sua realizzazione, sia per gli inevitabili rischi di degenerazione burocratico-autoritaria e di deriva plebiscitaria in essi impliciti /64- [Interpretazione evoluzionista-funzionale vs interpretazione ‘crollista’, antagonistico-classista del regime parlamentare (= regime rappresentativo) -> corollari di un paradigma] / 65- Diritto di voto, stampa, associazione e riunione come ‘valvole di sicurezza’ della società / Pieno dispiegarsi della lotta anticapitalista del proletariato organizzato / [SOCIALDEMOCRAZIA vs DEMOCRAZIA RADICALE DELLA VECCHIA SCUOLA] / [Fenomeni degenerativi del parlamentarismo: corruzione, clientelismo, trasformismo, intimidazione ecc. <- mezzi di contrasto: controllo democratico-popolare vs disciplina di partito] / 66- Accordare diritti politici al popolo (= contadini + piccoli borghesi egemonizzati dalla borghesia) non significa affatto tutelare gli interessi del proletariato o dell’evoluzione sociale / Unica classe lavoratrice, dalla cui attività dipende l’intera società, EDUCATA dalla lotta di classe alla solidarietà e alla disciplina attraverso le sue organizzazioni / 67- La socialdemocrazia come unico partito anticapitalista -> GENESI DELLE TEORIZZAZIONI DEL PARTITO UNICO IN CAMPO SOCIALISTA / Esigenza tipicamente tedesca di organizzare masse disciplinate alla guida di capi autorevoli / Divaricazione di interessi tra élite proletaria e massa del proletariato ->pro controllo del partito su operato frazione parlamentare / -> Il deputato parlamentare come mandatario del popolo (= incaricato del partito) -> I deputati si presentano agli elettori non più come individui , ma come rappresentanti di partiti determinati / Interessi generali della classe operaia coincidenti con quelli universali del progresso / [rappresentanza immediata = priva di canali o corpi intermedi] / Sovranità popolare che non riconosce divisioni al proprio interno –
69- KAUTSKY E LO SPOSTAMENTO DEL BARICENTRO DELL’ATTIVITA’ POLITICA DAL PARLAMENTO AL PARTITO -> Scontro delle volontà collettive e totalmente in sé conchiuse dei partiti che tendevano alla conquista del potere statale / 70-Unificare i lavoratori salariati nell’entusiasmo per le grandi mete lontane, esclude alleanze e coalizioni con altri partiti borghesi/IL SOCIALISMO DA SETTA A GRANDE PARTITO / Tattica dell’assoluto (rivoluzione) vs tattica riformatrice / 71- Engels contro l’isolazionismo del partito [IMP 162] / [Bebel (leader indiscusso della SPD fino alla morte) e la semplificazione della società capitalistica] / 72- Wollmar riformista vs spirito caporalesco prussiano di Kautsky e Bebel /73- Kautsky contro indirizzo di politica sociale liberale sul modello inglese (pericolosa come le riforme dall’alto bismarckiane) -> forze frantumate da un esercizio acritico dei metodi inglesi di politica sociale /74- Politica socialriformistica di tipo liberal democratico = formazione di aristocrazia operaia / LA GRANDE LEVA DEI NOSTRI SUCCESSI E’L’ENTUSIASMO RIVOLUZIONARIO ( 1890-1893) / 75 [Richiesta di democratizzazione vs carattere rivoluzionario del partito? / [Miseria (+ di povertà), oppressione ( vs libertà) e sfruttamento (vs arricchimento dei capitalisti) che crescono = Programma di Erfurt 1891] / SOCIALDEMOCRAZIA ≠ DEMOCRAZIA E RIFORME SOCIALI / 164- Kautsky e il rifiuto di ogni richiesta a favore dei contadini -> contro politica di alleanze con ceti popolari ≠ proletariato salariato / Contro ogni demagogo che faccia sfoggio della necessaria sicumera e non manchi di radiose promesse / [Compromesso legislativo (tattica) vs compromesso governativo (strategia)] /77- Si può governare uno stato senza principi, ma non seguendo contemporaneamente principi differenti -> quando gli antagonismi di principio vengono meno rimangono solo gli intrighi degli arrivisti / 78- Max Weber su atteggiamento SPD relativamente a governo del paese /
80. SUL SISTEMA POLITICO TEDESCO D’ANTEGUERRA -> [partiti come] espressione di determinate costellazioni sociali pre-politiche -> politica = diffusa strutturazione del mondo di valori e interessi propri dei singoli MILIEU / I partiti tedeschi, fin dalla loro origine, in epoca romantica avevano teso a configurarsi come ‘comunità di fede’ pretendendo all’universalità e come scarsamente tolleranti verso il pluralismo, come ‘partiti della verità’ in lotta contro l’errore (≈ destra e sinistra hegeliane, come depositari di pretese leggi di tendenza vs maturità necessaria per assumere la direzione politica dello Stato / 81- Socialdemocrazia ostracizzata come nemica dello Stato nazionale moderno fondato su strutture centralizzate di potere di comando [= Stato-potenza] / Noccioli duri della costituzione materiale e via tedesca alla ‘modernizzazione conservatrice’/ 86- Contesto autoritario e vocazione ideologica anti-pluralistica della SPD / 87 – [Tre definizioni di democrazia per Bernstein: 1. Una mera forma di dominio = sovranità popolare = dominio della maggioranza; 2. Libertà = democrazia -> ‘assenza di un dominio di classe’ (definizione negativa); 3. Democrazia = norme di diritto che salvaguardano i singoli contro l’arbitrio di maggioranze occasionali’ =sintesi fra prima e seconda definizione-> concetto integrale vs concetto strumentale di democrazia] /90 – Rappresentazione utopica secondo cui le nazioni moderne si dissolveranno in un’innumerevole quantità di gruppi del tutto indipendenti / Effetti storici della democrazia per Bernstein / 91 [Kautsky (Catechismo rivoluzionario) ≈ Bernstein / Classi emergenti e concessioni che le [vecchie classi] non avevano più la forza di negare / Carattere generale e non imperativo del mandato parlamentare per Bernstein / 92 Sulla congruenza tra partiti e classi per Bernstein vs univocità classista del partito operaio di Kautsky/ BERNSTEIN COME ANTICIPATORE DI MAX WEBER -> Come l’uomo non è lo strumento privo di volontà delle condizioni esistenti, così i partiti e i loro capi non sono strumenti privi di volontà dell’istinto di classe / 93 – La democrazia come scopo in sé (Bernstein vs Kautsky) / 93- Democrazia vs produzione (cooperazione) -> divisione del lavoro tra competenti e profani /94- Questioni di principio e di conformità al fine / Democrazia come giacobinismo vs democrazia come autoamministrazione / Rovesciamento politico come caduta delle potenze attualmente dominanti / [SUL PARTITO-> ESERCITO VS MASSA CONFUSA] / Entusiasmo vs scetticismo (critiche e dubbi) ≈ Principi vs stati d’animo (mutevoli) / 96 – Gaetano Mosca sul far credere / 97- Per la quasi totalità degli uomini illudersi è un fenomeno meno materiale, man non meno sentito di tanti altri / 98 – Il socialismo come liberalismo organizzatore (Bernstein) -> Liberalismo come principio generale ( concetto positivo di libertà individuale) vs liberalismo manchesteriano / 100- Sulle crescenti differenziazioni nella classe operaia (tipo di occupazione, livello di reddito, stile di vita, aspirazioni) / Kautsky contro iniziative per corrompere i sindacati / I ‘sentimenti altruistici’ come nucleo dell’etica comunista per Kautsky-> egemonia del pensiero del proletariato industriale su altre classi lavoratrici [PROLETARIATO INDUSTRIALE ≠ PROLETARIATO TOUT COURT? N.M.] /101- Contro lo spirito unilaterale di casta e chiusura degli operai privilegiati che trasformano le componenti più attive dei militanti di avanguardia in oppressori delle componenti più indifese della classe operaia / Kautsky contro le richieste di autonomia e ‘neutralità’ dei sindacati / Kautsky-> La via al potere / 102- Sulla democrazia come forma di governo basata sul dominio della maggioranza (Kautsky contro la seconda definizione di democrazia di Bernstein) / 103- Gli anarchici contro la democrazia come forma di dominio della maggioranza / 104 SPD come partito popolare mirante al completamento del liberalismo vs SPD come ‘partito della rivoluzione sociale’ indirizzato al ‘superamento del modo di produzione capitalistico’ / 105- Quando nei democratici prevale la paura del proletariato , essi diventano liberali tradizionali del vecchio tipo (manchesteriano?) / 106- Avanzata reazionaria di fine secolo nell’Europa continentale ( vs Esperimento di Gladstone?) / 107 – Alla divisione della piccola-borghesia deve attribuirsi il regresso della democrazia borghese -> DEMOCRAZIA PROLETARIA vs DEMOCRAZIA REAZIONARIA / 109- L’alta finanza sapeva bene come rendere impotente il parlamento (Kautsky) / 110- Evoluzione sociale contemporanea (ceti rivoluzionari vs sfruttatori piccolo-borghesi di città e campagna + intellettuali) / [Anticolonialismo dogmatico della SPD?) / 112- Responsabilità e cattiva amministrazione solo per aver lasciato inutilizzato il potere posseduto / PARADIGMA ANALITICO e POLITICO PROGETTUALE -> Kautsky ( su inasprimento degli antagonismi sociali ) vs Bernstein / [ Posizione di potenza dei gruppi parlamentari ->PARTITI DELLA PROTESTA ASSOLUTA = PARTITI DELLO STATO D’ANIMO O DELL’IMMOBILISMO / PARTITI RIFORMATORI vs PARTITI PLUTOCRATICI con seguito di piccola borghesia -> antagonismo di classe , crisi storica del liberalismo, decadenza del regime parlamentare / MARX CONTRO ANGUSTO CORPORATIVISMO OPERAISTICO (Lassalle in programma di Gotha) CHE VEDE DI FRONTE A SE’ UN’UNICA MASSA REAZIONARIA DI TUTTE LE ALTRE CLASSI -> Marx sullo ‘Stato libero’ e sulle FORME DI STATO nel programma di Gotha -> Marx su sovranità popolare [vs Reich prussiano-tedesco] e repubblica democratica / Engels vs Lassalle su democrazia piccolo-borghese / Kautsky vs slogan dell’unica massa reazionaria vs lotta per libertà politiche e forme democratiche -> pro politica del compromesso contro mascheratura del carattere di classe del partito / Ostilità delle classi medie contro proletariato su imperialismo e colonialismo (= unica prospettiva offerta dal capitalismo ai suoi sostenitori)-> Kautsky su isolamento del proletariato causato da politica imperialistica -> ‘putrefazione generale che oggi ha colpito la democrazia borghese, che abbandona i suoi principi per guadagnarsi i favori del governo’ (Kautsky) / 179- PERIODO DI CRISI CHE RISCHIA DI GETTARE GLI OPERAI IN UN’APATICA DISPERAZIONE / 115- In tutte le alleanze con la destra è solo la sinistra che ci perde , non la destra (Bebel) / 116- I membri della SPD non cittadini ma ‘nemici del Reich’ fino al 14 agosto 1914 / Distacco di Kautsky dall’ala più radicale dell’SPD dopo La via al potere verso le posizioni centriste di R. Hilferding-> Polemiche con R. Luxemburg e A. Pannekoek / Opposizione di principio alla politica protezionistica e di corsa agli armamenti vs solo opposizione alle sue conseguenze fiscali (1911-1912) / Critiche al verticismo del gruppo dirigente SPD e al moderatismo della sua campagna elettorale / 121- Kautsky contro la trasformazione dell’SPD da partito di classe degli operai dell’industria in ‘partito popolare’ di tutti i settori e le categorie di lavoratori / 122- I sindacati a congresso nel 1902 respingono lo sciopero politico di massa come strumento di lotta della classe lavoratrice tedesca nelle condizioni attuali / 123- [Tanto più grande è la corporazione (l’organizzazione politica) tanto più grandi sono le conseguenze di ciascun passo e la responsabilità dei suoi funzionari] -> Sulla complessità dell’organizzazione dell’SPD [Cfr. dettagli]-> semina eterna vs raccolta di ciò che è maturo -> processi di integrazione del movimento operaio tedesco nel NATIONALER MACHTSTAAT-> EDUCAZIONE LIBERALDEMOCRATICA vs CAPACITA’ DI ATTRAZIONE DEL NAZIONALISMO COLONIALISTA /183 Scopo finale dell’SPD = socializzazione della proprietà privata -> operai pro sviluppo tranquillo vs PATATRAC (RIVOLUZIONARIO) /124- -Entusiasmo nazionale SPD e superamento isolamento -> voto a favore dei crediti di guerra per minaccia di scioglimento dell’organizzazione operaia e enfasi su minaccia zarista -> ‘Tedeschi a testa alta, amici del Reich a tutti gli effetti’in centinaia di assemblee / 125- Kautsky condivide fino al 1914 le valutazioni dei pacifisti della II internazionale / 126- Sciopero generale + insurrezione vs ondata sciovinistica di massa? / 127- PARLAMENTARISMO (= superiore democrazia rappresentativa = governo parlamentare vs assolutismo burocratico nelle sue forme storiche (monarchico, nobiliare, bonapartistico)-> il cui compito è il controllo del governo vs fallacia della legislazione diretta del popolo (Kautsky1893) -> più perniciosa delle degenerazioni dispotico/ autoritarie / 128- Metodi democratici di lotta vs guerra civile ( in Russia e in Francia) /Simmel = laboratorio neokantiano (1912)-> problematica dell’individualismo etico / La classe dirigente non era in Austria una cricca militarista ma una monarchia multinazionale e multirazziale / [Europa in nome di un fine inferiore naturalistico-nazionale vs internazionale austro-magiara-slava] / 131 PROGRAMMA DI ERFURT DEL 1891 COME MAGNA CARTA DEL SOCIALISMO/ 132- Neutralisti vs interventisti in guerra / 133– La rivoluzione russa come ultima delle rivoluzioni borghesi [per contrasto insanabile tra città e campagna] [per contrasto insanabile tra città e campagna] e non la prima delle socialiste (Perticone) / 136- Quando Marx parlava di dittatura del proletariato intendeva uno Stato provvisorio e transitorio, non già un sistema di governo [la dittatura come sistema di governo = abolizione di ogni diritto all’opposizione, a cui vengono tolte libertà di stampa, di riunione e di voto] / Perticone come giurista e storico delle dottrine politiche.
191- Prefazione di Kautsky alla seconda edizione
7- Il concetto di rivoluzione sociale
10- [Rivoluzione (= Conquista del potere politico da parte di una sola classe = conquista delle forze di uno Stato per opera di una classe finora soggetta -> rivoluzione politica -> rivoluzione sociale) ≠ Riforma -> pur essendo entrambi provvedimenti che tendono ad adattare la soprastruttura giuridica e politica della società alle variate condizioni economiche] / RIVOLUZIONARIO (vs riformista) = chiunque tenda a far conquistare il potere politico a una classe finora oppressa/ /
11- Evoluzione e rivoluzione
11- Non la tendenza alle riforme sociali, ma il limitarsi ad esse per principio distingue il riformista dal rivoluzionrio / UNA RIVOLUZIONE POLITICA DIVENTA UNA RIVOLUZIONE SOCIALE QUANDO SIA COMPIUTA DA UNA CLASSE FINORA OPPRESSA CHE E’ COSTRETTA A COMPLETARE LA PROPRIA EMANCIPAZIONE POLITICA CON UNA EMANCIPAZIONE SOCIALE /12-Su passi del Vecchio testamento [vs Nuovo-> in cui ogni vitalità politica (insurrezione) era soffocata dai poteri di potenti dominatori] in cui vive lo spirito di una democrazia agricola originaria / [PENSIERO TEOLOGICO-> PENSIERO GIURIDICO-> PENSIERO SCIENTIFICO] / Nel pensiero giuridico (diritto esistente prodotto da eventi storici vs diritto dell’eterna ragione, di natura come diritto umano inalienabile: ma il recupero di questo diritto non può essere una cosa antigiuridica, anche se avveniva per mezzo di una rivoluzione) la rivoluzione è uno strappo violento dell’ordine giuridico esistente, quindi un diritto alla rivoluzione sarebbe un’assurdità e comunque la rivoluzione è un’ingiustizia / 13 La borghesia poi condanna la rivoluzione col nuovo pensiero, sorto insieme ad essa, delle scienze naturali -> Fino a che la borghesia era rivoluzionaria anche nelle scienze naturali (biologia, geologia) dominarono le teorie catastrofiste (per es. forza soprannturale che dà origine al mondo attraverso successivi atti di creazione) [-> poi evoluzionismo dei mutamenti impercettibili] / 14- Ognuno, anche se involontariamente, subisce l’influenza della classe nella quale vive / [Esattezza vs successo storico di una teoria-concezione] -> le teorie dell’evoluzione accolte da grandi ceti sociali entusiasmati, pur avendo questi ultimi l’assoluta impossibilità di controllarne l’esattezza/ 16- PROGRESSI NEI METODI DI OSSERVAZIONE E CAMPI DI FENOMENI / 17- CATASTROFI = rapide ed estese trasformazioni di forme /18.- Il parto come esempio di fenomeno naturale catastrofico [ANALOGIA TRA PARTO E RIVOLUZIONE] -> ORGANI CHE SI SVILUPPANO LENTAMENTE E POI IMPROVVISAMENTE METTONO IN ATTO NUOVE FUNZIONI/ [ORGANI ≠ FUNZIONI->] Il sistema ferroviario per es. passa da strumento di arricchimento di un nuovo ceto di capitalisti a impresa che serve il bene comune / [Sistema ferroviario ≈ ministero di uno Stato centralizzato] / [Organi e organismi unitari con funzioni collegate ] -> Una ferrovia o un ministero non possono essere portati a poco a poco dalle funzioni capitalistiche a quelle socialistiche / [Sul grado di maturità degli organismi] /L’atto della nascita non segna la fine dello sviluppo ma il principio di una nuova fase di sviluppo / Una rivoluzione può trasformare di colpo una fabbrica dalla proprietà privata alla proprietà socialista. Ma solo gradualmente, nel corso di una lenta evoluzione, si potrebbe trasformare una fabbrica da un luogo monotono, di lavoro forzato, insoffribile in un luogo attraente di lieta attività di uomini contenti di vivere
21- Le rivoluzioni nell’antichità e nel medio-evo
21 [Quesito se la rivoluzione sia una necessità o meno] / Prima dell’esistenza degli antagonismi di classe e del potere politico [= potenza dello Stato] quando una conquista del potere politico da parte di una classe oppressa non era possibile] / [CATASTROFE CHE PORTA A UN RINNOVAMENTO DURATURO =CHE PORTA A UNA NUOVA FORMA SOCIALE] /22- Nell’antichità e nel Medioevo il perno della vita economica e politica era il comune . Ogni comune formava una società che in tutte le cose essenziali bastava a se stessa (…) I grandi Stati erano solo conglomerati di comuni, i quali erano tenuti insieme da una dinastia o da un comune che dominava e sfruttava gli altri / [Movimenti sociali di individui e di masse = questioni generali e conseguenze storiche vs questioni personali o piccole accidentalità -> 23- Il regolare e il generale vengono coperti dall’accidentale e dal personale] / 23- Non conoscenza profonda di cause e scopi dei movimenti delle classi [> Lotta delle classi oppresse solo per allontanare singole persone o per distruggere certe istituzioni locali e non per fondare un nuovo ordinamento sociale]-> 24 Anche dove si tentava del nuovo si cercava di convincere se stessi che questo significava un ritorno all’antico dimenticato / [I progressi della tecnica-> divisione del lavoro sempre a base artigianale -> Gli strumenti del lavoro avevano poca importanza, mentre molta importanza aveva l’abilità manuale] /Grandi imprese che sono condotte per mezzo di schiavi che sono al di fuori della comunità come forestieri / UNA FORMA ECONOMICA PiU’ ELEVATA E UN NUOVO IDEALE SOCIALE NON PUO’ SORGERE DA UN’ECONOMIA A SCHIAVI -> Ricostituire condizioni precedenti (per es. riforme soloniche) vs rinnovamento sociale /25- [Burocrazia come mezzo di gran valore sviluppatosi solo tardivamente-> per es. a Roma solo al tempo dell’impero]/ LE CLASSI DOMINANTI NELL’ANTICHITA’ NON SOLO DOMINAVANO MA GOVERNAVANO-> ozio che serviva per opere artistiche, filosofiche, politiche / [Nell’antichità = pre-moderno] la massa popolare non era completamente disarmata-> ‘ogni cittadino era armato’] /26- Le rivoluzioni antiche non raramente finivano con compromessi / Tra i grandi Stati moderni l’Inghilterra è quella che è più vicina al Medioevo, non già economicamente ma nelle sue forme politich-> poca burocrazia e militarismo + aristocrazia che governa -> tendenza al compromesso (vs rivoluzione).
27- Le rivoluzioni sociali del periodo capitalistico
27- [ La scomparsa della schiavitù in Europa avviene tanto lentamente che i contemporanei non se ne accorgono neppure] / 28- Il metodo capitalistico di produzione crea lo Stato moderno che pone fine all’indipendenza politica dei comuni e dei distretti [insieme alla fine dell’indipendenza economica di questi]-> Lo Stato moderno associa alle altre eguaglianze anche l’eguaglianza di lingua / [I mezzi di dominio dello Stato moderno sono cresciuti enormemente -> TECNICA DELLE ARMI, esercito separato dal popolo e capi militari come casta privilegiata; + MEZZI DELLA TECNICA ECONOMICA + BUROCRAZIA CENTRALIZZATA che si serve di un’estesissima divisione del lavoro (≈ specializzazione professionale)/ 29- [Classi dirigenti senza ozio nel modo di produzione capitalistico (= concorrenza)->]come l’arte e la scienza anche l’amministrazione cessa di essere svolta dalla classe dominante (…) La classe capitalistica domina, non governa. Essa si accontenta di dominare il governo [≈ al passaggio da nobiltà feudale a nobiltà di corte] / 31 [Vecchio = sperimentato, rispettabile, intangibile vs insufficiente, imperfetto, invecchiato = inservibile vs alla moda] / [Ordinario = naturale -> sulle cause di nuove e inaudite formazioni sociali -> fenomeni di massa -> per es. economia capitalistica] / OSSERVAZIONI METODICHE IN MASSA DI FENOMENI REALI, STATISTICA SOCIOLOGIA, DA CUI SORGE L’ECONOMIA POLITICA / 33- La critica teoretica delle classi socialmente oppresse [≠ da Medioevo o Antichità] non si dirige più d’ora innanzi contro persone singole o istituzioni ma contro il complesso della società attuale / In queste differenze dello Stato moderno e della società moderna dalle organizzazioni antiche e medievali si fonda la differenza nella sua evoluzione / 33- La grande rivoluzione francese forma il tipo classico della rivoluzione sociale/ Il tempo delle rivoluzioni sociali è passato oppure no? / 35 Noi abbiamo trovato che la rivoluzione sociale è un prodotto di speciali condizioni storiche (…) Una potenza di Stato rafforzata da burocrazia e militarismo /36- Tanto più le classi dominanti si appoggiano al macchinismo dello Stato [Nuovi fenomeni sociali che rendono inutile ogni rivoluzione sociale]
36- L’attenuazione degli antagonismi di classe
37- [Antagonismo di classe = sfruttamento (≠ miseria) / Chi contesta che lo sfruttamento del proletariato si accresca dovrebbe inviarci una confutazione del Capitale di Marx / 38 – [Teorie grigie vs dati statistici da toccare con mano] / 40-41- [Differenze salariali tra industria, gas, minatori, cotone] / [Cifre statistiche su operai organizzati ≠ da disorganizzati] / 42-Vi è una via per la quale si fa sentire anche [agli operai] il crescere dello sfruttamento. Nella stessa misura nella quale aumenta il profitto, si eleva anche il tenore di vita della borghesia. Ma le classi non sono separate da muri divisori (…) La borghesia ci suona la cantilena della scomparsa della modestia nelle classi inferiori / 43 – [Case operaie vs case borghesi oggi fastose] / Uno degli eventi più caratteristici degli ultimi 50 anni è l’elevazione rapida e ininterrotta del proletariato nelle proprie condizioni morali e intellettuali [= considerazione politica e sociale del proletariato vs ‘neoplebe’ di oggi?] / [Cfr. il socialista Rodbertus su] invasione barbarica proveniente dall’interno della società (= il proletariato) che rovina le fonti della civiltà e della ricchezza + il timore di Heine dopo la Comune di Parigi per l’avvento dei comunisti che distruggono la bellezza] / [Oggi] i comunisti e il proletariato formano il sostegno più sicuro dell’arte e della scienza.
45- Come il proletariato anche gli intellettuali sono una specialità del sistema capitalistico. Io ho accennato sopra come le classi dominanti sono talmente affaccendate che ad esse non rimane più il tempo né l’interesse ad occuparsi degli affari dell’amministrazione e dello Stato e a dedicarsi all’arte e alla scienza come faceva l’aristocrazia di Atene o il clero nei tempi migliori della Chiesa cattolica . Tutta l’alta attività spirituale che un tempo era privilegio delle classi dominanti, oggi essi lasciano ad operai stipendiati e lo stipendio di questi dotti, artisti, ingegneri, impiegati di professione è in rapido aumento [-> La classe degli intellettuali nel nuovo ceto medio-> COSCIENZA DI CORPO O VANITA’ DI CORPO ≠ COSCIENZA DI CLASSE-> Gruppi di intellettuali con interessi troppo diversificati per poter sviluppare una coscienza di classe] / 46- Gli intellettuali sono i primi ad essere accessibili alle vedute scientifiche e possono con argomenti scientifici esser guadagnati per l’uno o per l’altro partito [progresso del socialismo e regresso del liberalismo] / [INTELLETTUALITA’ = PARTE DELLA BORGHESIA CHE SCRIVE E PARLA MA NON QUELLA CHE DETERMINA L’AZIONE] / Gli uomini si devono conoscere dai fatti ! /47- Il socialismo è diventato oggi un divertimento da salone [vs forza ed energia degli intellettuali che rompevano un tempo con la società borghese] / I metodi di lotta degli intellettuali sono ben diversi da quelli del proletariato [ numero e organizzazione del proletariato vs ricchezza e armi della borghesia vs armi intellettuali (= superiorità morale) [scritti e discorsi] = armi da sala] / [Gli intellettuali gettano discredito sull’idea di rivoluzione e cercano di separare dal proletariato un’ala riformista, agiscono per scinderlo e per indebolirlo (= unico effetto dell’incipiente conversione degli intellettuali al socialismo) / 48 – [Posizione di mezzo tra classi sfruttatrici e classi sfruttate = ceto medio] / 50- [Divisione della piccola borghesia e regresso della democrazia borghese] /[Democrazia socialista proletaria vs democrazia reazionaria (nazionalismo)]/ 51 –[Piccola borghesia = piccoli contadini proprietari [BAUERN] vs piccolissimi contadini] / 53- [In un primo momento il contrasto tra proprietari terrieri e industriali era maggiore che con gli operai -> ma ora] i tempi dei Tories e degli Junker, di Disraeli e di Rodbertus [ecc.] sono ormai passati da un pezzo, come la piccola borghesia e la classe dei grandi e grassi contadini, anche la grande proprietà terriera diventa sempre più ostile agli operai / 54- Le coalizioni dei capitalisti eliminano la concorrenza tra gli imprenditori, non solo contro i compratori dei loro prodotti , ma anche contro i loro operai / 55- Il proprietario di capitale nelle sua forma monetaria [finanza, banche]è la forma modernizzata del vecchio usuraio. Egli rileva il reddito dal proprio denaro che impresta contro interesse, non già come prima a privati bisognosi, ma anche a imprenditori capitalisti, Stati, comuni ecc. / 55- [I proprietari terrieri e l’alta finanza ammirano molto] il militarismo e una politica governativa fortemente energica [violenta] all’interno e all’estero] / I capitalisti del denaro non hanno bisogno di temere la potenza di uno Stato indipendente dal popolo e dal parlamento, perché essi lo possono dominare come creditori. Essi hanno un interesse allo sviluppo del militarismo, delle guerre e dei debiti di Stato. / Se l’uomo di finanza è superbo, sprecone e violento, l’imprenditore industriale è parsimonioso, timido e pacifico [le guerre per lui significano tasse e ristagno della produzione] / [L’imprenditore industriale inclina verso parlamentarismo e liberalismo] / 57- Con la concentrazione dei capitali la finanza si va impadronendo dell’industria [e diminuisce l’antagonismo tra industria e finanza-> Indice: accrescimento società per azioni vs imprese private]-> Di fatto questo è un mezzo per trasformare tutto il denaro delle classi medie e inferiori (del quale esse non hanno bisogno per l’immediato consumo) in capitale monetario e come tale metterlo a disposizione dei capitalisti del denaro, per la loro compera di intraprese industriali [58- Tutta la favolosa ricchezza di Morgan in Usa sarebbe impossibile senza azioni-> Secondo l’Economist di Londra Morgan, Rockfeller e soci controllano 30.000 miliardi di marchi dei 70.000 su cui si basa tutta la vita economica USA = quasi la metà] / 59- Quel rimasuglio di riguardi verso l’operaio che il privato imprenditore poteva ancora conservare [per la vicinanza di vita ai suoi operai] va completamente perduto [per il finanziere gli operai sono solo cifre di un problema aritmetico] / Il capitale monetario è quella forma di capitale che inclina di più verso gli atti violenti, quello che più facilmente si lega in monopoli ed acquista con ciò una potenza senza limiti sulla classe operaia, quello che è più estraneo agli operai [ e scacci i capitali privati] / [Ma l’Inghilterra non è l’esempio tipico del nostro avvenire come diceva anche Marx!- e qui non diminuiscono i contrasti di classe?-> [In realtà] dopo Marx l’Inghilterra ha cessato di essere il paese classico del capitalismo [ora lo sono Usa e Germania] / [Marxisti ortodossi = quelli che non ripetono pappagallescamente le frasi di Marx, ma ne applicano il metodo per capire il presente] / L’Inghilterra è stata il paese classico del capitalismo, quello nel quale il capitale industriale arrivò prima alla sua prevalenza. Ed esso diventò strapotente economicamente non solo contro le altre classi del suo paese, ma anche contro l’estero/ 60-[Il capitale industriale rinuncia all’oppressione violenta della classe operaia e cerca di dividerla e di corrompere i suoi capi con cortesie-> Cfr. I ebb sul cambiamento dello spirito pubblico in Inghilterra-> Germania e Usa possono servire oggi da modelli per studiare il futuro dell’Inghilterra]/ 62-[Gladstone (capitale industriale) vs Chamberlein (capitale finanziario)].
63- La democrazia
64- [Cooperative (= socialismo) vs capitalismo?] / [Leghe di mestiere vs assolutismo industriale -> poi costituzionalismo -> poi industria repubblicana = Idillio vs evoluzione rivoluzionaria] / 65- [Nuovi metodi di resistenza e d’oppressione della borghesia di fronte al rafforzarsi del proletariato =] riproduzione della lotta su terreni sempre più grandi e con conseguenze sempre più profonde per ogni vittoria e ogni sconfitta / 66- [Le cooperative non possono espropriare i capitalisti, ma solo gli artigiani: per es. i fornai->] I grandi capitalisti non si levano contro le cooperative di consumo, ma sono i piccoli borghesi che si levano furibondi contro di esse / Le cooperative di consumo allontanarono parecchi ceti vicini al proletariato dal movimento socialista / -> IL MEZZO CHE DOVEVA SERVIRE ALL’ASSORBIMENTO PACIFICO DEL CAPITALISMO DIVENTA UN MEZZO CHE ACCENDE UN NUOVO ODIO DI CLASSE / [Le cooperative di consumo hanno danneggiato finora solo i piccoli rivenditori, non i grandi magazzini] /67- [Molto più importanti per il proletariato che le cooperative di consumo sono le leghe di mestiere. Ma queste sono organizzazioni di lotta, non organizzazioni per la pace sociale] /[Leghe degli imprenditori e potere politico vs leghe di mestiere] /68. [I Webb in Inghilterra su leghe forti (carbonai, edilizia, cotone, ferriere) e leghe deboli (marinai, operai non istruiti)] / 69. [Leghe e socialismo municipale trovano i loro limiti nel presente ordinamento dello Stato e della società->] Ogni azione riformatrice profonda richiede nuove tasse che sono risentite in modo gravoso non solo dalle classi superiori ma anche dalla grande massa della popolazione. Alcune amministrazioni comunali conquistate dai socialisti o da simpatizzanti, furono riconquistate dagli avversari a causa delle tasse [Londra, Roubeix] / [Progresso intensivo vs estensivo della protezione del lavoro ->Qual progresso abbiamo noi ottenuto oltre la giornata di 10 ore?] / 72- Il liberalismo borghese si dilegua non appena il partito socialista cresce: contro la discrezione dei riformisti]/ 73- [Sulle cause di degenerazione dei parlamenti ≠ socialismo] /74- TANTO PIU’ LE CLASSI POSSIDENTI DIVENTANO REAZIONARIE, TANTO PIU’ SI SMINUZZANO IN PICCOLI PARTITI / 75- Coalizioni e decadenza del parlamento -> disgregarsi dei grandi partiti parlamentari in tante frazioni diverse e antagonistiche / Tanto più le classi oggi dominanti nel parlamento diventano superflue e dannose, tanto più la macchina parlamentare perde di importanza [mentre l’acquista il governo] / 76- COSI’ LA CANDELA BRUCIA DALLE DUE PARTI, i partiti dominanti come i governi condannano i parlamenti alla paralisi progressiva, NON MI SI FRAINTENDA PERO’ PENSANDO CHE IO RITENGA LA DEMOCRAZIA UNA COSA SUPERFLUA / 76- La democrazia è di grande valore, non fosse altro perché rende possibile forme più elevate di lotta rivoluzionaria / [1789-1848 = LOTTA DI MASSE DISORGANIZZATE CHE SI LASCIANO ENTUSIASMARE E RAGGIRARE DA OGNI DICERIA O ACCIDENTALITA’ vs LOTTA DI MASSE ORGANIZZATE E INTELLIGENTI, PIENE DI FERMEZZA E DI PRUDENZA -> Le lotte elettorali sono anche strumenti per contare i nemici / 78- Anche la più piccola riforma può essere importante per lo sviluppo fisico e morale del proletariato ( vs la miseria dalla quale è costantemente minacciato) / 79- [Stampa socialista vs stampa senza partito e senza carattere che snerva e avvelena i grandi ambienti popolari] / La classe capitalista è diventata superflua mentre il proletariato è diventato la classe più importante della società [sic!] / 80- Da lotte per le prime necessità dell’esistenza a lotte per il potere.
80- Forme e armi della rivoluzione sociale
80- [Determinazione della tendenza] vs determinazione delle forme e della velocità [dello sviluppo storico] / LA RIVOLUZIONE DEL FUTURO SARA’ DIFFERENTE DA TUTTE QUELLE DEL PASSATO / E’ la prima volta che noi rivoluzionari andiamo incontro a lotte che devono essere combattute usando forme democratiche di organizzazione, che si sono formate sulla base delle libertà democratiche, contro strumenti che il mondo non aveva ancora mai veduti (…) i potenti mezzi dell’assolutismo degli Stati moderni, la burocrazia e il militarismo/83- I ceti rivoluzionari non hanno più soltanto da fare col governo ma anche con le forti organizzazioni degli sfruttatori. E i ceti rivoluzionari non rappresentano più, come nelle rivoluzioni passate l’enorme maggioranza del popolo contro un pugno di sfruttatori /I piccolissimi proprietari di città e di campagna, che in realtà sono salariati e hanno nei salariati la loro clientela / [L’organizzazione è l’arma principale da cui il proletariato trae la sua forza] /84- Se le rivoluzioni del passato erano sollevazioni del popolo contro il governo, la rivoluzione del futuro dovrebbe avere il carattere della lotta di una parte del popolo contro un’altra -fatta eccezione forse della Russia- e perciò dovrebbe assomigliare meno al tipo della rivoluzione francese e più a quello delle lotte per la riforma [simile a una lunga guerra civile-> ma il militarismo oggi può essere stritolato solo quando il soldato stesso apparisca infido, non per essere esso stato vinto dal popolo sollevato / 85- Noi non dobbiamo aspettarci la rivoluzione da un bisogno finanziario [= debiti dei governi], né da un’insurrezione armata /Lo strumento di lotta caratteristico del proletariato è l’astensione organizzata dal lavoro, lo sciopero / [Il sistema capitalistico di produzione restringe quello piccolo-borghese] /86- Lo sciopero politico avrà gran parte nelle lotte rivoluzionarie del futuro / Azione parlamentare e scioperi devono integrarsi e cooperare / [Lo sciopero politico non è una panacea universale come gli anarchici lo descrivono / [Lo sciopero politico è un’arma puramente proletaria e deve essere preso in considerazione solo quando si tratta di una lotta contro tutta la società borghese] / 89- La guerra come strumento per affrettare l’evoluzione politica e dare in mano al proletariato la forza politica / 90- Non raramente la guerra si è rivelata uno strumento di progresso per quanto brutale e devastatore / 91 – [Focolai di crisi -> accumularsi di problemi irrisolti + turbatori di quiete: Usa, Inghilterra, Giappone, Russia] / 92- Non mi si fraintenda- io ricerco qui, non profetizzo, non esprimo desideri, io ricerco ciò che può avvenire, non spiego ciò che avverrà e non ispiro ciò che deve avvenire / Solo i fanatici militari possono mostrare il triste coraggio di volere una guerra a sangue freddo, nonostante i suoi orrori / 93 Gli uomini fanno la propria storia, ma non scelgono a piacimento i nodi che debbono sciogliere / 94 – [Ricerca del reale= osservazione vs desiderio -> Questo è il fondamento di una politica razionale] / 96- [Operai inglesi vs operai russi = degrado politico (= football-box che occupano forza intellettuale vs idealismo rivoluzionario) vs forza politica
Parafrasi IA testo di K. Kautsky e dell’introduzione di Sergio Amato
1. Lotta come principio vitale del partito
Secondo Kautsky, la linfa vitale di ogni partito politico risiede nella sua costante attività di lotta. Qualsiasi forma di sospensione, anche momentanea, del confronto con l’avversario politico, conduce inevitabilmente gli elementi più attivi e combattivi del partito a rivolgere la loro energia polemica contro lo stesso partito. La vittoria, in questo contesto, rappresenta il più efficace strumento di mobilitazione. Mentre lo studio è un compito affidato all’individuo, il compito essenziale e specifico del partito è l’azione, ovvero la lotta.
2. Tattiche di neutralizzazione e radicalismo antiparlamentare
Kautsky adotta una strategia di posizionamento degli interlocutori critici: colloca uno alla “destra” e l’altro all’“estrema sinistra” rispetto alla posizione radicale assunta dalla maggioranza, al fine di neutralizzarli. L’estremismo radicale, come operazione politica ambiziosa, si proponeva di trasformare l’intransigenza antiparlamentare dei militanti più impegnati in una vera e propria tattica rivoluzionaria. Questa radicalizzazione non era dettata da un orientamento anarchico, bensì da una concezione rivoluzionaria di ispirazione giacobina, in particolare babeuvista e blanquista, fondata sull’azione di una minoranza decisa capace di avviare l’insurrezione.
3. Critica alla borghesia e alla libertà individuale dei capitalisti
Kautsky sostiene che le classi dirigenti borghesi non solo hanno esaurito la loro funzione storica, ma hanno anche perso la capacità di gestire efficacemente l’attualità. La questione centrale, secondo lui, è abolire la libertà individuale dei capitalisti e dei proprietari fondiari, sostituendo la coercizione privata con quella collettiva, intesa come espressione della natura umana. La lotta di classe deve risvegliare negli operai la coscienza sociale, tanto più intensa quanto minore è la loro proprietà privata, e dunque il loro legame con l’individualismo. L’individuo, di per sé, non ha valore: ciò che conta è la classe. L’individuo esiste solo attraverso la comunità, non viceversa.
4. Passaggio al settarismo e radicalizzazione interna
Negli anni ’80, la socialdemocrazia tedesca passò da una fase di pluralismo ideologico e dibattito interno a un irrigidimento settario, in parte determinato dalla repressione legale (Sozialistengesetz) e dalla crisi economica. L’isolamento politico del partito ridusse il dialogo con le forze esterne, favorendo un ripiegamento interno sempre più radicalizzato. Il collante ideologico di questa “integrazione negativa” era la contrapposizione assoluta e militante al sistema sociale, economico e politico esistente.
5. Nuove generazioni e razionalizzazione del socialismo
Le nuove leve della socialdemocrazia erano animate dalla fiducia nelle potenzialità di un’organizzazione razionale ed egualitaria della società futura, resa possibile dal progresso delle scienze naturali e delle tecnologie produttive. Questa visione razionalista difficilmente poteva conciliarsi con l’esperienza politica della generazione precedente, formata nella lotta contro Napoleone III e Bismarck, e orientata a ideali democratico-risorgimentali.
6. Engels e la democratizzazione del potere
Nel 1891, Engels mostrava una maggiore sensibilità, rispetto alla frazione parlamentare dell’SPD, per la necessità di democratizzare la struttura costituzionale del Reich tedesco e decentrarne l’amministrazione, in particolare in Prussia. Riteneva prioritaria la concentrazione di tutto il potere politico nelle mani della rappresentanza popolare, secondo il modello delle repubbliche democratiche (Francia, USA) o delle monarchie parlamentari (Inghilterra).
7. Funzioni specializzate e modernità rappresentativa
L’evoluzione degli Stati moderni, con il crescente carico di funzioni amministrative e militari, ha condotto a un processo di centralizzazione, razionalizzazione e specializzazione delle istituzioni, sostituendo le antiche forme assembleari con un sistema rappresentativo articolato. Per Kautsky, il parlamento nazionale centrale rappresenta la forma storicamente più compiuta di mediazione e rappresentanza, esito della centralizzazione politica, sociale, economica e territoriale promossa dallo sviluppo urbano e dai regimi assolutisti e parlamentari tra XVI e XVIII secolo.
8. Superamento delle forme antiche e ruolo del parlamento socialista
Kautsky considera illusorio ogni progetto di ritorno a forme arcaiche di democrazia diretta o rappresentanza corporativa. Il futuro Stato socialista, nella sua visione, conserverà gli organi parlamentari nazionali come strutture centrali della dittatura del proletariato, necessarie per assicurare la coerenza e l’unitarietà della pianificazione normativa. La democrazia diretta – sotto forma di iniziativa popolare o referendum – potrà assumere solo un ruolo accessorio e correttivo, utile a garantire il controllo dei cittadini sui propri rappresentanti, ma non sostitutivo del potere legislativo centralizzato.
9. Due modelli interpretativi del parlamentarismo
Il parlamentarismo può essere interpretato in due modi: come esito evolutivo e funzionale di un processo storico di razionalizzazione sociale, oppure come un campo di conflitto tra classi antagoniste. I diritti politici (voto, stampa, associazione, riunione) sono considerati da Kautsky come strumenti di salvaguardia del sistema, ma al contempo come precondizioni per lo sviluppo della lotta anticapitalista del proletariato organizzato. In questo contesto, la socialdemocrazia si distingue dalla vecchia democrazia radicale, sostenendo un controllo democratico sul parlamentarismo degenerato da fenomeni quali corruzione, clientelismo e trasformismo.
10. Egemonia della borghesia e ruolo del proletariato
Kautsky sottolinea che l’estensione dei diritti politici a contadini e piccola borghesia, soggetti egemonizzati dalla borghesia, non implica alcuna garanzia per la tutela degli interessi proletari. Solo la classe lavoratrice, educata alla solidarietà e alla disciplina attraverso le sue organizzazioni, può essere portatrice di un progetto sociale realmente progressivo. Di qui la teorizzazione del partito unico come strumento necessario per l’azione anticapitalista, in grado di organizzare masse disciplinate guidate da una leadership autorevole.
11. Rappresentanza e controllo del partito
Per evitare scollamenti tra vertici e base, il partito deve esercitare un controllo diretto sull’operato della sua rappresentanza parlamentare. I deputati non devono presentarsi come individui, ma come rappresentanti di un partito, portatori degli interessi generali della classe operaia, che coincidono con quelli dell’intero progresso umano. Il mandato parlamentare diviene così un incarico fiduciario assegnato dal partito, e la rappresentanza politica assume una forma mediata, regolata e disciplinata.
Parafrasi di La rivoluzione sociale di K Kautsky
Una trasformazione rivoluzionaria della società non presuppone esclusivamente l’esistenza di una classe rivoluzionaria, ma richiede altresì la presenza di un potere rivoluzionario. La borghesia, in quanto detentrice della potenza economica emergente nel contesto feudale, ha saputo acquisire gradualmente anche l’influenza politica e culturale necessaria per promuovere la propria egemonia. Tale transizione si è realizzata attraverso una progressiva affermazione del suo dominio intellettuale e morale – un’egemonia ideologica – prima ancora che attraverso la conquista diretta del potere politico. All’opposto, il proletariato non ha potuto percorrere un analogo cammino: la sua posizione subalterna nei rapporti di produzione capitalistici lo priva della possibilità di un’egemonia graduale o riformista.
Il proletariato, in quanto classe rivoluzionaria, si costituisce attraverso la lotta collettiva contro la struttura stessa della società borghese, e non dispone di una sfera autonoma di dominio all’interno dell’ordine vigente. Non potendo sviluppare una propria forma di potere sotto il dominio borghese, esso è costretto a perseguire la rivoluzione come atto di rottura, come evento politico radicale capace di sovvertire il rapporto di forza e inaugurare una nuova configurazione sociale. Di conseguenza, l’accesso del proletariato al potere politico non può avvenire per gradi o attraverso una progressiva partecipazione all’interno delle istituzioni esistenti, bensì mediante un cambiamento rivoluzionario che demolisca l’assetto borghese e ne istituisca uno nuovo, fondato sull’emancipazione collettiva e sull’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione
Nelle condizioni sociali determinate dal capitalismo, la rivoluzione moderna si configura come un processo di trasformazione radicale che prende forma entro la storia e nella storia, senza porsi come un evento esogeno o eccezionale. Essa nasce da contraddizioni interne al sistema capitalistico stesso, le quali maturano fino a produrre un cambiamento qualitativo dell’ordine esistente. A differenza delle rivoluzioni antiche, dove l’evento rivoluzionario si esauriva spesso nel rovesciamento del potere politico, la rivoluzione moderna si caratterizza per una portata più profonda e strutturale, incidendo sulle forme di produzione, sui rapporti sociali e sulla soggettività. Essa non mira unicamente a un ribaltamento istituzionale, ma alla trasformazione complessiva delle relazioni di dominio e delle condizioni materiali di vita. In questo senso, la rivoluzione moderna è inseparabile dalla dinamica del conflitto di classe e assume un carattere immanente alla logica del capitale: è al tempo stesso il prodotto e la negazione del mondo capitalistico.
Parafrasi degli appunti su libro di K. Kautsky La rivoluzione sociale
All’interno della formazione sociale capitalistica, la rivoluzione moderna non si presenta come un evento esterno o eccezionale che irrompe improvvisamente nel corso della storia, bensì come un processo intrinsecamente storico e immanente alle dinamiche strutturali del capitalismo stesso. A differenza delle rivoluzioni dell’antichità o dell’età premoderna – le quali tendevano a configurarsi come episodi circoscritti di sostituzione del potere politico o di restaurazione di un ordine ritenuto legittimo – la rivoluzione moderna si distingue per la sua capacità di incidere in maniera radicale e totalizzante non soltanto sulle forme dell’autorità politica, ma anche, e soprattutto, sulle strutture economiche, sulle configurazioni sociali e sulle forme di soggettivazione.
Essa si radica nelle contraddizioni interne del modo di produzione capitalistico, che si manifestano sotto forma di crisi ricorrenti – economiche, sociali, ecologiche, culturali – e che rivelano la tendenziale incompatibilità tra la logica dell’accumulazione illimitata del capitale e le condizioni di riproduzione della vita sociale. In tal senso, la rivoluzione moderna si inscrive in una dinamica storica che è al contempo determinata e aperta: determinata, in quanto generata da antagonismi strutturali inscritti nella logica della valorizzazione capitalistica; aperta, in quanto esito incerto di lotte sociali, politiche e culturali che non possono essere ridotte a una necessità storica meccanica.
Ciò che distingue la rivoluzione moderna è il suo carattere globale e processuale: essa non si esaurisce nell’atto puntuale della presa del potere o nel semplice rovesciamento delle classi dominanti, ma implica una trasformazione profonda delle condizioni materiali dell’esistenza, dei dispositivi di produzione e riproduzione sociale, delle istituzioni e delle categorie del pensiero. Essa investe i rapporti di proprietà, le forme della cooperazione sociale, i meccanismi della soggettivazione, e mira a sovvertire l’intero orizzonte della razionalità capitalistica. In questa prospettiva, la rivoluzione moderna non è solo una negazione del mondo capitalistico, ma anche – e soprattutto – una sua possibile espressione dialettica: nasce al cuore delle sue contraddizioni, si alimenta delle sue crisi e delle sue promesse mancate, e tende a oltrepassarlo non attraverso una rottura esterna, bensì mediante una torsione interna, che mobilita forze sociali, desideri collettivi e pratiche trasformative capaci di delineare un ordine alternativo. In questo senso, la rivoluzione non è una semplice reazione, ma una produzione di mondo, un processo costituente che mira a rifondare le basi stesse della convivenza sociale