
Opere di Marx (nella periodizzazione di L. Althusser):
Opere di gioventù:
1843- Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico
1844– Manoscritti economico-filosofici
Opera di rottura:
1845 Tesi su Feuerbach [opera di rottura]
Opere della maturazione:
1846– Ideologia tedesca
1847 – Miseria della filosofia
1848- Manifesto del partito comunista
1849 – Lavoro salariato e capitale
1850– La lotta di classe in Francia
1852– Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte
1857/1858 – Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica
Opere della maturità:
1859– Per la critica dell’economia politica
1862– Teorie sul plusvalore
1863 Il capitale vol.II (redazione)
1864 –Il capitale vol.III (redazione)
1865– Salario, prezzo e profitto
1867-Il capitale vol.I (pubblicazione)
1871 La guerra civile in Francia
1875– Critica al programma di Gotha
94- Marx non ha scritto molto di religione (ben poco in confronto a Engels) (…) quando afferma che la religione è il prodotto dell’uomo alienato, dà un chiaro esempio della propria situazione intellettuale in quel periodo. In seguito l’elemento dominante sarà quello dell’ideologia di classe e la religione verrà considerata a un tempe importante e marginale: importante, perché il compenso unicamente spirituale che offre agli uomini frustra gli sforzi di un miglioramento materiale; marginale, perché i colleghi, Feuerbach in particolare, hanno rivelato fino in fondo la vera natura della religione. Si tratta solo di un fenomeno secondario che dipende da circostanze socio-economiche e non merita la minima critica indipendente. / I tentativi di caratterizzare il marxismo come una religione, anche se sono plausibili nei loro termini, sconvolgono gli elementi del discorso, così come la pretesa di dimostrare che Marx non era ateo: questa analisi viene normalmente ripresa dagli autori che intendono mettere in evidenza il parallelo tra marxismo e storia della redenzione giudaico-cristiana, anche se per alcuni Marx ha trasformato questa tradizione, già secolarizzata da Schelling e da Hegel, in una rivelazione estetica o filosofica. E’ vero che Marx polemizza in particolare nei confronti della Germania contemporanea, dominata da un luteranesimo dogmatico ed esageratamente spirituale; ma è anche vero che egli scrive di religione in generale e che il suo rifiuto è assoluto: a differenza di tanti socialisti della prima ora (Weitling, Saint-Simon, Fourier) Marx non era disposto ad accettare compromessi. L’ateismo va di pari passo con l’umanesimo [che sosteneva].[ “La religione è il gemito dell’oppresso e l’oppio dei popoli]
101- [Un autore ha affermato che] “attraverso Hegel, il giovane Marx si collega indubbiamente a livello inconscio, allo schema soteriologico [in religione, dottrina della salvezza, liberazione dell’uomo dal male, comunque inteso] sottostante alla tradizione giudeo-cristiana: il concetto di salvezza collettiva ottenuta da un gruppo particolare, il tema della privazione salvifica, l’opposizione all’ingiustizia che schiavizza e della generosità liberatrice. Il proletariato, fonte di salvezza universale, svolge un ruolo analogo a quello della comunità messianica, o del redentore nella rivelazione biblica”. Oppure, più esplicitamente: “ Che l’universalità del proletariato riecheggi le richieste del Cristo Universale è confermato dall’insistenza di Marx nel ribadire che il proletariato vivrà, proprio nel momento della sua universalità, in una condizione di svuotamento – e questa è naturalmente la variante marxiana della kenosis divina”. Altri hanno affermato che, dato il fondamento non empirico dell’analisi marxiana, tutta l’elaborazione prende l’avvio da un’indignazione morale per la situazione del proletariato. /Queste opinioni sono errate, almeno in quanto spiegazioni di carattere globale: la proclamazione del ruolo chiave del proletariato è l’applicazione alla situazione a lui contemporanea dell’analisi della rivoluzione francese, riferendosi a una particolare sfera sociale che deve avere “la criminalità notoria dell’intera società, cosicché la liberazione da tale sfera appaia come l’emancipazione universale”. Il proletariato si trova così nella situazione della borghesia francese nel 1798, e potrebbe far proprie le parole di Sieyes, “Non sono nulla e dovrei essere tutto”. Il contesto sta quindi a dimostrare che la concezione del ruolo che Marx attribuisce al proletariato risale agli studi sulla rivoluzione francese , anche se buona parte del suo linguaggio è tipico dello stile giornalistico dei giovani hegeliani.
114- Ciò che Marx intende per alienazione può esprimersi in questo modo: LA NATURA DELL’UOMO E’ CREARE SE STESSO; egli si forma e si sviluppa lavorando e trasformando il mondo che lo circonda in collaborazione coi suoi simili. Rientra nella natura umana controllare il processo di questo progressivo interscambio tra l’uomo e il mondo, esserne il punto di partenza, il soggetto dal quale si origina questo processo. Tuttavia la natura si è alienata dall’uomo: vale a dire non gli appartiene più, ma appartiene ad altre persone o cose. In campo religioso, per es., Dio diventa il soggetto del processo storico; egli possiede l’iniziativa e l’uomo si trova in uno stato di dipendenza . In economia, secondo Marx, non è l’uomo che condiziona il denaro ma è il denaro o ‘legame monetario’che condiziona l’uomo come un oggetto. Il punto centrale consiste proprio nel fatto che l’uomo ha perso il controllo del proprio processo evolutivo e ha visto trasferirsi tale controllo su altre entità. Ciò che era proprio dell’uomo gli è diventato estraneo , ponendosi come attributo di qualcosa di esterno.
119- L’uso di termini come ‘alienazione’ e ‘realizzazione’ dell’essenza umana dimostrano senza ombra di dubbio che l’analisi marxiana non è puramente scientifica , né tantomeno empirica, se con questo si intende un’analisi priva di giudizi di valore; si tratta piuttosto di enunciazioni formulate con semplicità drammatica, espresse in tono quasi epigrammatico (…) In quest’ottica è importante comprendere che il termine ‘empirico’ non comporta in Marx una distinzione fatto-valore ( cosa che avrebbe senz’altro rifiutato) ma sta solo ad indicare che l’analisi parte da presupposti corretti , prende cioè le mosse dai bisogni materiali dell’uomo.
122- [sul comunismo-> tre aspetti: 1. quello relativo alle basi storiche va comunismo primitivo] La soppressione positiva della proprietà privata in quanto appropriazione della vita umana, è dunque la soppressione positiva di ogni estraniazione, e quindi il ritorno dell’uomo dalla religione, dalla famiglia, dallo stato ecc. alla sua esistenza umana, cioè sociale. L’estraniazione fondamentale ha luogo nella sfera economica: mente quella religiosa si manifesta unicamente nella coscienza dell’uomo, quella economica si esprime nella vita reale e la sua soppressione comporta quindi la soppressione di tutte le estraniazioni . [2] Marx sottolinea il carattere sociale del comunismo ed estende il rapporto di reciprocità tra l’uomo e la società anche alle relazioni tra l’uomo e la natura; [3] Tuttavia questa accentuazione degli aspetti sociali dell’essere uomo non ne ha infranto l’individualità: “L’uomo, per quanto sia quel che si è detto un individuo particolare, e sia proprio la sua particolarità che lo fa diventare un individuo e un essere reale individuale della comunità, tuttavia è la totalità, la totalità ideale, l’esistenza soggettiva della società pensata e sentita per sé.”[ sull’immagine dell’uomo totale o onnilaterale]/124- Tutte le facoltà umane –e Marx elenca la vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il tatto, il pensiero, l’intuizioni, il sentimento, la volontà, l’azione, l’amore. in modi differenziati diverranno strumenti di una nuova realtà di appropriazione. Per l’uomo alienato è difficile immaginarlo, perché la proprietà privata lo ha reso così ottuso da credere di possedere un oggetto solo quando lo usa; e anche allora l’oggetto viene impiegato come mezzo di sussistenza , in una vita intesa come momento di lavoro e di capitalizzazione. (…)/ Il tentativo di stabilire un collegamento tra la libertà e l’attività estetica, la descrizione dell’uomo totale tutto ciò compare già in Schiller [ideale romantico tedesco].
125- E’ nella storia dell’industria che si rivelano appieno le capacità e la psicologia dell’uomo: poiché nel passato non si è saputo comprendere la vera natura umana , la storia è diventata storia della religione, della politica, dell’arte. L’industria però ha rivelato le forze essenziali dell’uomo e si è posta come base di ogni sua scienza. Nel passato alla scienza naturale si è sempre guardato da un’ottica utilitaristica, mentre la sua eccezionale evoluzione negli ultimi anni le ha permesso, mediante l’industria, di trasformare la vita dell’uomo: se l’industria fosse concepita come espressione delle forze essenziali dell’uomo, la scienza naturale sarebbe in grado di costruire le basi del sapere umano (…) “ci sarà una sola scienza”. Il rapporto di reciprocità tra l’uomo e la natura (…) viene qui a riflettersi nel concetto marxiano di una scienza naturale dell’uomo.
126 [PROVA EVIDENTE = IRRESISTIBILE]
176- “Scopo della lega è l’abolizione della schiavitù dell’uomo mediante la diffusione delle teorie della comunanza dei beni e la sua realizzazione nel più breve tempo possibile”
130- [Umanesimo/naturalismo (Marx) vs idealismo/materialismo]
155- [Nell’Ideologia tedesca Marx contro il socialismo utopistico tedesco che l’entusiasmo rivoluzionario con l’amore universale per l’umanità (= vera essenza umana)]!ì/155- “Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”.
168-La divisione del lavoro non è una categoria economica ma storica.
169- Di tutti gli strumenti produttivi, la più grande forza rivoluzionaria è la classe rivoluzionaria stesa [una classe oppressa è la condizione vitale di ogni società basata sull’antagonismo delle classi]
235- [Metodo pedagogico di Marx] Marx rivelava un singolare talento di volgarizzatore. Nessuno più di lui detestava la volgarizzazione, cioè la falsificazione, l’avvilimento , la banalizzazione della scienza, ma nessuno più di lui possedeva il dono di esprimersi chiaramente. (…) Nel modo più breve possibile enunciava una proposizione che spiegava poi più a lungo, prendendo ogni cura di evitare tutti i termini che gli operai non avrebbero potuto comprendere. Quindi incoraggiava gli ascoltatori a porgli delle domande: se non ne ponevano li interrogava egli stesso e lo faceva con tale abilità pedagogica che nessuna lacuna, nessuna errata interpretazione gli sfuggiva… Aveva innegabilmente la stoffa di un ottimo professore (W. Liebneckt)
246-[Da Lotte di classe in Francia: (Dal 1848 al 1849): utilizzare il tempo della tregua per far luce sul tempo della rivoluzione] “Data questa prosperità universale, in cui le forze produttive della società borghese si sviluppano con quella sovrabbondanza che è, in generale, possibile nelle condizioni borghesi , non si può parlare di una vera rivoluzione. Una rivoluzione siffatta è possibile solo in pericoli in cui ENTRAMBI questi FATTORI, LE FORZE MODERNE DI PRODUZIONE e le FORME BORGHESI DI PRODUZIONE, entrano in CONFLITTO tra di loro.”
261- Marx chiamava Mazzini “Il papa della chiesa democratica in partibus” [= nelle terre degli infedeli, chi è titolare di una carica puramente onorifica, vescovo in un territorio occupato dai turchi]. “Mazzini conosce soltanto le città con la loro nobiltà liberale e i loro borghesi illuminati. I bisogni materiali della popolazione italiana delle campagna –sfruttata e sistematicamente snervata e incretinita come quella irlandese. restano naturalmente al di sotto dei suoi manifesti cosmopolitico-neocattolico-ideologici. Invero ci vuole del coraggio per spiegare ai borghesi e ai nobili che il primo passo per l’indipendenza dell’Italia è la completa emancipazione dei contadini e la trasformazione del loro sistema a mezzadria in una libera proprietà borghese.”
297 “La produzione dell’individuo isolato al di fuori della società è un tale assurdo quanto lo è lo sviluppo di una lingua senza individui che vivano insieme e parlino tra di loro” (Marx Grundrisse vs il punto di partenza di Smith, Ricardo, Rousseau]
302- Ciò che è nuovo nella teoria dell’alienazione esposta nei Grundrisse è che essa tenta di radicarsi saldamente nella storia . Il capitale oltre a essere una forza ‘alienante’ha adempiuto a una missione molto positiva. In un breve periodo di tempo ha sviluppato enormemente le forze produttive , ha sostituito i bisogni naturali con altri creati storicamente e ha fatto nascere un mercato mondiale . Esso rappresentò un punto di svolta dalle limitazioni del passato alle incalcolabili ricchezze del futuro.
309- La natura della visione [del comunismo]a cui Marx si è ispirato è quantomeno abbozzata [nei Grundrisse]: produzione comunitaria in cui la qualità del lavoro ne determina il valore, scomparsa del denaro e del valore di scambio; aumento del tempo libero per consentire lo sviluppo universale dell’individuo. i Grundrisse non hanno importanza solo per la comprensione e l’interpretazione del pensiero di Marx: l’attualità della dottrina marxiana sul carattere ambivalente della tecnologia è di per sé stessa molto significativa.
349- [Marx contro i marginalisti] Per Ricardo il valore di un oggetto era determinato dalle condizioni della produzione invece che dalla domanda , come nelle analisi posteriori.
380- [Francia come centro del socialismo europeo]
389- Marx vedeva nella storia dell’Internazionale “una continua lotta contro le sette” e principalmente proudhoniani, lassalliani, e alla fine anche bakunisti:”Lo sviluppo delle sette socialiste e quello del vero movimento operaio sono sempre in proporzione inversa. Fino a che le sette hanno una giustificazione (storica) la classe operaia non è ancora matura per un movimento storico indipendente…Si è del resto ripetuto nella storia dell’Internazionale ciò che la storia rivela dappertutto. Il vecchio cerca di ristabilirsi e riaffermarsi nella forma nuova”.
392- [In Inghilterra la maggior parte dei tesserati dell’Internazionale erano artigiani, non c’erano operai dell’industria pesante concentrati nel nord e non a Londra]
396- [Marx sulla guerra tra Francia e Prussia]
400- [Ambivalenza di Marx rispetto alla Comune, dove le posizioni chiave si trovavano in mano a blanquisti e giacobini vecchio stampo, i due terzi della sua struttura politica era formata da piccola-borghesia]/407- [Le lettere di Marx esprimono grande reticenza rispetto alle realizzazioni della Comune (≠ Lenin)]
436- [Laboratorio di porcellane]
Marx -fate sempre questo lavoro o cambiate ogni tanto?
Operaio – No, non faccio altro da anni, è solo con la pratica che si impara a far funzionare la macchina in modo da ottenere la forma voluta senza difficoltà né errori,
Marx – Sicché la divisione del lavoro rende l’uomo un’appendice della macchina . LA SUA CAPACITA’ DI PENSARE SI E’ TRASFORMATA IN MEMORIA MUSCOLARE.
441 [Sulla Critica del programma di Gotha]